Suolo e Salute

Autore: admin

IVA AGEVOLATA SULLA FRUTTA E SANA ALIMENTAZIONE

IVA AGEVOLATA SULLA FRUTTA E SANA ALIMENTAZIONE

Una barretta di cioccolata costa meno di un frutto. Ogni Stato membro sceglie autonomamente l’aliquota da applicare

Sul regime alimentare dei propri figli l’Unione europea è divisa. Infatti, non proprio tutti cercano di indirizzare gli acquisti verso frutta e verdura, e non scoraggiano cioccolato, dolciumi, barrette ipercaloriche e affini. Si tratta di questioni di Iva, l’imposta sui valori aggiunti che permette ai governi di fare cassa. Per cui, dato che la politica fiscale rimane una prerogativa nazionale, ognuno agisce come meglio crede. Il risultato è che spesso una barretta di cioccolato o una merendina costano meno di un frutto.

“Un’alimentazione non sana porta a un aumento dell’obesità e delle malattie non trasmissibili”, denuncia il gruppo di parlamentari europei, che vorrebbe invertire una tendenza che vede un giovane su cinque di età compresa tra 16 e 24 anni sovrappeso.

Anche la Commissione europea ne è al corrente, ma gli Stati membri hanno concordato all’unanimità di consentire la massima flessibilità sull’applicazione delle aliquote dell’imposta sul valore aggiunto per i prodotti alimentari. Di conseguenza, gli Stati membri possono scegliere di applicare aliquote Iva ridotte o super ridotte (inferiori al 5 per cento) o un’aliquota zero (esenzione IVA) alla fornitura di prodotti alimentari.

L’esecutivo comunitario non intende predisporre misure fiscali per incoraggiare un’alimentazione più sana, proprio perché le politiche di tassazione sono di competenza esclusiva nazionale. Inoltre, l’esperienza dimostra che una riduzione delle aliquote si ripercuote solo marginalmente sui prezzi finali al consumo.

“A livello di Unione europea, spiega Wopke Hoekstra, responsabile per il Clima, si continuerà a spingere per l’utilizzo di frutta nelle scuole, come fatto finora. Il programma scolastico dell’Ue che mira ad aumentare il consumo di frutta e verdura, latte e prodotti lattiero-caseari e a dare forma a diete più sane è in fase di revisione”. L’obiettivo è “esplorare come migliorare il suo contributo al consumo alimentare sostenibile”.

Fonte: https://www.corriereortofrutticolo.it/alimentazione-sana-e-iva-agevolata-sulla-frutta-in-ue-da-sciogliere-il-nodo-tasse/

SUOLO E SALUTE SARA’ PRESENTE ALLA FIERA LUV, A BARI

SUOLO E SALUTE SARA’ PRESENTE ALLA FIERA LUV, A BARI

È ormai tutto pronto per l’apertura di Luv – Fiera dell’uva da tavola 2024 che, dal 22 al 24 ottobre, riunirà a Bari i protagonisti della filiera dell’uva da tavola italiana ed internazionale

Suolo e Salute parteciperà come espositore con un proprio stand ma prenderà anche parte a un convegno organizzato il 22 ottobre mattina, previsto nella sala bianca.

La cornice dell’evento è la Nuova Fiera del Levante, dove la viticoltura da tavola si incontrerà in tre giornate piene di eventi, dibattiti e nuove tecnologie. L’Ingresso è gratuito previa registrazione sul sito dell’evento. Attesa per la Table grape conference, che si protrarrà per le tre giornate, dove saranno coinvolti oltre 100 relatori, tra esperti, accademici, referenti della grande distribuzione e amministratori pubblici, tra cui Michele Staiano della direzione generale di Suolo e Salute che parlerà dell’importanza della certificazione come strumento di valorizzazione dell’uva da tavola sui mercati nazionali ed internazionali.

Suolo e Salute vi aspetta allo stand n°66.

OLIO DI CALABRIA IGP CONTRO LA CONTRAFFAZIONE CON IL CONTRASSEGNO E IL QR CODE

OLIO DI CALABRIA IGP CONTRO LA CONTRAFFAZIONE CON IL CONTRASSEGNO E IL QR CODE

È stato ufficialmente presentato a Roma, nel bellissimo e storico Museo della Zecca, l’accordo per la tracciabilità dell’olio di Calabria Igp, prodotto controllato e certificato da Suolo e Salute, tra l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e il Consorzio rappresentato dal presidente Massimino Magliocchi e dal direttore Giuseppe Perri. Un passaggio storico per la tutela e la valorizzazione dell’olio di Calabria Igp per garantire qualità e sicurezza per il consumatore, oltre che protezione all’intero settore

L’Olio di Calabria IGP, riconosciuto a livello europeo, rappresenta uno dei marchi più prestigiosi della Regione e il nuovo accordo punta a rafforzare le misure di controllo e certificazione. Proteggere i consumatori dalla contraffazione garantendo la qualità è l’obiettivo dell’accordo che verrà perseguito attraverso la cooperazione tra il Poligrafico dello Stato, il Consorzio e ICQRF – Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari.

Il consorzio dell’Olio di Calabria IGP è tra i primi Consorzi in Italia ad avvalersi del contrassegno dell’Istituto poligrafico e zecca dello stato. Il contrassegno è realizzato dal Poligrafico con una grafica specifica e con elementi di stampa di sicurezza assimilabili a quelli in uso per la realizzazione di banconote ed è personalizzato con i colori e il logo del Consorzio Olio di Calabria Igp. È numerato univocamente ed è dotato di un Qr code attraverso il quale, direttamente dal proprio smartphone è possibile accedere alla piattaforma che promuove la diffusione di informazioni e la sensibilizzazione sui temi di qualità certificata, tracciabilità e lotta alla contraffazione.

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STATI UNITI, UN MILIONE DI DOLLARI PER UN DISERBO BIOLOGICO

STATI UNITI, UN MILIONE DI DOLLARI PER UN DISERBO BIOLOGICO

Le infestanti costituiscono un fattore importante di riduzione delle rese e di aumento dei costi nelle aziende biologiche

Conscio della problematica, il Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti (USDA) ha assegnato una sovvenzione da 1 milione di dollari a un team guidato da Francesco Di Gioia, professore associato di produzioni vegetali al college di agraria della Penn State University per studiare la disinfestazione anaerobica del suolo, un processo guidato da microrganismi per gestire le infestanti, che nel suo intento potrebbe sostenere la conversione dai sistemi di produzione convenzionali a quelli biologici.

 

Come s’intuisce dal nome, Di Gioia è italiano (si è laureato a Bari nel 2006, prima dell’incarico all’università statale della Pennsylvania ha svolto attività di ricerca prima in Italia, poi all’università della Florida): “La disinfestazione anaerobica sta emergendo come un trattamento biologico del suolo ad ampio spettro per la gestione di parassiti e patogeni, infestanti comprese e si presenta come un’alternativa ecologica alla fumigazione chimica. Il metodo consiste nell’incorporare nel suolo ammendanti organici facilmente decomponibili, seguiti da irrigazione a saturazione e copertura del suolo con plastica impermeabile”.

 

La saturazione sopprime la respirazione dei semi e aumenta la temperatura del suolo, i livelli di pH e la decomposizione della materia organica; tutto ciò, assieme all’accumulo di acidi volatili favorito dalle condizioni anaerobiche risulta tossico per le infestanti.

 

Il progetto comprenderà attività di ricerca coordinate, prove dimostrative in azienda agricola di Florida e Pennsylvania (rappresentativi delle regioni nord-orientali e sud-orientali degli Stati Uniti), lo studio della dinamica dei nutrienti suolo-pianta e l’impatto del trattamento sul microbioma del suolo, l’analisi economica.

 

Per saperne di più https://www.psu.edu/news/research/story/1m-usda-grant-perfect-weed-killing-method-organic-crop-production

NUOVA BUROCRAZIA PER ESPORTARE VINO BIO NEGLI USA

NUOVA BUROCRAZIA PER ESPORTARE VINO BIO NEGLI USA

L’export di vino biologico verso gli Stati Uniti incontrerà un nuovo ostacolo a causa di una nuova regolamentazione introdotta a settembre dal Dipartimento dell’agricoltura

La normativa sin qui applicata richiedeva la certificazione sia dei vigneti che delle cantine, la novità è che ora anche gli importatori devono ottenere la certificazione.

Il provvedimento, entrato in vigore alla fine di settembre, stabilisce che qualsiasi vino etichettato come biologico negli Stati Uniti deve provenire da un importatore certificato, non è più sufficiente che il vino sia già stato prodotto e imbottigliato con certificazione biologica nel Paese di origine. La novità ha creato complicazioni: molti importatori non sono riusciti a ottenere la certificazione a causa di ritardi nell’elaborazione delle domande da parte dell’USDA.

Un vino certificato biologico importato da un’azienda non certificata, non può essere venduto come biologico, sotto pena di sanzioni severe, inclusi blocchi delle merci, multe e addirittura cessazione dell’attività. Alla nuova norma si aggiunge una serie di scioperi dei lavoratori portuali annunciati per ottobre, che potrebbe aggiungere problemi logistici.

I critici sostengono che la misura sia ridondante e costosa, soprattutto per i piccoli importatori; il deputato repubblicano Nick Langworthy, lamentando che la misura è un onere burocratico inutile, ha richiesto una proroga di 120 giorni per gli importatori. Dal canto suo l’USDA difende la misura, sostenendo che sia utile per prevenire frodi.

La Wine & Spirits Wholesalers of America (WSWA) ha espresso preoccupazione, facendo presente che ritardi nella certificazione potrebbero influenzare la disponibilità di vini biologici e alterare il commercio internazionale.

Per saperne di più, potete leggere l’articolo in inglese https://www.wine-searcher.com/m/2024/09/organic-wine-faces-punishing-new-rule