Suolo e Salute

Category: Ecologia e Ambiente

Psr 2014-2020: boom di domande per il biologico in Toscana

Agricoltura biologica: la regione Toscana spinge il piede sull’acceleratore. Durante la riunione di insediamento del Comitato di Sorveglianza del programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, Marco Remaschi, assessore all’agricoltura della Regione, ha espresso la sua soddisfazione per le richieste di finanziamento presentate dagli operatori del settore: “Il bando emanato dalla Regione Toscana per l’agricoltura biologica ha riscosso un grandissimo successo. A fronte di una dotazione prevista di 17 milioni di euro, sono arrivate domande per 21-22 milioni di euro“.

All’incontro, che si è svolto nella sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati lo scorso 25 settembre, hanno preso parte i rappresentanti dei soggetti che fanno parte del Comitato di Sorveglianza e funzionari della Commissione Europea.

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Durante l’evento, Remaschi ha sottolineato l’importanza strategica di una corretta programmazione per gli anni 2014-2020 “non solo per le risorse che mette a disposizione, pari a 961 milioni, 90 milioni in più del precedente Programma di Sviluppo rurale 2007-2013” ma anche per la necessità di spendere bene questi soldi, confermando il valore che la regione attribuisce all’agricoltura, soprattutto a quella sostenibile.

Come ha sottolineato l’assessore: “In Toscana l’agricoltura rappresenta un modello territoriale e paesaggistico di grande pregio, è un’agricoltura sostenibile, rispettosa dell’ambiente e della biodiversità“.

La regione conta infatti: 70 mila aziende agricole e 5 mila aziende di trasformazione agroalimentare, 86 fra DOP (denominazioni di origine protetta) e IGP (Indicazione di origine protetta), che sono “il segno distintivo dell’eccellenza toscana in campo agroalimentare“.

Remaschi ha ricordato le somme che la Regione Toscana ha già stanziato a valere sul PSR 2014-2020 grazie a 4 bandi che sono usciti “in anticipazione” per favorire gli investimenti.

Cifre importanti: oltre ai 17 milioni stanziati con il bando per l’agricoltura biologica, 9 milioni sono stati stanziati per le “misure compensative” destinate ai territori svantaggiati, a quelli collinari e montani, 40 milioni per il primo insediamento dei giovani in agricoltura e 90 milioni per i PIF, Programmi integrati di Filiera. Per questi ultimi, ha ricordato l’assessore, la scadenza è stata spostata a fine ottobre, per “dare maggiore agio alle aziende che intendono sfruttare questa forma innovativa di investimenti mettendo insieme più soggetti e sfruttando varie misure del PSR.

L’entusiasmo con cui gli operatori di settore hanno guardato all’agricoltura biologica è, per Remaschi, il segno chiaro di un allineamento del mercato con le scelte di sostenibilità effettuate dalla Regione.

Fonti:

http://www.adnkronos.com/fatti/pa-informa/economia/2015/09/26/agricoltura-remaschi-straordinario-successo-del-bando-sul-biologico-domande-per-oltre-milioni_0dKHeYykOBfDMQG3haLZhL.html?refresh_ce

http://www.adnkronos.com/fatti/pa-informa/economia/2015/09/26/agricoltura-remaschi-dal-psr-milioni-euro-risorsa-strategica-che-occorre-spendere-bene_uk7XXEcXmjFQT1oOelKuKJ.html?refresh_ce

http://www.askanews.it/regioni/toscana/agricoltura-boom-di-domande-a-regione-toscana-per-biologico_711612836.htm

“Responsabile di avvelenamento”: la Corte d’Appello francese conferma sentenza storica contro Monsanto

La Corte d’Appello di Lione ha confermato una sentenza del 2012, che riconosce la Monsanto responsabile di avvelenamento chimico nei confronti di un agricoltore francese.

I fatti risalgono al 2004, quando l’uomo in questione, il coltivatore Paul François, si trovò a dover ripulire un serbatoio contenente “Lasso“, un erbicida prodotto dalla società statunitense.

Le inalazioni del gas avrebbero creato gravi problemi neurologici all’agricoltore, classificati dalle autorità francesi come malattia professionale dal 2010. François dice di aver iniziato a soffrire di perdita di memoria, mal di testa, balbuzie e altre “lesioni che evolvono lentamente” dopo quell’episodio. L’accusa mossa alla società è quella di non aver fornito adeguate avvertenze sull’etichetta del prodotto.

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È un grande sollievo per me. Mi metto alle spalle otto lunghi anni di lotte“. È stato questo il commento di François, dopo aver ascoltato la sentenza, che condanna la Monsanto al risarcimento totale del contadino per i danni fisici subiti.

Già nel 2012, il primo grado di giustizia dei tribunali francesi aveva dato ragione all’agricoltore, una sentenza confermata dalla Corte d’Appello e contro cui la Monsanto potrebbe fare ricorso rivolgendosi alla Cassazione.

Secondo quanto riporta Reuters, in una dichiarazione la Monsanto ha affermato che gli esperti, compresi quelli nominati dal tribunale civile francese, non avevano trovato alcun nesso di causalità tra la presunta esposizione accidentale e i danni per i quali François ha avanzato richiesta di risarcimento.

Come evidenzia La Stampa, la Monsanto ha ritirato il suo prodotto Lasso dalla vendita in Francia nel 2007. Una cosa già avvenuta nel lontano 1985 in Canada e nel 1992 in Belgio e nel Regno Unito.

Nonostante questo, i rappresentanti dell’azienda hanno continuato a difendersi durante il processo affermando che « il prodotto non era pericoloso ».

Ma questo non è l’unico erbicida della Monsanto a essere entrato nell'”occhio del ciclone”.

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), che fa parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha confermato a marzo che il glifosato, ingrediente chiave del Roundup, uno degli erbicidi più utilizzati al mondo a marchio Monsanto, è una sostanza “probabilmente cancerogena per l’uomo.”

Nel mese di maggio, centinaia di manifestanti hanno partecipato al terzo corteo annuale contro la Monsanto, una Marcia contro la vendita di prodotti chimici tossici della società statunitense.

Fonti:

http://www.ifoam.bio/en/news/2015/09/11/french-court-confirms-monsanto-guilty-chemical-poisoning

http://www.lastampa.it/2015/09/10/esteri/lagricoltore-francese-avvelenato-dallerbicida-vince-la-sua-battaglia-contro-monsanto-Jz67QMVRYyHH3uNk4mExdL/pagina.html

http://www.ibtimes.com/monsanto-liable-poisoning-farmer-amid-global-protests-over-toxic-chemicals-french-2092905

http://www.reuters.com/article/2015/09/11/us-france-monsanto-court-idUSKCN0RA1UM20150911

http://www.repubblica.it/ambiente/2015/03/25/news/_quel_pesticida_e_un_probabile_cancerogeno_e_battaglia_tra_iarc_e_il_produttore_della_sostanza-110424637/

Agricoltura biologica e concimi naturali: se la soluzione è nei lombrichi

Combattere l’impoverimento del suolo con i lombrichi. È quello che sta succedendo in Zimbabwe, dove è stato avviato un progetto volto ad aiutare i piccoli agricoltori del Paese a migliorare la fertilità del suolo e aumentare la resa delle colture, attraverso l’uso dei lombrichi.

I lombrichi sono un punto cardine dell’agricoltura biodinamica, grazie alla loro capacità di trasformare la sostanza organica in humus. Questi invertebrati ricoprono un ruolo essenziale nel biorisanamento del terreno, sia da un punto di vista agronomico che ecologico.

La loro elevata mobilità nel suolo, infatti, li porta a esplorare grandi volumi di terreno, condizionandone le caratteristiche. La loro azione incrementa l’areazione del substrato, facilita la circolazione di aria, aumenta la permeabilità del suolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma i lombrichi, soprattutto, mangiano rifiuti organici, trasformandoli in un compost potente, l’humus, capace di migliorare il suolo e la sua fertilità.

Il progetto è stato avviato dalla Zim Earthworm Farms (ZEF), una delle più grandi aziende produttrici di biofertilizzanti presenti nello Zimbabwe. Lo scorso anno, la campagna avviata dalla ZEF nella capitale Harare ha portato alla formazione di 100 agricoltori che hanno iniziato a utilizzare i lombrichi nelle loro tecniche colturali.

Secondo gli esperti, il degrado e la sterilità del suolo hanno determinato un massiccio calo nella produzione alimentare del Paese. L’utilizzo dei lombrichi non è solo una soluzione sostenibile, ma anche economica e un’ottima opportunità di reddito per quei piccoli agricoltori che decidono di dedicarsi non solo alla produzione di fertilizzante organico ma anche all’allevamento di lombrichi.

Dopo la formazione, l’azienda fornisce agli agricoltori 60 grammi di lombrichi, aiutandoli nella rigenerazione degli anellidi terrestri, che andranno poi venduti, e del concime, che arricchirà il terreno migliorando il raccolto.

Efraim Whingiri, amministratore delegato della Zim Earthworm Farms, afferma: “L’uso dei lombrichi è economicamente redditizio, sostenibile e socialmente accettabile. Ogni famiglia ha rifiuti che provengono da animali, rifiuti alimentari e rifiuti vegetali che, se compostati e inoculato con i lombrichi, possono essere convertiti in ricco bio-fertilizzante“.

Secondo Emmanuel Chikwari, capo ad interim dell’Istituto di Ricerca di Chimica e suolo presso il Ministero dell’Agricoltura dello Zimbawe,  i lombrichi degradano i rifiuti più velocemente rispetto ai sistemi tradizionali. L’agricoltura biologica, inoltre, può contribuire a migliorare la struttura del suolo, che in questo modo non è soggetto a perdite di nutrienti. “Vi è la necessità di fornire una formazione adeguata agli agricoltori in modo che possano sapere come far crescere e gestire lombrichi” afferma Chikwari, aggiungendo che il governo deve aumentare il sostegno all’agricoltura biologica in modo che i ricercatori possano ottenere informazioni utili per gli agricoltori.

Fonti:

http://www.scidev.net/sub-saharan-africa/farming/news/earthworms-smallholders-increase-crop-yields.html

http://phys.org/news/2015-09-earthworms-smallholders-crop-yields.html

Suolo e Salute si conferma primo ente di certificazione del biologico

Il biologico italiano continua a crescere e cresce anche Suolo e Salute.

Nell’ultima assemblea dei soci, che si è tenuta a Fano (Pu) il 21 luglio scorso, sono stati messi in relazione i dati del Rapporto 2014, relativi ai risultati operativi dello scorso anno, con i dati del primo semestre 2015. I numeri confermano la leadership di Suolo e Salute nel settore del controllo e della certificazione delle produzioni biologiche con oltre il 25% delle aziende bio in Italia e oltre il 30% della superficie coltivata in biologico. Dall’analisi dei dati del precedente esercizio è risultata una forte crescita nel 2014 rispetto al 2013 e una prospettiva ancora più interessante per il 2015. Nel 2014 i risultati sono stati caratterizzati da un trend molto positivo rispetto al 2013 sia da un punto di vista operativo che economico: oltre ad un aumento del numero delle aziende certificate si è registrato anche un aumento complessivo di fatturato.

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Numeri in crescita

In termini di attività e quindi in riferimento alle aziende controllate da Suolo e Salute si sono registrati numeri in crescita soprattutto riguardo al settore bio: nel 2014 il numero complessivo di aziende controllate dall’organismo di certificazione è stato pari a 13.849, con un saldo positivo di 1.170 aziende nuove rispetto al 2013 (+9,2%). Un dato molto interessante che si va ad aggiungere ai risultati sempre positivi degli ultimi cinque anni. Del totale delle aziende assoggettate al 31.12.2014, 2.378 svolgono attività di preparazione pura oppure produzione e preparazione e 2.418 svolgono attività zootecnica bio (+16,2% rispetto al 2013). Dal 2010 ad oggi, le aziende biologiche assoggettate al controllo di Suolo e Salute sono aumentate di 2.935 unità (+26,9%). Nel quinquennio considerato anche le aziende del comparto dei preparatori esclusivi sono aumentate del 12%.

Aumento qualitativo

Rispetto al precedente esercizio non si è riscontrato solo un aumento numerico delle aziende ma, più in generale, e sicuramente più significativo, è l’aumento qualitativo delle nuove aziende controllate, sia di produzione primaria che di preparazione. La superficie agricola utilizzata media per azienda agricola controllata nel 2014 è risultata di 32,4 ettari. La superficie totale controllata (in biologico e in conversione) nel 2014 è stata di 418.209 ettari con un incremento rispetto al 2013 di oltre 47.000 ettari (+12,7%). La superficie controllata è per il 67,5% in biologico e per il 32,5% in conversione all’agricoltura biologica. Nel quinquennio 2010-2014 la superficie agricola utilizzata controllata da Suolo e Salute è aumentata di 132.855 ettari (del 46,6%). Nel 2014 sono state effettuate a livello nazionale 17.605 visite ispettive totali, di cui 2239 non annunciate. I dati del primo semestre 2015 danno una prospettiva ancora più interessante rispetto a quelli del 2014. Nei primi sei mesi dell’anno risultano al controllo circa lo stesso numero di aziende rispetto al 31/12/2014 e ciò nonostante i recessi fisiologici di fine 2014 e inizio 2015. Invece – fatto questo molto positivo – è che nel periodo considerato sono state molto numerose le aziende che hanno fatto richiesta di assoggettamento a Suolo e Salute; ad oggi, infatti, sono in gestione 867 nuove aziende. Pertanto se si sommano le aziende già in essere con quelle in fase di ingresso al controllo, ammesso che tutte le aziende concludano l’iter con esito positivo, sono 14.691 le aziende totali che ad oggi hanno scelto Suolo e Salute. Tra i nuovi ingressi sono numerose le aziende di trasformazione e zootecniche. Molti sono i marchi importanti del panorama del comparto agroalimentare italiano di qualità e del settore vino che hanno scelto Suolo e Salute per la certificazione del biologico.

Primo Odc del biologico

I dati riportati premiano Suolo e Salute e lo portano a essere il primo organismo di controllo del biologico in Italia per numero di aziende bio certificate e per ettari di superficie assoggettata. Questi risultati vengono letti soprattutto con il cuore. Infatti, nonostante i periodi difficili, i dati esposti dimostrano che il mercato ha continuato a dare fiducia e ad apprezzare l’operato di Suolo e Salute che nel tempo ha saputo affermare la propria credibilità ed affidabilità. I numeri illustrati richiamano Suolo e Salute a un continuo senso di responsabilità nei confronti dei propri operatori e del sistema nel suo insieme: soprattutto in quest’ultimo periodo viene prestata particolare attenzione nella gestione dei rischi onde garantire sempre un livello ottimale di efficacia del nostro sistema di controllo.