PIANO D’AZIONE PER IL BIO, L’ITALIA È IN RITARDO

Conterrà gli strumenti per garantire l’obiettivo italiano di raggiungere il 25% di superficie bio con tre anno di anticipo. Ma dovrà anche consentire di mantenere l’equilibrio tra offerta e domanda

Piano d’azione per il biologico, Piano strategico nazionale per la nuova Pac. Come abbiamo messo in evidenza nel precedente articolo le scadenze sono vicine e la prossima edizione del Sana e dell’evento Rivoluzione bio offrirà l’occasione per conoscere in anteprima cosa bolle in pentola.

Il Piano di Azione Nazionale sul biologico, in particolare, sta per prendere forma e sarà uno dei fattori decisivi per realizzare la transizione verde della nostra agricoltura.

La promessa di Battistoni

Il sottosegretario all’Agricoltura con delega per il bio Francesco Battistoni, anche se non sarà presente, ha garantito che il Piano d’azione sarà comunque presentato in anteprima al Sana.

Contiene infatti le strategie per consentire al biologico italiano di raggiungere l’obiettivo del 25% di superficie agraria biologica entro il 2027, costituendo così la risposta alla principale osservazione mossa dalla Commissione europea al Piano strategico sulla riforma Pac 2023-2027 che deve essere presentato entro il 30 settembre.

Le risposte alla Commissione Ue

Nella prima bozza del Piano l’Italia aveva infatti indicato l’ambizione di raggiungere il 25% di Sau biologica addirittura con tre anni d’anticipo rispetto al resto d’Europa. Pur apprezzando l’intento, la Commissione ha bocciato il piano (“numerosi elementi sono mancanti, incompleti o incoerenti”) considerandolo debole, in particolare sugli obiettivi ambientali. Sul biologico il ministero è stato invitato «a chiarire in che modo le azioni proposte contribuiranno efficacemente all’ambizione prevista».

Il 2 settembre è scaduto il termine per la consultazione pubblica lanciata dal ministero delle Politiche agricole per permettere a cittadini, operatori economici e organizzazioni della società civile di dire la loro sulla proposta del Governo. Le associazioni di settore chiedono che si tenga conto di queste osservazioni per favorire la riconversione agroecologica della nostra agricoltura.

Gli antidoti per la crisi

In un articolo pubblicato sul settimanale Terra e Vita Roberto Pinton ha messo in evidenza i ritardi italiani e il fatto che il Piano d’azione è già in fase d’attuazione presso i Paesi europei che sono i nostri principali competitor.

In un periodo storico in cui la crisi economica inizia a incidere anche sui consumi dei prodotti di qualità, biologico in primis, il piano deve contenere al suo interno anche gli antidoti per consentire alla domanda del bio di espandersi allo stesso ritmo dell’offerta.

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