Suolo e Salute

Mese: Luglio 2017

Fondo latte, Mipaaf: “25 milioni di euro per gli allevatori”

Il Mipaaf, il ministero per le politiche agricole alimentari, ha reso noto attraverso una nota stampa che il budget di 25 milioni di euro stanziato per il cosiddetto Fondo Latte, sarà destinato agli allevatori che hanno presentato le 5667 domande tramite Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare).

La misura prevedeva per gli allevatori un contributo sugli importi degli interessi passivi pagati sui mutui legati alla loro attività. Un contributo che è arrivato, secondo il ministero, attraverso una forte semplificazione della procedura per la nuova annualità.

Si tratta di una novità essenziale che taglia la burocrazia e va incontro alle esigenze delle aziende, anche del settore suinicolo”, scrivono dal Mipaaf.

Fondo latte: le agevolazioni del Mipaaf

I contributi del ministero potevano essere richiesti dalle imprese di allevatori con riguardo a determinati finanziamenti bancari. Imprese che prevedessero la produzione di latte bovino e che risultassero in regola con i pagamenti dei prelievi sulle eccedenze di produzione lattiera.

I finanziamenti coperti dalla misura, potevano avere una o più finalità: investimenti finanziati con prestiti a medio e lungo termine a valere sul Fondo Credito;consolidamento di passività a breve della stessa banca;consolidamento di passività a breve di banche diverse rispetto alla banca finanziatrice; pagamento dei debiti commerciali a breve.

Previsto il caso in cui, infine, il contributo fosse stato concesso al fine di coprire gli interessi passivi. In questo caso, la concessione era stata subordinata alla presentazione di un’attestazione da parte della banca erogatrice del mutuo. Un documento, cioè, che riportasse estremi del finanziamento e il dettaglio degli importi per interessi corrisposti nel biennio 2015-2016. Con riferimento a quest’ultima possibilità, il contributo era stato concesso anche ad aziende del comparto suinicolo.

Mipaaf, la soddisfazione del ministro Martina

Il titolare del Mipaaf Maurizio Martina ha espresso soddisfazione sull’erogazione dei fondi. Soprattutto perché questi sono stati utilizzati per intero:

«Siamo molto soddisfatti per l’utilizzo al 100% dei fondi che abbiamo stanziato per contribuire a tutelare il reddito degli allevatori davanti a una fase di crisi come quella dello scorso anno. Le semplificazioni introdotte nell’accesso al Fondo latte hanno consentito a oltre 5600 aziende di accedere ai 25 milioni di euro messi a disposizione. Uno strumento che fa parte della nostra strategia a favore della zootecnia con interventi coordinati come il taglio delle tasse, l’aumento delle compensazioni IVA, la sperimentazione dell’origine in etichetta per i prodotti lattiero caseari. I segnali positivi sul fronte del prezzo del latte ci dicono che la strada intrapresa è giusta, ma dobbiamo proseguire ancora per rilanciare un settore cruciale per l’economia di tanti nostri territori».

FONTE:

https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11465

Ortofrutta, ritiri di mercato per surplus produttivi: il Mipaaf diffonde i nuovi massimali

Il Ministero delle Politiche agricole ha emanato la circolare numero 3.800 relativa ai ritiri di prodotti ortofrutticoli dal mercato.

Nella comunicazione, sono stati elencati i nuovi importi dei massimali per i prodotti ortofrutticoli ritirati dal mercato, non raccolti o raccolti anticipatamente. La circolare è stata emessa in seguito all’approvazionedel regolamento delegato 2017/891, che ha aggiornato gli importi di tali massimali.

Per ritiri dal mercato, mancata raccolta e raccolta in verde, leggiamo nella comunicazione, sono state stilate due tabelle distinte:

  1. Tabella a) con i “Prodotti elencati nell’allegato IV del regolamento” delegato citato
  2. Tabella b) per i “Prodotti non elencati nell’allegato IV del regolamento”

Ritiri di prodotti ortofrutticoli: 22 tipologie

Complessivamente, le due tabelle elencano 22 tipologie di prodotti ortofrutticoli che possono essere ritirati dal mercato, non raccolti o raccolti anticipatamente, in seguito a crisi di mercato conclamate. Crisi provocate da surplus produttivi.

Sono due i criteri, definiti dall’articolo 45 del regolamento delegato, secondo cui sono stati stabiliti i massimali per i ritiri:

  • Per i prodotti per cui sono disponibili gli storici dei prezzi secondo quanto rilevato giornalmente da ISMEA, sono state adottate le percentuali del 40 e del 30% della media nazionale dei prezzi per gli anni dal 2012 al 2016;
  • Per i prodotti per cui non sono disponibili le rilevazioni quotidiane ISMEA sono state invece adottate le percentuali di 40 e 30%, secondo le analisi settimanali dell’Istituto per gli anni dal 2012 al 2016, “aumentate del 35% (del 25% per il solo Kaki), al fine di compensare parzialmente il divario dei valori dovuti al diverso stadio di rilevazione”. Rientrano in questa seconda categoria i ritiri di broccoli, carciofi, fagiolini, finocchi, indivie ricce e scarole, spinaci e kaki.

Nel caso di prodotti ortofrutticoli non riportati nella tabella b) della circolare, l’importo dei massimali potrà essere stabilito dalle Regioni, seguendo gli stessi criteri adottati dalla circolare Mipaaf.

Tabella a) – Prodotti elencati nell’allegato IV del regolamento sui massimali per i ritiri di prodotti ortofrutticoli

PRODOTTO A

Massimale di sostegno per i ritiri dal mercato (€/100 Kg)

B

Sostegno per la mancata raccolta e la raccolta verde (€/ha)

Distribuzione gratuita Altre destinazioni Rese qli/ha

(media 2012/16)

Importo/ha (resa media per sostegno “altre destinazioni”) Massimale dell’aiuto (90% – art. 48 par. 4)
Cavolfiori 21,05 15,79 253,16 3.997,33 3.597,60
Pomodori in pieno campo

01/06 – 31/10

7,25 7,25 305,50 2.214,88 1.993,39
Pomodori in serra

01/06 – 31/10

7,25 7,25 725,31 5.258,52 4.732,66
Pomodori in serra

01/11 – 31/06

33,96 25,48 725,31 18.480,96 16.632,87
Mele 24,16 18,11
Uva da Tavola 53,52 40,14
Albicocche 64,18 48,14
Nettarine 37,82 28,37
Pesche 37,32 27,99
Pere 33,96 25,47
Melanzane in pieno campo 31,20 23,41 275,80 6.456,42 5.810,78
Melanzane in serra 31,20 23,41 521,21 12.201,53 10.981,38
Meloni in pieno campo 48,10 36,07 237,57 8.569,11 7.712,20
Meloni in serra 48,10 36,07 335,18 12.089,81 10.880,83
Angurie 9,76 7,31 434,69 3.177,61 2.859,85
Arance 21,00 21,00
Mandarini 25,82 19,50
Clementine 32,38 24,28
Mandarini Satsuma 25,56 19,50
Limoni 29,98 22,48

 

Tabella b) – Prodotti non elencati nell’allegato IV del regolamento sui massimali per i ritiri di prodotti ortofrutticoli

PRODOTTO A

Massimale di sostegno per i ritiri dal mercato (€/100 Kg)

B

Sostegno per la mancata raccolta e la raccolta verde (€/ha)

Distribuzione gratuita Altre destinazioni Rese qli/ha

(media 2012/16)

Importo/ha (resa media per sostegno “altre destinazioni”) Massimale dell’aiuto (90% – art. 48 par. 4)
Broccoli 11,64 8,73 253,16 2.210,05 1.989,05
Carciofi 56,60 42,45
Carote 23,16 17,37 466,64 8.105,50 7.294,95
Cetrioli in pieno campo 21,28 15,96 172,57 2.754,24 2.478,82
Cetrioli in serra 21,28 15,96 619,42 9.885,89 8.897,30
Cipolla 15,20 11,40 333,39 3.800,63 3.420,56
Ciliegie 168,57 126,43
Fagiolini 65,17 48,87
Finocchi 17,29 12,97 268,21 3.478,74 3.130,87
Fragole in pieno campo 99,14 74,36 179,12 13.319,09 11.987,18
Fragole in serra 99,14 74,36 338,76 25.190,04 22.671,04
Indivie ricce e scarole in pieno campo 15,63 11,72 233,33 2.734,67 2.461,21
Lattuga in pieno campo 26,17 19,63 222,32 4.364,16 3.927,74
Lattuga in serra 26,17 19,63 349,93 6.869,03 6.182,13
Kaki 24,92 18,69
Kiwi 42,34 31,76
Peperoni in pieno campo 31,63 23,72 218,52 5.188,31 4.664,98
Peperoni in serra 31,63 23,72 417,71 9.908,20 8.917,38
Spinaci 35,93 26,95 140,08 3.775,05 3.397,54
Susine 36,24 27,18
Zucchine in pieno campo 35,62 26,71 247,47 6.610,04 5.949,03
Zucchine in serra 35,62 26,71 470,16 12.558,07 11.302,26

 

FONTI:

https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11473

http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/40302/in-primo-piano/ecco-i-nuovi-sostegni-per-i-ritiri-di-mercato

PSR Molise: prorogati i termini per aderire al “Pacchetto Giovani”

Slitta ancora la scadenza del bando “Pacchetto Giovani” inserito all’interno del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della regione Molise.

Per partecipare al programma, destinato al ricambio generazionale delle aziende agricole, ci sarà tempo fino al prossimo 15 luglio. Vediamo tutte le novità e altri due bandi nell’ambito del PSR Molise.

PSR Molise: il “Pacchetto Giovani”

Con la determinazione direttoriale n.96 del 30 maggio scorso, la regione Molise ha nuovamente prorogato i termini del bando “Pacchetto Giovani”, che rientra nel PSR 2014-2020. Per accedere al I step del programma è ora possibile presentare le domande fino al 15 luglio 2017. Il II step si chiuderà invece il 15 novembre prossimo.

L’obiettivo principale del Pacchetto è di “favorire il ricambio generazionale nel settore agricolo”, leggiamo in un comunicato diffuso dalla regione. Il bando è strutturato “secondo una logica di progettazione integrata che consente ai beneficiari di ottenere un incentivo per l’insediamento in aziende agricole e un contributo per la realizzazione di un piano di investimenti”.

Gli investimenti previsti sono collegati all’attivazione contestuale di due misure del PSR Molise 2014-2020: la misura 4.1 e la misura 6.1.

PSR Molise: le sottomisure 4.1 e 6

Ulteriori novità arrivano dal Programma di Sviluppo Rurale molisano, con riferimento alle sottomisure 4.1, 6.2, 6.4 e agli interventi 6.4.1. e 6.4.2.

La determinazione direttoriale 104 del 13 giugno 2017 ha visto la pubblicazione della seconda edizione del bando relativo alla Sottomisura 4.1. L’avviso riguarda il “Sostegno a investimenti nelle aziende agricole”. Il provvedimento ha fissato al 14 luglio prossimo la scadenza per la presentazione delle domande relative.

Sempre il 13 giugno scorso, con determinazione direttoriale numero 105, venivano approvati nuovi bandi relativi alla Sottomisura 6 del PSR regionale.

Nel dettaglio, le nuove call riguardano:

  • La Sottomisura 6.2: “Aiuti all’avviamento di attività imprenditoriali per attività extra-agricole nelle zone rurali”;
  • La sottomisura 6.4: “Sostegno a investimenti nella creazione e nello sviluppo di attività extra-agricole”;
  • L’intervento 6.4.1: “Investimenti nella creazione e nello sviluppo di attività extra-agricole nelle imprese agricole”;
  • L’intervento 6.4.2: “Sostegno a investimenti nella creazione e nello sviluppo di attività extra-agricole”.

Per quanto riguarda questi ultimi 4 bandi, il termine per la presentazione delle domande è fissato al 15 settembre 2017.

Per maggior informazioni relative al PSR Molise 2014-2020 e ai bandi di gara aperti, è possibile visitare il sito web ufficiale http://psr.regione.molise.it

FONTI:

http://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/17015

http://psr.regione.molise.it/node/160

http://psr.regione.molise.it/node/167

http://psr.regione.molise.it/node/168

Il settore biologico italiano alla conquista di Bruxelles: va in scena la BIO WEEK

Dal 26 giugno al 2 luglio è andata in scena a Bruxelles, in Belgio, la BIO WEEK. 7 giorni di eventi per informare e sensibilizzare cittadini, istituzioni e stakholder, sull’importanza del mercato dei prodotti biologici. All’appuntamento ha partecipato anche il commissario all’Agricoltura dell’Unione, Philipp Hogan.

A organizzare l’evento, FederBio, la Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica, che ha voluto in questo modo dare risalto ai prodotti agroalimentari italiani a marchio bio.

I prodotti bio italiani sbarcano a Bruxelles

Italia ed Europa stanno conoscendo una crescita esponenziale del mercato dei prodotti a marchio bio. Secondo gli ultimi dati diffusi da Agence Bio, nel 2015 la superficie totale di terreni europei coltivati con metodo biologico raggiungeva gli 11,2 milioni di ettari, il 6,2% della SAU del continente. Nel giro di 5 anni, dal 2010, la superficie è incrementata del 21%. Anche la percentuale di terreni in conversione verso il metodo biologico in UE è in crescita esponenziale: in 14 Stati comunitari, la conversione riguarda più del 20% dei terreni, per 8 Stati tra il 10 e il 20%, per gli ultimi 4 la percentuale è ferma al di sotto del 10%. A dimostrazione dell’estrema vivacità del comparto.

L’Italia, che è seconda in Europa in termini di ettari coltivati a bio e quinta per SAU, può sfruttare il trend, proponendo eccellenze gastronomiche uniche al mondo. È questo l’intento di eventi come la BIO WEEK di FederBio presso il Parlamento Europeo a Bruxelles.

L’idea infatti è di promuovere i prodotti agroalimentari biologici italiani. Nella capitale belga, la Federazione ha individuato un “un mercato strategico che si distingue per un interessante mix di propensione al consumo, possibilità di spesa e ampia presenza di ristoratori interessati a proporre un menu mediterraneo, incentrato sul concetto biologico”.

Ecco perché la BIO WEEK è stata l’occasione per una serie di eventi informativi, di promozione dei prodotti italiani a marchio bio, da spingere nel circuito della ristorazione e della distribuzione del Paese nord europeo.

Anche il Commissario Hogan alla BIO WEEK di Bruxelles

All’evento di apertura della BIO WEEK, lunedì 26 giugno, hanno presenziato anche il Commissario UE per l’agricoltura, Philip Hogan, e il capo negoziatore per la riforma del regolamento UE sul biologico, Martin Hausling. Presenti inoltre, 150 tra professionisti, decison maker, VIP customer, opinion leader e buyer della GDO.

Durante la serata, alcuni chef hanno proposto ricette preparate con prodotti esclusivamente bio.

Paolo Frigati dell’Ufficio di Presidenza di FederBio è intervenuto sottolineando l’importanza del settore nel contesto europeo, soprattutto alla luce del regolamento UE in corso di approvazione a Bruxelles:

«Il mercato richiede sempre più prodotto bio non solo per una crescente attenzione verso la sostenibilità ambientale ma anche per un nuovo approccio alle qualità nutrizionale degli alimenti.Le rappresentanze del settore biologico e la politica devono condividere un approccio all’altezza della sfida che abbiamo davanti: far diventare il biologico il sistema agricolo e alimentare di riferimento per l’Europa, sapendo che l’Italia su questa frontiera può giocare un ruolo di leader».

Proprio durante la BIO WEEK, i Paesi dell’Unione hanno raggiunto un accordo informale sull’approvazione del nuovo regolamento. Un accordo che ora deve vedere l’approvazione definitiva da parte delle istituzioni di Bruxelles.

FONTI:

http://www.feder.bio/comunicati-stampa.php?nid=1191

http://www.suoloesalute.it/la-coltivazione-biologica-europa-nel-mondo-lanalisi-agence-bio/

http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Organic_farming_statistics

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2017/07/04/biologico-l-ue-ci-prova/54810

Cotone e mais OGM: la Commissione UE autorizza 5 nuovi prodotti

È arrivata il 4 luglio una nuova approvazione di cotone e mais OGM nel territorio dell’Unione Europea.

La Commissione UE ha infatti dato il via libera a 5 nuove autorizzazioni per prodotti geneticamente modificati, che saranno destinati sia all’alimentazione umana che ai mangimi per animali.

Per il momento l’autorizzazione riguarda solo l’importazione di tali prodotti e non la loro coltivazione.

Cotone e mais ogm: il via libera a 5 prodotti

Sono 5 le nuove autorizzazioni di cotone e mais ogm approvate dalla commissione europea, di cui 4 nuove. L’ultima, quella che riguarda il mais Mon810, interessa invece il rinnovo di un’autorizzazione pre-esistente.Tre le varietà geneticamente modificate di mais, due quelle di cotone.

Sono 5 le sigle di prodotti ogm approvati:

  • Cotone 281-24-236 x 3006-210-23 x MON 88913;
  • Cotone GHB 119;
  • Mais Bt11 × 59122 × MIR604 × 1507 × GA21;
  • Mais DAS-40278-9;
  • Mais MON 810.

Le autorizzazioni, che resteranno in vigore per i prossimi 10 anni, valgono per uso alimentare e per l’utilizzo degli ogm nei mangimi.

I prodotti OGM approvati sono passati attraverso una completa procedura di autorizzazione, inclusa una valutazione scientifica da parte dell’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare”, leggiamo sul sito ufficiale dell’Unione. “Ciascuno dei prodotti derivati da tali OGM sarà soggetto alle rigorose regole dell’UE su etichettatura e tracciabilità”.

Il parere positivo della Commissione è arrivato dopo che gli Stati Membri avevano espresso un voto “no opinion” (nessuna opinione) nelle sedi competenti, i Comitati Permanente e d’Appello. A quanto pare, la conflittualità esistente tra i diversi Paesi UE sulla questione, ha impedito il formularsi di una posizione comune sulle nuove varietà di cotone e mais ogm approvati.

Cotone e mais ogm: gli ultimi voti sfavorevoli del Parlamento

L’approvazione da parte della Commissione arriva malgrado negli ultimi mesi il Parlamento europeo abbia reiterato più volte il proprio parere negativo all’importazione di prodotti ogm, anche se di altro tipo.

Ad aprile, l’istituzione di Strasburgo aveva affermato la propria contrarietà su 5 varietà di mais ogm: Bt11, 59122, MIR604, 1507 e GA21. In quell’occasione, la maggioranza per il voto sfavorevole era stata piuttosto ampia: 426 parlamentari contro 230, con 38 astensioni.

Ancora a maggio gli eurodeputati avevano detto chiaramente no a mais e cotone ogm con due distinte votazioni. In questo caso, i prodotti erano il mais Das-40278-9 e il cotone Ghb 119.

In entrambi i casi, si votava per la sospensione dell’autorizzazione al commercio, con approvazioni ad ampia maggioranza: 435 favorevoli e 216 contrari nel primo caso (34 astenuti) e 425 favorevoli con 230 contrari (27 astenuti) nel secondo.

FONTI:

http://www.informatoreagrario.it/ita/News/scheda.asp?ID=3403

http://europa.eu/rapid/press-release_MEX-17-1908_en.htm

http://www.suoloesalute.it/europarlamento-dice-stop-agli-ogm-no-al-mais-geneticamente-modificato/

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2017/05/19/mais-e-cotone-ogm-il-parlamento-ue-si-oppone-all-importazione/54199

Fusione Bayer-Monsanto, chiesta autorizzazione a UE. Gli ambientalisti: “Un matrimonio all’inferno”

La multinazionale tedesca Bayer AG ha richiesto ufficialmente all’Unione Europea l’approvazione della fusione con Monsanto.

L’operazione era stata chiusa nel settembre del 2016. Il colosso chimico e farmaceutico tedesco pagava 128 dollari per azione per accaparrarsi il colosso americano delle sementi e degli agrofarmaci. Costo totale dell’operazione: 66 miliardi di dollari.

Il gigante dell’agrochimica nato dalla fusione, se questa dovesse essere definitivamente approvata, controllerà il 24% del mercato dei pesticidi e il 29% del mercato dei semi.

Fusione Bayer Monsanto: la parola passa all’UE

Sarà ora la Commissione europea a doversi esprimere sulla richiesta di autorizzazione per la fusione. In un comunicato Bayer, che ha annunciato la richiesta presentata dalla multinazionale, i vertici del colosso tedesco hanno dichiarato di voler continuare “a lavorare a stretto contatto con le autorità europee per chiudere l’acquisizione prima della fine del 2017”.

La decisione della Commissione dovrebbe arrivare entro la fine del 2017. Intanto, Carles Esteva Mosso, vice direttore generale con delega alle fusioni presso il dipartimento per la competitività della Commissione, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito all’accordo.

Sottolineando che sarebbe sbagliato pensare che l’accordo porterà a soli 4 competitor globali il numero di aziende che si occupano di difesa delle coltivazioni. Infatti, spiega, “per l’80% dei raccolti europei sono già 4 o meno i player globali capaci di produrre e innovare”.

Trattandosi di una fusione tra aziende di diversa nazionalità, la Bayer ha dovuto richiedere un’autorizzazione specifica anche dagli Stati Uniti. Secondo Bloomberg, il Dipartimento della Giustizia americano potrebbe chiederealla multinazionaledi vendere alcuni asset prima di consentire la manovra, con l’obiettivo di ridurre le preoccupazioni in termini di competitività.

Come si muoverà invece l’Unione Europea? Difficile a dirsi. Di recente, la Commissione ha approvato la mega-fusione tra Dow e DuPont, un affare da 130 miliardi di dollari,dopo che quest’ultima ha assicurato alle istituzioni europee importanti disinvestimenti nel business degli agrofarmaci.

Fusione Bayer-Monsanto: “Un matrimonio all’inferno”

Friends of the Earth Europe, network ambientalista continentale, ha indirizzato una lettera alla Commissione Europea a nome di più di 200 organizzazioni che rappresentano coltivatori, allevatori, apicoltori e sigle ambientaliste, per fermare la l’accordo tra Bayer e Monsanto.

Questa fusione sarebbe un matrimonio all’inferno, ha dichiarato Adrian Bebb di Friends of the Earth. “Bayer e Monsanto detengono già un potere enorme sui nostri sistemi agroalimentari e la loro unione sarebbe una pessima notizia per cittadini, coltivatori e ambiente”. Tutti gli occhi, ora, sono puntati su Margrethe Vestager, Commissario Europeo alla Concorrenza. Bebbe scrive che Vestager “deve fermare questa fusione per impedire alle mega-corporation di impossessarsi di una fetta ancora più grande delle nostre campagne e della nostra filiera alimentare”.

FONTI:

http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/business/2017/06/30/bayer-chiesta-lautorizzazione-allue-per-la-fusione-con-monsanto_1e8f2f8d-b8e6-4f7d-b0b3-1277e0ab2cb9.html

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2016-09-14/verso-l-accordo-la-fusione-bayer-e-monsanto-124141.shtml?uuid=ADmdsIKB

http://www.affaritaliani.it/affari-europei/la-commissione-ue-analizzeremo-la-fusione-bayer-monsanto-440929.html?refresh_ce

https://www.theguardian.com/global-development/2017/mar/27/eu-greenlights-dow-dupont-mega-merger-food-security-fears-climate-change

https://www.bloomberg.com/news/articles/2017-06-30/bayer-seeks-eu-blessing-for-66-billion-monsanto-takeover

http://www.foeeurope.org/monsanto-bayer-notify-eu-plan-merge-300617