Suolo e Salute

Mese: Marzo 2019

“Un giusto prezzo per un prodotto agricolo di qualità”

“Un giusto prezzo per un prodotto agricolo di qualità”

Lo scorso 25 febbraio, a Roma, si è tenuta la conferenza “Un giusto prezzo per un prodotto agricolo di qualità: per gli agricoltori, per chi lavora, per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile.”

La conferenza, organizzata da Mountain Partnership Fao con EcorNaturaSì, Legambiente, Banca Etica, GOEL-Gruppo Cooperativo, Cooperazione Italiana e ministero delle politiche agricole e forestali, ha voluto promuovere una discussione tra produttori e consumatori sulla parità di retribuzione per i prodotti agricoli di qualità.

“Oggi, il prezzo per i prodotti agricoli sta diminuendo, producendo in tal modo un compenso ingiusto per gli agricoltori. Il prezzo non è giusto per gli agricoltori che ricevono ben pochi compensi per il loro lavoro. Così come per i consumatori, che pagano meno in termini economici ma perdono in termini di cibo, ambiente e salute. Schiacciata tra queste contraddizioni, l’agricoltura non può compensare adeguatamente coloro che lavorano nel settore alimentare. Questo fenomeno è diffuso in tutto il mondo ed è particolarmente pronunciato nelle regioni di montagna, che sono tra le più marginali in termini sociali, politici ed economici. Le montagne soffrono per una filiera lunga che vede l’intervento di troppi intermediari” sottolinea la Mountain Partnership.

“Il messaggio che, cerchiamo di comunicare ai consumatori è il valore aggiunto di questi prodotti: coltivati senza pesticidi e fertilizzanti chimici, spesso in ambienti e climi ostili, spesso manualmente, spesso da comunità di sole donne, in aree isolate, emarginate, lontane dai mercati. Un cibo sano e di qualità deve essere sostenuto da prezzi adeguati che compensino in modo adeguato il lavoro di cui tutti noi beneficiamo, e da cui dipende la nostra salute e la salute del nostro pianeta”, dichiara Giorgio Grussu, coordinatore di Mountain Partnership.

Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, continua l’intervento dichiarando che ci vuole trasparenza dei prezzi per una scelta più consapevole da parte del cittadino, ribadendo che ci vuole prima di tutto rispetto per l’ambiente, dei lavoratori e degli agricoltori onesti che spesso subiscono la concorrenza sleale di quelli disonesti.

Per combattere questa tendenza al ribasso e allo sfruttamento dei lavorati si sta già muovendo una piccola parte del mondo agricolo e della distribuzione, soprattutto da parte dell’agricoltura biologica.

“Il primo passo da compiere è quello di riconoscere agli agricoltori il giusto prezzo per i loro prodotti, perché l’agricoltura cessi di essere un’attività inquinante e distruttiva del pianeta e una causa di sfruttamento lavorativo dei braccianti. Quello che viene pagato agli agricoltori non riesce a coprire i costi del lavoro e delle risorse impiegate, e il nostro impegno è quello di garantire ai nostri clienti un prodotto non solo di qualità, ma che offra garanzie di giustizia sociale per i lavoratori coinvolti e il massimo sforzo per la salvaguardia del pianeta. Proprio la salute del pianeta dipende anche da un giusto prezzo da riconoscere agli agricoltori, in modo da garantire cibo sano, la tutela della terra, l’abbattimento del rischio di impoverimento del suolo e la diminuzione dei rischi legati ai cambiamenti climatici. Rischi che continuiamo a vedere quotidianamente sotto i nostri occhi” ha evidenziato Brescacin.

Alessandra Pesce, sottosegretaria di Stato del ministero delle politiche agricole e forestali, conclude il dibattito: “Occorre preservare le attività agricole nelle aree montane dove a causa del progressivo spopolamento, il presidio del territorio e la conservazione dell’ambiente naturale sono a rischio. Si devono individuare interventi organici, mirati a favorire i processi di aggregazione tra i produttori, che permettono una riduzione dei costi di produzione e un più forte potere contrattuale. È fondamentale riconoscere a questi prodotti il giusto prezzo, non solo per la qualità, ma per il loro plus intrinseco legato alla sostenibilità ambientale”.

Fonte: http://www.greenreport.it/news/agricoltura/il-giusto-prezzo-per-il-cibo-contro-il-caporalato-per-lambiente-e-per-le-aziende-agricole/

Per un’agricoltura bio sostenibile occorre più innovazione

Per un’agricoltura bio sostenibile occorre più innovazione

Secondo la comunità scientifica nazionale che si occupa di agricoltura, con il sostegno dell’Associazione Italiana delle Società Scientifiche Agrarie (AISSA), ritiene che per sostenere la conoscenza di un’agricoltura di qualità, per la tutela del territorio, il rispetto dell’ambiente e per un consumo consapevole, sia necessario fare chiarezza su questi temi.

Dobbiamo contribuire ad una corretta divulgazione scientifica per far si che l’intera società ne tragga non solo il beneficio, ma riconquisti la consapevolezza del valore della terra e del settore primario perduta ormai da anni.

Il biologico è una realtà: la crescita delle produzioni bio ha effetti positivi sul bilancio nazionale e sul loro consumo. Per accompagnare la crescita in modo positivo è necessario introdurre nuove forme di innovazione, adottando pratiche sostenibili.

Per avere maggiore innovazione, occorre più ricerca e sperimentazione, più divulgazione, trasferimento tecnologico, formazione continua degli operatori e un maggior dialogo tra operatori agricoli e scienziati.

  • Sostenibilità ecologica;
  • Sostenibilità sociale;
  • Sostenibilità economica.

Sono questi i tre principali fattori che dovranno guidare l’agricoltura del futuro nelle sue diverse forme. L’agricoltura sarà valutata per il suo grado di sostenibilità nel lungo periodo, in relazione agli aspetti ecologici (fertilità del suolo, biodiversità, perdita di nutrienti e di fitofarmaci nelle acque e nell’aria, emissioni di gas serra..), economici e sociali.

La ricerca scientifica deve proporre e approvare le innovazioni per la sostenibilità e contemporaneamente sostenere la responsabilità di operatori, consumatori e decisori.

Fonte: https://www.lastampa.it/2019/02/26/scienza/pi-innovazione-per-unagricoltura-biologica-sostenibile-NGMiVaIzCigl9Hey9VIF0L/pagina.html

I pesticidi aumentano il rischio Parkinson

I pesticidi aumentano il rischio Parkinson

Dagli Stati Uniti, e rilanciata da Parkinson Italia, Confederazione di Associazioni di volontariato indipendenti, arriva la scoperta del meccanismo molecolare alla base della degenerazione delle cellule celebrali.

È noto a tutti che i pesticidi aumentano il rischio di malattie neurologiche, tra cui il Parkinson. La ricerca, pubblicata sulla rivista Neurology, il giornale della American Academy of Neurology (Università della California di Los Angeles, UCLA), mostra il modo in cui i pesticidi potrebbero aumentare il rischio di ammalarsi di Parkinson.

La ricerca spiega che alcuni pesticidi inibiscono l’enzima chiamato aldeide deidrogenase (Aldh), un enzima fondamentale per la detossificazione delle cellule e per la metabolizzazione dell’alcol.

Gli scienziati hanno dimostrato che per gli individui che presentano una variante del gene Aldh2 c’è maggior probabilità di contrarre la malattia neurologica.

È stato studiato un fungicida, il benomil, il cui uso fu vietato già da diversi anni. Il benomil provoca danni ai neuroni dopaminergici tramite l’inibizione dell’attività dell’enzima Aldh: aumentano i livelli di una tossina presente nel cervello, il DOPAL, il principale responsabile dei danni neurologici e dei sintomi del Parkinson.

Sono così stati analizzati 26 pesticidi, attualmente usati in agricoltura, e undici di questi hanno evidenziato la riduzione dell’attività di Aldh fino al 30% rispetto alle cellule di controllo.

“È stata una sorpresa trovare così tanti tipi di pesticidi che inibiscono l’attività dell’enzima Aldh anche a concentrazioni basse. Questi pesticidi sono molto diffusi nell’ambiente e si trovano anche nei cibi, per cui il numero di persone potenzialmente a rischio è notevolmente più alto di quanto ci si aspetti” dichiara Jeff Bronstein, il neurologo che ha condotto questo studio.

Fonte: https://www.cambialaterra.it/2019/02/cosi-i-pesticidi-aumentano-il-rischio-parkinson/

Mozione bipartisan approvata: più controlli sugli agrofarmaci

Mozione bipartisan approvata: più controlli sugli agrofarmaci

Il 26 febbraio, alla Camera è stata approvata all’unanimità la mozione bipartisan, nella quale si riunivano tutte le iniziative volte a limitare l’utilizzo dei pesticidi e dei diserbanti nelle produzioni agricole, favorendo lo sviluppo con metodo biologico.

La mozione approvata porterà più controlli e un uso più responsabile degli agrofarmaci.

In base al testo approvato a Montecitorio, il governo è impegnato, fra l’altro a:

  • potenziare il sistema dei controlli sull’uso corretto dei pesticidi in agricoltura, incrementando la vigilanza sui prodotti agroalimentari importati dai Paesi terzi per i quali è possibile dimostrare che siano stati trattati con glifosato (sic!) oltre la soglia permessa in ambito europeo, al fine di tutelare la filiera produttiva italiana e garantire alti standard di qualità;
  • vigilare affinché il monitoraggio del livello di contaminazione da pesticidi nelle acque sia omogeneo su tutto il territorio nazionale e che tutte le regioni si dotino di un piano per la tutela delle acque, al fine di assicurare un alto livello di protezione della salute umana, animale e dell’ambiente;
  • prevedere iniziative volte ad un utilizzo più responsabile dei fitofarmaci,
  • porre in essere iniziative volte a sostenere l’utilizzo di buone pratiche agricole sempre più sostenibili;
  • intraprendere ogni utile iniziativa volta a rivedere e migliorare il piano d’azione nazionale sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (che attualmente è in fase di revisione per il prossimo quinquennio);
  • a valutare l’opportunità di assumere iniziative per rendere più efficace il quadro sanzionatorio e a limitare il più possibile le autorizzazioni in deroga, consentite ex art. 53 Reg. 1107/2009.

Il presidente di Federbio, Paolo Carnemolla, si dimostra entusiasta di questo piccolo traguardo.

“Si tratta di una grande vittoria per il biologico. Questo voto unanime del Parlamento fa seguito al voto quasi unanime della Camera dei deputati lo scorso dicembre sul progetto di legge per l’agricoltura biologica. Entrambi questi voti, che superano schieramenti partitici e contrapposizioni ideologiche ed esprimono un sentimento diffuso fra i cittadini, impegnano il Governo a scelte chiare già nei prossimi giorni quando si avvierà il lavoro di revisione del Piano nazionale per l’uso sostenibile dei pesticidi. La definitiva approvazione da parte del Senato della legge sull’agricoltura biologica è dunque il passaggio fondamentale per iniziare a lavorare concretamente per la transizione dell’agricoltura italiana alla sostenibilità non solo ambientale e sociale ma anche economica, come chiedono anche le manifestazioni dei pastori e degli agricoltori di questi giorni.”

Maria Chiara Gadda, deputata e promotrice sulle produzioni biologiche, per discutere sul ddl sull’agricoltura biologica, ha organizzato un convegno “Biologico, una scelta di campo” che si terrà il prossimo 6 marzo, presso la Camera dei deputati.

 

Fonte: https://terraevita.edagricole.it/agrofarmaci-difesa/piu-controlli-sugli-agrofarmaci-la-mozione-che-piace-a-tutti-o-quasi/?utm_term=364876+-+https%3A%2F%2Fterraevita.edagricole.it%2Fagrofarmaci-difesa%2Fpiu-controlli-sugli-agrofarmaci-la-mozione-che-piace-a-tutti-o-quasi%2F&utm_campaign=Campagne+B-NBM+Terra+e+Vita+-+TV_daily_20190301&utm_medium=email&utm_source=MagNews&utm_content=76028+-+36396+%282019-03-01%29

La FAO lancia l’allarme: con la perdita di biodiversità, la sicurezza alimentare è a rischio

La FAO lancia l’allarme: con la perdita di biodiversità, la sicurezza alimentare è a rischio

La FAO ha pubblicato il rapporto sullo “stato della biodiversità mondiale per l’alimentazione e l’agricoltura”, nel quale analizza la condizione di piante, animali e microorganismi alla base della produzione alimentare e agricola.

La FAO lancia l’allarme: il sovrasfruttamento delle risorse, l’inquinamento e i cambiamenti al suolo stanno aumentando la perdita di biodiversità mondiale. Il cibo e l’ambiente sono in grave pericolo.

La biodiversità è un elemento di fondamentale importanza per sostenere la produzione di cibo, mantenere i terreni fertili, impollinare le piante, purificare l’acqua e l’aria e costituisce una risorsa chiave negli sforzi per aumentare la produzione in modo sostenibile.

“La biodiversità è fondamentale per la salvaguardia della sicurezza alimentare globale. Dobbiamo usarla in modo sostenibile per rispondere meglio alle crescenti sfide del cambiamento climatico e produrre cibo senza danneggiare l’ambiente”, dichiara il direttore generale della FAO, Josè Graziano da Silva.

Nonostante ciò l’umanità sta nella direzione contraria, riducendo la diversità vegetale nei campi, aumentando il numero di razze animali a rischio di estinzione e il sovrasfruttamento ittico. Questo è quanto emerso dall’analisi condotto dalla FAO, sulla base dei dati forniti da 91 Paesi:

  • Dal punto di vista vegetale, infatti, di circa 6 mila specie di piante coltivate a scopo alimentare, solo 200 riforniscono la popolazione terrestre e solo 9 di queste rappresentano il 66% della produzione totale;
  • Dal punto di vista animale, il 26% delle 7745 razze di bestiame è a rischio estinzione e 1/3 degli allevamenti ittici è sovrasfruttato.

“Meno biodiversità significa rendere piante e animali più vulnerabili ai parassiti e alle malattie”, ha aggiunto Graziano da Silva. “Elemento, che insieme alla nostra dipendenza da un numero sempre minore di specie per nutrirci, sta mettendo la nostra già fragile sicurezza alimentare sull’orlo del collasso”. E una volta perduta la biodiversità alimentare e agricola, avverte il rapporto, non può più essere recuperata.

 

Fonte: http://www.rinnovabili.it/ambiente/perdita-biodiversita-effetti-agricoltura-cibo/

http://www.earthday.it/Alimentazione/La-biodiversita-sta-calando-allarme-Fao-pericolo-per-il-cibo-a-disposizione