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GIOVANNI GATTI: «LA CULTURA RIACCENDE L’ECONOMIA DEI TERRITORI RURALI»

GIOVANNI GATTI: «LA CULTURA RIACCENDE L’ECONOMIA DEI TERRITORI RURALI»

Prodotti locali biologici unici valorizzati sui mercati di mezzo mondo e la spinta aggregativa del Biodistretto e del paniere dei prodotti tipici di Copanello (Cz). L’esperienza di Giovanni Gatti motivato produttore calabrese certificato da Suolo e Salute, erede di una tradizione di attenzione alla cultura, alla tutela dell’ambiente e alla coesione sociale del territorio che affonda le sue radici nell’opera di Cassiodoro millecinquecento anni fa

La cultura dà da vivere. La natura e l’ambiente anche. E la capacità di aggregare e coalizzare fa crescere l’economia di interi territori rurali.

Lo dimostra Giovanni Gatti, titolare dell’azienda Libero Gatti a Copanello, provincia di Catanzaro, Calabria. La promozione del Biodistretto del cibo bio di Calabria – Copanello è solo l’ultima delle sue imprese.

Buon sangue non mente

Uno spirito imprenditoriale e un’attenzione alla sostenibilità ambientale e alla coesione sociale che devono avere, almeno in parte, una base genetica. Giovanni è infatti erede di una tradizione famigliare e culturale da far tremare i polsi.

L’azienda agricola è stata infatti fondata 100 anni fa e dagli anni ’30 è stata gestita dalla nonna, la Baronessa Elvira Marincola Cattaneo e dal nonno Giovanni Gatti, confinato politico di origini modenesi, sposato in seconde nozze. La loro opera deve essere stata ispirata dalle vestigia cassiodoree presenti in azienda.

L’ispiratore del concetto di convivenza sociale

Flavio Magno Aurelio Cassiodoro Senatore è stato infatti un illuminato statista che visse nel V secolo dopo Cristo, consigliere del re Ostrogoto Teodorico il Grande (quello del Mausoleo di Ravenna), ispiratore del concetto di civiltas che mirava alla convivenza sociale, giuridica ed economica di cittadini romani e stranieri e poi fondatore proprio a Copanello del Vivarium, prototipo di monastero antecedente addirittura alla tradizione benedettina e ispiratore della loro regola.

Un’attenzione alla tenuta sociale del territorio che ha caratterizzato, 1.500 anni più tardi, anche l’opera della Baronessa Marincola Cattaneo che, eletta sindaco di Staletti negli anni ’60 ha promosso la costruzione di scuole, acquedotti, fognature e iniziative per ridurre la disoccupazione. Sotto la gestione illuminata sua e del marito l’azienda di Copanello è arrivata ad esportare olio e agrumi in Inghilterra e Nord Europa già nei primi anni ’50, precorrendo come pionieri le rotte della globalizzazione.

Un’area naturalistica unica

L’azienda di famiglia è situata sul promontorio di Copanello, riconosciuto sito di interesse comunitario della rete natura 2000, un massiccio granitico che domina tutto il golfo di Squillace con alte scogliere sul mar Ionio. Mare che ha catturato l’attenzione di Libero, figlio della Baronessa e fondatore di un Museo Naturalistico che ne ospitava le collezioni malacologiche (ora però chiuso), mentre il nipote Giovanni è più attratto dalla terra che dal mare.

Sotto la sua spinta i 24 ettari della tenuta di Copanello hanno acquisito nuova vita, con la conversione a biologico, la certificazione di Suolo e Salute, primo organismo di certificazione in Italia e anche in Calabria, dove controlla quasi il 50% delle aziende bio, e la valorizzazione di un olio d’oliva extravergine con caratteristiche aromatiche e nutraceutiche uniche.

Il promontorio di Copanello è caratterizzato infatti dalla presenza di boschi di alto fusto (la sughereta originaria fu sostituita dall’oliveto due secoli fa dai Borbone) e macchia mediterranea, con profondi valloni segnati da corsi d’acqua a carattere torrentizio.

I profumi unici della Carolea

Le olive della varietà Carolea acquisiscono qui un profumo fruttato e un aroma piccantino e amarognolo,  caratteristiche diverse rispetto a quelle del Pollino o della vicina piana di Squillace. Un plus valorizzato da Giovanni Gatti con produzioni che vengono esportate in tutto il mondo. In Giappone, in particolare, l’olio evo bio certificato Jas dell’azienda Gatti è diventato un prodotto di culto con la vendita di bottiglie serigrafate e personalizzate e l’adozione di piante e parti di oliveto a distanza.

Confetture di frutti spontanei

Prodotti biologici veramente naturali: la ricerca dell’unicità hanno spinto Gatti a produrre confetture decisamente alternative, a base di ficodindia, mirto, uva selvatica, ricavate dalla vegetazione spontanea. Le foglie dell’olivastro Olea sylvestris, opportunamente disidratate e trattate, sono diventate un ingrediente unico per insaporire formaggi, biscotti e altri prodotti da forno. Il prossimo progetto sarà quello di valorizzare la produzione di piante officinali in avviamento. Ma per arricchire la gamma delle produzioni tipiche locali Gatti ha trovato un’altra strada che coinvolge le 31 diverse realtà socie del Biodistretto del cibo bio di Calabria – Copanello.

Il sostegno indiretto di Suolo e Salute

«Un’iniziativa – commenta Alessandro D’Elia, direttore generale di Suolo e salute – in cui il nostro ente di certificazione ha svolto un ruolo indiretto di promozione e di stimolo, nel rispetto dei ruoli, forte dell’esperienza della Val di Vara, in provincia di La Spezia, dove abbiamo contribuito a fare crescere quello che è in assoluto il primo Biodistretto del nostro Paese».  Tra i soci del Biodistretto di Copanello vi sono produttori di salumi, formaggi, pastifici e cinque aziende vitivinicole. L’ideale per costituire un paniere di prodotti bio a forte connotazione locale che, grazie alla spinta di Gatti, stanno valorizzando l’offerta di ristoranti e agroturismi che accettano la sfida proposta da Giovanni.

Il recupero delle vasche di Cassiodoro

Il promontorio di Copanello è un’area naturalistica caratterizzata da una ricca avifauna e una zona archeologica con una stratigrafia dove si sono alternati insediamenti pregreci (Skilla), greci (Skilletion), romani (Scolatium) e tardoromani. Tra questi ultimi i siti cassiodorei del convento Vivarium e delle vasche di Cassiodoro, ovvero le pescicolture oggetto di un progetto di recupero sostenuto da Giovanni Gatti, e il castrum i cui resti sono tutti compresi all’interno dell’azienda Gatti.