Suolo e Salute

Mese: Gennaio 2014

PAC, accordo con le Regioni. De Girolamo: risultato di grande rilievo

Il Ministro De Girolamo ha voluto commentare oggi l’accordo raggiunto ieri 15 gennaio con le Regioni riguardo l’applicazione della PAC relativamente al secondo pilastro. “Esprimo grande soddisfazione per l’accordo raggiunto oggi con gli Assessori regionali all’Agricoltura e che dovrà essere sottoposto all’approvazione della Conferenza Stato-Regioni di domani sul riparto dei fondi destinati allo sviluppo rurale per la fase di programmazione 2014 – 2020”, ha dichiarato il ministro. “Si tratta di un risultato di grande rilievo – ha proseguito De Girolamo – perché permetterà alle Regioni di avviare al più presto la nuova programmazione e al Ministero di concentrare l’attenzione su misure di grande importanza strategica, come la gestione delle crisi, particolarmente attese dal mondo produttivo, tenuto conto che la riforma della PAC ha di fatto ridimensionato fortemente tutti i precedenti strumenti comunitari utilizzati per la regolazione dei mercati”. “Sono certa che le Regioni sapranno valorizzare al meglio le potenzialità offerte dalla nuova programmazione dello sviluppo rurale, la cui dotazione finanziaria complessiva, rispetto al periodo 2007 – 2013, cresce di quasi 3 miliardi di euro per l’intero periodo”. I fondi stanziati per lo sviluppo rurale ammontano a 20,85 miliardi di euro in sette anni, 18,6 dei quali per l’attuazione dei programmi regionali e 2,2 per misure nazionali per la gestione del rischio, per il piano irriguo, la diversità animale e il finanziamento della nuova rete rurale nazionale. Per quanto riguarda i tassi di cofinanziamento comunitario, la proposta prevede un riconoscimento per le regioni più efficienti, secondo questa successione:  Cofinanziamento Feasr Regioni Competitività: 43,12% (-1,78% rispetto al 2007-2013);  Cofinanziamento Feasr Regioni Transizione: 48,00% (+3,10%) ; Cofinanziamento Feasr Regioni Convergenza: 60,50% (+1,2%). Complessivamente, il cofinanziamento per i prossimi sette anni vedrà una riduzione dello 0,9% rispetto al periodo 2007-2013 (50,0% contro il 50,9% precedente).

Fonte: Aiol

Al CRA-RPS di Roma un seminario sul bio USA

E’ in programma il 22 gennaio prossimo presso la sede del CRA-RPS di Roma un seminario riguardante gli aspetti tecnici e normativi del bio statunitense. All’incontro interverranno il Dott. Robert Turnbull, dell’Iowa State University, che parlerà delle normative e della struttura del mercato del biologico USA, e la Professoressa Kathleen Delate, dello stesso ateneo, che terrà un intervento sui servizi agroecologici e ecosistemici del biologico statunitense. Il programma completo può essere consultato collegandosi a questo  link

Fonte: Sinab

Mipaaf, nota di chiarimento su notifica del contoterzista e documento giustificativo

E’ stata pubblicata la Nota n. 2137 del 13 gennaio 2014 con la quale il Mipaaf ha diffuso alcune precisazioni in merito ad aspetti inerenti la notifica del contoterzista e le indicazioni che devono essere riportate nel documento giustificativo. Il testo completo della nota è consultabile a questo link.

Fonte: Mipaaf, Sinab

La DG SANCO pubblica una relazione sui controlli di produzione e etichettatura bio in Italia

E’ stata pubblicata dall’Ufficio Veterniario e Fitosanitario della DG SANCO una relazione riguardante i risultati dell’audit realizzato nell’aprile del 2013 in Italia in merito ai sistemi di controllo e di etichettatura del biologico. Dalla relazione sono emerse alcune criticità del sistema nel nostro paese. In particolare secondo quanto riportato nella relazione, manca una buona coordinazione tra le autorità competenti. Le riforme strutturali in corso inoltre rendono più debole il il sistema di supervisione degli enti di controllo. Su questi aspetti, viene sottolineata l’importanza della creazione di un comitato nazionale con il compito di  far fronte a questi problemi. Un altro punto importante evidenziato dal testo è che al momento il sistema di controllo sulle importazioni di prodotti biologici non garantisce appieno che le spedizioni siano effettivamente verificate secondo quanto previsto dalla normativa europea, rendendo potenzialmente permeabile l’Italia all’entrata di lotti non conformi. In particolare vengono sottolineate alcune carenze riguardanti la gestione degli animali, le deroghe all’uso di mangimi convenzionali e la verifica accurata delle informazioni da parte degli organismi di controllo. Malgrado queste criticità, il report della DG SANCO sottolinea che l’attività di supervisione degli organi di controllo da parte delle autorità competenti è basata su un numero sufficiente di valutazioni negli uffici centrali e regionali, e che i controlli, effettuati su piani annuali, sono basati su criteri di riscio afeguati, grazie ad un numero di campioni analizzati dagli organismi di controllo e di verifiche effettuate dalle autorità competenti a livello di mercato che consentono di ottenere un quadro chiaro sul livello di conformità nell’agricoltura biologica. Il testo completo della RELAZIONE è consultabile a questo link , unitamente alle raccomandazioni della stessa DG SANCO.  A questo link  inoltre è possibile consultare gli altri rappporti di audit relativi ad altri Paesi e ad altri settori.

Fonte: Commissione UE, Sinab, AIOL

Pubblicato il Reg. UE n. 299/2013 – Commercializzazione olio di oliva

Con la pubblicazione del regolamento comunitario 299/2013 il 26 marzo scorso anche olivicoltori, frantoi aziendali, sansifici e commercianti di olive saranno obbligati alla tenuta del registro di carico e scarico. Il nuovo regolamento europeo stabilisce infatti che “le persone e i gruppi di persone fisiche o giuridiche che detengono, ai fini dell’esercizio della loro professione o a fini commerciali, olio d’oliva ed olio di sansa, dalla fase dell’estrazione al frantoio fino all’imbottigliamento incluso, hanno l’obbligo di tenere registri di entrata e di uscita per ogni categoria di questi oli”. La nuova normativa europea estende quindi il campo di applicazione della tracciabilità obbligatoria anche agli oli di sansa e agli oli raffinati, prima esclusi, senza ammissione di deroghe, a differenza di quanto previsto dal DM 8077/09. Ad essere esentati dall’obbligo pertanto restano solo gli operatori che detengono oli esclusivamente “utilizzati per la preparazione di prodotti diversi dagli oli destinati all’alimentazione; destinati all’autoconsumo; preconfezionati ed etichettati.” In base all’attuale formulazione della bozza di decreto, inoltre, non sarebbero tenuti al registro di carico e scarico anche quegli olivicoltori che cedessero l’intera loro produzione, in olive od olio, a un frantoio o a un commerciante. Ma il confezionamento anche di una sola bottiglia di olio automaticamente fa scattare l’obbligo di renuta dei registri. Restano invece dubbi in merito agli oli a denominazione d’origine e quelli biologici e proprio per questo motivo i diversi attori della filiera, riuniti in settimana per discutere il nuovo provvedimento nazionale che recepirà il regolamento 299/2013, hanno chiesto che venga istituito un unico registro per le annotazioni. Richiesta che si oppone all’orientamento di alcune strutture ministeriali intenzionate a separare oli Dop e bio dagli altri oli extra vergine. Quanto chiede la filiera è una semplificazione delle procedure e l’istituzione di un unico registro Sian che comprenda tutti gli oli. In termini pratici, pertanto, a partire dal 1° gennaio 2014 tutti gli operatori devono dotarsi di Pin per acceso al sistema Sian. È inoltre specificato che “le annotazioni nei registri si effettuano entro e non oltre il sesto giorno successivo a quello dell’operazione, giorni festivi compresi.” La tenuta dei registri potrà in ogni caso essere delegata alle associazioni di categoria e ai centri di assistenza agricola. Novità anche sul fronte dei controlli: deputato a vigilare sul settore olivicolo-oleario sarà adesso il Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari del Mipaaf (ICQRF). Secondo quanto previsto dall’articolo 2 bis, comma 4 del regolamento 299/2013 dovrà essere eseguito un controllo di conformità ogni mille tonnellate d’olio commercializzato. La bozza del decreto italiano inoltre fissa criteri precisi per l’identificazione di eventuali profili di rischio sul prodotto, tra i quali il prezzo, il periodo di produzione, il paese di origine e quello di destinazione.

Europa, nuovo allarme per le api

La notizia è davvero allarmante: secondo una ricerca pubblicata recentemente su Plos One, circa il 50% delle nazioni europee non hanno un numero sufficiente di api per impollinare le colture. La situazione sembra particolarmente critica in Gran Bretagna, dove secondo le stime le api che mancano all’appello sono ben il 75%. Anche se, a parziale consolazione per il dato altrimenti sconfortante, vi è la considerazione dei ricercatori secondo i quali numerosi insetti impollinatori selvatici come bombi, altri imenotteri e sirfidi stanno compensando almeno in parte alla carenza di api. Negli ultimi anni le popolazioni di api hanno subito un declino costante, a causa sia dell’uno (e abuso) di fitofarmaci che per il proliferare di fitopatie che hanno messo localmente in ginocchio numerose comunità. Anche se, in controtendenza con questo dato, sembrano in aumento le colonie di api, aumentate del 7% nel periodo 2005-2010. Malgrado questo dato parzialmente positivo, i ricercatori non nascondono la loro grande preoccupazione: “Se non agiamo subito, ci aspetta un futuro catastrofico,” ha dichiarato il prof. Simon Potts, dell’Università di Reading, coautore della ricerca. La situazione è lungi dall’essere compresa fino in fondo o tantomeno risolta e se da un lato il bando dei neonicotinoidi è senz’altro un atto positivo per le api, a livello comunitario, secondo i ricercatori, altre norme stanno al contrario peggiorando la situazione degli impollinatori. “Esiste un divario crescente tra le politiche agricole e ambientali in tutta Europa,” ha dichiarato ancora Potts. “Abbiamo bisogno di una strategia adeguata a livello europeo per preservare le api  gli impollinatori selvatici tramite una protezione dell’habitat, una politica agricola e dei metodi agricoli , oppure rischiamo delle grandi perdite finanziarie per il settore agricolo e una potenziale crisi di sicurezza alimentare.”

Fonte: BBC News, Freshplaza