Coldiretti: i cambiamenti climatici stanno condizionando pesantemente l’agricoltura italiana

L’uscita del nuovo rapporto dell’Ippc (il Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici) ha ribadito quanto gli scienziati vanno ripetendo da tempo: se non si adotteranno rapide ed efficaci iniziative per ridurre le emissioni di gas serra, andremo incontro a conseguenze che muteranno profondamente l’aspetto e l’equilibrio del Pianeta. Scioglimento dei ghiacci, innalzamento del livello dei mari, proliferare di fenomeni climatici estremi anche in zone non tropicali sono argomenti che tutti noi abbiamo avuto modo di conoscere negli ultimi anni. Ma per toccare con mano le conseguenze dell’influenza umana sul clima non occorre spingersi lontano dai nostri confini. Una nota Coldiretti a commento del rapporto focalizza la situazione nel nostro paese e pone l’accento sugli effetti che il mutamento del clima sta avendo sull’agricoltura italiana. “In Italia – si legge nella nota – si e’ chiusa una estate 2013 segnata da una temperatura media superiore di quasi un grado (+ 0,96 gradi centigradi) e dal 30 per cento di precipitazioni in meno”. “Se in Europa per alcuni ricercatori persino lo champagne si e’ dovuto inchinare ai cambiamenti climatici spostandosi nel sud dell’Inghilterra, secondo una analisi della Coldiretti il vino italiano e’ aumentato di un grado negli ultimi 30 anni. Ma si e’ verificato nel  anche un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture come l’olivo che e’ arrivato quasi a ridosso delle Alpi. Nella Pianura Padana si coltiva oggi circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserva e di grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee. Un effetto che si estende in realtà a tutti i prodotti tipici”. il riscaldamento provoca infatti anche – osserva la Coldiretti – il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l’affinamento dei formaggi o l’invecchiamento dei vini. Una situazione che di fatto mette a rischio di estinzione il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy che devono le proprie specifiche caratteristiche essenzialmente o esclusivamente all’ambiente geografico comprensivo dei fattori umani e proprio alla combinazione di fattori naturali e umani”. Sta a noi, a questo punto, decidere se scelte più coraggiose e impegni più cogenti sono ancora rimandabili.

Fonte: Agrapress, Cnr, Coldiretti

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