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Glifosato: si applichi il principio di precauzione. Il tavolo delle associazioni scrive al Governo

Il glifosato è una sostanza attiva impiegata per la sua azione erbicida. Gli erbicidi a base di glifosato sono largamente adoperati per il controllo delle piante infestanti, sia su colture arboree che erbacee e in aree non destinate alle colture agrarie.

Nei giorni scorsi, l’EFSA, andando contro al parere dell’Agenzia per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha decretato la non cancerogenicità per l’uomo di questa sostanza attiva. A marzo, infatti, lo IARC aveva indicato il glifosato come sostanza a probabile cancerogenicità, dando avvio a una serie di proteste pubbliche e richieste per danni in tutto il mondo.

A seguito del parere dello IARC, il Tavolo delle associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica aveva inviato una lettera al governo italiano chiedendo la rimozione del prodotto da tutti i disciplinari di produzione che lo contengono. L’esecutivo, tuttavia, non ha ancora dato nessuna risposta a riguardo.

glifosato

 

 

 

 

 

 

 

 

Una risposta che potrebbe essere messa a rischio dal parere dell’EFSA che sarà utilizzato come base dalla Commissione europea per decidere se mantenere o meno il pesticida nell’elenco UE delle sostanze approvate. Decisione che dovrà essere presa entro il 2015.

Dati i fatti, in questi giorni, il Tavolo delle 31 associazioni ha inviato una lettera al Governo Italiano, ai Ministeri competenti e al Parlamento, per chiedere di applicare il principio di precauzione al fine di proteggere la salute dei cittadini. L’intenzione è quella di vietare definitivamente e in maniera permanente la produzione, la commercializzazione e l’uso di tutti i prodotti a base di glifosato. In più, si chiede alle Regioni di rimuovere il prodotto da tutti i disciplinari di produzione che lo contengono e di escludere da qualsiasi premio le aziende che ne facciano uso evitando di premiare e promuovere “l’uso sostenibile di prodotto cancerogeno”.

Secondo quanto dichiara Maria Grazia Mammuccini, portavoce del Tavolo: “La decisione dell’EFSA era già nell’aria come si legge in una lettera inviata alla Commissione europea il 29 ottobre scorso da numerose associazioni. Nella missiva si mette in evidenza che la relazione dell’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (BfR) a supporto delle decisioni dell’EFSA non tiene in considerazione una vasta gamma di studi scientifici pubblicati da riviste internazionali indipendenti che sono stati invece valutati e considerati rilevanti dallo IARC“. L’Autorità, inoltre, si sarebbe basata in gran parte su studi mai pubblicati forniti dalle stesse multinazionali che producono il glifosato.

Come conclude Mammuccini, “il primo obiettivo è la salute dei cittadini. Per tutelarla occorrono strumenti seri, scientifici e indipendenti. I due pareri sono troppo divergenti per non richiedere l’applicazione del principio di precauzione e un approfondimento su più fronti. Nel frattempo, però, rafforziamo la nostra richiesta al governo italiano di vietare la produzione, l’utilizzo e la commercializzazione di tutti i prodotti a base di glifosato“.

 

Fonti:

http://www.ilfattoalimentare.it/glifosato-efsa-associazioni-principio-precauzione.html

http://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/manifesto-glifosato2.pdf

http://www.nationalgeographic.it/scienza/2015/11/12/news/l_europa_smentisce_l_oms_glifosato_non_cancerogeno-2844253/

http://www.nationalgeographic.it/scienza/2015/11/12/news/l_europa_smentisce_l_oms_glifosato_non_cancerogeno-2844253/

 

Xylella: “L’UE indaghi sull’uso massiccio di pesticidi in Puglia”

L’Efsa, l’autorità europea deputata alla sicurezza alimentare nel continente, dovrà redigere un report sui rischi per salute e ambiente derivanti dall’utilizzo su vasta scala di pesticidi in Puglia: è questa la richiesta formalizzata e sottoscritta da diversi parlamentari europei, su iniziativa dell’eurodeputata Rosa D’Amato del Movimento 5 Stelle. L’assemblea ha richiesto l’intervento dell’autorità in seguito all’utilizzo di pesticidi chimici per combattere la Xylella, il batterio responsabile del disseccamento di numerosi ulivi in Puglia. La notizia è stata diffusa dalla stessa D’Amato.

L’obiettivo – ha spiegato l’eurodeputata – è di avere una volta per tutte e in modo chiaro una dichiarazione ufficiale dell’Efsa sugli effetti che può comportare l’utilizzo di erbicidi e insetticidi chimici su larga scala. Ringrazio tutti i colleghi, tra cui gli eurodeputati italiani, che hanno sostenuto la nostra richiesta. La difesa del futuro dell’agroalimentare pugliese non ammette divisioni, e sono lieta che in questo caso si siano evitati inutili e dannose contrapposizioni d’interessi di parte, per far prevalere l’interesse generale della nostra Regione”. La richiesta ha carattere di urgenza e prevede un intervento di assistenza tecnica da parte dell’Efsa. Prima di diventare operativa, la domanda dovrà passare al vaglio della Commissione europea.

Secondo i richiedenti, il ricorso a prodotti chimici dannosi non è l’unica strada per combattere la Xylella: nella richiesta si fa riferimento a metodi alternativi, come ad esempio tecniche di agricoltura biologica. “Ci sono già studi scientifici e casi concreti in Puglia – ha spiegato ancora la D’Amato – che dimostrano la validità dell’uso di metodi e sostanze dell’agricoltura biologica per contrastare fenomeni come il disseccamento degli ulivi. Quello che non è dimostrato, invece, è l’efficacia delle misure estreme, secondo la logica dell’eradicazione del batterio, decise dal governo e dall’Ue”.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 20 luglio è stata poi l’occasione per una delegazione del Movimento di incontrare Vytenis Andriukaitis, commissario Ue alla Sicurezza alimentare, in visita in Puglia. La D’Amato ha sottoposto al commissario “la validità, oltre alla convenienza economica, ambientale e sociale, per combattere il disseccamento degli ulivi attraverso pratiche alternative”.

A inizio luglio, l’eurodeputata del Movimento aveva già inviato una richiesta di chiarimento sui risultati delle indagini europee sull’estensione dell’epidemia di Xylella nella regione: “Nonostante il grande clamore mediatico, a oggi c’è ancora scarsa chiarezza sul disseccamento degli ulivi in Puglia. Per questa ragione, bho chiesto alla Commissione europea di rendere noti i dati sul numero stimato di ulivi infetti e in particolare sul numero e la posizione geografica delle piante testate, sui risultati dei singoli test diagnostici e sui metodi statistici utilizzati per quantificare l’estensione dell’epidemia, oltre che sul trend dell’epidemia e sui protocolli che vengono correntemente utilizzati per la diagnosi delle infezioni”.

Fonti:

http://www.giornaledipuglia.com/2015/07/xylella-damato-parlamento-ue-chiede.html

http://damatorosa.eu/xylella-damato-m5s-domani-con-il-commissario-ue-andriukaitis-in-puglia-per-dimostrare-alternative-ad-eradicazioni-di-massa-e-pesticidi-su-larga-scala/

http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2015/07/02/xylelladamatom5scommissione-ue-renda-noti-dati-epidemia_fc4ffef7-0395-477b-bfa7-68848e195425.html

http://www.regione.vda.it/notizieansa/details_i.asp?id=220678

 

Api in pericolo: le contromisure Efsa

Api in pericolo: le contromisure Efsa

Le api sono in pericolo per una serie di motivazioni: parassiti, agenti infettivi, fitofarmaci e mutamenti ambientali sono alcuni dei fattori di stress noti per recare danno alle colonie di api. Ma questi fattori come funzionano in associazione tra loro? E’ possibile sviluppare un modello che sia in grado di tenere conto di tutti questi fattori di stress e prevedere come essi influiranno su una colonia in un dato luogo e in un determinato momento? 

L’EFSA, la European Food Safety Authority, ha dato vita ad un importante progetto per affrontare tali problematiche, con l’obiettivo ultimo di stabilire un quadro per valutare i rischi associati ai fattori multipli di stress nelle colonie di api mellifere. Questo progetto, di durata pluriennale, coinvolgerà scienziati competenti in un’estesa gamma di settori pertinenti quali specialisti di api, esperti di salute degli animali, salute delle piante, pesticidi, dati e modellazione. L’EFSA lavorerà a stretto contatto con la Commissione europea, gli Stati membri, altre agenzie dell’UE ed enti di ricerca.

Simon More, veterinario dell’University College di Dublino a capo del gruppo di lavoro dell’EFSA sui fattori multipli di stress per le api (in breve, MUST-B), ha dichiarato: “Ci siamo posti un obiettivo ambizioso ma molto stimolante. Questo tipo di approccio integrato alla valutazione dei rischi per le api è assolutamente necessario, se vogliamo capire come questi diversi fattori di stress si combinano tra loro per annientare o indebolire le colonie di api “.

Ha poi soggiunto: “In pratica abbiamo bisogno di due cose per realizzare il nostro quadro: dati di monitoraggio affidabili e armonizzati (sulla presenza negli alveari di agenti infettivi come batteri e virus, oppure residui di pesticidi, ad esempio) e un modello computerizzato di simulazione in grado di elaborare i dati e sia spiegare sia prevedere gli effetti. Sembra semplice, ma si tratta di una sfida scientifica enorme “.

Gli esperti EFSA in materia di pesticidi hanno suggerito un modello esistente, che pensano possa essere adattato alle esigenze del progetto. Il cosiddetto modello BEEHAVE simula le dinamiche della popolazione di un alveare analizzando fattori ambientali come le condizioni atmosferiche, la disponibilità di cibo (polline e nettare), agenti infettivi come l’acaro Varroa e due virus a esso associati, nonché altri fattori che possono influire sullo sviluppo delle colonie.

I membri del gruppo di esperti scientifici dell’EFSA sui prodotti fitosanitari e i loro residui (PPR) hanno affermato che il modello, così com’è attualmente, non è adatto all’uso nelle valutazioni del rischio a fini normativi, ma in futuro potrebbe essere adattato per prevedere gli effetti dei pesticidi e di altri fattori di stress sulle colonie di api mellifere.

Gli esperti raccomandano di includere nel modello un modulo sui pesticidi, altri agenti infettivi come la Nosema e la peste americana, e un elemento in grado di misurare le interazioni tra questi agenti infettivi, i parassiti, le condizioni climatiche e il paesaggio.

Per quanto riguarda l’aspetto “dati” del progetto MUST-B, gli esperti EFSA di salute e benessere degli animali stanno lavorando per sviluppare metodi d’indagine e strumenti che possano essere utilizzati per raccogliere informazioni sullo stato di salute delle colonie di api mellifere.

Fonte : www.efsa.europa.eu