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BIOLOGICO: IN ARRIVO IL MARCHIO NAZIONALE

BIOLOGICO: IN ARRIVO IL MARCHIO NAZIONALE

A breve sarà presentato in un evento nazionale che sarà ripetuto in ogni singola regione

Il marchio del biologico nazionale ormai è una realtà. Il sottosegretario Luigi D’Eramo, con delega al biologico, ha dichiarato ad AGRICOLAE: “Stiamo lavorando – così come prevede la normativa – al Regolamento, il quale dovrà essere poi licenziato dalla conferenza stampa della Conferenza Stato-Regioni. A quel punto saremo pronti per una presentazione attraverso un evento nazionale del marchio biologico italiano, ma non solo: abbiamo scelto di ripetere questo evento in ogni singola regione perché io credo che poter raccontare in maniera capillare su tutto il territorio nazionale l’importanza della certificazione del marchio biologico italiano per i nostri prodotti sia assolutamente un’azione da fare, perché non racconteremo soltanto la qualità, racconteremo anche la nostra capacità di certificare e anche la potenzialità di ogni singolo territorio”.

https://agricolae.eu/biologico-deramo-masaf-marchio-pronto-e-in-arrivo-sara-presentato-in-tutte-le-regioni-videointervista/

AIAB: URGENTE MODIFICARE IL DECRETO 148/2023

AIAB: URGENTE MODIFICARE IL DECRETO 148/2023

Basta alle sanzioni sproporzionate per l’agricoltura biologica

Il Decreto 148/2023 limita la crescita del settore. L’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (AIAB) denuncia una significativa sproporzione nel regime sanzionatorio applicato al settore dell’agricoltura biologica rispetto ad altri comparti del sistema agroalimentare nazionale. “Se l’obiettivo del Governo è quello di penalizzare il comparto che più rappresenta l’eccellenza agroecologica italiana, allora possiamo dire che è tristemente centrato” – dichiara Giuseppe Romano, presidente di AIAB – “Il biologico rappresenta una realtà economica che conta oltre 94.000 operatori, oltre 80.000 aziende agricole, che contribuisce in maniera significativa all’export del Made in Italy, tutela i suoli e rappresenta una delle principali strategie di mitigazione dei cambiamenti climatici. Eppure, oggi è sottoposto a un impianto normativo e sanzionatorio tra i più gravosi dell’intero settore primario.”

Continuando così non facciamo gli interessi delle imprese bio italiane fortemente in deficit competitivo rispetto agli altri Paesi UE. Infatti le sanzioni amministrative, al momento, esistono solo in Italia.

I dati ICQRF 2024, parlano chiaro: il settore biologico ha subìto una media per sanzione di oltre € 6.000  contro gli scarsi € 1.300 per sanzione di altri comparti dell’agroalimentare regolamentato.

“Ciò che risulta allarmante – prosegue Romano – è che il biologico, settore strutturalmente soggetto a controlli più frequenti e onerosi, venga trattato con un accanimento normativo che, se non riformato, rischia di svuotare il comparto di operatori, scoraggiando l’adesione e mettendo a rischio una parte strategica della transizione agroecologica italiana.”

Appello al Ministero per una revisione del decreto

AIAB lancia un appello al Sottosegretario Luigi D’Eramo e al ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) Francesco Lollobrigida per avviare con urgenza una revisione del Decreto Legislativo n. 148/2023, ritenuto eccessivamente penalizzante per le aziende biologiche e per tutto il comparto.

“Tale impianto normativo – aggiunge Romano – seppure nato con l’intento di armonizzare i controlli, si è trasformato in uno strumento sproporzionatamente repressivo. Non si può chiedere agli operatori del bio di essere pionieri della sostenibilità e contemporaneamente sottoporli a un regime sanzionatorio più severo di quello applicato ad altri settori che contribuiscono meno alla tutela dell’ambiente e alla sicurezza alimentare.”

AIAB invita infine tutti gli attori del biologico: occorre compattezza per ottenere una normativa più equa e sostenibile. Senza una risposta collettiva, rischiamo di assistere al progressivo smantellamento di uno dei settori più innovativi e virtuosi del nostro sistema agroalimentare.

Fonte: AIAB denuncia sanzioni sproporzionate per l’agricoltura biologica: “Urge revisione del Decreto 148/2023” – Green Planet

CERTIFICAZIONE SQNBA OBBLIGATORIA DAL 2025 PER IL SOSTEGNO PAC: COSA CAMBIA PER GLI ALLEVATORI

CERTIFICAZIONE SQNBA OBBLIGATORIA DAL 2025 PER IL SOSTEGNO PAC: COSA CAMBIA PER GLI ALLEVATORI

Dal 2025, per accedere all’Ecoschema 1 Livello 2 della PAC, sarà necessario aderire al sistema qualità nazionale per il benessere animale (SQNBA). Suolo e Salute ha già ricevuto l’audit di Accredia ed è prossimo alla richiesta di autorizzazione da parte del Masaf

Dal 2025, il pagamento del Livello 2 dell’Ecoschema 1 – uno degli strumenti chiave della nuova PAC – è subordinato alla certificazione SQNBA, associata a pratiche di pascolamento o allevamento brado. Rispetto al Livello 1, questo impegno è più stringente: oltre alla gestione razionale degli antibiotici, richiede il rispetto di specifici standard certificati di benessere animale, contenuti nei disciplinari ufficiali del sistema.

 

Le novità normative del 2025: entrano in vigore i disciplinari SQNBA

Durante le campagne 2023 e 2024 era in vigore un disciplinare transitorio (DM n. 690602 del 15 dicembre 2022). Con il DM del 23 ottobre 2024, sono stati introdotti i disciplinari ufficiali SQNBA, rivolti agli allevamenti bovini e suini che adottano il pascolo o l’allevamento brado.

L’adesione al nuovo disciplinare diventa condizione obbligatoria per beneficiare del premio Livello 2, rendendo più selettivo l’accesso all’Ecoschema.

 

Come ottenere la certificazione SQNBA

Per ottenere la certificazione SQNBA, l’allevatore deve:

  • rispettare tutti i requisiti previsti dal disciplinare specifico per la specie animale;
  • presentare domanda presso un Organismo di Certificazione (OdC) accreditato UNI CEI EN ISO/IEC 17065. Suolo e Salute possiede i requisiti per certificare l’SQNBA e per tale attività è in attesa di essere autorizzato dal Masaf;

 

L’elenco ufficiale degli OdC autorizzato sarà pubblicato a breve dal MASAF.

 

Le eccezioni: chi può ottenere il premio senza certificazione

Gli allevamenti certificati biologici sono esentati dall’obbligo di aderire al SQNBA. La normativa equipara il disciplinare bio agli standard SQNBA, riconoscendo la sovrapponibilità degli impegni. La deroga è valida anche per le aziende in conversione.

 

Piccoli allevamenti bovini (fino a 20 UBA)

Un’altra deroga riguarda gli allevamenti bovini di piccole dimensioni (fino a 20 UBA). Per accedere all’esonero, è necessario che:

  • venga praticato il pascolamento;
  • la Regione competente autorizzi l’esenzione;
  • la stessa Regione effettui i controlli sostitutivi degli OdC.

 

Novità 2025: la soglia UBA è stata innalzata da 10 a 20, facilitando l’accesso agli aiuti per le aziende di montagna e marginali.

 

 

Per approfondimenti:

La certificazione Sqnba è diventata obbligatoria

DODICI MILIONI PER LE FILIERE E I DISTRETTI BIO

DODICI MILIONI PER LE FILIERE E I DISTRETTI BIO

Il bando è stato pubblicato sul portale del ministero dell’agricoltura. Le proposte dovranno essere inoltrate entro il 17 giugno

Dodici milioni di euro per promuovere le filiere e i distretti bio. «Puntiamo – dice Luigi D’Eramo, sottosegretario al ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare – ad azioni concrete per sostenere lo sviluppo di un settore strategico come quello dell’agricoltura biologica».

«Forniamo – continua – ai produttori strumenti per promuovere la transizione ecologica del comparto agroalimentare e per realizzare una sostenibilità sia ambientale che economica e sociale».

Mezzo milione di euro al massimo a progetto

Un intervento, quello di D’Eramo, all’indomani della pubblicazione, sul portale del Masaf, dell’”Avviso per la selezione di proposte progettuali da parte di Filiere biologiche per favorire forme di produzione agricola a ridotto impatto ambientale e per la promozione di filiere e distretti di agricoltura biologica”.

Lo stanziamento complessivo ammonta a 12 milioni di euro. Ogni singolo progetto presentato dovrà avere un importo non inferiore a 300 mila euro e non superiore a 500 mila euro e dovrà essere realizzato entro 24 mesi dalla comunicazione della sua approvazione. 7

Gli interventi ammissibili

I progetti dovranno avere carattere nazionale, ovvero gli interventi dovranno essere distribuiti sul territorio di cinque o più regioni e/o province autonome. Tra gli interventi ammissibili ci sono iniziative per lo scambio di conoscenze e per azioni sulla produzione bio; iniziative per servizi di consulenza volte a supportare le aziende e i giovani agricoltori; iniziative per misure promozionali quali concorsi, fiere ed esposizioni a favore dei prodotti agricoli biologici.

Le domande per accedere alle agevolazioni dovranno essere inviate al Masaf tramite Pec a partire dalle ore 12:00 del 3 giugno 2024 e fino alle ore 12:00 del 17 giugno 2024.

DIECI MILIONI PER LE INIZIATIVE DEI BIODISTRETTI

DIECI MILIONI PER LE INIZIATIVE DEI BIODISTRETTI

Le domande di accesso vanno inviate dal 15 al 29 aprile sul sito del Masaf

Via al bando da 10 milioni di euro sui biodistretti. Il Ministero dell’agricoltura e della Sovranità alimentare ha infatti pubblicato sul suo sito l’avviso per la selezione di proposte progettuali da parte di Distretti biologici per favorire le forme di produzione agricola a ridotto impatto ambientale e per la promozione di filiere e Distretti di agricoltura biologica.

Le scadenze

Le domande di accesso alle agevolazioni devono essere inviate tassativamente a decorrere dalle ore 12:00:00 del giorno 15 aprile 2024 e fino alle ore 12:00:00 del giorno 29 aprile 2024.

Ne ha parlato anche Giuseppe Romano, presidente di Aiab, nel corso della recente diretta streaming organizzata nell’ambito del progetto “ANTEA.

Antea e la blockchain

Un’iniziativa che mira a sviluppare la tecnologia blockchain e a realizzare attività pilota volte all’applicazione della tecnologia alla tracciabilità delle filiere produttive per contrastare due fenomeni che impattano negativamente sul sistema italiano dell’agrifood: l’Italian sounding e la contraffazione. «Per la tutela e la valorizzazione dell’agrifood italiano – commenta Romano – e per la valorizzazione del Made in Italy diventa necessario tracciare i prodotti lungo tutta la catena produttiva tramite le nuove tecnologie».