Suolo e Salute

Autore: admin

A Edolo un incontro sulla nuova PAC

E’ in programma oggi 13 febbraio presso l’Aula Magna Università della Montagna di Edolo (BS) il seminario “La nuova PAC 2014-2020: principali novità, vincoli e opportunità”, organizzato con lo scopo di approfondire le principali caratteristiche della riforma, approvata di recente dopo una lunga gestazione. In particolar,e al centro dell’incontro i temi della revisione dei pagamenti diretti, della definizione di agricoltore attivo, della convergenza dei pagamenti e delle opportunità di sostegno al reddito destinate agli agricoltori. L’incontro è a partecipazione  libera e gratuita
Fonte: AIOL

Suolo e Salute a Biofach 2014: La crescita nel Bio

 Appuntamento a Biofach, inaugurato oggi,  padiglione 4 stand 447 per conoscere i dati sulla certificazione bio

I dati 2013 confermano il ruolo leader di Suolo e Salute nel settore del controllo e della certificazione delle produzioni biologiche: il 25% delle aziende bio in Italia e il 32% della superficie coltivata in biologico sono assoggettati a questo organismo di controllo e certificazione. All’apertura di Biofach, il Salone internazionale di riferimento per il biologico, Suolo e Salute presenta presso lo stand 447 padiglione 4 i dati della propria crescita e di quella del comparto del bio in Italia. In particolare il 2012 ha visto per Suolo e Salute un numero complessivo di aziende controllate pari a 11.828 aziende, alla fine del 2013 sono12.900 (dato ancora provvisorio): 1072 sono state le nuove aziende entrate ad oggi nel sistema di controllo, il 9% in più rispetto al 2012. La SAU (superficie agricola utilizzata) totale controllata è pari a 370.000 ettari, 50.000 ettari in più rispetto all’anno precedente, il 15% in più. E’ molto interessante evidenziare che la SAU media per azienda agricola controllata è di 31,7 ettari; dato veramente rilevante se si rapporta con la SAU media italiana delle aziende agricole gestite in convenzionale che è di poco superiore ai 7 ettari.

“Questi risultati vengono letti soprattutto con il cuore – commenta Alessandro D’Elia, direttore marketing, sviluppo e relazioni istituzionali – infatti, nonostante il periodo difficile, affrontato con grande dignità e correttezza, i dati dimostrano che il mercato ha continuato a darci fiducia e ad apprezzare il nostro operato. Nonostante le criticità messe a nudo dalle note vicende di frode, sulle quali qualcuno non ha lesinato anche colpi bassi, abbiamo saputo rispondere energicamente ed affermare la nostra credibilità ed affidabilità”.

L’azienda è inoltre impegnata nel progetto BioTerr con l’obiettivo di promuovere il biologico come opportunità di crescita socio-economica e di valorizzazione territoriale. Presso lo stand a Biofach sono disponibili tutte le informazioni sugli obiettivi concreti e sulle potenzialità del progetto. BioTerr rappresenta per Suolo e Salute un ottimo strumento per evidenziare l’importanza del ruolo che l’agricoltura biologica riveste nella valorizzazione del territorio. Grazie alla multifunzionalità propria del metodo di coltivazione e allevamento bio, è possibile coniugare gli obiettivi economici con quelli sociali e ambientali. L’organismo di certificazione è impegnato nello sviluppo a livello nazionale del progetto BioTerr per fornire il servizio di certificazione bio alle aziende che intenderanno aderire.  E’ facoltà delle aziende certificate decidere di “aggregarsi” e costituire delle filiere per valorizzare al massimo le produzioni bio.  Con questo progetto si vuole replicare l’esperienza della Val di Vara, denominata “la valle del biologico”, in Provincia di La Spezia, che proprio grazie alla certificazione biologica, rilasciata da Suolo e Salute, e la creazione di filiere bio, alle quali hanno aderito molte aziende, soprattutto zootecniche, ha ottenuto risultati eccezionali dal punto di vista economico ed occupazionale. In pochi anni, a Varese Ligure, il comune più importante della valle, non solo si è ridotto il tasso di spopolamento – problema che colpisce tutte le aree appenniniche – ma si è assistito anche ad un’inversione di tendenza, con un ritorno di tante famiglie, soprattutto giovani, che hanno deciso investire il proprio futuro lavorando in montagna.

Pubblicato “Tutto Bio 2014”

E’ appena stata pubblicata l’edizione 2014 di Tutto Bio, il rapporto Bio Bank 2014 dedicato al mondo del biologico che quest’anno compie 20 anni. Per festeggiare l’anniversario, quest’anno il volume è accompagnato da venti storie di altrettanto giovani che hanno scelto di lavorare nel biologico. Venti esperienze “coraggiose, innovative, emblematiche, per rappresentare il multiforme mondo del biologico e le migliaia e migliaia di giovani che ci lavorano, che hanno avuto il coraggio di scegliere e la capacità di innovare”.

Dalla prima edizione, del 1994, dove erano censiti circa 1.200 operatori, il mondo del biologico è cresciuto e si è evoluto enormemente ed oggi sono oltre 10.600 le voci riportate nell’annuario. I dati pubblicati sono organizzati in sette sezioni: dopo la parte introduttiva, un capitolo è dedicato alla vendita diretta (gruppi d’offerta, aziende, e-commerce, 231 mercatini e gruppi d’acquisto) e uno ai punti vendita (negozi, supermercati e e-commerce). Agrituristmi e ristoranti arricchiscono la sezione “Fuori casa”, mentre chiudono il volume i capitoli dedicati a Cosmesi e detergenza e all’infanzia. Nell’edizione di quest’anno per la prima volta Bio Bank ha censito inoltre i siti di e-commerce di cosmesi biologica e naturale e le “bioprofumerie”. In tutti i settori indagati, il trend degli ultimi dieci anni è decisamente positivo, con crescite a tre cifre per ogni categoria indagata, dal +124% dei negozi al +608% dei Gruppi di acquisto solidale, passando per il +124% dei negozi, il +203% di agriturismi e mense scolastiche e il + 223% dei siti di e-commerce biologico. Tutto Bio 2014, oltre che presso Egaf Edizioni, si può acquistare oltre che nelle principali librerie e librerie on-line, nei negozi di alimenti biologici o direttamente sul portale www.biobank.it
Fonte: Biobank

APOJ propone la carta d’identità per gli extravergine

Una carta d’identità per gli oli extra vergine d’oliva. E’ questa l’interessante proposta avanzata dall’A.P.O.J., l’Associazione dei produttori olivicoli jonici, costituita dalla Unione Generale Coltivatori (UGC) CISL di Taranto e aderente all’Unasco, l’Associazione delle Organizzazioni di Produttori Olivicoli che ad oggi raggruppa 30 Associazioni in tutto il territorio nazionale in rappresentanza di circa 200 mila olivicoltori.
La proposta si inquadra nell’ambito di un progetto che ha come partner istituzionali l’Unione Europea e il Mipaaf ed è stata presentata in anteprima nei giorni scorsi presso Eataly a Roma.
“Si tratta di uno strumento innovativo e fondamentale per assicurare tracciabilità e genuinità al nostro olio e metterlo al riparo da aggressioni o contaminazioni di dubbia provenienza – ha dichiarato Francesco Frascella, presidente della Apoj e componente di Eataly – Unasco. “Con questo sistema è possibile controllare l’intero processo produttivo evitando al consumatore di essere tratto in inganno sulla qualità e sulle caratteristiche del prodotto che va ad acquistare.” Il metodo di riconoscimento è tanto semplice quanto efficace: “Attraverso un codice applicato sull’etichetta e digitato sul computer è possibile scoprire tutti i dati e le informazioni relative alla vita del prodotto che risulta in questo modo sicuro e amico”.
Fonte: Eataly

Coldiretti: il falso Made in Italy vale 60 miliardi

Le cifre in gioco sono veramente da capogiro: secondo una ricerca Coldiretti presentata a Fieragricola, ogni anno la contraffazione e la falsificazione dei prodotti alimentari Made in Italy costano all’Italia oltre 60 miliardi di euro di fatturato. Una cifra enorme rispetto alla quale è necessaria una risposta forte e compatta di tutto il settore, dal Governo alle varie associazioni di produttori. Proprio a Verona, Coldiretti ha mostrato alcune delle contraffazioni più eclatanti e clamorose: dal pandoro argentino al salame veneto prodotto in Canada, dall’asiago statunitense al al kit per falsificare il parmigiano reggiano e  il Valpolicella. E proprio il parmigiano reggiano continua ad essere la denominazione più imitata al mondo, con formaggio “Parmesan” prodotto ai quattro angoli del mondo, cui si associano il Parmesao brasiliano, il Regianito argentino, il Reggiano e Parmesao in tutto il Sud America, o belga “Pamesello”. L’evoluzione della falsificazione è il kit, in vendita in Gran Bretagna, USA e Australia, per produrre da sé una versione “home made” del parmigiano.
Ma anche i vini italiani sono bersaglio continuo di frodi, truffe e sofisticazioni varie: il kit di mosto e polveri per fare in pochi giorni il Valpolicella è solo l’ultimo caso in ordine di tempo. Ma si arriva a vette quali il Barbera rumeno che, addirittura, è bianco….
Non va meglio ai salumi: in Romania troviamo la “Mortadela siciliana”, di nuovo in Brasile il salame “tipo Milano”, in Canada il “Cacciatore Salami” e la “soppressata Salami”. La strategia è grossolana ma efficace: associare la propria immagine a prodotti “italian sounding” che però di italiano hanno solo il nome. “Bbisogna combattere un inganno globale per i consumatori che – ribadisce la Coldiretti – causa danni economici e di immagine alla produzione italiana sul piano internazionale cercando un accordo sul commercio internazionale nel WTO per la tutela delle denominazioni dai falsi, ma e’ anche necessario fare chiarezza a livello nazionale ed europeo dove occorre estendere a tutti i prodotti l’obbligo di indicare in etichetta l’origine dei prodotti alimentari come previsto dalla legge approvata all’unanimità’ dal parlamento italiano all’inizio della legislatura e rimasta fino ad ora inapplicata”.
La battaglia è appena cominciata.
Fonte: Agrapress, Coldiretti

Mipaaf: istruzioni e modalità per gestione informatizzata PAP

Con Nota n. 9272 del 6/02/2014 il Mipaaf fornisce a tutti gli operatori istruzioni operative per l’accesso semplificato ai servizi del SIB per la compilazione dei PAP, i Porgramma Annuali di Produzione.  Il testo integrale della Nota è disponibile a questo indirizzo.  A questo link invece sono disponibili le istruzioni operative per l’accesso semplificato ai servizi del SIB riservati agli operatori bio  per la compilazione dei PAP. Le stesse istruzioni sono disponibili anche sul sito del Sinab nella sezione “Informatizzazione”.
Fonte: Mipaaf, Sinab