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Report: perchè le colture OGM non hanno mantenuto le loro promesse

Venti anni fa, le prime colture geneticamente modificate sono state impiantate negli Stati Uniti, insieme a grandi promesse su questa nuova tecnologia. Due decenni dopo, le promesse sono sempre più grandi, ma le colture OGM non stanno fornendo le giuste risposte. Non solo questa tecnologia dovrebbe rendere i sistemi alimentari e agricoli più semplici, più sicuri ed efficienti, ma le colture geneticamente modificate si stanno propagandato come la chiave per ‘nutrire il mondo’ e aiutare ‘lotta al cambiamento climatico’.

OGM coltureLa realtà è un po ‘diversa ed è stato descritto da Franziska Achterberg: la regista Greenpeace UE sulle politiche alimentari spiega come “dove le colture OGM sono cresciute, portano ad un maggiore uso di pesticidi e il radicamento dei sistemi di allevamento industriale a loro volta aggravano la fame, la malnutrizione e il cambiamento climatico.”

Ad oggi, l’85% delle colture OGM sono coltivati in quattro paesi delle Americhe (Stati Uniti, Brasile, Argentina e Canada) e un totale di 19 paesi dell’UE hanno scelto colture transgeniche.

Le promesse possono essere in crescita, ma la popolarità di colture OGM non lo è. Nonostante i venti anni di pro-OGM e la commercializzazione da parte di potenti lobby dell’industria, la tecnologia OGM ha attecchito in una manciata di paesi, per una manciata di colture. Le colture OGM sono coltivate ad oggi su solo il 3% della superficie agricola globale. Le cifre del settore infatti, mostrano che solo cinque paesi rappresentano il 90% del globale GM terre coltivate, e quasi il 100% di queste colture GM sono uno di questi due tipi: tollerante agli erbicidi o ai pesticidi . Nel frattempo, intere regioni del mondo sono riuscite ad evitare l’utilizzo di alimenti transgenici; ad esempio i consumatori europei non consumano alimenti geneticamente modificati, e un solo tipo di mais geneticamente modificato è coltivato in Europa. La maggior parte dell’Asia è libera da OGM, con la superficie di OGM in India e in Cina per lo più rappresentata da colture non alimentari come il cotone. Solo in tre paesi dell’ Africa crescono colture OGM. In parole povere, le colture OGM non possono ‘nutrire il mondo’.

Perché i prodotti alimentari OGM non rappresentano quel successo popolare che l’industria ci dice invece di essere?

Fonte: http://www.ifoam.bio/en/news/2015/11/06/report-why-gm-crops-have-failed-deliver-their-promises

Per approfondire il report GreenPeace: http://www.greenpeace.org/international/Global/international/publications/agriculture/2015/Twenty%20Years%20of%20Failure.pdf

Erbicidi e glifosato mettono a rischio la salute del terreno. Lo studio

Lo scorso marzo, lo IARC (Agency for Research on Cancer) ha classificato il glifosato, l’erbicida più utilizzato in Italia e venduto dalla Monsanto, tra le sostanze probabilmente cancerogene. La notizia ha avuto un’ampia risonanza sulla stampa nazionale ed estera. Ciò che meno si conosce, però, è l’effetto che il glifosato ha sul delicato ecosistema del suolo.

Un’idea la fornisce uno studio pubblicato sulla nota rivista Nature e riguardante gli effetti che l’erbicida ha sull’attività dei lombrichi.

Lo studio ha analizzato l’influenza del glifosato su due specie di lombrichi di terra, concludendo che erbicidi contenenti questa sostanza nei loro ingredienti colpiscono anche alcuni organismi no-target, determinando il quasi annullamento dell’attività del Lumbricus terrestris dopo circa tre settimane di applicazione del prodotto. L’altra specie analizzata, l’Aporrectodea caliginosa, ha invece mostrato una riduzione della propria attività riproduttiva del 56% entro tre mesi dall’utilizzo del glifosato.

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Non solo: l’uso dell’erbicida avrebbe portato anche a un aumento delle concentrazioni di nitrati nel suolo del 1.592% e di fosfato del 127%, indicando i rischi potenziali per la lisciviazione dei nutrienti nelle falde acquifere, in ruscelli, laghi o acque sotterranee.

L’impatto dell’erbicida sugli agrosistemi è particolarmente preoccupante, considerato che il prodotto è stato utilizzato a livello globale per decenni, non solo in ambito agronomico, ma anche nella sfera urbana.

I lombrichi sono degli insostituibili chimici e ingegneri del suolo: arricchiscono la terra di microorganismi che ne migliorano la fertilità, scavano gallerie che arieggiano il terreno ed aiutano lo sviluppo radicale della vegetazione.

Qualche tempo fa, in un suo rapporto, Greenpeace ricordava come alcune ricerche indipendenti avessero già dimostrato l’impatto del glifosato sui lombrichi e su funzioni chiave della rizosfera.

Tra gli effetti più importanti erano inclusi: il ridotto assorbimento di micronutrienti essenziali da parte delle colture; la riduzione della fissazione dell’azoto, che causa resa inferiore dei raccolti; la maggiore vulnerabilità nei confronti delle malattie. Effetti che hanno un impatto diretto sulla salute e le performance delle colture.

Alcuni patogeni delle piante, come il “mal del piede dei cereali” (Gaeumannomyces graminis), i funghi parassiti del “damping off” dei semenziali o del marciume radicale, e la sindrome della morte improvvisa nella soia, sono inoltre agevolate dalle modifiche indotte dal glifosato nella biologia e nella chimica del suolo. Senza contare, appunto, i possibili effetti di questa sostanza sulla salute dell’uomo.

Fonte:

http://www.nature.com/articles/srep12886

http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2011/ogm/Report_glifosato.pdf

“Responsabile di avvelenamento”: la Corte d’Appello francese conferma sentenza storica contro Monsanto

La Corte d’Appello di Lione ha confermato una sentenza del 2012, che riconosce la Monsanto responsabile di avvelenamento chimico nei confronti di un agricoltore francese.

I fatti risalgono al 2004, quando l’uomo in questione, il coltivatore Paul François, si trovò a dover ripulire un serbatoio contenente “Lasso“, un erbicida prodotto dalla società statunitense.

Le inalazioni del gas avrebbero creato gravi problemi neurologici all’agricoltore, classificati dalle autorità francesi come malattia professionale dal 2010. François dice di aver iniziato a soffrire di perdita di memoria, mal di testa, balbuzie e altre “lesioni che evolvono lentamente” dopo quell’episodio. L’accusa mossa alla società è quella di non aver fornito adeguate avvertenze sull’etichetta del prodotto.

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È un grande sollievo per me. Mi metto alle spalle otto lunghi anni di lotte“. È stato questo il commento di François, dopo aver ascoltato la sentenza, che condanna la Monsanto al risarcimento totale del contadino per i danni fisici subiti.

Già nel 2012, il primo grado di giustizia dei tribunali francesi aveva dato ragione all’agricoltore, una sentenza confermata dalla Corte d’Appello e contro cui la Monsanto potrebbe fare ricorso rivolgendosi alla Cassazione.

Secondo quanto riporta Reuters, in una dichiarazione la Monsanto ha affermato che gli esperti, compresi quelli nominati dal tribunale civile francese, non avevano trovato alcun nesso di causalità tra la presunta esposizione accidentale e i danni per i quali François ha avanzato richiesta di risarcimento.

Come evidenzia La Stampa, la Monsanto ha ritirato il suo prodotto Lasso dalla vendita in Francia nel 2007. Una cosa già avvenuta nel lontano 1985 in Canada e nel 1992 in Belgio e nel Regno Unito.

Nonostante questo, i rappresentanti dell’azienda hanno continuato a difendersi durante il processo affermando che « il prodotto non era pericoloso ».

Ma questo non è l’unico erbicida della Monsanto a essere entrato nell'”occhio del ciclone”.

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), che fa parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha confermato a marzo che il glifosato, ingrediente chiave del Roundup, uno degli erbicidi più utilizzati al mondo a marchio Monsanto, è una sostanza “probabilmente cancerogena per l’uomo.”

Nel mese di maggio, centinaia di manifestanti hanno partecipato al terzo corteo annuale contro la Monsanto, una Marcia contro la vendita di prodotti chimici tossici della società statunitense.

Fonti:

http://www.ifoam.bio/en/news/2015/09/11/french-court-confirms-monsanto-guilty-chemical-poisoning

http://www.lastampa.it/2015/09/10/esteri/lagricoltore-francese-avvelenato-dallerbicida-vince-la-sua-battaglia-contro-monsanto-Jz67QMVRYyHH3uNk4mExdL/pagina.html

http://www.ibtimes.com/monsanto-liable-poisoning-farmer-amid-global-protests-over-toxic-chemicals-french-2092905

http://www.reuters.com/article/2015/09/11/us-france-monsanto-court-idUSKCN0RA1UM20150911

http://www.repubblica.it/ambiente/2015/03/25/news/_quel_pesticida_e_un_probabile_cancerogeno_e_battaglia_tra_iarc_e_il_produttore_della_sostanza-110424637/