Suolo e Salute

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DE GUSTI ARTE, DOVE IL CIBO SOSTENIBILE INCONTRA LA CULTURA

DE GUSTI ARTE, DOVE IL CIBO SOSTENIBILE INCONTRA LA CULTURA

Largo alle produzioni sostenibili e alle tipicità siciliane nell’evento patrocinato da Suolo e Salute in programma alla Villa Filippina di Palermo dal 13 al 16 maggio prossimi

Il mondo del food & wine incontra quello dell’arte nella splendida cornice del parco della settecentesca Villa Filippina a Palermo. “DeGusti Arte” è infatti l’evento patrocinato da Suolo e Salute che si terrà in questa suggestiva location dal 13 al 16 maggio prossimi, con la presenza di 40 espositori e produttori tra cantine vinicole, caseifici, distillerie, aziende agricole, aziende agroalimentari, artisti chiamati a testimoniare l’impegno e la creatività di chi produce in modo sostenibile.

Arte, show cooking e workshop

Dopo il successo della prima edizione “messa in scena” dal 3 – al 5 dicembre 2021 al Real Teatro Bellini di Palermo gli organizzatori della società Inkilo hanno predisposto un upgrade della manifestazione, sperimentando una progettazione adattata agli spazi di Villa Filippina che consentono di ampliare l’offerta artistica, I percorsi di degustazione e le aree tematiche per gli show cooking ed i workshop.

Uno scrigno di tesori architettonici

Costruita nel 1755 per volere di Don Angelo Serio, sacerdote amante dell’arte appartenente alla Congregazione di S. Filippo Neri, Villa Filippina è situata nel pieno centro di Palermo ed è caratterizzata da un vasto spazio quadrangolare, recintato per tre lati da portici lunghi 140 metri, su cui corre una terrazza praticabile. L’edificio, scelto per la sua rilevanza storica e l’indiscussa bellezza architettonica, cela al suo interno un autentico scrigno di tesori: affreschi, colonnati, statue, fontane ed i suoi 10.000 mq di giardino.

Il ruolo di Suo e Salute

Per Suolo e Salute si tratta di una location ideale per valorizzare l’incontro tra arte e produzioni biologiche, ben rappresentate dall’equilibrio tra uno spazio naturale ben gestito e aperto al pubblico e il valore artistico dell’edificio storico. Nel corso della manifestazione sono previsti focus di approfondimento dedicati alle produzioni tipiche siciliane. Una novità sarà il tema della frutta autoctona siciliana, della frutta esotica e delle nuove coltivazioni sorte recentemente sul territorio isolano. Alcuni chef siciliani selezionati dall’organizzazione presenteranno i loro migliori progetti enogastronomici per accostare al vino carni, pesce e cucina vegetariana. Uno spazio sarà dedicato ai dolci tipici da assaporare con un buon distillato siciliano.

LA TERRA SANA AL CENTRO, UNA PIANIFICAZIONE A PARTIRE DALLA GIORNATA PER LA LOTTA ALLA DESERTIFICAZIONE E ALLA SICCITÀ

LA TERRA SANA AL CENTRO, UNA PIANIFICAZIONE A PARTIRE DALLA GIORNATA PER LA LOTTA ALLA DESERTIFICAZIONE E ALLA SICCITÀ

Con l’intento di rispondere alla domanda sempre più incalzante di cibo, beni materiali, abitazioni e strade su cui costruire, l’essere umano ha finito per trasformare in qualcosa di molto diverso dalla natura originaria, quasi tre quarti della superficie terrestre.

A ricordarlo è il segretario generale dell’Onu, António Guterres, in occasione del 17 giugno, giornata scelta per onorare la Lotta alla desertificazione e alla siccità nel mondo.

“Dobbiamo fare pace con la natura  a partire da oggi, in cui mettiamo la terra sana al centro della nostra pianificazione”, è questo il messaggio fondamentale di Guterres, che racconta come sia il degrado del suolo, causato dall’agricoltura intensiva  e dall’espansione delle città, a minare il benessere di 3,2 miliardi di persone nel mondo e a favorire l’insorgere delle zoonosi: quelle malattie che passano dagli animali all’uomo e che tanto ci stanno condizionando; provocate soprattutto dall’alterazione della biodiversità originaria.

Fenomeni come desertificazione e siccità aumentano anche la scarsità d’acqua, effetto che potrebbe provocare la migrazione di 135 milioni di persone nel mondo, entro il 2030. Un evento non privo di sollecitazioni di conflitto e di instabilità; per questa ragione, mettere al centro la terra sana per evitare la desertificazione, è un’azione che ha a che fare con la ricostituzione di un assetto di pace oltre che di salvaguardia ambientale del pianeta.

In occasione de l’High level Dialogue on Desertification, Land Degradation and Drought, sono state definite alcune priorità per quello che riguarda il prossimo decennio: tra queste, l’obiettivo di porre fine al fenomeno della deforestazione illegale, affrontare la crisi climatica e rafforzare le soluzioni di recupero dalla pandemia da Covid-19.

L’approccio che sottende la risoluzione di queste problematiche, è quello incentrato sulla terra e sulle risorse territoriali pensate come capitale naturale.

16 trilioni di dollari sono stati finora investiti nei programmi di ripresa dalla pandemia: se la collettività investisse annualmente anche solo un quinto di tale importo, si potrebbero trasformare entro dieci anni le economie globali in economie verdi – che pongano come valore di base, la sostenibilità – , creando 400 milioni di nuovi posti di lavoro green e oltre 10 trilioni di dollari di valore aziendale annuo.

L’abitudine ormai acquisita ad un consumo e a una produzione alterati, va modificata, le conseguenze potrebbero altrimenti condurre ad un aumento della produzione agricola nell’Africa subsahariana e in America centrale e meridionale, in risposta a un incremento della crescente richiesta alimentare.

Ciò comporterebbe 300 milioni di ettari di terra da disboscare entro 30 anni e un declino della biodiversità globale del 6%; un’emissione di 32 gigatoni di carbonio nell’atmosfera e un declino della salute del suolo con conseguenze climatiche importanti.

A sostenere questa visione è il rapporto The global potential for land restoration: Scenarios for the Global Land Outlook 2”, realizzato dalla PBL Netherlands Environmental Assessment Agency, che tuttavia fornisce un piano di risoluzione e recupero.

Il rapporto sottolinea infatti che un miglioramento della gestione del territorio consentirebbe il ripristino di più di 5 miliardi di ettari di terreno; questa operazione condurrebbe a un aumento del 9% dei raccolti, a una buona capacità di ritenzione idrica del suolo e a una riduzione importante di rilascio di gas serra e maggiore stoccaggio del carbonio.

Il piano proposto, potrebbe ridurre la perdita di biodiversità di quasi un terzo, ma la sua realizzabilità potrà verificarsi solo attraverso una incisiva azione e coesione da parte dei principali leader mondiali.

Fonte: Green report

LA SPESA PER L’AMBIENTE

LA SPESA PER L’AMBIENTE

Comprare del cibo è un atto ecologico!

Uno studio “Enhancing NDCS for food systems”, pubblicato dal Wwf, dall’Unep e da Climate Focus ha evidenziato come alcune semplici pratiche potrebbero portare ad una drastica riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera.

Il settore alimentare è tra le prime cause d’inquinamento, il 24% del totale. Proprio per questo va studiato e migliorato.

Secondo lo studio in esame il comparto, che insieme agli sprechi alimentari, al trasporto dei prodotti e alla gestione dei rifiuti, raggiunge il 37% del totale della CO2 immessa nell’atmosfera ha un ruolo fondamentale per il clima mondiale.

“I sistemi alimentari rappresentano un’opportunità di mitigazione trascurata ma con molti vantaggi. Eliminare il consumo eccessivo di carne, migliorare le strutture di stoccaggio e ridurre gli sprechi alimentari fa bene alla nostra salute e migliora la sicurezza alimentare. Con esempi concreti di attività e obiettivi, questo rapporto fornisce una guida ai responsabili politici per integrare i sistemi alimentari nelle loro strategie nazionali sul clima”, ha affermato Charlotte Streck, cofondatrice e direttrice di Climate Focus.

Da queste parole si evince il ruolo fondamentale dell’agricoltura, che vede nel modello biologico, la migliore delle proposte per abbattere le emissioni, grazie a minore energia utilizzata per le produzioni e metodi di coltivazioni con minori emissioni di CO2. I suoli coltivati con questa tecnica sono anche in grado di catturare molto più carbonio, riducendo così la concentrazione di anidride carbonica.

Altro punto da tenere in considerazione è la riduzione degli sprechi alimentari e l’inizio di diete più sostenibili che prediligono alimenti d’origine vegetale rispetto a quelli animali che porterebbero a un taglio di 4,5 Gt CO2 all’anno,.
A fronte di tutti questi numeri vi poniamo un semplice dato: se l’Europa raggiungesse la quota del 20% di terreni d’agricoltura biologica  avremmo un abbattimento di 92 milioni di tonnellate di CO2 (più delle totali emissioni annue dell’Austria).

 

Fonte: cambialaterra.it

Foto di Anonimo da Pixabay