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IL BIOLOGICO DIMEZZA I CONSUMI ENERGETICI E LE EMISSIONI DI GAS SERRA

IL BIOLOGICO DIMEZZA I CONSUMI ENERGETICI E LE EMISSIONI DI GAS SERRA

I risultati sullo studio sul minore impatto ambientale e sociale dell’agricoltura biologica coordinato da Fibl rilanciati dal settimanale Terra e Vita

«I vantaggi dell’agricoltura biologica sono molteplici e plurisettoriali». Il settimanale Terra e Vita rilancia in un articolo di Paola Cassiano i risultati dello studio coordinato da Fibl, il centro di ricerca svizzero sul biologico (ne avevamo parlato qui). Cassiano, che presso il Fibl ha svolto di recente il ruolo di ricercatrice, mette in evidenza, tra i risultati dello studio, il minore impatto climatico grazie a un significativamente minore consumo energetico.

Meno emissioni, più sostanza organica nel suolo

Rispetto all’agricoltura convenzionale, il metodo produttivo biologico permette infatti di dimezzare il consumo energetico e l’inquinamento da nitrati nelle acque sotterranee, incrementando la biodiversità (+30%). Inoltre, può dimezzare le emissioni di gas serra aumentando il contenuto di carbonio nel suolo (10%). Sono questi i risultati ottenuti da un’analisi delle principali pubblicazioni scientifiche sul tema, condotta dai ricercatori dell’Istituto di ricerca dell’agricoltura biologica Fibl.

Cop 21: accordo storico con l’occhio al picco delle emissioni

COP21Si è conclusa nei giorni scorsi la Cop21, la Conferenza internazionale che ha visti radunati a Parigi 195 Paesi per trovare un accordo che salvi il Pianeta. Con difficoltà, l’accordo è stato raggiunto. C’è chi parla di un “risultato storico”, chi invece che ci sia davvero poco da festeggiare.

Così, i singoli Stati, che si chiamano INDC “Intended Nationally Determined Contributions”, hanno prodotto dei documenti dove indicano i loro piani operativi per ridurre le emissioni di gas serra a livello nazionale.

Ma sta qui parte dei limiti dell’accordo: non c’è nessun obbligo per gli Stati di mantenere le loro promesse e, comunque, anche se lo facessero, siamo lontani dal raggiungere gli obiettivi di abbattimento delle emissioni.  I 29 articoli dell’accordo, infatti, si limitano a raccomandare alle nazioni di tenere comportamenti virtuosi ma non prevedono sanzioni in caso contrario.

Nel frattempo, comunque, il presidente della Cop21, Laurent Fabius, ha descritto in questo modo il testo: “Questo accordo è necessario per il mondo intero e per ciascuno dei nostri paesi. Aiuterà gli stati insulari a tutelarsi davanti all’avanzare dei mari che minacciano le loro coste; darà mezzi finanziari all’Africa, sosterrà l’America Latina nella protezione delle sue foreste e appoggerà i produttori di petrolio nella diversificazione della loro produzione energetica. Questo testo sarà al servizio delle grandi cause: sicurezza alimentare, lotta alla povertà, diritti essenziali e alla fine dei conti, la pace. Siamo arrivati alla fine di un percorso ma anche all’inizio di un altro. Il mondo trattiene il fiato e conta su tutti noi“.

Ma vediamo, in sintesi, cosa è stato deciso. Come abbiamo accennato, l’obiettivo focale del patto è il contenimento della temperatura: rimanere ben al di sotto dei 2 gradi centigradi entro il 2020, forse fino agli 1,5 gradi.

Poi, ci sono i 100 miliardi di dollari da destinare ai paesi in via di sviluppo, da qui al 2020. Un nuovo obiettivo finanziario sarà fissato più tardi nel 2025.

Infine, le emissioni nocive: i piani nazionali per il taglio dei gas serra saranno sottoposti a revisione ogni cinque anni. Comunque, è richiesto che le parti “puntino a raggiungere il picco delle emissioni di gas serra il più presto possibile“, e di proseguire con “rapide riduzioni dopo quel momento” per arrivare a “un equilibrio tra le emissioni da attività umane e le rimozioni di gas serra nella seconda metà di questo secolo“.

La preoccupazione per la nostra “casa comune” è alla base anche dell’enciclica di Papa Francesco, pubblicata quest’anno, “Laudato Sì”. Un’esortazione affinchè la politica mondiale prenda a cuore la necessità di proteggere il nostro pianeta sia dal punto di vista ambientale che sociale. L’enciclica sottolinea, infatti, come senza giustizia sociale, e soprattutto verso i più poveri, non sia possibile proteggere le varie forme di vita che caratterizzano la nostra terra, le materie prime di cui noi stessi siamo fatti. Occorre cambiare i nostri atteggiamenti di dominatore, di consumatore o mero sfruttatore di risorse naturali, incapace di porre un limite agli interessi immediati. Viceversa, è necessario assumere il ruolo di buoni amministratori di ricchezze naturali che ci sono state concesse temporaneamente in gestione per tramandarle ai posteri. Una preoccupazione che deve alimentare i cervelli e i cuori di chi responsabilmente partecipa alla COP 21 ed ha il compito di definire le tappe per raggiungere l’obiettivo “planetario”.

In molte occasioni abbiamo definito la sostenibilità e le modalità per raggiungerla, ne abbiamo fatto motivo professionale ed ogni giorno cerchiamo di alimentarla con il nostro impegno. Un impegno che può vederci personalmente coinvolti perché i grandi obiettivi si possono raggiungere anche con le scelte personali che quotidianamente ognuno di noi compie.

 

fonti: http://www.ccpb.it/blog/2015/12/11/cop-21-laudato-si-sostenibilita-passando-per-biologico/

http://ambientebio.it/cop21-accordo-sul-clima-possiamo-veramente-dirci-soddisfatti/