Il riscaldamento asimmetrico degli emisferi terrestri e le conseguenze sul clima mondiale

“Stiamo producendo grandi cambiamenti climatici nel pianeta e aspettarsi che i modelli della pioggia sarebbero rimasti gli stessi è molto ingenuo”. Così si è espresso Dargan MW Frierson, autore insieme ad altri tre colleghi di un nuovo studio riguardante le conseguenze dell’azione umana sul clima. Il lavoro di ricerca, dal titolo “Interhemispheric temperature asymmetry over the 20th century and in future projections”, è stato realizzato dai climatologi di due importanti atenei americani, l’Università di California (Uc) Berkeley e quella di Washington, Seattle, e pone l’attenzione in particolare sui cambiamenti nel regime delle precipitazioni nelle diverse parti del pianeta.

Secondo le parole di uno dei ricercatori, “una conseguenza spesso ignorata del cambiamento climatico globale è che l’emisfero settentrionale è sempre più caldo dell’emisfero meridionale, il che potrebbe alterare in modo significativo le precipitazioni tropicali”. Le conseguenze potenziali rischiano di avere effetti molto importanti su scala regionale, modificando l’incidenza delle precipitazioni in maniera sostanziale. Di questo avviso è senz’altro John Chiang, a capo del team di ricercatori, secondo il quale “una scoperta fondamentale è la tendenza a spostare la pioggia tropicale verso nord, il che potrebbe significare aumenti dei sistemi meteorologici monsoniche in Asia o spostamenti della stagione umida da sud a nord in Africa e Sud America». Il motivo è tanto semplice quanto preoccupante per le implicazioni”Alle piogge tropicali piace l’emisfero più caldo. Come risultato, la pioggia tropicale interessa molto la differenza di temperatura tra i due emisferi”. Pertanto, le modifiche al riscaldamento nelle diverse aree del pianeta potrebbero portare a radicali cambiamenti in zone tradizionalmente secche, trasformandole in umide, e viceversa.

Questo in particolare nel caso di un surriscaldamento dell’emisfero nord, che a detta dei climatologi rischia seriamente di portare ad un un “atmospheric overturning”  che sposta le precipitazioni verso nord.

“Le regioni più colpite da questo cambiamento sono suscettibili di essere quelle più a nord della banda e nei bordi a sud. Sono davvero queste regioni di confine che saranno più colpite che, non a caso, sono alcuni dei luoghi più vulnerabili: zone come il Sahel, dove le precipitazioni sono variabili di anno in anno e le persone tendono ad essere dipendenti da un’agricoltura di sussistenza.  Stiamo producendo grandi cambiamenti climatici nel pianeta e aspettarsi che i modelli della pioggia sarebbero rimasti gli stessi è molto ingenuo – chiosa Frierson.

Per giungere alle conclusioni del loro studio, i ricercatori si sono basati su oltre 100 anni di dati atmosferici e su modelli di simulazione computerizzata, che hanno messo in evidenza in particolare gli effetti dei cambiamenti nelle temperature medie tra emisferi sul sistema Terra: “i bruschi cambiamenti coincidono con interruzioni delle precipitazioni  nei tropici equatoriali. Il fenomeno più evidente è stato un calo di circa un quarto grado Celsius nella differenza di temperatura alla fine degli anni ‘60, che ha coinciso con un periodo di siccità di 30 anni nel Sahel africano, che ha causato carestie ed aumento della desertificazione in tutto il Nord Africa, oltre alla diminuzioni dei monsoni nell’Asia orientale e in India”.

Risulta evidente quanto anche variazioni apparentemente modeste possano incidere pesantemente sui delicati equilibri climatici, come confermato da Chiang: “Se quello che vediamo nel secolo scorso è vero, anche piccoli cambiamenti nella differenza di temperatura tra il nord e il sud potrebbero causare dei cambiamenti misurabili nella pioggia tropicale. Questo è di cattivo auspicio per il futuro. Il team ha scoperto che la maggior parte dei computer models che simulano il clima passato e  futuro prevedono un costante aumento della differenza di temperatura interemisferica fino alla fine del secolo. Anche se gli esseri umani cominciano a ridurre le loro emissioni di gas a effetto serra, i modelli prevedono circa un aumento di  1 grado Celsius (2° F) di questa differenza nel  2099”.

Una delle ragioni della differenza nel riscaldamento dei due emisferi risiede nella diversa percentuale di terre emerse presenti a nord rispetto a sud: le masse continentali infatti si riscaldano molto più rapidamente degli oceani, che in questo senso funzionano come “volani termici”. E queste differenze tra emisferi, ribadiscono i ricercatori, hanno “ un evidente impatto sulla circolazione atmosferica e le precipitazioni nei Tropici”.

A conferma di quanto sia complesso lo studio del clima, e di come l’uomo senza rendersene pienamente conto stia toccando “leve sensibilissime” di un sistema molto delicato da cui dipende, direttamente e indirettamente, la vita di milioni di individui.

Fonte: Greenreport

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