Suolo e Salute

Autore: admin

BIOLOGICO: IN ARRIVO IL MARCHIO NAZIONALE

BIOLOGICO: IN ARRIVO IL MARCHIO NAZIONALE

A breve sarà presentato in un evento nazionale che sarà ripetuto in ogni singola regione

Il marchio del biologico nazionale ormai è una realtà. Il sottosegretario Luigi D’Eramo, con delega al biologico, ha dichiarato ad AGRICOLAE: “Stiamo lavorando – così come prevede la normativa – al Regolamento, il quale dovrà essere poi licenziato dalla conferenza stampa della Conferenza Stato-Regioni. A quel punto saremo pronti per una presentazione attraverso un evento nazionale del marchio biologico italiano, ma non solo: abbiamo scelto di ripetere questo evento in ogni singola regione perché io credo che poter raccontare in maniera capillare su tutto il territorio nazionale l’importanza della certificazione del marchio biologico italiano per i nostri prodotti sia assolutamente un’azione da fare, perché non racconteremo soltanto la qualità, racconteremo anche la nostra capacità di certificare e anche la potenzialità di ogni singolo territorio”.

https://agricolae.eu/biologico-deramo-masaf-marchio-pronto-e-in-arrivo-sara-presentato-in-tutte-le-regioni-videointervista/

FRANCIA, CRESCE L’IMPEGNO DI CARREFOUR NEL BIOLOGICO

FRANCIA, CRESCE L’IMPEGNO DI CARREFOUR NEL BIOLOGICO

Il mercato biologico francese vede rosa, tornano fusioni e acquisizioni

Carrefour (il cui motto è «On a tous droit au meilleur», tutti abbiamo diritto al meglio) è entrata nel settore biologico nel 1992, lanciando il suo marchio Boule Bio, che nel 1997 è diventato Carrefour Bio, la prima linea biologica nella grande distribuzione francese, che conta ora su un assortimento di poco meno di 5.000 referenze vendute on line e nei punti vendita fisici.

Nel 2018 ha acquisito la piccola catena SO.bio (allora 8 punti di vendita nel Sud Ovest della Francia, ora 85), nel 2020 ha acquisito per circa 60 milioni di euro la catena di supermercati Bio c’ Bon che era sull’orlo del fallimento e che, dopo alcune cessioni su richiesta dell’autorità antitrust, conta ora circa 70 punti vendita.

Non sazia, Carrefour rafforza ora la posizione nel mercato biologico francese con l’integrazione dei 15 punti vendita della catena Le Grand Panier Bio, fondata nel 1997 a Clermont-Ferrand come rete di negozi biologici indipendenti e a gestione familiare, situati perlopiù nelle regioni dell’Alvernia e della Bretagna.

L’acquisizione è stata realizzata attraverso SO.bio, che con l’operazione aumenta del 20% la propria rete (e raddoppia il numero dei negozi in franchising): prima dell’acquisizione contava 85 negozi distribuiti su tutto il territorio nazionale, ma entro il 2025 era già prevista l’inaugurazione di altri 19.

Con questa acquisizione, Carrefour procede la sua espansione nel biologico, posizionandosi con le ora tre insegne al quarto posto nella classifica dei principali operatori del mercato francese, guidata da Biocoop, Naturalia e La Vie Claire.

Per saperne di più:

https://www.bio-c-bon.eu/

https://www.sobio.fr/

https://www.grandpanierbio.bio/

https://www.carrefour.fr/marques/carrefour-bio

AVVIATO UN PROGETTO PER SOSTENERE GLI OLIVICOLTORI PALESTINESI

AVVIATO UN PROGETTO PER SOSTENERE GLI OLIVICOLTORI PALESTINESI

Un progetto di cooperazione che vede operatori biologici italiani in prima fila

In un periodo certamente non facile per le comunità rurali palestinesi, è nata “Olivi – Cultura di Pace in Palestina”, nuova iniziativa che vuole unire gli olivicoltori del Mediterraneo per rafforzare la solidarietà tra produttori, cooperative e territori. Il progetto, che coincide con l’inizio della stagione di raccolta delle olive, mira a sostenere la resilienza dell’agricoltura in Palestina, anch’essa gravemente danneggiata dalle operazioni militari.

Nei mesi scorsi, esperti agronomi, cooperative, produttori biologici, amministrazioni locali e gruppi della società civile hanno partecipato a una serie di incontri con rappresentanti delle comunità agricole palestinesi, con lo scopo di costruire un’alleanza concreta.

La campagna, coordinata dalla padovana ACS ong – Associazione di Cooperazione e Solidarietà e dall’Arab Agronomists Association palestinese, è supportata da una rete ampia e variegata di realtà italiane e palestinesi impegnate nella cooperazione internazionale, nell’agricoltura responsabile e nella promozione della giustizia economica e sociale.

“I promotori dell’iniziativa – dice Nicola Manno, agroecologo e cooperante di ACS Italia – sono organizzazioni, cooperative e aziende che da anni sostengono concretamente le filiere agricole palestinesi, fornendo supporto tecnico quotidiano alle comunità rurali, promuovendo campagne etiche e prezzi solidali per garantire un reddito dignitoso ai produttori, oltre a pratiche agricole sostenibili e trasparenti per i consumatori. Non si tratta solo di commercio equo e solidale, ma di un impegno concreto per l’autodeterminazione delle comunità palestinesi. L’adesione a questa campagna comporta azioni tangibili: gli agricoltori promuovono iniziative di solidarietà nei loro territori e, dove possibile, applicano un sovrapprezzo solidale sui prodotti. I fondi raccolti sono destinati direttamente alle organizzazioni agricole palestinesi che difendono il territorio e ricostruiscono gli oliveti danneggiati”.

I primi sostenitori dell’iniziativa solo

Agricultural Development Association – PARC

Palestinian Farmers’ Union (PFU)

ACAD: The Arab Center for Agricultural Development

Rete Humus

Con.Pro.Bio. Lucano

UPBIO – Unione Produttori Biologici

Cooperativa agricole El Tamiso

La Molazza

BiOl

Cooperativa Nuovo Cilento

 

Per ampliare la rete di solidarietà, è stata avviata una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Produzioni dal Basso, su cui potete leggere di più qui: www.produzionidalbasso.com/project/olivi-cultura-di-pace-sostieni-gli-olivicoltori-palestinesi-nella-difesa-della-loro-terra/

È MORTO IL FONDATORE DI DENNREE

È MORTO IL FONDATORE DI DENNREE

Pioniere del biologico tedesco, partito distribuendo quattro latticini di piccoli allevamenti, ha portato Dennree a 400 negozi, 6.000 ettari a gestione diretta e un fatturato di 1.5 miliardi

 

Thomas Greim, fondatore e proprietario di Dennree (il maggior gruppo tedesco in ambito biologico, più di 8.200 collaboratori e un fatturato annuo di 1,5 miliardi) è scomparso il 21 ottobre all’età di 73 anni.

Greim era stato fino a poco fa amministratore delegato del gruppo, nella cui direzione, dopo una quindicina d’anni in azienda, l’avevano raggiunto due degli otto figli, Mareike (che gestisce l’attività di Denn’s in Austria) e Joseph Nossol (amministratore delegato della divisione retail Denn’s Biomarket).

Greim si può a ragione considerare tra i pionieri del settore biologico, nel quale è stato attivo per oltre cinquant’anni. Nel 1974 aveva affiancato alla piccola azienda agricola l’attività di distribuzione locale di quattro latticini di altre aziende biologiche, nel tempo ha ampiato la gamma all’ingrosso, fino a inaugurare nel 2003 il primo negozio al dettaglio Denns BioMarkt (attualmente il gruppo ha circa 400 negozi di proprietà), sempre mantenendo la distribuzione ai negozi indipendenti, con una logistica propria e con un catalogo che ora conta circa 14mila referenze.

Nel 2015 il gruppo ha accelerato sull’integrazione verticale rilevando e avviando la conversione di Hofgut Eichigt, che ora comprende un allevamento bovino da latte su 6.000 ettari in Sassonia (linea vacca-vitello con 1400 vacche nutrici, 160 dipendenti).

Mareike e Joseph hanno dichiarato che la famiglia manterrà l’impegno nel gruppo, che proseguiirà nel percorso della responsabilità, della sostenibilità e della crescita disegnato dal padre.

Il sito del gruppo: https://www.dennree.de/

TRE SITI PER SAPERE TUTTO (O QUASI) SULL’AGRICOLTURA BIOLOGICA

TRE SITI PER SAPERE TUTTO (O QUASI) SULL’AGRICOLTURA BIOLOGICA

Sia la Commissione europea che il ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste mettono a disposizione on-line risorse per aggiornare gli operatori. Ma c’è anche una biblioteca scientifica

 

La direzione generale DG AGRI della Commissione europea mette a disposizione una sezione del suo sito dedicata alla produzione biologica.

Da pagina https://agriculture.ec.europa.eu/farming/organic-farming_it si può accedere alla segnalazione di iniziative ed eventi, approfondimenti  sulla politica agricola comune, sulla visione europea su agricoltura e alimentazione, legislazione specifica, commercio agricolo e cooperazione internazionale, dati e analisi sui mercati agricoli e l’economia delle aziende agricole e delle zone rurali. La maggior parte del materiale è disponibile anche in italiano, grazie a un servizio di traduzione automatica.

 

Da pagina https://sinab.it/, invece, si accede al Sistema di informazione nazionale sull’agricoltura biologica ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

Il sito è organizzato nelle sezioni Cos’è Bio, Politiche, Normativa (nazionale e europea, navigabile con un motore di ricerca), Dati e analisi, Importazioni Biologiche, Ricerca e Sperimentazione.

Dalle diverse sezioni si può accedere all’ Elenco degli Operatori Biologici Italiani gestito dal SIAN (fondamentale per verificare lo status biologico dei propri fornitori), a una rassegna stampa e a un discreto numero di pubblicazioni, dalle ricerche scientifiche alle guide pratiche, tutte liberamente scaricabili.

 

Chi fosse alla ricerca di materiale essenzialmente scientifico può accedere a Organic Eprints (https://orgprints.org/), un prezioso archivio internazionale ad accesso libero che raccoglie articoli e progetti relativi alla ricerca nel campo dell’agricoltura e dell’alimentazione biologica.

L’archivio contiene articoli in formato elettronico con testo completo, informazioni bibliografiche, abstract e altri metadati, oltre a offrire informazioni su organizzazioni, progetti e strutture nel contesto della ricerca sull’agricoltura biologica.

È interessante non solo la parte tecnica agronomica e zootecnica, ma anche quella economica, che raccoglie oltre 1.800 testi (comprese numerose indagini sui consumatori dei diversi Paesi). In linea con la produzione scientifica nei diversi Paesi, i testi sono prevalentemente in inglese (ma molti anche in tedesco e francese).

THE LANCET: IL SISTEMA ALIMENTARE? TUTTO SBAGLIATO, TUTTO DA RIFARE

THE LANCET: IL SISTEMA ALIMENTARE? TUTTO SBAGLIATO, TUTTO DA RIFARE

Per salute delle persone e del pianeta, clima e giustizia non si può più rinviare un cambiamento profondo dei metodi produttivi

Nel decennio scorso The Lancet (una tra le più prestigiose riviste scientifiche di ambito medico, pubblicata dal 1823) aveva dato vita a una commissione di alto livello composta da 37 scienziati provenienti da 16 Paesi, chiamata a delineare una dieta salubre e sostenibile.

 

Da una revisione completa della letteratura scientifica, già il primo rapporto della Commissione indicava come sostenere e accelerare la trasformazione del sistema alimentare: per la salute del pianeta e dei suoi abitanti è necessario un raddoppio del consumo di ortaggi, frutta, frutta a guscio e legumi, con un contestuale dimezzamento di zuccheri e carni rosse entro il 2050.

 

Ora la commissione ha presentato il nuovo rapporto 2025, aggiornando la proposta della planetary health diet (la dieta planetaria della salute), che con approccio rigoroso misura e valuta l’impatto che i sistemi alimentari hanno nel determinare il superamento dei limiti planetari, esplora le questioni complesse legate alla giustizia alimentare, propone nuove ricerche e approfondimenti, e formula raccomandazioni sulle azioni da intraprendere, con tanto di tabelle di marcia.

Tra i punti salienti del documento:

  • I sistemi alimentari sono il principale fattore di superamento dei limiti planetari e sono responsabili di circa il 30% delle emissioni di gas serra dovute all’uomo
  • Il 30% dei consumatori più ricchi è responsabile di quasi il 70% della pressione ambientale legata all’alimentazione, mentre 3,7 miliardi di persone non possono permettersi una dieta sana.
  • Il passaggio a diete più sane e ricche di vegetali potrebbe prevenire 15 milioni di morti premature all’anno a livello mondiale
  • La trasformazione dei sistemi alimentari richiede un’azione coordinata: diete più sane, dimezzamento delle perdite e degli sprechi alimentari, aumento della produttività e pratiche di produzione sostenibili.

 

Non si tratta solo di cibo, si tratta di clima, salute e giustizia. In Europa abbiamo già una strada da seguire, che è quella dell’agricoltura biologica, uno standard rigoroso e trasparente, un sistema che combina salute, ambiente ed equità e uno strumento pronto per essere implementato su larga scala per ridurre le emissioni, ripristinare gli ecosistemi e dare ai cittadini accesso a diete più sane.

 

Per leggere il rapporto e saperne di più: https://www.thelancet.com/commissions-do/EAT-2025