Suolo e Salute

Autore: admin

Il Global warming? Colpisce soprattutto gli oceani

Ben il 90% del calore derivante dal surriscaldamento del pianeta interessa gli oceani della Terra. Solo nell’ultimo decennio, circa il 30% di questo riscaldamento è avvenuto a profondità maggiori di 700 metri, con effetti apparentemente meno evidenti per l’uomo ma assai più seri da un punto di vista degli equilibri climatici complessivi. “La natura elusiva del riscaldamento post-2004 della superficie degli oceani espone ad incertezze nel ruolo degli oceani nel bilancio energetico della Terra e sulla sensibilità transitoria del clima”: ad esprimersi così gli scienziati inglesi Magdalena Balmaseda ed Erland Källén, dell’European centre for medium range weather forecasts e lo statunitense Kevin Trenberth, del National center for Atmospheric research di Boulder, i tre ricercatori che hanno analizzato l’evoluzione del calore negli oceani della Terra negli ultimi 50 anni. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Geophysical Research Letters  in uno studio dal titolo “Distinctive climate signals in reanalysis of global ocean heat content” (Evidenti indicazioni climatiche nella re analisi del contenuto globale di calore negli oceani).

Lo studio mette a tacere tutti coloro i quali ritenevano che, negli ultimi dieci-quindici anni il riscaldamento globale avesse rallentato o si fosse arrestato. In realtà lo studio dimostra che il calore continuava (e continua) ad essere accumulato nelle profondità marine, cosa che, come spiega Trenberth «significa un riscaldamento meno breve termine in superficie, ma a spese di una maggiore riscaldamento successivo a lungo termine e di un più rapido innalzamento del livello del mare».

Fonte: Greenreport

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PAC: al via i triloghi

Al via dall’11 aprile prossimo le trattative per la PAC 2014-2020., che continueranno fino al 20 giugno in tempo per concludere l’iter entro la conclusione della presidenza irlandese, in concomitanza con l’ultimo consiglio dei ministri agricoli in programma il 24 e 25 giugno prossimi. “Quella del Trilogo – ha dichiarato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania – è certamente una fase delicata ma siamo sereni perché, a parte l’esclusione di alcune produzioni dagli aiuti accoppiati sui quali lavoreremo, il compromesso raggiunto costituisce un buon risultato negoziale. Dobbiamo solo vigilare per evitare che ci siano passi indietro e quindi lavorare per una rapida ed efficace applicazione della riforma in ambito nazionale operando in maniera equilibrata tutte quelle scelte che la riforma delega agli Stati membri come la scelta dei prodotti ai quali destinare gli aiuti accoppiati, la definizione delle caratteristiche dell’agricoltore attivo e la programmazione dei Psr”.

Fonte: Agrapress

Riforma PAC, in vista un taglio dei pagamenti diretti

Secondo quanto emerge dal Rapporto annuale sulla distribuzione dei pagamenti diretti negli Stati membri nel 2011, recentemente pubblicato dalla Commissione europea, ad oggi in media i quattro quinti dei fondi stanziati per la PAC sono destinato ad un solo quinto dei produttori europei. Con situazioni di squilibrio anche più evidenti, come nel caso di Romania e Blugaria, dove l’80% dei finanziamenti sono distribuiti al 15% dei produttori. Una situazione alla base delle azioni che Bruxelles ha ora intenzione di promuovere per rendere la Politica Agricola Comunitaria più equa. Tra gli strumenti a disposizione, il tetto di 300mila euro come contributo massimo teorico per ogni produttore, una misura questo che se da un lato gode dell’appoggio della Commissione e del Parlamento Europeo, dall’altra è osteggiata dai rappresentanti dei governi nazionali nel Consiglio.

Per quanto riguarda il nostro paese, l’Italia risulta con 4 miliardi di euro al quarto posto per finanziamenti ricevuti, dietro a Francia (8 miliardi), Germania (5,3) e Spagna (5,2). Oltre un milione di agricoltori riceve mediamente una cifra compresa entro i 500 euro, che diventano  1250 euro per 290mila produttori, salgono in un range compreso tra i 2 e i 10mila euro per circa 240 mila produttori e solo per tremila aziende sono compresi tra i 100 e i 500 mila euro.

In conseguenza dei tagli al budget 2014-2020 deciso  nel Vertice dello scorso febbraio tra i leader dei 27 paesi Membri, per la prima volta è stata avanzata al Parlamento e alConsiglio la proposta di ridurre di quasi il 5% gli aiuti diretti per l’anno in corso, con l’esclusione solamente dei primi 5mila euro dei sussidi, a beneficio dei piccoli agricoltori.

Fonte: Agronotizie

Inea a Vinitaly

Inea a Vinitaly

INEA, l’istituto nazionale di economia agraria, sarà presente al prossimo Vinitaly presso lo stand del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, dove è allestito uno spazio espositivo ad hoc. Durante il salone veronese, giunto alla sua 47esima edizione, l’Istituto organizzerà due convegni, entrambi in programma lunedì 9 aprile. Alle ore 10.00 si terrà il convegno dal titolo: “Strumenti e metodi per la tutela dell’olio extravergine di oliva” organizzato in collaborazione con il Mipaaf, UNAPROL e Veronafiere, mentre alle ore 12, si terrà l’incontro, organizzato con il Mipaaf, dal titolo:”Il controllo del potenziale di produzione: possibili effetti del passaggio a un sistema autorizzativo”. Il programma completo può essere scaricato direttamente sul sito dell’Inea

Fonte: INEA

Il Polo Nord diventa sempre più verde

Pini e abeti al Polo Nord? Non è fantascienza, ma la realtà prossima ventura. A sostenerlo, tra gli altri, l’ultimo studio coordinato dal Museum of Natural History di New York, apparso su Nature Climate Change, secondo il quale è da prevedersi una massiccia diffusione di alberi nella regione artica da qui al 2050. Lo studio giunge ad appena un paio di settimane dopo la pubblicazione, sulla stessa rivista, dei rilievi sulle temperature dell’ultimo trentennio e dei dati Nasa ottenuti dai satelliti che mostrano evidentemente il ritiro sempre più rapido dei ghiacci e l’ennesima evidenza del drammatico cambiamento climatico in atto. Per Ranga Myneni, ricercatrice presso l’Università di Boston, “il ghiaccio artico si sta assottigliando, la sua estensione si sta riducendo e le piante crescono di più”. Di fatto, se negli anni ’80 si poteva trovare vegetazione fino a 64° di latitudine nord, oggi è possibile farlo già a 57°. Fino ad ora, già nove milioni di chilometri quadrati hanno perso la loro tipica copertura bianca, con il risultato di riflettere molto meno la luce solare e, in un circolo vizioso, contribuire ulteriormente al global warming. Secondo gli esperti, da qui a 35 anni i boschi nella regione artica saranno più estesi del 50% rispetto ad oggi. “In aree prima coperte dalla tundra, oggi vediamo arbusti sempre più alti”, ribadisce Pieter Beck, co-autore dello studio. E non è certo un caso che il governo della Groenlandia abbia istituito una commissione apposita per studiarein che modo il cambiamento climatico possa aiutare gli agricoltori locali. E già spuntano le prime fragole made in Greenland…

Fonte: Repubblica

Suolo e Salute interviene ad un convegno sul bio a Saragozza

La Cátedra Bantierra-Ruralia dell’Università degli Studi di Saragozza organizza un convegno dal titolo “Alimenti biologici: un futuro promettente”, in programma l’11 aprile prossimo. L’evento, che vede tra i partner Sloow Food Saragozza e Comite Aragones de Agricultura Ecologica, si pone l’obiettivo di conoscere i sistemi e gli organismi di certificazione nell’Unione europea, in particolare nei tre principali mercati di prodotti biologici spagnoli: Germania, Francia e Italia. Con lo scopo di aumentare la fiducia nella qualità della produzione, distribuzione e consumo degli alimenti biologici e con l’obiettivo di indagare le possibilità del biologico nel contesto della crisi socio-economica e alimentare attuale. Tra gli interventi in programma, relazionerà Alessandro D’Elia, Direttore Marketing, Sviluppo e Rapporti Istituzionali di Suolo e Salute che parlerà in particolare della realtà italiana. Aprirà il convegno Manuel José López Pérez, Rettore dell’Università di Saragozza. Oltre a Suolo e Salute, parteciperanno all’incontro BCS-Oko, Ecocert Francia e e il Comité Aragonés de Agricultura Ecológica.

Fonte: Suolo e Salute