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SEMI 100% BIO ENTRO IL 2035

SEMI 100% BIO ENTRO IL 2035

La Seed conference di Poznan ha affrontato la sfida di fare crescere la disponibilità di semente bio come auspicato dal Reg 848/2018. La Commissione ha pronta una bozza di normativa per favorire questo obiettivo. Preoccupazione per l’estensione della procedura di controllo del valore economico e di uso e per la possibile introduzione dei nuovi ogm

La legislazione europea impone l’uso di sementi bio nell’agricoltura biologica. La scarsa disponibilità ha portato però a continue deroghe per l’uso di sementi non biologiche di varietà sviluppate e testate solo per l’agricoltura convenzionale. Una maggiore disponibilità di sementi prodotte biologicamente di varietà che soddisfano i valori e i requisiti biologici sarebbe fondamentale per lo sviluppo dell’agricoltura biologica. Per raggiungere l’obiettivo sarebbe tuttavia necessario aumentare di sei volte la produzione di sementi biologiche.

Un target realizzabile secondo quanto emerso nel corso della seconda conferenza europea sulla politica delle sementi biologiche che si è tenuta il 29 settembre a Poznan, in Polonia.

Il progetto LiveSeeding

Dove si sono ritrovate le principali organizzazioni di ricerca, i politici e produttori europei di sementi per discutere su come raggiungere il 100% di utilizzo di sementi biologiche nell’agricoltura biologica entro il 2035. La conferenza è stata organizzata in collaborazione con Fibl, l’istituto di ricerca sul biologico con sede in Svizzera che coordina LiveSeeding, il progetto di innovazione cofinanziato dall’UE che mira a unire le forze per raggiungere questo obiettivo.

Il regolamento 2018/848, che norma l’agricoltura biologica dell’UE, prevede lo sviluppo di tabelle di marcia nazionali per promuovere la produzione di sementi biologiche, la sperimentazione di varietà biologiche e la selezione biologica delle piante.

Un progetto di legislazione sulle sementi proposto dalla Commissione europea prevede, ad esempio, spazio per la flessibilità per la registrazione delle varietà biologiche e consente lo scambio di sementi tra gli agricoltori.

Vcu e Ngt, le criticità

Un possibile ostacolo al loro sviluppo deriva però l’intenzione di estendere la procedura di controllo VCU (valore agronomico e d’uso) a tutte le colture. Ciò potrebbe impedire in futuro la registrazione di nuove varietà di frutta e verdura. Attualmente il test VCU è obbligatorio solo per la registrazione delle varietà di seminativi. Un’altra sfida per il settore biologico è la bozza di regolamento sulle nuove tecniche genomiche (NGT) della Commissione europea. Deregolamenta alcune tipologie di NGT e non garantisce la tracciabilità lungo la catena del valore. Ciò renderebbe più difficile mantenere il settore biologico esente da NGT.

SEMI LIBERI PER AIUTARE IL BIO EUROPEO

SEMI LIBERI PER AIUTARE IL BIO EUROPEO

Anche se in forma ridotta torna “ Seminare il futuro”

L’iniziativa alla sua decima edizione apre i battenti con solo una decina di aziende biologiche e biodinamiche pronte ad “aprire le porte” dei loro campi ai cittadini per festeggiare la semina.
Proprio su questo punto si concentra il tema di questa edizione; infatti, è necessario sensibilizzare il più possibile il consumatore verso la provenienza del cibo e del futuro dell’agricoltura e soprattutto dei semi.

C’è bisogno di semente dedicata al biologico

La selezione e produzione di semente, in questo momento, è molto ragionata per gli usi in agricoltura convenzionale. Mentre, alla luce della “Farm to Fork”, che ha l’obiettivo di portare la superficie bio europea al 25% entro il 2030, è necessario investire su semi molto più idonei alle coltivazioni bio.

Il bio ha bisogno di più ricerca, a cominciare da quella sulla selezione di semi adatti – afferma Fausto Jori, amministratore delegato di NaturaSì – È per questo che la Fondazione Seminare il futuro ha cominciato assieme all’Università di Pisa ed alla fondazione svizzera Peter Kunz una sperimentazione su 250 varietà tradizionali di grano duro provenienti dall’Italia e dal Mediterraneo. Ma non basta, ci aspettiamo che il mondo della ricerca nel suo complesso faccia la sua parte per selezionare varietà che rispondano alle diverse esigenze agricole e nutrizionali delle nostre società, rispettando la pianta, il suolo e la biodiversità naturale”. “Oggi nei campi si utilizzano prevalentemente sementi selezionate per l’agricoltura convenzionale – spiega la nota – Una buona parte degli agricoltori biologici utilizza gli stessi semi, che non si adattano al sistema bio perché selezionati per produrre piante adatte all’uso di concimi chimici: grano più basso, con radici superficiali che non sono in grado di andarsi a trovare il nutrimento naturale fornito da un suolo fertile“.

Il sostegno alla biodiversità

Interessante l’intervento dell’epidemiologo Franco Berrino all’incontro “Storie di semi. Dal Campo alla tavola” che sostiene: “Abbiamo quasi sempre potuto accedere ad un’amplissima varietà di cibi, che si è poi impoverita con lo sviluppo dell’agricoltura e drammaticamente ridotta con l’agricoltura industriale, che ha privilegiato solo poche varietà molto produttive. Gli studi epidemiologici stanno dimostrando che la biodiversità del cibo è importante per la salute – rileva Berrino – Il consumo di frutta e verdura, ad esempio, riduce il rischio di diabete e di cancro, ma la varietà della verdura consumata conferisce un’ulteriore protezione. La varietà di frutta e verdura nei primi anni di vita, inoltre, protegge dallo sviluppo di allergie alimentari. Le fibre vegetali sono il principale nutrimento dei batteri intestinali benefici, e la biodiversità del cibo vegetale garantisce un buon funzionamento del microbiota, la nostra difesa contro le malattie infettive e le malattie autoimmuni. Mangiamo dunque tutto quello che il Padre eterno ha messo a disposizione nelle varie stagioni – conclude l’oncologo – e diffidiamo della finta diversità degli innumerevoli prodotti industriali.

Proprio per i motivi sopra citati da Berrino, la fondazione Seminare il Futuro promuove la ricerca e la produzione di sementi 100% biologiche (Organic Breeding), per permettere all’Europa di poter credere davvero agli obiettivi dei prossimi anni.

 

Fonte: ansa.it