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APPALTI ALIMENTARI PUBBLICI DI SOSTENIBILITÀ, L’APPELLO DELLE ASSOCIAZIONI GREEN ALLA COMMISSIONE

APPALTI ALIMENTARI PUBBLICI DI SOSTENIBILITÀ, L’APPELLO DELLE ASSOCIAZIONI GREEN ALLA COMMISSIONE

Ifoam e altre 16 associazioni green europee condividono un’azione comune per chiedendo alla Commissione di sviluppare in pieno le opportunità della strategia Farm to Fork attraverso appalti alimentari pubblici sostenibili

Un’esortazione a rendere più efficace la strategia Farm to Fork affinché lasci in eredità ai posteri un sistema agroalimentare Ue più sostenibile. È contenuta nella lettera inviata il 16 gennaio al presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, firmata da 17 associazioni bio e ambientaliste del Vecchio Continente.

Gli obiettivi

L’obiettivo è quello di considerare l’approvvigionamento alimentare sostenibile (SFP) come lo strumento politico preferito per realizzare a basso costo gli impegni del Green deal. Il documento indica quattro standard minimi strategici da sviluppare e adattare a livello nazionale.

Uno strumento contro l’insicurezza alimentare

«Innumerevoli studi -si legge nel documento – e buone pratiche in tutta Europa mostrano l’enorme potenziale del SFP come meccanismo efficace per promuovere diete sane, combattere la malnutrizione, combattere l’insicurezza alimentare, favorire la domanda di prodotti equi e biologici, sostenere i piccoli agricoltori e affrontare il cambiamento climatico, pur mantenendo costi stabili». «L’approvvigionamento alimentare pubblico sostenibile è un obiettivo a portata di mano».

Clicca per scaricare la lettera

FARM TO FORK, UNA TRANSIZIONE ECOLOGICA CHE RISCHIA DI RIMANERE INCOMPIUTA

FARM TO FORK, UNA TRANSIZIONE ECOLOGICA CHE RISCHIA DI RIMANERE INCOMPIUTA

Bruxelles mette in stand-by le proposte normative sui sistemi alimentari sostenibili e su buona parte del pacchetto sul benessere animale (a parte il trasporto). Pesano le incertezze legate al clima elettorale e le crescenti resistenze contro le politiche verdi dell’Ue. Obiettivo del 25% bio a rischio?

Green deal in stand-by. Le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo del prossimo giugno rischiano infatti di scombussolarne la tabella di marcia. Ritardi che possono condizionare l’attuazione della strategia Farm to fork e con essa l’obiettivo di raggiungere il 25% della superficie agraria biologica europea entro il 2030.

Un’agenda 2024 monca

Secondo una recente indagine pubblicata sul sito Euractiv la Commissione ha messo infatti “in ghiaccio” i dossier agroalimentari sostenibili per lasciarli in eredità alla prossima legislatura Ue.

Tra i progetti legislativi che rimarrebbero in sospeso vi sono quelli sui sistemi alimentari sostenibili (Sustainable food systems- Fsfs), un elemento chiave della strategia Farm to Fork (F2F) e un pilastro centrale del Green Deal, che dovrebbe mirare a mettere i diversi piani strategici nazionali della Pac in sintonia con l’obiettivo della sostenibilità.

La chiusura del dossier Fsfs, originariamente prevista per il terzo trimestre di quest’anno, tra le elezioni europee imminenti e la crescente resistenza contro le politiche verdi dell’UE, difficilmente avverrà prima della fine del mandato di questa Commissione nell’ottobre 2024.

Dossier in overbooking

In overbooking sta finendo anche la revisione della legislazione sul benessere degli animali. Con l’unica eccezione che potrebbe riguardare il capitolo della protezione degli animali durante il trasporto – una delle quattro proposte destinate a costituire il pacchetto sul benessere degli animali – che dovrebbe approdare in porto entro la fine del 2023.

Solo due certezze

In definitiva, secondo Euractiv, gli unici dossier sicuri secondo i piani della Commissione per il 2024 riguardano le New genomit techniques (Ngt), ovvero le nuove procedure di autorizzazione per le varietà vegetali ottenute mediante le nuove tecniche genomiche e la regolamentazione sull’uso sostenibile dei pesticidi, il veicolo attraverso il quale l’UE spera di dimezzare l’uso e il rischio di pesticidi entro il 2030. Ma per quest’ultimo capitolo il compromesso del trilogo tra Commissione, Parlamento Ue e Consiglio sta delineando un quadro molto meno severo.

Una mobilitazione per evitare il taglio

Per salvare le proposte legislative tagliare, in particolare quella sui sistemi alimentari sostenibili, si è mobilitata una coalizione di cui fa parte l’Ufficio europeo dell’ambiente (EEB) e il Compassion in World Farming EU che, in una lettera indirizzata alla presidente Ursula von der Leyen hanno scritto: «Non pubblicare questi dossier significherà non riuscire a raggiungere gli obiettivi dell’UE in materia di clima, ambiente e salute».

IL BIOLOGICO CONTINUA A CRESCERE

IL BIOLOGICO CONTINUA A CRESCERE

Operatori e controlli: i dati tendenziali italiani relativi al 2022 presentati in anteprima da Assocertbio a B/Open danno segnali di ripresa, ma il ritmo è ancora insufficiente per rispettare gli obiettivi della Farm to Fork. Le proposte per evitare l’impasse

Segnali positivi per il comparto del biologico da B/Open. La kermesse dedicata al biologico certificato, ospitata per la prima volta all’interno del salone Sol&Agrifood, in concomitanza con Vinitaly, ha infatti esordito con il workshop “La crescita del biologico e i consumi fuori casa: sinergie per la sostenibilità”.

Durante l’incontro il presidente Riccardo Cozzo ha presentato i dati tendenziali relativi al 2022 elaborati da Assocertbio.

Il polso della situazione nei dati Assocertbio

La base sociale dell’Associazione nazionale degli Organismi di Controllo e Certificazione del Biologico, di cui Suolo e Salute è membro fondatore, è attualmente composta da 13 Organismi di controllo, che rappresentano il 94% del totale del settore.

Gli operatori certificati dei membri di Assocertibio sono stati 86.277 nel 2022, di cui 63.566 produttori esclusivi, 12.888 produttori/preparatori; 9.290 preparatori esclusivi e 533 importatori. I controlli totali sono stati 108.852; 13.150 le visite in loco non annunciate; 7864 i campionamenti.

I numeri

La proiezione di questo importante campione sul totale dell’universo bio italiano spinge a stimare un totale di:

  • 784 operatori presenti in Italia nel 2022,
  • con una crescita rispetto all’anno precedente di 5.640 unità;
  • che in percentuale rappresenta una crescita del 6,55%.

L’incremento maggiore è quello dei produttori esclusivi (+8,29%); mentre i preparatori rimangono pressochè stazionari (+1,7%).

Superfici ancora insufficienti per l’obiettivo

L’incremento di superficie stimato è però contenuto al 4,31% di sau bio. Si tratta di un incremento decisamente superiore rispetto a quello registrato nel 2021, ma secondo Cozzo ancora insufficiente e rispettare gli impegni dichiarati dal nostro paese di anticipare di tre anni il target del 25% fissato dalla Farm To Fork. Con questo ritmo di crescita a dicembre 2027 mancherebbero infatti ancora circa 300mila ettari per centrare l’obiettivo.

Effetto concentrazione

Anche perché, a pesare sulle performance del settore, incide la tendenza alla fuoriuscita dal sistema delle aziende più piccole. «Si assiste – commenta Cozzo – ad una concentrazione del bio, con una crescita della quota di operatori controllati con superfici  oltre i 15 ettari (pari oggi al 27%, mentre l’anno scorso erano fermi al 25%) e alla stabilità delle realtà oltre i 50 ettari (26%)».

Il peso di una burocrazia eccessiva

Calano invece gli operatori con superfici aziendali inferiori ai 15 ettari (dal 49 al 47% del campione in un solo anno). È il presumibile effetto delle crisi internazionali ma soprattutto di un peso burocratico che incide particolarmente sulle realtà meno strutturate.

Secondo Cozzo, «la revisione del Dlgs 20/2018 e i Decreti attuativi previsti dalla legge nazionale sull’agricoltura biologica possono quindi rappresentare non solo una opportunità per un miglioramento dell’efficienza del Sistema di Controllo e Vigilanza, ma anche l’occasione per individuare azioni di semplificazione per ridurre un carico burocratico che frena l’ingresso (e la permanenza) di operatori nel Sistema». «Una tendenza su cui incide anche la stretta dell’apparato sanzionatorio previsto sempre dal Dlgs 20/2018».

Il Governo sta elaborando uno specifico Piano d’azione in favore del settore del biologico. «Può essere l’opportunità – conclude Cozzo – per individuare delle strategie atte ad aumentare i consumi di ingredienti e prodotti biologici nel nostro Paese (vedi articolo precedente riguardo ai consumi fiori casa), ma anche per mettere in atto degli strumenti utili ad innalzare i tassi di crescita e rendere meno lontani gli obiettivi del 25% della Sau bio».

BIO, GODIAMOCI I DATI DEL 2021

BIO, GODIAMOCI I DATI DEL 2021

Il report “The World of Organic Agriculture” di Fibl e Ifoam testimonia la crescita degli indicatori di superficie e di mercato anche in questo anno. Si sa già però che nel 2022 il bioritmo del bio ha rallentato.  Quello in corso è però l’anno della prima attuazione della strategia Farm to fork e dell’auspicato avvio del piano d’azione di settore, in attesa che arrivino notizie positive dal “fronte orientale” per rivitalizzare i consumi

Godiamoci i dati del 2021. Il quadro che emerge del 24° report “The World of Organic Agriculture ” (clicca qui per scaricare il rapporto), curato dall’Istituto svizzero di ricerca sull’agricoltura biologica Fibl in collaborazione con Ifoam, la Federazione delle associazioni del biologico a livello mondiale son infatti tutti estremamente positivi.

I dati presentati a Norimberga

I dati presentati all’ultima edizione del Biofach evidenziano trend di crescita in tutti i fondamentali del bio e ciò vale in particolare per il Vecchio Continente, dove il mercato cresce di quasi il 4%, raggiungendo i 54,5 miliardi di euro. Nel 2021, altri 0,8 milioni di ettari sono stati convertiti al biologico, +4,4% rispetto al 2020, portando la superficie agricola europea coltivata a bio a 17,8 milioni di ettari (nell’Unione europea: 15,6 milioni di ettari).

Italia al terzo posto

Su questo specifico parametro, l’Italia si posiziona al terzo posto con i suoi 2,2 milioni di ettari, dietro la Francia, salita al primo posto con quasi 2,8 milioni, seguita dalla Spagna con 2,6 milioni. I terreni agricoli biologici arrivano nel 2021 al 9,6% della Sau dell’Unione Europea. L’Italia si aggiudica il gradino più alto del podio per quanto riguarda il numero dei produttori bio con oltre 75mila operatori sui 440mila attivi in Europa.

Consumi inibiti

Sul fronte dei consumi, nel 2021, la spesa media per i prodotti bio è stata di 65,7 euro pro capite registrando un sostanziale raddoppio nel decennio 2012-2021. Le vendite 2021, tuttavia, hanno subito un rallentamento, evidenziando un incremento del 3,8%, molto inferiore rispetto al +15% registrato l’anno precedente e per quanto riguarda il 2022 sappiamo di doverci aspettare un ulteriore rallentamento, in attesa che le strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030 producano i loro frutti riguardo alla struttura produttiva. E magari che il piano di azione di settore, accompagnato da notizie positive sul “fronte orientale”, producano importanti effetti distensivi sul lato della domanda.

A LUIGI D’ERAMO GLI AUGURI DI BUON LAVORO DI SUOLO E SALUTE

A LUIGI D’ERAMO GLI AUGURI DI BUON LAVORO DI SUOLO E SALUTE

Al Sottosegretario abruzzese è stata attribuita la delega per l’agricoltura biologica in un momento decisivo per il raggiungimento dell’ambizioso obiettivo del 25% di superficie fissato dalla strategia Farm to Fork e dalla nuova Pac

Pubblicate nella Gazzetta Ufficiale n.18 del 23 gennaio le deleghe assegnate ai sottosegretari all’Agricoltura, Sovranità alimentare e foreste (Masaf).

Le funzioni relative all’agricoltura biologica sono state assegnate a Luigi D’Eramo (Lega) assieme alle responsabilità riguardo a: agricoltura di montagna ed aree interne; servizi fitosanitari e utilizzo di fitofarmaci nella produzione agricola; promozione e incentivazione della produzione di biocarburanti di origine agricola e sviluppo delle agroenergie; sviluppo della filiera apicola e pataticola; infrastrutture necessarie per lo sviluppo dell’agricoltura; questioni attinenti all’applicazione nazionale del regime comunitario del settore lattiero-caseario (cosiddette “quote latte”).

L’esperienza di Suolo e Salute

Suolo e Salute, forte della sua esperienza ultra cinquantennale al servizio del biologico italiano, augura buon lavoro al sottosegretario in favore di un settore chiamato a raggiungere in solo quattro anni l’ambizioso obiettivo del 25% di superficie agraria. «L’agricoltura biologica – afferma Alessandro D’Elia, direttore generale dell’ente di certificazione – ha dimostrato di essere la strada più efficace e sostenibile per raggiungere gli auspicati obiettivi di transizione ecologica e neutralità climatica».

«All’inizio di quest’anno – ricorda D’Elia- è partita la nuova programmazione della politica agricola comunitaria e sollecitiamo l’attenzione del ministero e del sottosegretario D’Eramo per vigilare che gli interventi previsti all’interno dei complementi regionali allo Sviluppo rurale siano coerenti con questi obiettivi».

All’altro sottosegretario, Patrizio Giacomo La Pietra (Fratelli d’Italia) sono state invece attribuite le deleghe per: sviluppo del settore ippico; filiera olivicola; filiera florovivaistica; filiera del tabacco; attività relative al contenimento della fauna selvatica e delle attività venatorie.

L’AUSTRIA PUNTA A RAFFORZARE IL RECORD DI SUPERFICIE BIO IN EUROPA

L’AUSTRIA PUNTA A RAFFORZARE IL RECORD DI SUPERFICIE BIO IN EUROPA

Ok a nove piani strategici nazionali Pac da parte della Commissione. Tra questi spicca l’Austria, l’unico Paese già in regola con l’obiettivo Farm to Fork del 25% di bio e che ora punta al 30%. L’Italia manca ancora all’appello

La Commissione europea ha dato il via libera Piani strategici nazionali Pac di Austria e Lussemburgo. Salgono così a nove i Paesi che hanno avuto il via libera da Bruxelles per l’attuazione della nuova Politica agricola comune. Il 31 agosto scorso avevano infatti ricevuto disco verde i Piani di Danimarca, Finlandia, Francia, Irlanda, Polonia, Portogallo e Spagna.

Gli obiettivi del Green deal

Restano 19 piani da approvare (il Belgio ne ha due) tra cui quello italiano, perché le norme Pac entrino in vigore, come previsto, il 1° gennaio 2023. I piani strategici nazionali sono una delle novità assolute della riforma approvata a livello Ue nel dicembre 2021. Sono lo strumento con cui gli Stati devono indicare come intendono spendere i 270 miliardi di euro di sostegno agli agricoltori europei (tra aiuti al reddito, sviluppo rurale e misure di mercato) tra il 2023 e il 2027, per realizzare gli obiettivi economici, sociali e ambientali di una Pac chiamata a realizzare gli obiettivi tracciati dalle strategie Farm to fork e Biodiversity del Green Deal (25% di superficie bio, riduzione del 50% dei prodotti chimici per la difesa e del 20% di fertilizzanti).

L’Italia può puntare al primo posto

Tra gli impegni che spiccano nel Piano austriaco quello di arrivare a regime con il 30% di bio. Il Lussemburgo invece punta solo al 20%, ma paradossalmente è l’obiettivo del piccolo paese dell’Europa centrale il più impegnativo. L’Austria infatti è già oggi al vertice del biologico europeo, l’unico che ha già raggiunto e superato il target  assegnato da Bruxelles (25,7%). Il Lussemburgo è invece oggi tra i fanalini di coda con una quota del 4,6%. L’impegno del paese alpino risulta quindi, a conti fatti, poco ambizioso e consentirebbe all’Italia di raggiungere la vetta europea se gli impegni anticipati in occasione del Sana (25% nel 2027, 30% nel 2030) verranno messi nero su bianco sul nostro Piano ormai in dirittura di arrivo.