Suolo e Salute

Autore: admin

A Brescia “Meglio Bio in Piazza”

Dal 9 marzo prossimo e per sei domeniche torna “Meglio Bio in Piazza”, mercato del biologico organizzato dall’associazione lombarda di produttori biologici e biodinamici “La Buona Terra” in collaborazione con il Comune di Brescia. La manifestazione, realizzata nell’ambito del progetto DUC (Distretto Urbano del Commercio) e finanziata dalla Regione Lombardia e dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale, prevede sei appuntamenti nel corso dei prossimi mesi durante i quali i consumatori potranno apprezzare le tante tipicità bresciane e lombarde biologiche presentate dagli espositori: olio, vini, formaggi, ma anche frutta e verdura, dolci e confetture, oltre a molti prodotti di biocosmesi e ad una piccola area riservata all’abbigliamento naturale. Le date in programma, oltre a quella di domenica prossima 9 marzo, sono il 13 aprile e il 18 maggio e, dopo l’estate, il 28 settembre, il 9 novembre e il 7 dicembre. Ulteriori informazioni di dettaglio sul sito dell’associazione “La Buona Terra” http://www.labuonaterra.it/
Fonte: La Buona Terra

Spreco alimentare, Galletti riceve Segrè

Proseguono gli impegni del governo nella direzione della riduzione degli sprechi alimentari. Il coordinatore della Task Force incaricata di elaborare il Piano Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare, professor Andrea Segrè, direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna, è stato ricevuto ieri dal Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti per discutere il prosieguo delle attività. Il Ministro ha confermato “la necessità di proseguire il percorso avviato dal gruppo di lavoro, che si concretizzerà il 5 novembre prossimo con la presentazione del piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare a Ecomondo Rimini”.
Fonte: Agrapress

l’INEA pubblica “La nuova PAC 2014-2020. Una guida pratica per una visione d’insieme”

Agricoltori attivi, convergenza dei pagamenti diretti e processo di regionalizzazione, greening, gestione del rischio, revisione delle zone svantaggiate, integrazione dei fondi strutturali e fabbisogno di innovazione. Sono solo alcune delle “parole chiave” della nuova PAC, il cui accordo politico si è chiuso, dopo un lungo dibattito durato circa due anni, il 26 giugno 2013, cui ha fatto seguito, a dicembre, l’approvazione dei regolamenti di riferimento. L’INEA ha predisposto il volume digitale La nuova PAC 2014-2020. Una guida pratica per una visione d’insieme, un agile strumento di consultazione sotto forma di glossario, che illustra le principali novità introdotte dalla riforma, nel primo e nel secondo pilastro della PAC. In particolare, il volume si sofferma sugli strumenti di interesse per il nostro Paese,  sui quali l’Italia verrà presto chiamata a  prendere decisioni importanti, che delineeranno la declinazione nazionale della PAC per il periodo 2014-2020. La nuova PAC, infatti, lascia molto spazio agli Stati Membri, che possono adattare le nuove misure alle esigenze della propria agricoltura, nell’ambito di limitazioni fissate dall’UE. Il nuovo assetto della politica consente, infatti, di selezionare in maniera adeguata i beneficiari del sostegno, non solo delineando specifici contesti (zone svantaggiate, aree con vincoli naturali), ma anche individuando specifiche categorie (agricoltori professionali, giovani) e specifici problemi produttivi (sostegno accoppiato), con il duplice obiettivo di semplificare l’accesso al sostegno e  valorizzare al massimo le interrelazioni tra agricoltura e l’ambiente. In questo senso, gli Stati Membri dovranno compiere scelte strategiche per la piena realizzazione della riforma e funzionali alle esigenze dei propri sistemi agricoli e rurali. Il 2014 sarà un anno molto importante per il futuro della PAC e dell’agricoltura italiana ed europea, e l’INEA mette a disposizione degli addetti ai lavori, degli attori coinvolti e della società intera uno contributo agile e aggiornato di informazione e divulgazione. Il volume è disponibile al seguente link www.inea.it
Fonte: INEA

Gli OGM al centro del dibattito Europeo: i commenti

In conclusione del Consiglio Ambiente dell’Unione Europea, tenutosi lunedì 3 marzo a Bruxelles, un commento arriva dal Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, secondo il quale  “il tema OGM è delicato e controverso”. Per Galletti “è necessario un quadro legislativo chiaro che soddisfi pienamente l’Italia e tutti gli stati membri dell’Unione Europea. Siamo dunque favorevoli alla riapertura della discussione che permetta di trovare un equilibrio tra il mantenimento del sistema di autorizzazione UE, basato su valutazione scientifica di rischi sanitari e ambientali e l’esigenza di garantire agli stati la possibilità di vietare la coltivazione di OGM alla luce delle specifiche caratteristiche sul territorio”.
Interviene sul tema anche il Miistro delle Politiche Agricole Martina, ricordando che  “sul tema c’è un pronunciamento molto chiaro del parlamento italiano, che fissa quella che e’ la posizione dell’Italia”. L’auspicio di Martina è “che ci sia quanto prima un’intesa in sede comunitaria per dare libertà di scelta ai singoli stati membri e credo che la proposta elaborata dalla presidenza greca dell’UE sia una buona base di partenza”.  Il Ministro auspica  che sia possibile “lavorare a un’intesa che faccia superare le controversie degli scorsi anni. in questo modo si potranno rispettare meglio le esigenze e le caratteristiche delle agricolture dei vari paesi”.
Fonte: Agrapress

Tasi, per Martina l’esenzione conferma la strategicità dell’agroalimentare

Dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri delle misure relative alla Tasi per terreni e fabbricati rurali, il ministro Maurizio Martina commenta la decisione del Governo. “L’esenzione dei terreni agricoli dal pagamento della  Tasi è una dimostrazione della consapevolezza da parte del governo della strategicità del settore agroalimentare e del fatto che questo sia il principale strumento di produzione per gli agricoltori: per questo voglio esprimere soddisfazione per la conferma dell’esclusione dal pagamento della Tasi per i terreni agricoli e per il fatto che la possibilità di aumentare l’aliquota all’8 per mille non riguarderà nemmeno i fabbricati rurali, per i quali continuerà ad applicarsi l’aliquota ridotta dell’1 per mille”.
Fonte: Agrapress

Etichettatura a semaforo, continua il braccio di ferro

Continua la querelle in merito alla cosiddetta “etichettatura a semaforo” voluta dal governo inglese, e che già aveva provocato dure reazioni da parte di molti Stati Membri, Italia in testa. Dopo i due ricorsi recapitati a Bruxelles da parte dell’industria agroalimentare italiana, è adesso l’Atla, l’Associazione francese dei trasformatori e delle industrie lattiero casearie, che insieme all’Ania, Associazione delle industrie agroalimentari francesi, a far sentire la propria voce. Parimenti Copa e Cogeca, le organizzazioni agricole e cooperative dell’UE, puntano il dito contro un sistema di etichettatura considerato penalizzante nei confronti del criterio anglosassone, che classificando i prodotti in base al contenuto in grassi, penalizzano prodotti di eccellenza gastronomica favorendo magari prodotti ben meno salubri e di provenienza non altrettanto genuina. Già nei giorni scorsi la Commissione europea ha preso in esame la risposta di Londra alla lettera di richiesta d’informazioni inviata dal vicepresidente all’industria Antonio Tajani, lettera che precede l’apertura eventuale di una procedura di infrazione. Ciò che viene contestato al governo britannico è il fatto che l’indicazione di un bollino verde, arancione o rosso sull’imballaggio dei prodotti rischia di discriminare determinati prodotti ostacolando la libera circolazione delle merci, uno dei pilastri su cui si fonda l’UE stessa. Secondo fonti vicine all’Esecutivo UE “l’etichettatura volontaria inglese non può in nessun modo interferire con l’unicità del mercato interno. Si tratta quindi di verificare se, in termini concreti, la presenza dell’etichetta detta “a semaforo” ha o meno un impatto in termini di mercato interno, circolazione dei prodotti e altri elementi”. A rischio, perché classificati con il bollino rosso, prodotti agroalimentari di assoluta qualità, quali il Parmigiano Reggiano o il Prosciutto di San Daniele. Una situazione che continua ad essere in evoluzione e lascia intravedere ulteriori sviluppi, dato che nel frattempo la quasi totalità della GDO britannica ha adottato il sistema. Una situazione sottolineata anche dalla Ueapme, l’Associazione delle Piccole e Medie Imprese Europee, ferma nel denunciare “la grande pressione che nel Regno Unito il nuovo sistema di etichettatura sta mettendo sugli operatori alimentari, in particolare le piccole ditte con basso potere negoziale”.
Fonte: Ansa, Winenews