Coltivazioni bio: rame e azadiractina potrebbero essere tossici. Lo studio

Rame e azadiractina potrebbero essere tossici. È questo, in sintesi, l’allarme lanciato da uno studio condotto dal Muse – Museo delle Scienze di Trento in collaborazione con il Cnr – Istituto di Biofisicadi Povo (Trento).

Muse e Cnr hanno indagato gli effetti delle due sostanze, ammesse per legge tra i pesticidi che è possibile adoperare nelle coltivazioni biologiche, sugli insetti che popolano il Rio Gola. Il torrente trentino che attraversa zone in cui rame e azadiractina sono comunemente adoperati secondo il Disciplinare Provinciale.

Il lavoro di ricerca su rame e azadiractina

La ricerca ha preso come campione di riferimento le acque del torrente Rio Gola, in Trentino. In particolare, sono stati misurati gli effetti dei pesticidi naturali sul Dittero Chironomide Chironomus riparius. Si tratta di un insetto molto comune, resistente a basse concentrazioni di ossigeno ed elevato inquinamento organico e naturalmente presente nel torrente.

I test sperimentali sono stati condotti in laboratorio, su una popolazione di allevamento.

Il lavoro è stato diviso in più parti.

La prima parte del lavoro ha valutato gli effetti di rame e azadiractina a concentrazioni crescenti, sulla sopravvivenza delle larve.

I ricercatori sono partiti dalla concentrazione ambientale (quella rinvenuta nel torrente al momento della raccolta), per poi stabilire in più passaggi quale fosse la concentrazione massima tollerabile dall’animale.

Tra le due sostanze, quella che durante i test di tossicità acuta si è dimostrata più pericolosa è il rame.

La seconda parte del lavoro ha riguardato invece gli effetti molecolari dei due pesticidi, ovvero gli effetti sull’espressione di cinque geni, appartenenti a due famiglie di proteine.

Lo studio dimostra che “il Dittero Chironomide Chironomus riparius è molto resistente a questi due pesticidi, grazie alle due proteine che vengono sintetizzate in risposta all’aumento di concentrazione dei tossici”. Tuttavia, alte concentrazioni di queste due proteine indicano una condizione di stress fisiologico che significa a sua volta maggiore vulnerabilità.

I risultati dello studio

I risultati dello studio sono stati recentemente pubblicati sulle prestigiose riviste scientifiche internazionali Chemosphere e Science of the Total Environment e non sono per niente incoraggianti.

In una nota, il Muse ha evidenziato come entrambe le sostanze entrino nell’ecosistema acquatico per dilavamento (l’azione erosiva esercitata dalle acque). Fino a oggi non erano chiari gli effetti che rame e azadiractina potevano avere sugli animali che vivono nei canali e nei torrenti interessati. I dati raccolti nel corso del lavoro, però, mostrano che entrambi sono tossici e che le popolazioni esposte potrebbero essere sofferenti.

In conclusione – spiega il Muse – i due pesticidi naturali non sono innocui, e lo dimostra lo stato di stress fisiologico in cui gli animali acquatici vivono in acque in cui questi tossici arrivano per dilavamento dei terreni agricoli. Diventano letali a concentrazioni da 30 a 500 volte più elevate rispetto a quella che abbiamo misurato in natura, in primavera, prima dell’inizio dei trattamenti intensivi“.

Secondo uno degli autori dello studio, Valeria Lencioni, il rame andrebbe sostituito, come suggeriscono le normative europee. L’azadiractina, invece, può essere adoperata, ma senza abusarne.

Fonti:

http://www.adnkronos.com/sostenibilita/world-in-progress/2017/03/09/studio-pesticidi-naturali-rame-azadiractina-non-sono-innocui_jwMWtG7882DF8sKLfmcOBJ.html

http://www.secoloditalia.it/2017/03/colpo-scena-sui-prodotti-bio-tossici-pesticidi-naturali-utilizzati-nei-campi/

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