Suolo e Salute

Autore: admin

CIA: ora un decreto anti OGM

“Il governo deve emanare al più presto un decreto interministeriale contro la semina di OGM, attivando la clausola di salvaguardia”. A chiederlo la CIA, secondo la quale l’introduzione di organismi geneticamente modificati “metterebbe a rischio gli oltre 5.000 prodotti tipici che rappresentano la spina dorsale del Made in Italy agroalimentare, annullando il maggiore vantaggio competitivo che abbiamo sui mercati: la biodiversità e la tradizione”.  “Ora l’esecutivo deve risolvere definitivamente la questione OGM in Italia – prosegue il comunicato della Confederazione – applicando il principio di precauzione come richiesto da tempo”. Le dichiarazioni della CIA proprio mentre si attendeva la sentenza del Tar del Lazio che, come riportato su questa stessa newsletter, è slittata probabilmente di alcune settimane.   Secondo la CIA “se il ricorso fosse accolto si aprirebbe la strada a semine di colture transgeniche approfittando della fase di deregulation”.
Fonte: Agrapress

Tar Lazio, rinviata sentenza su OGM

Il Tar del Lazio ha rinviato la sentenza sul ricorso presentato da un agricoltore friulano contro il decreto interministeriale che proibisce la semina di mais MON810. A renderlo noto la Coldiretti nel riferire che il Tar del Lazio prenderà una decisione verosimilmente nelle prossime settimane. “Esprimiamo fiducia per il buon esito finale del procedimento”,  ha dichiarato il presidente della Coldiretti Roberto  Moncalvo:  “il rinvio della decisione conferma il divieto di coltivazione e allontana il rischio di contaminazioni illegali”. Secondo  Moncalvo “i ministeri competenti e le Regioni devono cogliere il tempo disponibile per una soluzione definitiva che mantenga l’Italia libera da Ogm, come chiede la stragrande maggioranza dei cittadini”.
Fonte: TMNews/Agrapress

Vino Lombardia, boom di conversioni al biologico

Secondo quanto dichiarato dall’Assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia Gianni Fava nel corso di Vinitaly, “diversi produttori lombardi hanno scelto di convertire le loro coltivazioni tradizionali in coltivazioni biologiche”. Secondo Fava “il passaggio al biologico può rivelarsi decisivo per espanderci in alcuni mercati importanti, come quello tedesco”. Dello stesso avvisto il Presidente Unioncamere Lombardia Bettoni, secondo il quale “anche se l’adesione al biologico è ancora a livello di nicchia di mercato è innegabile che si tratti di una tendenza da considerare con grande attenzione”.
Fonte: Agrapress

On line il nuovo elenco degli operatori bio italiani

E’ consultabile on line il nuovo Albo degli  Operatori Biologici Italiani derivato dal SIB e realizzato sul SIAN. L’elenco riporta tutte le informazioni previste d all’art. 92 ter del Reg. (CE) n. 889/08. Per ogni operatore è possibile consultare il Documento Giustificativo e, nel caso di operatori che commercializzato prodotti biologici, anche l’Attestato di Conformità rilasciati dall’Organismo di Controllo. E’ possibile inoltre consultare i dati anche riferiti  alle annualità 2009-2012, per verificare la presenza degli operatori nei relativi elenchi. Per gli operatori che hanno effettuato la notifica nei Sistemi Informativi delle Regioni Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Umbria le informazioni riportate non sono ancora complete: in questi casi ulteriori informazioni possono essere ottenute tramite i Sistemi Informativi regionali o gli albi pubblici regionali. L’Albo è aggiornato costantemente grazie alle notifiche effettuate sul Sistema Informativo del Biologico provenienti da Organismi di Controllo, Regioni e Pubbliche Amministrazioni oltre che dallo stesso Ministero. Il link è disponibile sul sito del Sinab in home page nella sezione  “Aziende biologiche in Italia – Trova”
Fonte: SINAB

Nota Mipaaf sulle importazioni da Paesi Terzi

Con Nota n. 26805 del 7 aprile 2014 il Mipaaf chiarisce le modalità di presentazione delle autorizzazioni all’importazione, secondo quanto indicato all’articolo 19, punto 5 del del Reg. (CE)1235/2008. In particolare, le autorizzazioni dall’Agenzia delle Dogane – Ufficio metodologia e controllo degli scambi, verranno rilasciate fino al 30 giugno 2014, per una durata di un anno solare. Le richieste di autorizzazione inviate da importatori di prodotti biologici saranno accettate solo se ricevute entro il 31 maggio 2014. Eventuali ulteriori documenti richiesti per il rilascio dell’autorizzazione dovranno essere pertanto forniti all’Ufficio tempestivamente, per consentire l’esame della documentazione stessa. Le autorizzazioni in ogni caso non sono modificabili oltre il termine del 30 giugno 2014. Per rinnovare le autorizzazioni la cui scadenza sia successiva al 30 giugno 2014 è necessario inviare che la modulistica apposita sia ricevuta dall’Ufficio di cui sopra entro il 31 maggio 2014. L’autorizzazione così ottenuta avrà validita dal 30 giugno 2014 al 29 giugno 2015.

 Il testo del Regolamento è consultabile a questo link

Il Testo integrale della Nota invece può essere consultato a questo indirizzo

 

Fonte: Mipaaf

Segnali di crescita per il vino bio italiano

Il nuovo rapporto Wine Trend, realizzato dall’osservatorio Nomisma Wine Monitor, evidenzia una crescente interesse degli italiani per il vino biologico. Stando al rapporto infatti l’11,6% dei nostri connazionali ha scelto almeno una volta nel 2013 di provare un vino biologico, con un incremento molto consistente rispetto al 2% del 2012. Sempre secondo i dati dello studio, il 6,4% degli italiani ha scelto di acquistare la propria bottiglia di vino biologico nei negozi, mentre il restante 5,2% ha optato per una “bevuta bio” al ristorante o in enoteca. Un trend questo che comincia a premiare il mercato della produzione di vino bio, particolarmente attivo nel nostro Paese. In Italia infatti al 2012 l’8% dei vigneti era biologico, contro una media mondiale del 4%. In Europa, l’Italia si colloca al terzo posto con 57.000 etari vitati biologici contro i 65.000 della Francia e gli 81.000 della Spagna. Tra le regioni a maggiore vocazione biologica la Sicilia, con oltre 16.000 ettari, seguita dalla Puglia (10.173) e dalla Toscana (5.887 ettari).
Per quanto riguarda l’export, un mercato particolarmente importante è quello degli Stati Uniti, con un giro d’affari complessivo del settore enologico Made in Italy pari a 1,1 miliardi di euro, dei quali il vino bio rappresenta attualmente il 5,2%. Un mercato, quello statunitense, dove una volta di più si riaccende la sfida a distanza con la Francia, ancora in testa con 65 milioni di euro di export per quanto riguarda i vini biologici, a fronte dei 56 dell’Italia. Le due nazioni rappresentano rispettivamente il 33,7% ed il 29,3% dell’import biologico americano complessivo. Ottimi segnali per un settore che, lo ricordiamo una volta di più, quest’anno ha avuto la sua consacrazione definitiva anche con la prima edizione di Vinitaly Bio, appena concluso a Verona nell’ambito di Vinitaly 2014.
Fonte: Teatro Naturale