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COMMISSIONE EUROPEA, INDAGINE SUL BIOLOGICO NELLA RISTORAZIONE SCOLASTICA

COMMISSIONE EUROPEA, INDAGINE SUL BIOLOGICO NELLA RISTORAZIONE SCOLASTICA

Un questionario per capire il rapporto tra amministrazioni locali e prodotti biologici e per individuare strumenti di valorizzazione

 

Se la Danimarca svetta (da anni quasi tutte le derrate utilizzate nelle mense scolastiche sono biologiche), l’Italia è comunque nella fascia alta della classifica sull’uso di prodotti biologici nella ristorazione collettiva pubblica, un primato favorito dalla normativa.

Già l’articolo 59 della legge n.488/1999, la “Finanziaria 2000” disponeva che “per garantire la promozione della produzione agricola biologica e di qualità, le istituzioni pubbliche che gestiscono mense scolastiche e ospedaliere prevedono nelle diete giornaliere l’utilizzazione di prodotti biologici, tipici e tradizionali nonché di quelli a denominazione protetta”, poi sono venuti i Criteri Ambientali Minimi (CAM) adottati nell’ambito del Piano per la sostenibilità ambientale dei consumi del settore della pubblica amministrazione, che fissano percentuali elevate (per quanto variabili) per le derrate biologiche da utilizzare.

La ristorazione collettiva ha un ruolo importante, sia per la divulgazione (le amministrazioni sono tenute a organizzare attività informative sulla qualità dei prodotti utilizzati) che in termini di consumo.

La Commissione europea ne è consapevole e ha lanciato un questionario rivolto alle amministrazioni locali sulle esperienze relative agli alimenti biologici nella ristorazione pubblica e sulle attività educative incentrate sulla tematica degli alimenti biologici.

L’obiettivo è disporre di un quadro complessivo della situazione nei 27 Paesi membri, anche allo scopo di avviare ulteriori politiche mirate alla maggior diffusione dei prodotti biologici nello specifico canale.

La raccolta dei dati si è conclusa il 20 novembre 2025 ed è quindi troppo presto per conoscere i risultati, ma è certamente positiva l’intenzione della Commissione di mappare le esperienze attuali della pubblica amministrazione in materia di alimenti biologici nella ristorazione collettiva.

Le informazioni saranno utili per valorizzare le esperienze più significative, a anche per studiare forme di sostegno alle amministrazioni impegnate nel miglioramento della qualità degli alimenti nei servizi pubblici in tutta Europa.

 

Nell’attesa dei risultati, non si può più rispondere, ma si può leggere il questionario a pagina https://a.cawi24.pl/organicfoodit/?tqs=X&tqlc=it&tqc=it.

FRANCIA, CRESCE L’IMPEGNO DI CARREFOUR NEL BIOLOGICO

FRANCIA, CRESCE L’IMPEGNO DI CARREFOUR NEL BIOLOGICO

Il mercato biologico francese vede rosa, tornano fusioni e acquisizioni

Carrefour (il cui motto è «On a tous droit au meilleur», tutti abbiamo diritto al meglio) è entrata nel settore biologico nel 1992, lanciando il suo marchio Boule Bio, che nel 1997 è diventato Carrefour Bio, la prima linea biologica nella grande distribuzione francese, che conta ora su un assortimento di poco meno di 5.000 referenze vendute on line e nei punti vendita fisici.

Nel 2018 ha acquisito la piccola catena SO.bio (allora 8 punti di vendita nel Sud Ovest della Francia, ora 85), nel 2020 ha acquisito per circa 60 milioni di euro la catena di supermercati Bio c’ Bon che era sull’orlo del fallimento e che, dopo alcune cessioni su richiesta dell’autorità antitrust, conta ora circa 70 punti vendita.

Non sazia, Carrefour rafforza ora la posizione nel mercato biologico francese con l’integrazione dei 15 punti vendita della catena Le Grand Panier Bio, fondata nel 1997 a Clermont-Ferrand come rete di negozi biologici indipendenti e a gestione familiare, situati perlopiù nelle regioni dell’Alvernia e della Bretagna.

L’acquisizione è stata realizzata attraverso SO.bio, che con l’operazione aumenta del 20% la propria rete (e raddoppia il numero dei negozi in franchising): prima dell’acquisizione contava 85 negozi distribuiti su tutto il territorio nazionale, ma entro il 2025 era già prevista l’inaugurazione di altri 19.

Con questa acquisizione, Carrefour procede la sua espansione nel biologico, posizionandosi con le ora tre insegne al quarto posto nella classifica dei principali operatori del mercato francese, guidata da Biocoop, Naturalia e La Vie Claire.

Per saperne di più:

https://www.bio-c-bon.eu/

https://www.sobio.fr/

https://www.grandpanierbio.bio/

https://www.carrefour.fr/marques/carrefour-bio

PIZZAGRICOLA: LA PIZZA BIOLOGICA E BIODINAMICA A FILIERA CORTA

PIZZAGRICOLA: LA PIZZA BIOLOGICA E BIODINAMICA A FILIERA CORTA

Un modello di economia circolare: la filiera regionale biologica e biodinamica toscana per una pizza locale, ecologica, digeribile e salutare

 

Nasce PizzAgricola, un progetto innovativo che unisce agricoltura biologica, biodinamica e artigianato per creare una pizza nutriente, sostenibile e a basso impatto ambientale. Finanziato dalla Regione Toscana tramite il Programma di Sviluppo Rurale (PSR), il progetto è realizzato da Apab in collaborazione con l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, il Dipartimento DiSIA dell’Università di Firenze, le aziende agricole Buonamici e Fattoria La Vialla e la start-up innovativa Bioadhoc.

L’obiettivo di PizzAgricola è creare una filiera regionale per una pizza locale, ecologica, digeribile e salutare, valorizzando le materie prime toscane. Gli impasti sono arricchiti con farine non raffinate e ingredienti funzionali ricavati dagli scarti agricoli, come la sansa d’oliva, un sottoprodotto della produzione di olio EVO, ricco di polifenoli dalle proprietà antiossidanti e benefiche per la salute.

Grazie a questo approccio, PizzAgricola promuove un modello di economia circolare, trasformando scarti vegetali in risorse alimentari di alto valore. Inoltre, tutti gli ingredienti utilizzati – farina, pomodoro, olio EVO e sansa micronizzata – sono tracciati e registrati in blockchain, offrendo ai consumatori trasparenza sulla provenienza, i processi produttivi e le caratteristiche nutrizionali della pizza.

Secondo Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, questo progetto dimostra che è possibile creare prodotti gastronomici innovativi senza rinunciare alla qualità, alla territorialità e alla sostenibilità.

 

 

https://terraevita.edagricole.it/biologico/dalla-terra-al-piatto-arriva-la-pizza-biologica-e-biodinamica/

RICERCA SCIENTIFICA E INNOVAZIONE, PER UN AGROALIMENTARE SOSTENIBILE

RICERCA SCIENTIFICA E INNOVAZIONE, PER UN AGROALIMENTARE SOSTENIBILE

Il report Agrofarma rileva un continuo progresso verso l’agricoltura biologica

Il report dell’Osservatorio Agrofarma mette in luce il continuo progresso dell’industria italiana degli agrofarmaci, con particolare attenzione all’incremento delle superfici agricole destinate all’agricoltura biologica. La ricerca e sviluppo (R&D) si stanno evolvendo grazie a numerose collaborazioni con enti pubblici e privati e a tecnologie innovative, come l’Intelligenza Artificiale, che stanno rivoluzionando il settore, in particolare nell’agricoltura 4.0. Nonostante una leggera contrazione del mercato nel 2024, le soluzioni di agricoltura digitale continuano a riscontrare successo.

Nel settore biologico, le superfici coltivate sono aumentate, raggiungendo 2,5 milioni di ettari nel 2023, pari al 20,4% della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) nazionale, ben al di sopra della media europea. La Commissione Europea ha ribadito l’importanza dell’agricoltura digitale, delle tecniche di biocontrollo e delle Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), in linea con le priorità del settore.

Il report sottolinea l’importanza delle collaborazioni tra aziende, università e centri di ricerca, con quasi 1.900 partnership attivate negli ultimi 5 anni, e come l’industria stia giocando un ruolo centrale nell’innovazione e nella sostenibilità del settore agricolo. L’uso di tecnologie moderne e un contesto normativo favorevole sono essenziali per mantenere la competitività dell’industria agroalimentare italiana a livello globale.

 

Osservatorio Agrofarma: Ricerca scientifica e innovazione sono la chiave per la promozione di un sistema agroalimentare sempre più sostenibile e competitivo

‘GIUSTO PREZZO’ DEI CIBI, IL SETTORE BIO CHIEDE COSTI TRASPARENTI

‘GIUSTO PREZZO’ DEI CIBI, IL SETTORE BIO CHIEDE COSTI TRASPARENTI

Al via la campagna ‘Sosteniamo l’agricoltura’

“La corsa al ribasso dei prezzi del cibo ha conseguenze devastanti per l’agricoltura. Negli anni Settanta, in media, il 19% del prezzo del pane andava all’agricoltore; oggi è solo il 4%. Quasi cinque volte più basso. Lo stesso accade per molti altri alimenti mentre i costi di produzione continuano a salire. Occorre invertire la tendenza, ripagando il lavoro di chi produce”. E’ l’allarme e allo stesso tempo la richiesta del mondo del biologico, che chiede che venga riconosciuto il “giusto prezzo” dei cibi.

Le istanze sono ricevute e sostenute dalla campagna “Sosteniamo l’agricoltura”, iniziativa che parte dal progetto di trasparenza sui prezzi avviato da NaturaSì, una delle principali insegne del biologico in Europa .”Occorre -afferma Fabio Brescacin, presidente e fondatore di NaturaSì in un incontro a Roma – una rivoluzione del sistema. Solo in Europa, negli ultimi 15 anni, sono sparite oltre 5 milioni di aziende agricole. Tra il 2005 e il 2020, quasi il 40% delle attività ha abbandonato i campi. Per invertire questa tendenza, l’agricoltura deve tornare attrattiva soprattutto per i giovani.

Fonte: ANSA

Per approfondimenti:

https://greenplanet.net/sosteniamo-lagricoltura-naturasi-guida-la-rivoluzione-per-un-prezzo-giusto-ai-produttori/

UN CARRELLO SEMPRE PIÙ GREEN

UN CARRELLO SEMPRE PIÙ GREEN

La sostenibilità è ormai un tema comune che sta accogliendo sempre più consenso nei consumatori.

Proprio su questo argomento si affaccia lo studio dell’Osservatorio Immagino, realizzato da GS1 Italy, che in collaborazione con Nielsen, ha studiato l’evoluzione del carrello dei consumatori.
Il paniere dei prodotti con slogan collegati alla sostenibilità ha superato le 21mila referenze, con un giro d’affari totale che sfiora gli 8 miliardi di euro.

A dominare le vendite, con un fatturato di 3,6 miliardi di euro, troviamo i prodotti con claim riconducibili alla gestione sostenibile nella fase produttiva e nel packaging. Nei 12 mesi del rilevamento sono emersi questi slogan:

  • “meno plastica” (+21,0%)
  • “biodegradabile” (+11,7%)
  • “CO2 (+19,1%)
  • “riduzione impatto ambientale” (+13,5%)
  • “sustainable cleaning” (+0,4%)

 

Al secondo posto, con un fatturato di 2,4 miliardi euro, troviamo le etichette che rimandano a un’agricoltura più vicina all’ambiente:

  • biologico
  • “senza Ogm”
  • “100% ingredienti naturali”
  • “senza antibiotici”
  • “filiera/tracciabilità

 

Si aggiungono altri dati che confermano la crescita nei comparti “senza antibiotici”, “ingredienti 100% naturali” e nei prodotti attenti alla responsabilità sociale, come Fairtrade.

 

Fonte: myfruit.it

Foto di Alexas_Fotos da Pixabay