Suolo e Salute

Mese: Febbraio 2015

Il vino bio continua a crescere

Prosegue la crescita delle vendite di vini biologici nel mondo. Secondo quanto divulgato in occasione del recente “Millesime bio”, tenutosi a Montpellier (Francia), il settore dei vini biologici può contare su una produzione mondiale complessiva di circa 6 milioni di ettolitri e su circa 275 mila ettari coltivati a vigneto biologico, ovvero il 3,6% di tutti i vigneti del mondo. Una crescita addirittura dell’11% rispetto al 2013, in cui quasi un terzo riguarda conversioni. L’interesse sempre maggiore per i vini biologici è confermata anche dall’aumento netto delle superfici nel periodo 2007-2013, con un +164% che la dice lunga sulla crescente considerazione del mercato enologico per i prodotti bio. L’Europa si conferma senza dubbio la patria dei vini biologici, dato che nel vecchio continente si concentra il 73% della produzione totale. La parte del leone la fanno l’Austria (con il 9,7% delle superfici), la Francia (8,5%) e la Spagna (8,4%) seguite dall’Italia che, con il suo 7,9%, supera di mezzo punto percentuale la Germania, attestata sul 7,4%. L’export invece vede ampiamente in testa alla classifica la Spagna, che sa sola copre il 39% delle esportazioni mondiali, seguita dalla Franca con il 19% e dall’Italia con il 17%.

Ma mentre nel caso della Spagna la produzione di vini biologici è quasi interamente coperta dalle esportazioni, al contrario in Francia e in Italia sono aumentati significativamente i consumi interni. Nel nostro paese nel 2013 più di un italiano su dieci (l’11,6%, per l’esattezza) ha bevuto almeno una volta, un vino biologico, con un balzo in avanti davvero notevole al 2012, quando solo il 2% aveva compiuto questa scelta. Interessante anche la crescita delle vendite presso la Gdo: secondo i dati Nomisma Wine Monitor infatti l’aumento medio è stato del 4% annuo.  Tra i paesi importatori la parte del leone la fanno Germania e i Paesi del Nord Europa, mentre fuori dall’UE crescono in particolare Giappone, USA e Canada. Anche se, nel caso degli Stati Uniti, resta aperta la questione del mancato riconoscimento della certificazione biologica europea in ragione della quale i vini venduti sul mercato americano non possono riportare in etichetta la dicitura “biologico”. Un aspetto quest’ultimo che dovrà essere affrontato e risolto nell’ambito dei negoziati commerciali attualmente in corso tra USA e Europa, l’ormai celebre TTIP (Trattato Transatlantico per il commercio e gli investimenti) di cui abbiamo dato ampio rilievo in altri articoli pubblicati nelle settimane scorse.

Fonte: “Il Sole 24 Ore”, Sinab

Due note del Mipaaf su importazioni e tabacco bio

Il Mipaaf ha emanato il 13 gennaio u.s. Due distinte note, la prima in merito alle importazioni di prodotti biologici da Paesi Terzi (Nota n. 1510) e la seconda invece riguardante l’applicazione del Reg. (CE) n. 835/2007 per quanto riguarda la certificazione del tabacco biologico (Nota n. 1515).

Il testo completo delle due note è disponibile agli indirizzi qui di seguito riportati

Nota n. 1510 del 13 gennaio 2015

Nota n. 1515 del 13 gennaio 2015

Allegato Nota n. 1515

Fonte: Mipaaf, Sinab

Oggi la seconda giornata nazionale contro lo spreco

Si celebra oggi la seconda Giornata nazionale contro lo spreco alimentare in Italia, dopo il successo della prima edizione che aveva riunito a Roma gli “Stati generali” dello spreco in Italia, convocando la Consulta di oltre 200 produttori, distributori e stakeholders della filiera agroalimentare italiana.

L’iniziativa, promossa dal Ministero dell’Ambiente con Last Minute Market e il Distal – Università di Bologna, cadenza simbolicamente i progressi del programma promosso dal comitato tecnico scientifico attivato dal Ministero dell’Ambiente per la prevenzione dei rifiuti e dello spreco di cibo, presieduto da Andrea Segrè. E’ lo stesso Segrè a illustrare i nuovi successi conseguiti: «Possiamo oggi annunciare che è finalmente in vista la semplificazione normativa per gli alimenti invenduti. Sarà una pietra miliare sul versante della lotta allo spreco alimentare, perché consentirà finalmente di favorire e incentivare la donazione delle eccedenze e dei prodotti alimentari invenduti lungo la filiera, attraverso la semplificazione, razionalizzazione e armonizzazione del quadro di riferimento – procedurale, fiscale, igienico-sanitario – che disciplina il settore. Con l’attivazione della Consulta PINPAS siamo pervenuti al Position Paper che sintetizza le linee direttrici per una nuova normativa, ci auguriamo operativa entro il 2015, anno di Expo».

Secondo una recente ricerca di Gfk Eurisko, ogni anno in media una famiglia italiana getta quasi mezzo quintale di cibo (49 kg, per l’esattezza), per un totale di 1,19 milioni di tonnellate di alimenti. Un quantitativo che, tradotto in termini economici, corrisponde a circa 7,65 miliardi di euro, ovvero una media di 316 € per famiglia che finiscono letteralmente nella pattumiera. Al primo posto tra gli alimenti sprecati ovviamente i prodotti freschi, in primis la verdura (10,7 kg) e la frutta (9,9 kg), seguite dal pane (9,1 kg), e dalla pasta (6,0 kg). Segno che, malgrado la tendenza si stia invertendo, molto resta ancora da fare.

E anche per questi motivi proprio oggi prende il via la nuova iniziativa promossa da Last Minute Market e dalla campagna europea “Un anno contro lo spreco” con il Distal dell’Università di Bologna: si tratta del Diario domestico dello spreco alimentare: «un campione rappresentativo di famiglie italiane – racconta ancora Andrea Segrè – sarà impegnato nel monitoraggio scientifico del cibo sprecato. Per la prima volta, quindi, gli italiani conteggeranno il loro spreco effettivo, anziché la loro percezione. Si tratta di un’iniziativa decisamente ‘rivoluzionaria’, sulla scia di quanto da tempo si sta sperimentando nei Paesi anglosassoni: lo studio consentirà di capire quali prodotti alimentari sono maggiore oggetto di spreco all’interno dei nuclei domestici italiani, e perché, completando i dati già monitorati nel tempo dall’Osservatorio nazionale Waste Watcher”.

Come spiega sempre Segrè, il progetto pilota contiene elementi di assoluta novità rispetto ad esperienze analoghe, in quanto “registra anche il cibo che viene smaltito attraverso gli scarichi domestici (latte, succhi di frutta o caffè avanzato che si getta nel lavandino) o dato da mangiare agli animali domestici”.

L’esperimento sarà realizzato nell’arco di una settimana durante il mese di aprile 2015 e offrirà indicazioni chiare sull’intervento da realizzare per ridurre gli sprechi domestici, sia nel contesto di una campagna mirata di comunicazione, che nell’impostazione di un dialogo efficace con gli stakeholder. I dati così raccolti verranno quindi presentati il prossimo 5 giugno, in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente.

E’ bene ricordare che uno dei principali impatti dello spreco alimentare riguarda l’ambiente e la biodiversità, come ha sottolineato anche il WWF che, per la giornata contro lo spreco, ha messo in essere una serie di iniziative di sensibilizzazione. E proprio il WWF sarà presente a Expo 2015 in qualità di “Civil Society Participant” per portare l’alimentazione sostenibile all’attenzione del grande pubblico.

Si tratta di un problema di portata enorme, come testimoniato anche dal rapporto del 2013 della FAO “Food wastage footprint. Impacts on natural resources”: l’impronta annuale di carbonio del cibo non consumato è infatti pari a 3,3 miliardi di tonnellate di CO2: per capire le dimensioni del fenomeno, basta sapere che lo spreco nei fatti rappresenta la terza fonte di emissioni al mondo di CO2, dietro solo a Cina e Stati Uniti. Stesso discorso vale per quanto riguarda il consumo idrico: la produzione di cibo che viene poi perduto e gettato è pari al flusso annuale d’acqua del Volga, una quantità davvero inimmaginabile, e il suolo occupato inutilmente è pari a circa 1,4 miliardi di ettari di terra, ovvero un terzo di tutte le terre agricole coltivate al mondo. Una follia che è tempo di sanare, con l’impegno di tutti.

Fonte: Last Minute Market, WWF, La Repubblica

Ifoam cambia nome e adotta il dominio .bio

Nel dicembre 2013 Ifoam ha effettuato un sondaggio presso i propri associati in merito alla possibilità di cambiare il proprio nome. I feedback ricevuti, unitamente a diverse sessioni di brainstorming interni all’organizzazione, hanno portato alla scelta di adottare come nuovo nome “IFOAM – Organic International”, richiamando in questo modo sia la diversità che la natura globale dell’organizzazione. IFOAM con l’occasione ha annunciato l’introduzione di un nuovo logo, progettato per rispecchiare queste novità, che verrà adottato d’ora in avanti in tutte le comunicazioni ufficiali dell’ente. Contestualmente, IFOAM ha spostato il proprio dominio web all’indirizzo www.ifoam.bio, e un certo numero di associati – tra cui demeter.bio, biosuisse.bio, biokreis.bio, bioland.bio, ecocert.bio – hanno fatto lo stesso. Il passaggio al dominio .bio permette ad IFOAM di comunicare con maggior chiarezza il proprio impegno verso i principi dell’agricoltura biologica. Ricordiamo inoltre che al prossimo BioFach, in programma dall’11 al 14 febbraio a Norimberga, IFOAM sarà presente col proprio stand presso il padiglione 1, stand 447.

Fonte: IFOAM Organic International

Pubblicato sulla G.U. L’accordo di equivalenza EU-Corea del Sud sul bio

E’ stato pubblicato il 29 gennaio u.s. sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE, il Regolamento di Esecuzione n. 131 del 23 gennaio 2015, con il quale la Commissione UE include la Repubblica di Corea nell’allegato III del regolamento (CE) n. 1235/2008. In seguito all’accordo la Corea del Sud riconosce come equivalenti i prodotti bio provenienti dall’UE, e l’Unione Europea dal canto suo riconosce la Corea del Sud come Paese terzo equivalente consentendo l’importazione di una serie di prodotti trasformati. L’accordo è valido a tutti gli effetti a partire dal 1° febbraio 2015.

Il testo completo del Reg. (UE) n. 131/2015 del 23 gennaio 2015 è disponibile a questo link.

Fonte: Sinab

Il Veneto proroga i termini per la presentazione dei PAP

Con Decreto n. 7 del 27 gennaio 2015, la Regione Veneto ha prorogato i termini per la presentazione delle comunicazioni al sistema BOPV relative ai programmi annuali di produzione biologica. Pertanto per il 2015 i termini per la presentazione dei PAP al succitato sistema informativo regionale veneto (il BOPV), originariamente fissato al 31 gennaio 2015, viene prorogato al 31 marzo p.v.

Il testo integrale del DD 7 del 27/01/2015 è disponibile a questo indirizzo.

 

Fonte: Sinab, Regione Veneto