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NUOVI OGM: LA COMMISSIONE UE AMMORBIDISCE LE REGOLE

NUOVI OGM: LA COMMISSIONE UE AMMORBIDISCE LE REGOLE

Concordato tra Consiglio UE (cioè i ministri nazionali) e parlamento UE il nuovo quadro giuridico per i nuovi OGM (che in Europa si chiamano NBT New Breeding Techniques, sta a dire nuove tecniche genomiche, ma da noi NGT o, più elegantemente, TEA, tecniche di evoluzione assistita)

Nella notte del 3 dicembre, dopo mesi di negoziati, tra Consiglio e Parlamento si è raggiunto un accordo politico provvisorio sulla proposta della Commissione europea sui “nuovi” OGM (NGT), fortemente sostenuti dalle organizzazioni agricole convenzionali e dalle multinazionali sementiere e altrettanto fortemente avversati dal movimento biologico.

L’accordo provvisorio è teso a ammorbidire le norme per la categoria di piante modificate geneticamente NGT1, considerate “equivalenti” alle colture convenzionali e rappresenta un grave rischio per la sovranità alimentare e l’autonomia sementiera europee, ma anche una vera e propria distrazione dalle effettive soluzioni agroecologiche necessarie per portare l’agricoltura verso la sostenibilità.

 

Il Consiglio ufficialmente sostiene che il nuovo regolamento che disciplinerà le NGT è teso a migliorare la competitività del settore agroalimentare e a garantire parità di condizioni per gli operatori europei, nel contempo rafforzando la sicurezza alimentare e riducendo la dipendenza dalle importazioni.

Come sottolinea IFOAM Organics Europe l’accordo provvisorio va invece a scapito delle garanzie essenziali per il sistema alimentare europeo, con conseguenze gravi per gli agricoltori, gli allevatori, i produttori, i consumatori e l’ambiente.

 

In sintesi:

 

Autorizzazioni

L’accordo prevede una procedura semplificata per l’autorizzazione di piante NGT1 (ottenute per mutagenesi mirata e cisgenesi) che saranno considerate equivalenti a quelle convenzionali), che dovrebbero essere esentate dalle attuali norme sugli OGM.

Per la categoria NGT2, con modifiche al genoma più rilevanti, invece, rimarrebbero in vigore le norme sugli OGM, compresa l’etichettatura dei prodotti.

 

Tracciabilità, etichettatura e coesistenza:

Saranno etichettati solo i semi, niente etichettatura per i prodotti derivati, né B2B né B2C.

In caso di presenza accidentale e tecnicamente inevitabile di materiale NGT, non si configura un caso di non conformità.

Gli stati membri dovrebbero poter vietare la coltivazione di piante NGT2 nel loro territorio, così come possono adottare ogni opportuna misura di coesistenza.

In base a una relazione sull’impatto economico e amministrativo sul biologico nell’arco di 5-7 anni la Commissione può presentare una specifica proposta legislativa.

 

Brevetti

Previsto un codice di condotta da redigere entro un anno e mezzo e da rivedere dopo cinque: la Commissione redige il codice con il sostegno delle parti interessate (titolari di brevetti, piattaforme di licenze volontarie, allevatori, agricoltori, organizzazioni della società civile…) per dettagliare gli impegni dei titolari di brevetti a fornire informazioni chiare e accessibili al pubblico sui brevetti, a concedere a condizioni eque e ragionevoli e ad astenersi dal pretendere diritti di brevetto nei confronti degli agricoltori in caso di presenza involontaria e minore di materiale genetico brevettato. Il codice dovrebbe inoltre promuovere una partecipazione economicamente vantaggiosa per le PMI, accordi di licenza standard e meccanismi equi per la risoluzione delle controversie

La Commissione monitorerà il funzionamento del codice di condotta e, se dalla valutazione emergono violazioni gravi o frequenti delle disposizioni dovrebbe adottare misure adeguate, compresa l’eventuale proposta di misure legislative.

 

Varie

I nuovi OGM resistenti agli erbicidi o dannosi a causa delle tossine prodotte, verranno sempre classificati come NGT2, quindi non completamente deregolamentati

 

Ci saranno ulteriori riunioni tecniche per colmare le lacune entro la metà di gennaio, poi ci sarà la revisione da parte di giuristi-linguisti, a seguire voto in seno alla commissione ENVI (ambiente) per l’adozione dell’accordo (al più presto alla fine di gennaio), poi voto in plenaria in cui possono essere presentati emendamenti (ma difficili da approvare).

 

Prime valutazioni

L’ accordo manca di protezioni efficaci sui brevetti per le colture NGT (nonostante ad ampia maggioranza nel 2024 il Parlamento europeo avesse approvato una forte posizione sull’argomento) e non garantisce la piena tracciabilità in tutta la filiera: senza queste garanzie, l’Europa rischia di compromettere la libertà di scelta, la trasparenza per i consumatori e il futuro dell’agricoltura e dell’allevamento innovativi.

Nonostante la normativa europea pulluli di richiami al diritto dei consumatori all’informazione sugli alimenti che consumano, la proposta è tesa a impedire loro di sapere come viene prodotto il loro cibo: i semi NGT1 saranno etichettati come tali, ma non sarà necessario informare i consumatori di questa caratteristica nelle etichette degli alimenti posti in vendita.

 

Per approfondimenti: https://europa.today.it/deep/ngt-ue-nuova-generazione-ogm-cosa-cambia.html

Emergenza Xylella: la Commissione Ue pronta a sanzioni contro l’Italia

La Commissione europea alza la voce sull’emergenza Xylella che imperversa in Puglia.

Il 13 luglio, da Bruxelles è arrivato un “parere motivato. Si tratta del secondo step verso la procedura d’infrazione. Una procedura che arriverà tra due mesi se il nostro Paese non si conformerà alle regole imposte.

Secondo la Commissione, l’Italia non avrebbe preso le misure necessarie, decise dall’Ue, per eradicare completamente o quantomeno contrastare la diffusione del batterio. La situazione, intanto, resta grave e da più parti si levano appelli e inviti a prendere in mano la situazione e salvare ciò che resta del patrimonio degli ulivi pugliesi.

Emergenza Xylella: l’aut aut di Bruxelles

Obbligo di espiantare tutti gli alberi o arbusti, tra cui gli ulivi, infettati da Xylella nella cosiddetta “zona di contenimento” e nella “fascia cuscinetto”. Questo è quanto chiede la Commissione, prima di passare alla misura definitiva di infrazione: l’appello presso la Corte europea di Giustizia.

Le due aree segnalate riguardano rispettivamente le provincie di Lecce, Brindisi e Taranto (in un lembo di terra largo 20 chilometri) e i terreni confinanti a questa “zona di contenimento”. Secondo il protocollo Ue, l’espianto sarebbe dovuto avvenire immediatamente dopo la conferma della presenza di Xylella fastidiosa. Ciò non è successo e “nuovi focolai in Italia sono stati notificati”, scrive la Commissione.

«Il calendario comunicato dalle autorità italiane è stato inefficace a garantire l’immediato espianto degli alberi infetti come richiesto dalla legislazione Ue», spiegano da Bruxelles. Le istituzioni italiane hanno tempo due mesi per mettersi in regola.

Commenta il provvedimento, il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele. Che spiega come l’aut aut dell’Ue “non deve essere sottovalutato: la Puglia rischia di mettere a repentaglio i passi in avanti, anche in termini di ritrovata credibilità, fatti dalla Regione in sede comunitaria”.

Cantele punta il dito contro le attività di monitoraggio in regione che sono ferme da febbraio. “Avrebbero dovuto ripartire ad aprile”, spiega. E le nuove campagne che erano state fissate per il 17 luglio hanno subito un ulteriore slittamento.

«Eppure l’apertura dell’Ue al reimpianto era stata “facilitata” dalla prima seria campagna di monitoraggio, invocata da Coldiretti Puglia fin dall’estate del 2014, che ha individuato, con la migliore precisione possibile, il margine più settentrionale del contagio».

Cantele conclude rinnovando “la richiesta all’assessore regionale alle Risorse agroalimentari di convocare un tavolo permanente” sull’emergenza Xylella.

Emergenza Xylella: rimandato l’impianto

Nel frattempo, l’autorizzazione per l’impianto di ulivi nella zona infetta sarebbe stata nuovamente rimandata. La messa a dimora di 28 specie suscettibili alla Xylella fastidiosa era stata già rimandata di un mese dalla data originaria, il 19 giugno. Secondo La Gazzetta del Mezzogiorno, l’impianto slitterà ulteriormente, per arrivare a settembre. La decisione, di competenza del Comitato fitosanitario permanente Ue, rappresenta un’ulteriore “doccia fredda per i tanti agricoltori, soprattutto del Leccese, che rincuorati dalla comprovata resistenza di varietà come Leccino e Favolosa (Fs17) erano pronti a sostituire distese di piante ridotte ormai a scheletri”, scrive la Gazzetta.

Emergenza Xylella: non si placa la diffusione

Nel frattempo si teme per la continua diffusione del batterio. Tra le località turistiche di Rosa Marina e Monticelli, in provincia di Bari, è stato infatti individuato un ulivo colpito da Xylella. A poco meno di 10 chilometri da quella zona, si trova Fasano, un’area che secondo gli esperti dispone di un patrimonio incalcolabile di ulivi monumentali. Gli agricoltori temono che sia solo una questione di tempo: presto il batterio potrebbe estendersi a tutta l’area nord del barese.

Per far fronte alla situazione si moltiplicano appelli e richieste di aiuto. Enzo Lavarra, presidente di Federparchi Puglia, lancia il grido d’allarme:

«Non abbiamo tempo, non abbiamo tempo, non abbiamo tempo», ripete con enfasi. E chiede che l’Assessore pugliese all’Agricoltura si porti in pianta stabile nelle zone colpite e di contenimento. L’assessore, spiega Lavarra, deve “fare da regia per rendere finalmente operative le decisioni previste dai protocolli per i patogeni da quarantena”. In questo modo, continua, sarà possibile “negoziare con la Ue più indennizzi, varare sostegni e misure ad hoc”. A rischio ci sono “6 milioni di ulivi secolari, 1 milione di plurisecolari: storia mediterranea e unicità di paesaggio. Principale fattore identitario e fonte di reddito e occupazione per la Puglia di oggi e di domani”.

Sull’emergenza Xylella è intervenuto con forza anche il professor Riccardo Valentini, Premio Nobel per la Pace 2007, riconoscimento ottenuto per le ricerche relative ai cambiamenti climatici, insieme agli altri scienziati dell’IPCC.

«Il dramma Xylella fastidiosa nel Salento– dichiara Valentini – èun problema di portata storica.Per questo lancio l’appello ai colleghi di tutto il mondo affinché vengano qui a vedere cosa sta succedendo e provino, ciascuno per le proprie competenze, a collaborare nella ricerca di una soluzione. Si tratta della fitopatia più spaventosa e devastante mai vista a livello internazionale a memoria d’uomo».

FONTI:

http://www.askanews.it/cronaca/2017/07/13/ue-d%C3%A0-due-mesi-a-italia-per-espiantare-ulivi-affetti-da-xylella-pn_20170713_00112/

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/home/911691/xylella-non-ripartono-i-monitoraggi-nei-campi.html

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/home/906115/xylella-bruxelles-rimanda-il-salento-a-settembre-per-nuovi-impianti-di-ulivi.html

http://www.brindisireport.it/cronaca/xylella-non-c-e-tempo-da-perdere-a-rischio-sei-milioni-di-ulivi-secolari.html

http://www.ansa.it/puglia/notizie/2017/07/18/xylella-premio-nobel-e-dramma-epocale_78648b05-1b07-4c42-9fc5-becbe5e43286.html

Sviluppo rurale: l’Ue approva altri 24 programmi per rilanciare l’agricoltura

Il 26 maggio scorso, la Commissione Europea ha approvato 24 programmi di sviluppo rurale (PSR), in Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Germania, Irlanda, Italia, Romania, Spagna, Svezia e Regno Unito.

Quest’ultima tornata lascia altri 67 PSR ancora da approvare, cosa che dovrebbe avvenire a rotazione tra la seconda metà del 2015 e, eventualmente, l’inizio del 2016.

I programmi hanno l’obiettivo di migliorare la competitività del settore agricolo dell’UE, preservare l’ambiente rurale e il clima e a rafforzare il tessuto economico e sociale delle comunità rurali per il periodo 2014-2020.

Si prevede che i programmi adottati creeranno oltre 40 000 posti di lavoro nelle zone rurali e circa 700 000 posti di formazione per promuovere l’innovazione, il trasferimento delle conoscenze, pratiche agricole più sostenibili e imprese rurali più forti.

sviluppo rurale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’Ue rende così disponibili finanziamenti per un valore di 27 miliardi di euro, che saranno integrati dal cofinanziamento di fondi pubblici a livello nazionale o regionale e/o di fondi privati.

Tra le azioni prioritarie dei programmi nazionali e regionali adottati figurano l’ammodernamento delle aziende agricole, il sostegno ai giovani agricoltori, la gestione sostenibile dei terreni e il miglioramento delle infrastrutture a banda larga.

In particolare, per l’Italia, sono stati approvati il programma della Rete Rurale Nazionale (59,7 milioni di Fondi comunitari) e i programmi regionali di sviluppo rurale (PSR) del Veneto (510 milioni), Emilia Romagna (513 milioni), Toscana (414 milioni) e Provincia Autonoma di Bolzano (158 milioni).

Le risorse comunitarie rese così disponibili ammontano, per l’intera programmazione 2014-2020, a oltre 1,64 miliardi di euro di fondi Feasr, che salgono a circa 3,8 miliardi tenendo conto del cofinanziamento nazionale.

Il ministro Maurizio Martina ha accolto con favore l’approvazione della Commissione Europea: “Il via libera della Commissione è una buona notizia per i nostri agricoltori che avranno a disposizione risorse per investire su strumenti innovativi per la produzione e per l’ammodernamento delle aziende. Con i fondi destinati alla rete rurale saranno possibili investimenti per migliorare le attività di supporto alle imprese”.

Anche Phil Hogan, Commissario per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale ha espresso parere positivo sulle decisioni prese: “Uno dei principali punti di forza del nostro concetto di sviluppo rurale è che noi stabiliamo le priorità fondamentali, ma spetta poi ai singoli Stati membri o alle singole regioni definire il programma più consono ai loro problemi e alle loro opportunità. I programmi adottati oggi offrono finanziamenti per una serie di progetti dinamici, che vanno da progetti di ammodernamento dell’agricoltura e di incoraggiamento del rinnovo generazionale in Croazia e in Romania, alla diffusione della banda larga in zone scarsamente popolate dell’Emilia-Romagna e al sostegno all’agricoltura biologica in Svezia o alla promozione di una gestione del suolo rispettosa dell’ambiente su 1 milione di ettari di terreni agricoli in Irlanda. Rafforzare la base di conoscenze del nostro settore agricolo è un aspetto importante dei PSR. Sono lieto di constatare che quasi tutti i programmi adottati oggi sosterranno progetti di innovazione nell’ambito del Partenariato europeo per l’innovazione“.

I programmi approvati dalla Commissione Ue coprono circa il 18% delle risorse messe complessivamente a disposizione dell’Italia fino al 2020, che ammontano a circa 21 miliardi grazie al cofinanziamento nazionale.

Fonti:

http://www.ifoam-eu.org/en/news/2015/05/26/commission-approves-24-more-rural-development-programmes

http://www.ilvelino.it/it/article/2015/05/27/mipaaf-ok-da-commissione-ue-ai-primi-programmi-di-sviluppo-rurale/257131fa-e8fe-4500-a0f3-a2b05403e5fd/

http://europa.eu/rapid/press-release_IP-15-5025_it.htm