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LA GRAN BRETAGNA INDICA LA STRADA PER L’ALIMENTAZIONE SOSTENIBILE

LA GRAN BRETAGNA INDICA LA STRADA PER L’ALIMENTAZIONE SOSTENIBILE

Il rapporto delle ONG britanniche analizza il sistema alimentare, sperimenta soluzioni a livello locale ed elabora raccomandazioni alla politica: ogni sterlina investita per sviluppare produzione locale e consumo di prodotti biologici ne genera quasi nove in beni pubblici!

 

La lotteria Italia distribuisce premi in collegamento con la trasmissione televisiva “Affari tuoi” e gira all’erario l’importo di quelli non reclamati.

In Gran Bretagna, invece, l’ente pubblico National Lottery Community Fund distribuisce parte dei fondi raccolti dalla vendita dei biglietti per “buone cause” opportunamente selezionate.

Tra i progetti finanziati c’è “Bridging the Gap” (qualcosa come “Superare il divario”), promosso dalle ONG  Sustain, Alexandra Rose Charity, Growing Communities, Food Sense Wales e Nourish Scotland, unite nella convinzione che tutti abbiano diritto a cibo sano e accessibile che rispetti il pianeta.

 

Dopo due anni di lavoro, Bridging the Gap ha presentato un rapporto di estremo interesse con il sottotitolo “Come risolvere il problema del sistema alimentare per tutti”.

Secondo il rapporto, un piccolo aumento del sostegno governativo a favore di frutta e verdura biologica potrebbe fornire enormi ritorni a livello nazionale in tutto il Regno Unito, mentre la mancata azione peggiorerà la dieta, il clima e la crisi agricola.

 

Secondo le valutazioni del progetto, favorire il consumo di prodotti biologici coltivati da piccole e medie aziende agricole da parte delle famiglie a basso reddito potrebbe generare 8,78 sterline di valore sociale per ogni sterlina di investimento pubblico, in particolare 3,11 sterline in miglior salute, 3,94 sterline nel rafforzamento delle comunità, 1,44 sterline di crescita economica locale nelle aree rurali e 29 pennies in benefici climatici e alla natura.

 

Il progetto si è articolato in nove iniziative sperimentali a livello locale che hanno colmato il divario di prezzo sui prodotti biologici di prossimità creando una domanda costante da parte di negozi, ristorazione scolastici e schemi di buoni, mantenendo la circolazione del valore a livello locale, assicurando prezzi equi per gli agricoltori e sviluppando le filiere territoriali. Assolutamente da non trascurare il fatto che i consumatori hanno potuto mangiare meglio, sentirsi più sani e più connessi socialmente e che grazie alla produzione biologica si è ridotta l’impronta ambientale dell’alimentazione.

 

Il rapporto conclude con alcune raccomandazioni politiche:

  • Migliorare l’approvvigionamento – incrementare la produzione nazionale e il consumo di frutta, verdura e legumi. Sostenere i piccoli produttori e gli agricoltori biologici con sovvenzioni, un migliore accesso alla terra e programmi di formazione
  • Colmare il divario – Garantire prezzi equi e investire nelle infrastrutture alimentari locali per aiutare i piccoli produttori a raggiungere il mercato (centri di concentrazione e distribuzione, impianti di lavorazione e confezionamento), rafforzare l’equità delle filiere
  • Risolvere il problema dell’accesso al cibo di qualità
  • Utilizzare i 5 miliardi di sterline spesi annualmente negli appalti pubblici alimentari (scuole e ospedali) per creare mercati stabili per i prodotti biologici e locali.
  • Avviare progetti pilota e programmi di diffusione per rendere il cibo sano più accessibile alle famiglie a basso reddito e ridurre la spesa sanitaria, per esempio con buoni per l’acquisto di frutta e verdura.

 

Per leggere il report completo:

https://www.sustainweb.org/assets/bridging-the-gap-how-to-fix-the-food-system-for-everyone-1764673053.pdf

CERVELLO PIÙ IN SALUTE CON GLI ALIMENTI BIOLOGICI

CERVELLO PIÙ IN SALUTE CON GLI ALIMENTI BIOLOGICI

Una ricerca pubblicata sull’European Journal of Nutrition segnala un’associazione positiva del consumo di alimenti biologici con le funzioni cognitive negli adulti di mezza età e negli anziani

 

L’articolo “Organic food consumption is positively associated with cognitive function among middle-aged and older adults: cross-sectional and longitudinal analyses” (https://link.springer.com/article/10.1007/s00394-024-03555-z) pubblicato sull’European Journal of Nutrition indica che i risultati della ricerca hanno rivelato un’associazione positiva tra il consumo di alimenti biologici e le funzioni cognitive negli anziani, e in particolare delle donne, con una riduzione del rischio di Disturbo Cognitivo Lieve (Mild Cognitive Impairment, MCI) pari a 0,80.

A esercitare l’effetto positivo è sia il consumo di alimenti biologici di origine animale che di alimenti biologici di origine vegetale (riduzione rispettivamente del 27% e del 20% del rischio di disturbo cognitivo).

Nelle conclusioni i ricercatori indicano che i loro risultati sottolineano i benefici cognitivi delle diete biologiche, in particolare nel mitigare il rischio di MCI tra le donne. Data la crescente intensificazione dei casi di deterioramento cognitivo e della demenza, l’identificazione di fattori alimentari modificabili e la formulazione di interventi dietetici mirati alla salute cognitiva rappresenta una componente cruciale delle strategie di prevenzione, anche riconoscendo la natura specifica di questa associazione in base al sesso.

Tra i punti di forza dello studio l’ampiezza del campione rappresentativo a livello nazionale, la durata (il follow up è stato a 3,7 anni), l’aggiustamento completo per i potenziali confondenti e l’esame sia del consumo globale di alimenti biologici che di specifiche categorie alimentari.

Va da sé che è opportuno integrare il consumo di cibo biologico in programmi di miglioramento complessivo dello stile di vita che comprendono attività fisica, allenamento cognitivo, impegno sociale e qualità alimentare generale.

 

Potete approfondire qui: https://www.foodtimes.eu/consumers-and-health/organic-diet-cognitive-function/

IL BIOLOGICO E’ IL MODO MIGLIORE PER EVITARE RESIDUI DI FITOFARMACI

IL BIOLOGICO E’ IL MODO MIGLIORE PER EVITARE RESIDUI DI FITOFARMACI

Uno studio dell’Università di Tolosa conferma: consumare alimenti biologici è il modo più efficace per ridurre l’esposizione ai fitofarmaci

La rivista scientifica Cahiers de Nutrition et de Diététique pubblica l’articolo “Pesticides dans l’alimentation : comment limiter l’exposition des consommateurs” curato dai ricercatori del Research Centre in Food Toxicology dell’Università di Tolosa.

L’abstract non lascia molto spazio a dubbi: “I fitofarmaci utilizzati nell’agricoltura convenzionale sono presenti nella frutta e nella verdura in dosi non tossiche, ma in miscela. La loro distribuzione nella frutta e nella verdura dipende dalla loro struttura chimica, dalla loro solubilità in acqua o nei lipidi, dalla loro azione (sistemica o da contatto) e dal tipo di pianta. Anche i prodotti a base di frutta trasformata contengono fitofarmaci, in particolare le bevande analcoliche a base di succo di frutta. I fitofarmaci sono composti biologicamente attivi che possono agire su bersagli diversi da quelli per cui sono stati progettati. Studi epidemiologici mostrano una forte presunzione di un legame tra l’esposizione professionale ai pesticidi e lo sviluppo di diverse patologie. Nei consumatori, un profilo di esposizione a determinati fitofarmaci è correlato al rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Inoltre, studi preclinici hanno dimostrato che l’esposizione alimentare a cocktail di fitofarmaci, ciascuno presente in dosi non tossiche, induce lo sviluppo di disturbi metabolici. È quindi essenziale ridurre l’esposizione ai fitofarmaci. Diverse tecniche, come la sbucciatura, l’immersione in acqua pulita o acidificata e le alte temperature, possono ridurre i livelli di fitofarmaci nella frutta e nella verdura. Ma il modo più affidabile per ridurre l’esposizione dei consumatori ai fitofarmaci rimane il consumo di alimenti coltivati con metodi biologici”.

Il testo in francese, con riassunto in inglese, si può scaricare gratuitamente qui: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0007996024001354)