Suolo e Salute

Category: Ecologia – Ambiente – Territorio

Oggi la Giornata Mondiale dell’Ambiente

Si celebra oggi la 42esima Giornata Mondiale dell’Ambiente, proclamata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Slogan di quest’anno è “Raise Your Voice Not The Sea Level” (Alza la voce, non il livello del mare): la giornata di oggi infatti è dedicata in particolare alle piccole isole del pianeta, tra le più esposte ai rischi derivanti dai cambiamenti climatici e dal conseguente temuto innalzamento dei mari. Proprio per questo motivo sono proprio le Barbados ad essere state scelte come paese ospitante per l’edizione 2014, in rappresentanza delle tante isole del pianeta che vedono messa a repentaglio la loro stessa sopravvivenza. Non a caso l’Onu ha proclamato il 2014 “Anno internazionale dei piccoli stati insulari” in via di sviluppo. Ora l’attenzione massima è posta sulla Terza Conferenza Internazionale in programma a  settembre, nel corso della quale il tema della protezione delle isole in pericolo sarà al centro del dibattito. Molti anche gli appuntamenti in Italia: presso la sede Fao di Roma Earth Day Italia ha organizzato il convegno “Connect4climate”, nei giorni in cui a Torno si svolge “CinemAmbiente”. Anche il mondo dell’agricoltura si mobilita in questa direzione: Coldiretti ha presentato oggi a Firenze il dossier “Lavorare e vivere green in Italia”, sull’onda del crescente successo dei prodotti a chilometro zero presenti sempre più spesso anche sugli scaffali della grande distribuzione. Durante la conferenza stampa, la Coldiretti ha anche proposto la classifica dei cibi più inquinanti, stimati in base ai consumi di petrolio e relative emissioni di gas climalteranti per la coltivazione, la commercializzazione e il trasporto. Secondo queste stime, la speciale classifica è guidata dalle ciliegie del Cile, dai mirtilli argentini e dagli asparagi peruviani. Per arrivare sulle nostre tavole, un chilo di ciliegie deve percorrere quasi 12mila chilometri complessivamente, consumando 6,9 chili di petrolio e provocando l’emissione di 21,6 chili di anidride carbonica. Di poco inferiore l’impatto ambientale degli asparagi del Perù:  oltre 10mila km i chilometri percorsi, 6,3 i chili di petrolio consumati e 19,5 Kg la CO2 liberata. Cambiare le proprie abitudini all’acquisto è un gesto semplice e a portata di chiunque: scegliendo prodotti di stagione, evitando inutili imballi e scartando prodotti che devono attraversare il pianeta per arrivare sugli scaffali, ogni nucleo familiare italiano può evitare potenzialmente 1000 kg di emissioni di CO2. Analogamente, scegliere il biologico, oltre a costituire un beneficio per la salute dei consumatori, contribuisce ulteriormente in questa direzione, visto che ogni prodotto chimico di sintesi utilizzato in agricoltura ha un impatto niente affatto trascurabile in termine di petrolio ed energia utilizzati per essere prodotto, trasportato e quindi utilizzato.
Una ragione importante in più per divenire consumatori consapevoli, per scegliere il biologico e il km 0 e per contribuire tutti alla tutela dell’ambiente.

Nuovo rapporto di Greenpeace su api e pesticidi

“A come Ape. Un’agricoltura senza pesticidi è possibile”. Questo il titolo evocativo dell’ultimo rapporto di Greenpeace dedicato al delicato tema api-pesticidi. Il lavoro riunisce ricerca scientifica ed esperienze dirette di agricoltori e produttori che seguono i principi di un’agricoltura ecologica e sostenibile ed è stato presentato martedì scorso a Roma da Federica Ferrario, responsabile della campagna agricoltura sostenibile dell’organizzazione ambientalista. Cornice della presentazione il ristorante del Roof Garden del Palazzo delle Esposizioni, dove lo chef Antonello Colonna ha realizzato alcuni piatti utilizzando ingredienti che dipendono dall’azione di impollinazione delle api, a sottolineare lo stretto legame tra il cibo che consumiano e questi preziosi insetti. Nel rapporto infatti, che segue altri due studi dedicati ai pesticidi dannosi per le api e all’analisi dei residui di pesticidi nel polline delle bottinatrici, si evidenzia che ben un terzo di ciò che mangiamo e gran parte della flora spontanea dipendono dall’attività delle api. “Le cause del declino degli impollinatori – ha detto Ferrario – sono imputabili alla perdita di habitat naturali e all’agricoltura industriale che negli ultimi 40 anni ha fatto un uso sempre maggiore di fertilizzanti, diserbanti e insetticidi”. Nel rapporto sono presenti inoltre 25 video-interviste ad agricoltori, scienziati, istituti di ricerca di 10 paesi europei impegnati tutti per lo sviluppo di un’agricoltura ecologica. Iil rapporto è disponibile al link www.greenpeace.org/italy/acomeape.
Fonte: Agrapress

Il 10 maggio “Ripuliamo l’Europa!”

Nel corso degli anni si sono moltiplicate, in Italia e in Europa, numerose iniziative volte a ripulire interi quartieri, parchi e riserve, fiumi, spiagge e altre aree sia urbane che naturali. Nella stragrande maggioranza dei casi si è trattato di iniziative a carattere volontario che hanno visto partecipare moltissimi cittadini, uniti nell’obiettivo di rendere più pulito e vivibile il territorio in cui vivono e trascorrono il loro tempo. “Ripuliamo l’Europa!” nasce proprio da queste esperienze, con l’intento di riunire nello stesso giorno queste diverse iniziative in uno sforzo congiunto e unitario. Il progetto è coordinato dalla Settimana europea per la riduzione dei rifiuti, nata proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’inquinamento, della produzione dei rifiuti e del riciclo degli stessi, promuovendo comportamenti sostenibili. Come ha spiegato in proposito il Commissario Europeo per l’Ambiente Janez Potočnik,  “in Europa i movimenti civici per la pulizia delle città sono sempre più numerosi e vogliamo renderli partecipi di un evento di portata europea. Abbiamo creato una rete di punti di contatto nazionali in 21 paesi per far sapere ai cittadini ciò che succede nei loro quartieri e come possono partecipare in prima persona. È un’iniziativa pratica, quindi infiliamoci guanti e stivali. Tutti vogliamo vivere in un quartiere pulito e dunque ripuliamo insieme l’Europa.”
Pur sostenute attivamente dalla Commissione europea, le singole iniziative restano indipendenti e locali e, molto spesso, gestite da cittadini, ONG, scuole, associazioni e dal variegato mondo del volontariato, attivo da molto tempo su questo fronte. Il progetto coinvolgerà 15 Stati membri dell’UE oltre che Andorra, Bosnia-Erzegovina, Norvegia, Serbia e Turchia. Il progetto “Ripuliamo l’Europa!” è realizzato nell’ambito di LIFE e coordinato dall’Associazione europea delle città e regioni per il riciclaggio e la gestione sostenibile delle risorse, organizzazione responsabile anche della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti. L’organizzazione ha predisposto una serie di strumenti di comunicazione che saranno messi a disposizione di tutti i partecipanti attraverso i coordinatori locali. Per informarsi sulle iniziative in programma nei diversi Stati membri, si può consultare il sito dell’organizzazione nazionale.
Fonte: AIOL

Studio Greenpeace: residui di pesticidi nel 67% dei campioni

Su 107 campioni di polline analizzati, ben 72 presentano residui di composti chimici di sintesi. Questa la conclusione di uno studio condotto da Greenpeace, che ha riscontrato la presenza di 53 diversi composti chimici: 22 insetticidi/acaricidi, 29 fungicidi e due erbicidi. Quello condotto dalla celebre associazione ambientalista è uno dei più importanti ed estesi studi riguardanti i residui di pesticidi nel polline raccolto dalle api bottinatrici, e i risultati sono indubbiamente preoccupanti. Spiccano tra l’altro le differenze di concentrazioni e sostanze nei diversi ambiti territoriali analizzati: in Italia per esempio, in prossimità dei vigneti, sono particolarmente presenti i fungicidi, mentre in Spagna è stato trovato il DDE, derivante dalla degradazione del DDT, in Germania i l thiacloprid, un neonicotinoide, e in Polonia numerosi insetticidi particolarmente dannosi per le api. A destare preoccupazione in particolare la possibile interazione fra diverse sostanze chimiche, in grado di scatenare un  “effetto cocktail” particolarmente nocivo per le api e gli altri insetti impollinatori. Un problema che, oltre che l’ambiente, coinvolge direttamente l’agricoltura e l’economia: le api sono responsabili dell’impollinazione di circa un terzo dei prodotti che finiscono abitualmente sula nostra tavola, un servizio invisibile ma fondamentale che, in termini economici, “vale” circa 265 miliardi di euro l’anno.
Fonte: Il Fatto Alimentare

Firmato il protocollo d’intesa INEA – WWF Oasi

Agricoltura sociale e civica, multifunzionalità, tutela del territorio, valorizzazione delle produzioni, salvaguardia della biodiversità sono al centro del protocollo d’intesa siglato oggi 17 aprile fra l’INEA e WWF Oasi, rispettivamente nelle persone di Giovanni Cannata, Commissario Straordinario INEA, e Antonio Canu, Presidente di WWF Oasi. L’INEA e il WWF Oasi realizzeranno attività di ricerca, divulgazione, informazione e formazione per la promozione dei temi della sostenibilità ambientale e sociale dell’agricoltura, a livello locale, nazionale e internazionale. Il protocollo consentirà il confronto e lo scambio di esperienze mediante tramite la creazione di gruppi di lavoro, tavoli di approfondimento e osservatori su tematiche specifiche,  anche con scambi di competenze quali condivisione del personale e tutoraggi. «Questa convenzione – ha dichiarato Giovanni Cannata, Commissario Straordinario dell’INEA,  – nasce dalla convinzione che per sviluppare un tema così complesso e rilevante come quello del legame fra agricoltura e ambiente, sia necessario ampliare la prospettiva di analisi unendo forze ed esperienze diverse, come quelle dell’INEA e del WWF Oasi. Con questa convenzione l’INEA conferma la sua particolare attenzione e sensibilità al tema della nuove forme di agricoltura ed in particolare alla sua sostenibilità ambientale e sociale, nella consapevolezza dell’importanza del contributo dell’agricoltura al raggiungimento di questo obiettivo globale». «Le oasi del WWF ¬– ha dichiarato Antonio Canu, Presidente di WWF Oasi – ospitano da sempre iniziative, esperienze, eventi, che possono servire a migliorare e approfondire temi importanti come l’agricoltura e tutte quelle attività sostenibili legate al territorio».

Fonte: INEA

Salvadori (Toscana): il bosco non può più essere considerato un bene monumentale e immobile

Intervenuto al convegno “Politiche forestali e sviluppo rurale per la programmazione 2014-2020”, l’assessore all’agricoltura della Regione Toscana Gianni Salvadori ha sottolineato la necessità di un cambio di paradigma nell’approccio ai beni naturali, in particolare quelli forestali: “il bosco non può più essere considerato un bene monumentale e immobile”, ha dichiarato l’assessore, che ha proseguito “dobbiamo tutelare l’ambiente, il paesaggio ma anche i cittadini e per dobbiamo abbandonare le fonti energetiche fossili e incentivare le rinnovabili”. “All’interno di questa categoria – ha precisato Salvadori – c’e’ sicuramente la filiera bosco-legno-energia”.
Fonte: Agrapress