Suolo e Salute

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Festuca: la soluzione che salverà le colture da freddo e siccità?

Secondo i ricercatori, la festuca arundinacea, pianta con un’incredibile resistenza a freddo e siccità, potrebbe racchiudere la soluzione che salverà le colture dai cambiamenti climatici.

La Festuca arundinacea è una pianta erbacea con una spiccata resistenza al freddo e agli stress idrici. È molto utilizzata nella realizzazione dei tappeti erbosi, proprio per le sue caratteristiche che le consentono di tollerare bene caldo, siccità, malattie e scarsa manutenzione. È una delle specie che meglio si adatta al clima italiano.

I ricercatori dell’Università di Pisa hanno esaminato la pianta per carpire il segreto della sua longevità e applicarlo alle colture agrarie, sempre più minacciate dai cambiamenti climatici.

Lo studio

Lo studio, condotto dal professor Lorenzo Guglielminetti ha portato a degli sviluppi interessanti.

In un’intervista rilasciata ad “Agronotizie”, Guglielminetti spiega il comportamento della Festuca e le sue possibili applicazioni in campo agrario.

Questa pianta, afferma, “è in grado di sopravvivere per più di un anno in completa assenza di risorse energetiche, ma con i tessuti idratati”.

La Festuca unirebbe in sé il comportamento delle piante che vivono in ambienti desertici, e che trascorrono lunghi periodi di inattività, a quello delle piante erboree che, per affrontare l’arrivo dell’autunno, conservano il nutrimento in steli e radici sotto forma di zuccheri.

Durante i test, i ricercatori hanno fatto germinare la Festuca al buio. La pianta è cresciuta per circa 200 giorni. Dopo aver esaurito il nutrimento presente nel seme è entrata in letargo, per poi riprendere la propria attività una volta esposta nuovamente alla luce. Tutto il processo è durato 650 giorni.

Cosa determina la sua resistenza

All’interno della Festuca sono presenti dei geni incredibilmente forti che le consentono di resistere agli stress esterni. La pianta utilizza la fase di letargo per evitare di esaurire tutte le riserve accumulate e morire in assenza di fotosintesi.

Secondo Guglielminetti la scoperta ha un valore rilevante anche per le altre colture. “Se noi riuscissimo a trasferire questi meccanismi, che ancora non sono chiari, nelle colture agrarie saremmo in grado di rendere le piante più resistenti”, spiega il professore. Si potrebbero ottenere specie che consumano meno risorse idriche e che non temono le gelate primaverili.

Nuovi Ogm quindi?

Alla domanda se trasferire i geni della Festuca alle altre colture possa determinare la creazione di Ogm, l’esperto risponde che non è detto. L’ingegneria genetica è una soluzione, ma esistono altre vie: una volta individuato esattamente il gene di resistenza di questa pianta, è possibile ricercarlo in altre varietà presenti tra le colture agrarie non ancora valorizzate commercialmente. Poi, le proprietà potrebbero essere trasferite attraverso incroci tradizionali alle altre varietà più commercializzate ma meno resistenti.
Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2017/01/19/freddo-e-siccita-non-fanno-piu-paura-grazie-ad-un-erba/52500

https://it.wikipedia.org/wiki/Festuca_arundinacea

Cambiamenti climatici e agricoltura in Emilia-Romagna

Lunedì 30 gennaio 2017 si terrà un incontro a Bologna che avrà come argomento i cambiamenti cliamtici e l’agricoltura in Emilia Romagna, ecco il programma:

Dalle ore 10-13 in Viale Antonio Silvani 6, Bologna, piano terra, sala 5

10.00 Introduzione, Giuseppe Bortone, direttore generale Arpae

10.10 Il Servizio idrometeoclima per l’agricoltura regionale, Carlo Cacciamani, direttore Arpae Simc

10.30 Siccità e Clima, il ruolo degli osservatori, Lucio Botarelli, Arpae Simc

10.50 Il nuovo atlante climatico regionale, Gabriele Antolini, Arpae Simc

11.10 Il futuro del clima regionale, Rodica Tomozeiu, Arpae Simc

11.30 Da iColt a Moses: servizi climatici per l’agricoltura, Vittorio Marletto, Arpae Simc

11.50 La strategia climatica regionale, Patrizia Bianconi, Regione Emilia-Romagna

12.10 Mitigazione agricola: il progetto Climate changE-R, Mario Montanari, Regione Emilia-Romagna

12.30 Conclusioni, Simona Caselli, assessore Agricoltura Caccia e Pesca, Regione Emilia-Romagna

13.00 Rinfresco

Incontro a Roma sul sistema agroalimentare del Mediterraneo e il climate change

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Se il clima cambia, cambieranno inevitabilmente anche il sistema agricolo e l’offerta alimentare. È da questo presupposto che parte l’idea alla base dell’incontro “Il sistema agricolo e alimentare del Mediterraneo di fronte ai cambiamenti climatici”. Appuntamento a Roma, presso le Scuderie Vecchie di Villa Torlonia, per il prossimo 7 novembre.

A partire dalle 14: 30, esperti, accademici e ricercatori si incontreranno nella sede della Biblioteca dell’Accademia nazionale delle scienze, per l’evento organizzato, tra gli altri, dal dipartimento di Scienze bioagrolimentari del Cnr.

Nel recente Committee on World Food Security, la FAO ha prodotto il suo report annuale sullo Stato dell’Agricoltura e del Food nel 2016. La parola chiave è stata cambiamento.

Se il clima cambia, allora anche l’agricoltura cambia”, ha dichiarato Rob Voss direttore della divisione Agricultural Development Economics della FAO. L’impatto del climate change, i cambiamenti climatici dovuti al riscaldamento globale, saranno maggiori nelle aree dell’Africa sub-sahariana e del sudest Asiatico. Ciò non vuol dire che le nazioni europee, e in particolare quelle che affacciano sul Mediterraneo, ne saranno esenti.

Ecco allora spiegata l’importanza di eventi come quello di Roma.

Di seguito l’elenco completo degli argomenti in discussione.

Il clima del Mediterraneo e la sua evoluzione, relaziona Marina Baldi di Ibimet-CNR

Il Mediterraneo e la sua agricoltura, a cura di Amedeo Alpi dell’Accademia Nazionale delle Scienze

Evoluzione della domanda alimentare e dell’agricoltura nei paesi del Mediterraneo, su cui interviene Cosimo Lacirignola, Segretario Generale CIHEAM

Cambiamenti climatici e possibili implicazioni per il sistema agro-alimentare dei paesi del Mediterraneo, di Mauro Centritto, IVALSA-CNR

Soluzioni agro-ecologiche per l’adattamento ai cambiamenti climatici, sui cui relazionerà Paolo Bàrberi della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

La FAO: il settore agricolo fondamentale per contrastare fame e climate change

Il CFS, il Committee on World Food Security (Comitato sulla Sicurezza Alimentare Mondiale), si è riunito dal 17 al 21 Ottobre a Roma, nel Quartier Generale della FAO. Durante il primo giorno del meeting internazionale, la FAO (Food and Agriculture Organization), organizzazione delle Nazioni Unite, ha annunciato la pubblicazione del report “The State of Food and Agriculture 2016”. Il report, quest’anno è stato incentrato sul climate change, i cambiamenti climatici che stanno interessando il nostro pianeta.

Secondo il rapporto, se l’umanità vuole sradicare fame e povertà deve mettere immediatamente in campo una trasformazione rapida dell’agricoltura, degli allevamenti e dei sistemi di produzione e distribuzione degli alimenti. Non c’è dubbio, ritengono gli esperti FAO, che il climate change avrà effetti anche sull’alimentazione.

Se il sistema produttivo dovesse continuare “business as usual”, cioè come ha sempre fatto, milioni di persone sarebbero a rischio fame, soprattutto nell’Africa sub-sahariana e nel Sud-Est Asiatico.

Il clima sta cambiando e quindi deve cambiare anche l’agricoltura”, ha dichiarato Rob Voss, direttore della divisione Agricultural Development Economics della FAO. “Affermiamo questo perché l’agricoltura sta già subendo l’impatto del climate change, in particolare nelle aree tropicali. L’agricoltura sta inoltre contribuendo, per circa un quinto del totale, alle emissioni globali di anidride carbonica e altri gas serra”.

Occorre quindi cambiare passo, per affrontare le sfide climatiche e sostenere le necessità alimentari globali.

Secondo Voss, sono 4 i principali cambiamenti che devono essere messi in campo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Innanzitutto, bisogna convertire i campi a pratiche agricole più sostenibili, anche dal punto di vista economico, scegliendo varietà di raccolti che siano più tolleranti alle elevate temperature e alla siccità.

In secondo luogo, “dobbiamo lavorare per incrementare la capacità del suolo e delle foreste di sequestrare il carbone. La deforestazione per creare nuovi terreni agricoli è una delle principali fonti fonti di emissioni nel settore agricolo”, spiega Voss.

La terza parte del piano FAO riguarda lo spreco alimentare: circa un terzo di tutto il cibo prodotto dall’agricoltura viene perso durante il processo di lavorazione o buttato via dai consumatori.

La quarta azione, che è anche la più impegnativa, è quella di cambiare la dieta delle persone. Stiamo assistendo a un chiaro cambiamento nella domanda alimentare: sempre più spesso osserviamo un aumento nella richiesta di prodotti che interferiscono con le risorse naturali”. La sfida in questo caso è di spingere le persone a selezione alternative alimentari vegetali, piuttosto che animali: questo darebbe un forte contributo a un settore alimentare più sostenibile. E in più, “avrebbe benefici anche sulla salute umana”, conclude Voss.

Durante il meeting del Comitato, sono stati presentati altri documenti che hanno messo al centro del dibattito il ruolo dell’agricoltura biologica come modalità di coltivazione sostenibile. In una dichiarazione, inoltre, la FAO ha detto di “promuovere il biologico, il commercio equo e lo slow food come strade concrete per creare un’agricoltura sostenibile”.

FONTI:

https://www.ifoam.bio/en/news/2016/10/24/committee-world-food-security

http://www.fao.org/3/a-i6030e.pdf

http://www.bbc.com/news/science-environment-37671825

PSR Marche: bando per GO in materia di produttività e sostenibilità

La Regione Marche ha pubblicato un Bando per l’attuazione della Sottomisura 16.1 – Azione 1 del Piano di Sviluppo Regionale 2014-2020. La misura è intitolata “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura – Fase di Setting-Up” e prevede una dotazione finanziaria di 600mila euro.

L’obiettivo del bando, indicato dall’ente, è di “rinsaldare i nessi tra agricoltura, produzione alimentare e silvicoltura e ricerca e innovazione, sostenendo la costituzione e la gestione dei Gruppi Operativi (G.O.) del Partenariato Europeo dell’Innovazione (PEI) in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura per la realizzazione di progetti in tale ambito e la partecipazione alle attività della rete PEI“.

 

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La misura è destinata ai Gruppi Operativi (GO) del PEI, costituiti ai sensi dell’articolo 56 del Reg. UE 1305/2013. All’interno dei GO, possono essere coinvolti:

  • Imprenditori agricoli e forestali (sia come singoli che in forma associata)
  • Imprese di trasformazione e commercializzazione
  • Enti e Istituti di ricerca
  • Fornitori di servizi, sia pubblici che privati.
  • Altri soggetti del settore agroalimentare, dei territori rurali e della società civile. In quest’ultima categoria rientrano anche le organizzazioni non governative e gli “innovation broker”, quali facilitatori del progetto.

La Regione interverrà, in maniera preferenziale, sulle seguenti aree tematiche, in linea con le strategie regionali delle Smart Specialization e in coerenza con l’Accordo di Partenariato:

  • Tutela della biodiversità, dei servizi eco sistemici, la funzionalità del suolo e la gestione sostenibile delle risorse idriche;
  • Tecniche a basso impatto ambientale e biologiche;
  • Mitigazione dei cambiamenti climatici;
  • Risparmio energetico e utilizzo delle energie rinnovabili;
  • Tutela dell’assetto idrogeologico del territorio;
  • Qualità e sicurezza dei prodotti alimentari e dei cibi funzionali ad una dieta sana ed equilibrata;
  • Introduzione dell’innovazione sociale nelle aziende agricole.

Le spese ammissibili riguardano la fase di setting-up e in particolare i costi per: studi di fattibilità e sostenibilità finanziaria, costituzione del nuovo GO, di animazione (affitto locali, noleggio attrezzature, etc.), progettazione delle attività, redazione dell’accordo di cooperazione e regolamento interno e redazione del Piano di Progetto del costituendo GO.

Le domande vanno presentate entro il 7 Ottobre 2016. L’istanza sarà presentata dal soggetto capofila del GO, su delega dei partner, tramite SIAR (Sistema Informativo Agricolo Regionale) delle Marche, accedendo a questo indirizzo: http://siar.regione.marche.it

FONTI:

http://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/16161

http://agricoltura.regione.marche.it/Home/AreeGenerali/ProgrammadiSviluppoRurale20142020/BandoSottomisura161.aspx

http://agricoltura.regione.marche.it/Portals/0/Documenti/ProgrammazionePSR20142020/Bandi/Sottomisura%2016_1/DDS_AEA_2016_0493_A.pdf

 

G20: agricoltura sostenibile essenziale per lo sviluppo economico globale

G20Innovazione, sviluppo sostenibile, lotta al cambiamento climatico sono alcuni dei temi principali dibattuti durante il G20 dell’Agricoltura che si è appena concluso in Cina.

All’incontro hanno partecipato tra gli altri il commissario europeo Phil Hogan e il viceministro Andrea Olivero che ha rappresentato il nostro Paese.

Secondo Olivero, il G20 è stata “un’ottima occasione per discutere sulle concrete strategie per realizzare gli obiettivi dell’Agenda 2030 e della COP21 per un’agricoltura che sia, insieme, più produttiva e più sostenibile”.

Obiettivo prioritario, ha sottolineato Olivero, è rendere gli agricoltori sempre più protagonisti di questo processo di cambiamento, aumentando la loro capacità di difendersi dalla volatilità dei prezzi e di adattarsi ai cambiamenti climatici.

Il ruolo cruciale dell’agricoltura nell’affrontare le principali sfide agroalimentari del nostro tempo è stato evidenziato anche dal commissario europeo: “Oggi, oltre ad assicurare la sicurezza alimentare per i nostri cittadini gli agricoltori devono assumere un ruolo attivo nella lotta al cambiamento climatico e nella gestione di risorse preziose come il suolo e l’acqua. L’attuale presidenza cinese del G20 riconosce queste sfide e ha giustamente dato un ruolo centrale allo sviluppo agricolo sostenibile e all’innovazione”.

Durante l’incontro è stata ribadita la necessità di rispettare gli accordi stabiliti a Parigi nell’ambito della COP21: mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C, attraverso la riduzione delle emissioni e lo stoccaggio del carbonio. Ed è proprio in quest’ultimo punto che agricoltura e silvicoltura possono fare la differenza.

Il G20 ha rappresentato anche un’ottima occasione per rafforzare i rapporti fra l’Unione europea e la Cina. “L’export agroalimentare dell’Ue è in una fase di prosperità – ha dichiarato il commissario Hogan – con una crescita del 33% su base annua, che ha portato a raggiungere il valore di 10,3 miliardi di euro all’anno. I consumatori cinesi richiedono sempre più qualità e tracciabilità dal produttore al consumatore e i produttori europei stanno fornendo in tale domanda”.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2016/06/06/g20-le-responsabilita-dellrsquoagricoltura/49059

http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/istituzioni/2016/06/03/g20-olivero-impegno-italia-su-agricoltura-piu-sostenibile_b18f3312-1241-421d-82b7-4cb1aa7dd3a5.html