Far crescere il bio per salvare vite umane: il progetto Ifoam in Africa del’Est
Ifoam – Orgnanics International, federazione mondiale per la promozione del bio, guida e coordina il progetto OTEA.
L’acronimo sta per “Organic Trade and Value Chain Development in East Africa”, ovvero commercio bio e sviluppo della catena del valore nelle nazioni in Africa orientale.
L’idea è quella di aiutare lo sviluppo dell’economia locale favorendo l’implementazione di un Sistema di Garanzia Organico nella regione.
«L’obiettivo globale è di migliorare il reddito e i mezzi di sussistenza delle comunità rurali attraverso lo sviluppo di una produzione bio orientata al mercato», spiegano da Ifoam.
OTEA è finanziato dal SIDA (Swedish International Development Cooperation) e messo in atto da AfrOnet, l’African Organic Network. Le nazioni coinvolte sono Uganda, Kenya, Tanzania, Ruanda e Burundi. Il progetto è partito due anni fa ed è di durata triennale. Oggi Ifoam fa il punto della situazione, rendendo pubblici i primi risultati conseguiti.
I 5 obiettivi di Ifoam in Africa
«Quando non usavo il metodo biologico, non ottenevo raccolti buoni come quelli di oggi».
Le parole sono di Stephen Kinuthia Karanja, agricoltore bio del Kenya, coinvolto nel progetto di Ifoam. “Sono molto felice di essere un agricoltore bio, trovo il metodo molto buono”, racconta. La sua testimonianza, come quella di altri operatori del settore ed esperti della federazione, è raccolta in un video che documenta le attività svolte nell’ambito di OTEA. Il progetto è partito nel 2015 e comincia a dare i primi frutti, come dimostra il filmato. Si concluderà nel 2018 e prevede il raggiungimento di 5 obiettivi interrelati tra loro:
Un Sistema di Garanzie nel Biologico in Africa dell’Est: con OGS (Organic Guarantee System) si mira a coordinare i parametri e gli standard produttivi e distributivi nel settore. In questo modo, si incrementerà la consapevolezza dei consumatori, che a loro volta faranno incrementare la domanda nella regione per prodotti a marchio bio.
Supporto nella creazione della catena del valore: i mercati locali e regionali, insieme ai canali distributivi dell’export, saranno sviluppati per migliorare l’accesso dei produttori a mercati più vasti.
Sviluppo politico: i governi dell’Africa orientale sono invogliati a implementare azioni, strategie e piani a supporto dell’agricoltura bio.
Sviluppo associativo: nella regione esistono già organizzazioni specifiche rivolte al mondo bio, di portata nazionale. A capo di tali associazioni c’è l’Organic Agriculture Network in East Africa, rete che coordina le diverse sigle nazionali. Ifoam con il suo progetto mira a sviluppare ulteriormente tale cooperazione.
Raccolta dei dati: per incentivare ulteriormente la creazione di nuove aziende bio, è importante raccogliere informazioni e statistiche affidabili sui progetti già in corso.
Non solo Africa: i progetti di sviluppo bio nel mondo
Non solo OTEA. La Federazione è impegnata da tempo in una serie di programmi che, nel mondo, hanno come obiettivo lo sviluppo della filiera biologica:
«Supportiamo gli attori – scrive Ifoam – sui vari livelli della supply chain per realizzare la transizione verso l’Agricoltura Biologica, per promuovere soluzioni locali bio e per raccogliere e diffondere best practice».
Programmi di questo tipo sono implementati per esempio in Corea, sia Nord che Sud, in Turchia e in Ghana. Tra i più ambiziosi, il piano per rendere sostenibili e profittevoli gli agro-sistemi in aree montuose come il Nepal, il Pakistan, il Kyrgyzstan, l’Etiopia e il Perù.
L’idea, in tutti questi luoghi, è di promuovere l’adozione di pratiche organiche per affrontare le sfide odierne: povertà, sicurezza alimentare, erosione del suolo, climate change e distruzione della biodiversità.
FONTI:
https://www.ifoam.bio/en/news/2017/09/18/video-improving-livelihoods-rural-communities-east-africa-organic-agriculture
http://www.ifoam.bio/en/organic-trade-and-value-chain-development-otea