Suolo e Salute

Mese: Maggio 2019

Addio a Elio Savelli, pioniere dell’agricoltura biologica

Addio a Elio Savelli, pioniere dell’agricoltura biologica

Elio Savelli, fondatore e imprenditore dell’azienda agricola “Oasi Bellaluce”, se n’è andato all’età di 83 anni. Azienda da sempre certificata con Suolo e Salute, Elio iniziò con il biologico dopo aver partecipato a fine anni 70-inizi anni 80 alle conferenze del prof. Garofalo, primo presidente dell’Associazione Suolo e Salute.

Nel 1966, quando morì il padre, Elio ereditò l’azienda agricola di famiglia, una realtà lenta, fatta di duro lavoro, ma trasparente e sincera. Fin da subito, l’enologo fu a favore di una coltivazione naturale e pulita: fu il primo che nelle Marche, contro lo scetticismo degli altri agricoltori, adottò il metodo biologico iniziando una vera e propria battaglia personale in difesa dell’ambiente e del suo vigneto.

“Le industrie chimiche stanno somministrando medicine come si fa con le persone malate, mentre la terra non è malata! Ad ammalarla è l’uomo, da un lato l’imprenditore che trae vantaggio industriale dalla vendita di questi prodotti, dall’altro gli agricoltori, attirati sì da produzioni più abbondanti, ma a quale prezzo!” sosteneva l’imprenditore.

 

Fonte: https://www.viverefano.com/2019/05/13/addio-allenologo-elio-savelli-stato-un-pioniere-dellagricoltura-biologica/729762

L’innovativa App Bio Malavolta Market Biologico

L’innovativa App Bio Malavolta Market Biologico

Nasce l’applicazione Bio Malavolta Market Biologico: la app che ti permette di ordinare tra una lista di prodotti bio sempre aggiornata.

L’applicazione lanciata dall’azienda ortofrutticola Malavolta, certificata da Suolo e Salute, nasce dalla volontà di entrare in contatto diretto con i propri consumatori; una app userfriendly, leggera e facilmente scaricabile.

Registrandosi alla app, oltre a consultare le informazioni di base sull’azienda e la mission, il cliente può scegliere tra una lista di prodotti biologici disponibili in azienda e riceverli direttamente a casa, controllando l’andamento della consegna. Nella sezione shop è possibile trovare la foto del prodotto, il prezzo e le modalità per ordinare.

“La app serve a mettere il consumatore in contatto con l’azienda in fase di restyling, ho in mente di fare un mulino e di allargarmi sui grani antichi che hanno fatto un po’ la storia del biologico. Abbiamo 7 biodiversità agrarie delle Marche che si identificano con il territorio di Massignano: taccola di Massignano, cocomero, meloncino, porro, mela crucchiola, pesca limone, la bella del bosco. Dato che il consumatore ha perso il contatto con l’agricoltura e la stagionalità delle produzioni, tramite la app li tengo informati dalla semina fino alla maturazione dei prodotti, mostrando tutte le fasi della crescita, facilitando la comprensione della stagionalità locale”, spiega Enzo Malavolta, titolare dell’azienda agricola e presidente dell’associazione Aiab Marche.

 

Fonte: https://www.viverefermo.it/2019/05/16/presentazione-app-bio-malavolta-market-biologico/730386

Suolo e Salute, cinquant’anni in piena forma

Suolo e Salute, cinquant’anni in piena forma

La società si conferma primo ente di certificazione per il biologico in Italia. «I dati – commenta Alessandro D’Elia, direttore generale di Suolo e Salute – dimostrano che nonostante le difficoltà abbiamo saputo affermare la nostra credibilità e affidabilità, meritando la fiducia del mercato».

Nel 2018 il biologico italiano è cresciuto insieme a Suolo e Salute che si è confermato, anche per quest’anno, primo Ente di certificazione in Italia per numero di aziende certificate e per superficie coltivata in biologico.

I numeri confermano la leadership di Suolo e Salute nel settore del controllo e della certificazione delle produzioni biologiche con oltre il 26% delle aziende bio in Italia e quasi il 30% della superficie coltivata in biologico.

I dati relativi ai primi 4 mesi dell’anno fanno ben sperare per un’ulteriore crescita e la prospettiva è di chiudere il 2019 con lo sforamento del tetto delle 20.000 aziende certificate in biologico.

I numeri raggiunti coronano la storia di Suolo e Salute e rappresentano il più bel regalo per i suoi 50 anni. L’Ente di certificazione, infatti, trae origine dall’Associazione Suolo e Salute, fondata a Torino nel 1969, pioniera nello sviluppo e nella promozione del metodo dell’agricoltura biologica.

Forte crescita sul 2017

Dall’analisi dei dati presentati all’Assemblea dei soci, tenutasi a Fano lo scorso 29 aprile in occasione della presentazione del bilancio 2018, è risultata una forte crescita rispetto al 2017.

Nel 2018 i risultati sono stati caratterizzati da un trend molto positivo sia da un punto di vista operativo che economico: oltre ad un aumento del numero delle aziende certificate si è registrato anche un aumento del fatturato e degli investimenti per l’ottimizzazione dell’operatività e dell’efficienza aziendale.

In termini di attività e, quindi, in riferimento alle aziende controllate da Suolo e Salute, si sono registrati numeri in crescita soprattutto riguardo al settore bio: nel 2018 il numero complessivo di aziende controllate dall’organismo di certificazione (dati al 31 dicembre 2018) è stato pari a 18.881, con un saldo positivo di 1.932 aziende nuove rispetto al 2017 (+11,4%).

Un dato interessante che si va ad aggiungere ai risultati sempre positivi degli ultimi cinque anni. Del totale delle aziende assoggettate, 3.931, corrispondente al 20,8%, svolgono attività di trasformazione esclusiva oppure di produzione primaria e trasformazione e 2.603 svolgono attività zootecnica bio, il 13,8% del totale.

Incremento delle aziende controllate

Negli ultimi otto anni è da evidenziarsi l’incremento nel comparto dei trasformatori esclusivi, passati da 495 aziende (2010) a 1213 con un incremento di +145%. L’aumento degli ultimi tre anni è stato del 27%.

In totale, nel periodo 2010-2018, le aziende controllate e certificate da Suolo e Salute sono passate da 10.914 a 18.881, con un incremento sostanziale di 7.967 unità, pari a +73%.

Rispetto al precedente esercizio non si è riscontrato solo un aumento numerico delle aziende ma, più in generale, e sicuramente più significativo, è l’aumento qualitativo delle nuove aziende controllate, sia di produzione primaria che di preparazione.

Aumenta la Sau controllata

La superficie agricola utilizzata (Sau) media per azienda agricola controllata nel 2018 risulta di 30 ettari, al netto delle tare e degli incolti; dato veramente rilevante se si rapporta con la Sau media italiana delle aziende agricole gestite in convenzionali che è di 7,9 ettari (dato Istat relativo all’ultimo censimento in agricoltura).

La superficie totale controllata (Sau in biologico e in conversione) nel 2018 è stata di 518mila con un incremento rispetto al 2017 di oltre quasi 21mila ettari (+4,2%). Nel periodo 2010-2018 la superficie agricola utilizzata controllata da Suolo e Salute è aumentata di 232.217 ettari (+81,4%).

Tra i nuovi ingressi del 2018 sono numerose le aziende di trasformazione con marchi importanti del panorama dell’agroalimentare italiano di qualità, che hanno scelto Suolo e Salute per la certificazione del biologico.

Un saldo da primato

I dati riportati premiano Suolo e Salute e lo confermano primo organismo di controllo del biologico in Italia per numero di aziende bio certificate e per ettari di superficie assoggettata.

«Questi dati – commenta Alessandro D’Elia, direttore generale di Suolo e Salute – vanno letti con il cuore. Nonostante le difficoltà abbiamo saputo affermare la nostra credibilità ed affidabilità, meritando la continua fiducia del mercato.  Proprio un bel regalo per i nostri 50 anni.

Chiaramente i numeri e lo status di primo organismo di controllo e certificazione in Italia richiamano Suolo e Salute a un continuo senso di responsabilità nei confronti dei propri operatori e del sistema nel suo insieme».

 

Fonte: https://terraevita.edagricole.it/notizie-dalle-aziende/suolo-e-salute-cinquanta-anni-in-piena-forma/

FederBio risponde allo studio svedese dedicato all’agricoltura biologica

FederBio risponde allo studio svedese dedicato all’agricoltura biologica

Uno studio svedese, condotto dalla Tecnological University di Chalmers in Svezia, pubblicato dalla rivista Nature, punta il dito contro l’agricoltura biologica, ritenuta anch’essa inquinante più o meno come quella convenzionale.

A rispondere ci ha pensato il presidente di FederBio, Paolo Carnemolla, che ha definito le teorie proposte dallo studio “discutibili”.

Lo studio ha rilevato, secondo delle ricerche, che il metodo biologico sarebbe più impattante sul clima, poiché per produrre la stessa quantità di cibo necessiterebbe di maggiore superficie coltivabile. Per avere più terre coltivabili si dovrebbero mettere a coltura più terre naturali, disboscando il Pianeta. 

Il presidente sottolinea come il disboscamento sia già un fenomeno in atto e praticato da chi fa agricoltura convenzionale, che fa uso di pesticidi, distruggendo l’ambiente e impoverendo le popolazioni locali. Non è quindi l’agricoltura biologica la responsabile del cambiamento climatico.

L’agricoltura biologica tutela l’ambiente, vieta l’uso di pesticidi e produce alimenti più sani. Inoltre, la sostanza organica nel terreno, il principale elemento dell’agricoltura bio, non solo pensa a nutrire le piante coltivate e il terreno, ma è anche un serbatoio di carbonio necessario per combattere il cambiamento climatico.

La ricerca svedese si è dimostrata superficiale, basata su dati non approfonditi o poco compresi, che considera solo un’area poco significativa.

 

Fonte: https://www.agricultura.it/2019/04/27/studio-svedese-su-nature-in-materia-di-sostenibilita-la-risposta-del-presidente-federbio/

 

2 italiani su 3 presentano residui di agrofarmaci nei capelli

2 italiani su 3 presentano residui di agrofarmaci nei capelli

Gli agrofarmaci, malamente indicati come “pesticidi”, sono ormai ospiti indesiderati nel nostro corpo. In Italia si registra una presenza di residui di agrofarmaci nella fibra dei capelli in oltre il 66% dei campioni analizzati.

Angelo Bonelli, coordinatore nazionale dei Verdi, ha presentato uno studio dal quale è emerso che 2 italiani su 3 presentano residui di agrofarmaci nei capelli.

Sono stati confrontati circa 30 tipologie di molecole differenti usati tra Germania, Danimarca, Regno Unito, Italia e Francia.

“È risultato che la quantità maggiore di campioni con la più alta concentrazione di residui di antiparassitari (84,6% di 13 persone) è stata trovata in Galles (Regno Unito) e la più bassa in Germania (44% su un campione di 34 persone), mentre l’Italia è terza.”

“In Italia si consumano 5,8 kg per ettaro di principi attivi mentre in Europa il dato, secondo l’agenzia europea per l’ambiente, è di 3,8 Kg per ettaro. Se analizziamo il dato Regione per Regione in Italia secondo i dati ISPRA vediamo che: il Veneto utilizza 10,9 kg per ettaro, la Provincia di Trento 10,5 kg, la Campania con 8,5 kg, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia con valori rispettivamente 7,6 kg. Valori minori si registrano in Valle d’Aosta, Molise e Sardegna, con rispettivamente 0,2, 0,8 e 0,9 chilogrammi per ettaro”, spiega il coordinatore.

 

Fonte: http://www.ravennanotizie.it/articoli/2019/05/04/pesticidi.-residui-nei-capelli-di-2-italiani-su-3-emilia-romagna-terza-per-uso-in-agricoltura.html

 

Lavoro nei campi: il biologico tutela i lavoratori

Lavoro nei campi: il biologico tutela i lavoratori

Un chilo di pomodori da passata viene pagato 8 centesimi in agricoltura convenzionale, mentre nel biologico si arriva a pagare anche 33 centesimi.

Dalle stime del “Rapporto agromafie e caporalato” è emerso che il business del lavoro irregolare e del caporalato in agricoltura vale 4,8 miliari di euro, e le aziende che si rivolgono al “caporale” sono molte.

In agricoltura convenzionale, si apre così uno scenario nel quale vediamo un lavoratore sfruttato e sottopagato. La maggior parte dei lavoratori non ha un regolare contratto di lavoro, non sono così tutelati e non hanno nessun diritto garantito dai contratti e dalla legge. Passa dalle 10 alle 12 ore nei campi, prendendo circa 20/30€ al giorno.

L’agricoltura biologica offre invece maggiori garanzie: da più occupazione, viene riconosciuto il lavoro svolto nei campi e paga meglio il prodotto all’origine.

L’agroecologia è un modello produttivo che ha bisogno di una maggiore manodopera, poiché la coltivazione biologica richiede più attenzione: occorre, quindi un lavoro attento di persone non sfruttate, che ricevono un salario migliore oltre a lavorare in condizioni di maggior tutela per la salute perché non sottoposti ai rischi legati all’uso di pesticidi.

 

Fonte: https://www.cambialaterra.it/2019/04/lavoratori-sfruttati-nei-campi-il-biologico-marcia-in-direzione-opposta/