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Tecnologia e innovazione come sostegno all’agricoltura sostenibile?

Si terrà i prossimi 17 e 18 giugno, a Corato di Bari, in concomitanza con Enovitis in campo, la terza tappa dell’iniziativa di Image Line “AgroInnovation Tour“.

La manifestazione, partita ad aprile di quest’anno, prevede una serie di incontri che pongono al centro del dibattito tra gli attori della filiera il tema dell’innovazione in agricoltura. Un modo per cercare di capire come innovare il settore utilizzando tutte le nuove tecnologie, pur mantenendo come punto fermo la sostenibilità.

Dall’utilizzo dei droni per il monitoraggio e la protezione delle colture, fino alle tecniche di agricoltura di precisione, il mondo delle attività agricole sta subendo una forte e inarrestabile trasformazione digitale. La sfida è riuscire a seguire questo cambiamento, rispondendo a delle richieste di mercato sempre più esigenti: basso impatto ambientale, cibi sicuri e trasparenza delle filiere.

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Secondo il Ministro Maurizio Martina, “È fondamentale che l’Italia si collochi sulla frontiera più avanzata di queste innovazioni. Stiamo lavorando per definire un progetto di agricoltura di precisione e agricoltura digitale nel nostro paese. Presenteremo fra poco linee guida e finanziamenti dedicati alle startup agricole e agroalimentari“.

“La tecnologia per l’agricoltura sostenibile” sarà il filo conduttore dunque di questa terza tappa del tour ideato da Image Line.

In questa occasione, l’evento fa tappa in vigneto. In occasione di Enovitis in campo, la manifestazione organizzata da Unione Italiana Vini e Veronafiere-Fieragricola, si terrà un workshop dedicato agli aggiornamenti riguardo il controllo funzionale delle macchine irroratrici e all’applicazione del PAN, il Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, con un focus sulla digitalizzazione del quaderno di campagna per garantire sostenibilità e rintracciabilità dal campo alla tavola.

Un apposito workshop è stato pianificato per le 16.30 del 17 giugno 2016, con il patrocinio dell’Arptra, ed è attiva la pre-registrazione gratuita.

Inoltre durante le due giornate dell’evento, saranno previste delle postazioni multimediali per informare i visitatori sulle ultime novità del settore.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/difesa-e-diserbo/2016/06/09/la-tecnologia-per-l-agricoltura-sostenibile/49120

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/eventi-agricoltura/agroinnovation-tour-la-tecnologia-per-l-agricoltura-sostenibile/48962

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agrimeccanica/2016/05/26/il-tour-dell-innovazione-fa-tappa-in-vigneto-a-enovitis-in-campo/48962

 

G20: agricoltura sostenibile essenziale per lo sviluppo economico globale

G20Innovazione, sviluppo sostenibile, lotta al cambiamento climatico sono alcuni dei temi principali dibattuti durante il G20 dell’Agricoltura che si è appena concluso in Cina.

All’incontro hanno partecipato tra gli altri il commissario europeo Phil Hogan e il viceministro Andrea Olivero che ha rappresentato il nostro Paese.

Secondo Olivero, il G20 è stata “un’ottima occasione per discutere sulle concrete strategie per realizzare gli obiettivi dell’Agenda 2030 e della COP21 per un’agricoltura che sia, insieme, più produttiva e più sostenibile”.

Obiettivo prioritario, ha sottolineato Olivero, è rendere gli agricoltori sempre più protagonisti di questo processo di cambiamento, aumentando la loro capacità di difendersi dalla volatilità dei prezzi e di adattarsi ai cambiamenti climatici.

Il ruolo cruciale dell’agricoltura nell’affrontare le principali sfide agroalimentari del nostro tempo è stato evidenziato anche dal commissario europeo: “Oggi, oltre ad assicurare la sicurezza alimentare per i nostri cittadini gli agricoltori devono assumere un ruolo attivo nella lotta al cambiamento climatico e nella gestione di risorse preziose come il suolo e l’acqua. L’attuale presidenza cinese del G20 riconosce queste sfide e ha giustamente dato un ruolo centrale allo sviluppo agricolo sostenibile e all’innovazione”.

Durante l’incontro è stata ribadita la necessità di rispettare gli accordi stabiliti a Parigi nell’ambito della COP21: mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C, attraverso la riduzione delle emissioni e lo stoccaggio del carbonio. Ed è proprio in quest’ultimo punto che agricoltura e silvicoltura possono fare la differenza.

Il G20 ha rappresentato anche un’ottima occasione per rafforzare i rapporti fra l’Unione europea e la Cina. “L’export agroalimentare dell’Ue è in una fase di prosperità – ha dichiarato il commissario Hogan – con una crescita del 33% su base annua, che ha portato a raggiungere il valore di 10,3 miliardi di euro all’anno. I consumatori cinesi richiedono sempre più qualità e tracciabilità dal produttore al consumatore e i produttori europei stanno fornendo in tale domanda”.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2016/06/06/g20-le-responsabilita-dellrsquoagricoltura/49059

http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/istituzioni/2016/06/03/g20-olivero-impegno-italia-su-agricoltura-piu-sostenibile_b18f3312-1241-421d-82b7-4cb1aa7dd3a5.html

 

Legumi: la nuova frontiera dell’agricoltura sostenibile e a misura d’uomo

Riscoperta dei legumi, rotazioni, coltivazioni autoctone e revisione amichevole del greening della nuova Pac. Sono questi i punti essenziali, secondo Gaetano Pascale, presidente nazionale di Slow Food, su cui far nascere una nuova frontiera agricola e alimentare votata alla promozione della sostenibilità e della salute dei cittadini. Il passo in più? Chiedere al ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina di blindare gli ecotipi locali, tenendoli così al riparo da un possibile brevetto da parte dell’industria.

Pascale approfondisce l’argomento in una intervista rilasciata ad Agronotizie.

Secondo il presidente di Slow Food, i legumi possono essere un investimento da effettuare nel breve periodo, grazie al loro ciclo produttivo annuale. Attraverso opportuni interventi da parte dei singoli Stati membri a favore delle leguminose, questo alimento potrebbe diventare subito una nuova frontiera alimentare.”Perché è possibile coltivarli in qualsiasi contesto, anche nelle aree più complesse, come le aree di montagna, le colline, i terreni più poveri“, precisa Pascale.

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L’introduzione dei legumi negli ordinamenti produttivi consente alle aziende di diventare padrone del proprio destino, staccandosi dalla necessità di rifornire le industrie, cosa che porta loro poco profitto.

A patto, però, che si punti sugli ecotipi locali: “Basta fare un piccolo investimento per confezionarli, qualche decina di migliaia di euro consente di far fare il salto di qualità anche ad una piccola impresa. L’operazione ha senso se l’impresa agricola punta su ecotipi locali, che hanno un’identità e un radicamento territoriale forte. Come Slow Food chiediamo modifiche alle misure di greening per accompagnare questo processo. Già oggi il greening chiede alle aziende più grandi di diversificare gli ordinamenti produttivi, noi chiediamo di fare un passo in più: diversifichiamo introducendo ecotipi locali. Se la scelta colturale è quella di avere grano, legumi e ortaggi, noi chiediamo che sia incentivata la coltivazione di grano, legumi e ortaggi che recuperano ecotipi locali”, spiega il presidente di Slow Food.

E in Italia esistono già esempi di aziende agricole che ricavano reddito da ecotipi locali di legumi su tutto il territorio nazionale, attraverso modelli sostenibili sul piano economico e ambientale perché tutti  basati su ordinamenti produttivi misti, incentrati sui legumi e sulle rotazioni.

Il Governo avrebbe già fatto qualcosa per favorire questo cambiamento, attraverso l’approvazione in via definitiva dal Parlamento della legge sulla biodiversità in agricoltura.  Ciò che manca, però, è fare in modo che i semi esistenti, e quindi anche quelli dei legumi, non corrano mai il rischio di essere brevettati e restino sempre nella disponibilità degli agricoltori, di pubblico dominio.

Un discorso da approfondire e portare avanti soprattutto in previsione del 2016, proclamato dalla FAO Anno internazionale dei legumi.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/vivaismo-e-sementi/2015/11/16/legumi-e-sud-quotper-una-nuova-agricoltura-a-misura-d-uomoquot/46288

http://www.leguminosa.it/?jjj=1447753531206

Controllo biologico nelle colture cerealicole: quali i vantaggi

Il controllo biologico degli insetti fitofagi è una delle tecniche naturali alla base dello sviluppo dell’agricoltura sostenibile. Mattias Jonsson, ricercatore presso il Dipartimento di Ecologia dell’Università svedese di Scienze Agrarie, ha condotto uno studio per mostrare le potenzialità di questa pratica.

Jonsson e i suoi colleghi sostengono che il controllo biologico degli afidi potrebbe ridurre i danni alle colture cerealicole del 45-70%.

Per ridurre la dipendenza dell’agricoltura dai prodotti chimici, afferma Jonsson, è importante fornire la prova dell’efficacia di metodi alternativi per la protezione delle colture. Tale prova è spesso assente per  ciò che riguarda le tecniche di controllo biologico, una cosa che ne ostacola la diffusione.

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Il modello proposto dai ricercatori dimostra che, nei campi d’orzo svedesi, gli antagonisti naturali degli afidi possono ridurre i danni alle colture di oltre la metà. Un effetto che dipende fortemente anche dalla composizione del paesaggio circostante: la riduzione dei danni, infatti, va da un circa 45% nelle aree dominate da colture annuali a un 70% riscontrato nelle zone con poca copertura annuale e più pascoli.

Mappare un potenziale controllo biologico in aree differenti, spiegano i ricercatori, può aiutare a prevedere in quali parti del paesaggio è più probabile che si verifichino dei focolai di infestazione.

In agricoltura biologica, la mappatura può rivelare in quali aree del paesaggio la conversione a un tipo di coltivazione sostenibile è potrebbe avere maggiore successo, a causa di un ridotto rischio di danni causati da attacchi parassitari.

Nell’agricoltura convenzionale, questo modello può aiutare a ridurre l’inutile ricorso agli insetticidi.

Zone ad elevata complessità forniscono nemici naturali e risorse alimentari alternative che mettono le colture a riparo da particolari rischi. Questo aumenta sia l’abbondanza dei raccolti che la diversità del paesaggio. Diversificare la produzione vegetale può sicuramente ottimizzare i risultati della lotta agli insetti fitofagi, ma è anche importante per preservare l’habitat semi-naturale presente delle diverse aree.

Il controllo biologico contribuisce ad aggiungere valore alla produzione agricola. Dare un valore al controllo biologico evidenzia la sua importanza per la produzione agricola, se poi questo viene messo in relazione con i diversi usi del territorio, è possibile ricavare dei consigli in più utili a migliorare l’agricoltura sostenibile.

Nel documento sono elencate tutta una serie di migliorie possibili da apportare al modello proposto: l’implementazione di una gestione economica specifica, potrebbe aiutare a mettere in relazione il controllo biologico con altre opzioni di gestione dei parassiti, in regioni e contesti differenti.

Quale alternativa all’impiego dei pesticidi, le tecniche di controllo biologico sono usate per impedire ai fitofagi di superare la soglia di dannosità economica. Le specie utili sono numerose e, se impiegate correttamente, risultano davvero efficaci.

Fonti:

http://foodtank.com/news/2015/11/harvesting-the-research-natural-enemies-can-replace-insecticides

http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/2041-210X.12149/abstract

 

Riso biologico: 1 milione di dollari per la ricerca di soluzioni sostenibili ed economiche

Il riso biologico è una sfida che sempre più agricoltori cercano di intraprendere. Coltivare il riso con tecniche sostenibili, però, è una decisione rischiosa e faticosa che comporta una dura battaglia quotidiana contro insetti, malattie e piante infestanti.

Proprio per questo, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha messo a disposizione di un team internazionale di scienziati di comprovata esperienza 1 milione di dollari di finanziamenti. L’obiettivo è quello di trovare soluzioni che rendano il riso biologico una coltura redditizia per gli agricoltori e più sicura e disponibile per i consumatori.

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Una soluzione che arriva in risposta alla difficoltà degli agricoltori degli Stati Uniti di tenere il passo alla domanda crescente del mercato interno.

Il Dr. Xin-Gen “Shane” Zhou, esperto in patologia delle piante e leader del progetto, ha spiegato la necessità di ottenere nuovi risultati nel settore. La ricerca in questi anni, spiega, si è soffermata poco su questo prodotto “e gli studi biologici effettuati su altre colture non possono applicarsi al riso, perché la maggior parte di esso viene coltivato nei campi allagati“. Questo sottopone le colture a una diversa gamma di malattie, erbe infestanti e insetti che non ci sono nelle zone aride o nelle colture irrigue.

L’obiettivo della ricerca, dunque, è quello di aiutare gli agricoltori ad affrontare problematiche come la gestione dei nutrienti, il controllo dei parassiti e delle piante infestanti, con soluzioni sostenibili, ma anche economicamente approcciabili.

Non a caso, il team è composto da esperti in patologie vegetali, in scienza botanica e delle piante infestanti, in fitopatologia, economisti, entomologi.

Come afferma Zhou: “Abbiamo ideato questa nuova proposta per sviluppare ulteriormente metodi redditizi per coltivatori di riso biologico. Abbiamo intervistato gli agricoltori biologici e abbiamo scoperto che i principali problemi a cui vanno incontro sono la gestione delle piante infestanti, la fornitura di azoto“.

Ad esempio, gli agricoltori vorrebbero usare meno fertilizzanti azotati, perché i fertilizzanti biologici sono molto più costosi rispetto a quelli tradizionali. Ma l’applicazione di azoto naturale in modo improprio può dare alle erbacce la possibilità di crescere e di competere con le piante di riso.

Zhou ha anche affermato che il team ha in programma di sviluppare una strategia economica per la produzione di riso biologico. Il piano sfrutterà la creazione di uno strumento di analisi economica sul web, basato su bilanci interattivi. Lo scopo è quello di aiutare gli agricoltori a prendere decisioni per la produzione di riso biologico.

Avremo il collegamento diretto con i coltivatori di riso biologico per mostrare loro che tipo di pratiche o strumenti possono utilizzare per la gestione dei parassiti e per aumentare la resa“, ha concluso Zhou.

Fonti:

http://www.laboratoryequipment.com/news/2015/10/scientists-team-farmers-improve-organic-rice-production

http://phys.org/news/2015-10-rice-demand-scientists-farmers-production.html

Gli “eroi” dell’agricoltura sostenibile in mostra dal 15 al 29 ottobre a Milano

Gli eroi dell’agricoltura sostenibile, raccontati attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica. Dal 15 al 29 settembre, Milano ospiterà “Food for life“, l’iniziativa di Greenpeace che porterà nella città le fotografie di Peter Canton, artista di caratura internazionale.

L’evento, in programma dal 15 al 29 ottobre in Corso Vittorio Emanuele a Milano, sarà inaugurato il 15 ottobre alle ore 15 in piazza San Carlo, in concomitanza con la fase conclusiva di Expo 2015 e alla vigilia della Giornata mondiale dell’alimentazione indetta dalla Fao. La mostra è all’aperto, in zona pedonale (Corso Vittorio Emanuele, adiacente a piazza San Carlo).

Un’iniziativa con uno scopo ben preciso: avvicinare le persone al valore dell’agricoltura sostenibile. E di sostenibile ci sarà anche l’illuminazione delle strutture, alimentata attraverso pannelli solari.

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Le mostra fotografica sarà aperta al pubblico fino al 29 ottobre. Le fotografie sono l’accurata selezione di un progetto più ampio commissionato da Greenpeace a Peter Caton e volto a documentare le diverse realtà dell’agricoltura sostenibile in sei Paesi del mondo (Brasile, Cina, Kenya, Francia, California, Cambogia). L’autore ha abilmente ritratto soprattutto piccoli agricoltori, “eroi” quotidiani che con il loro duro lavoro sfamano il Pianeta producendo il 70 per cento del cibo consumato a livello globale.

Come spiega Federica Ferrario, responsabile della campagna Agricoltura Sostenibile di Greenpeace: “Con questa mostra vogliamo riavvicinare le persone all’agricoltura, alla terra e agli agricoltori. Viviamo in un sistema malato di produzione del cibo, basato sull’agricoltura industriale. La maggior parte di noi non sa da dove proviene il cibo che consuma, chi lo coltiva o quali sostanze pericolose contiene. È un sistema fatto di monoculture, OGM e uso intensivo di pesticidi e fertilizzanti chimici, che mette in pericolo la biodiversità e dove gli agricoltori sono considerati “braccianti”. Un sistema controllato da grandi aziende il cui unico interesse è il profitto, che non si preoccupano delle implicazioni sanitarie di lungo termine, della sicurezza alimentare e dell’ambiente“.

Le fotografie di Canton, spiega ancora Ferrario, mostrano il volto più amaro dell’agricoltura, quello faticoso e bello, in contrapposizione al sistema attuale, anonimo e industrializzato. “Vorremmo che le scene di vita che abbiamo raccolto in questa mostra potessero avvicinare le persone a questa realtà bellissima e in pericolo, da cui per troppo tempo ci siamo allontanati. Tutti possiamo diventare parte del cambiamento“, conclude Ferrario.

Per saperne di più sulla campagna: socosamangio.greenpeace.it
Per saperne di più sul fotografo: www.petercaton.com

Fonti:

http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2015/10/07/mostre-greenpeace-food-for-life-agricoltura-sostenibile-negli-scatti-peter-caton_g5svCaYwIn8R216nn4OwUL.html?refresh_ce

http://www.greenpeace.org/italy/it/ufficiostampa/comunicati/Dal-15-ottobre-a-Milano-la-mostra-fotografica-Food-For-Life/

http://www.agopress.info/mostre-food-for-life-sostegno-allagricoltura-biologica/34257/