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Regione Abruzzo – agricoltura biologica, pubblicato il bando regionale 2018

Regione Abruzzo – agricoltura biologica, pubblicato il bando regionale 2018

Nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014/2020 della Regione Abruzzo, in data 30 aprile 2018 è stato pubblicato il bando per annualità 2018 della misura M11, di interventi per l’agricoltura biologica.

La misura favorisce e incentiva la diffusione del metodo di produzione biologica e regola gli interventi previsti dalla Misura 11 – Agricoltura biologica – del PSR ABRUZZO 2014-2020, di seguito riportati:

  • Intervento 11.1.1 – Pagamenti per la conversione all’agricoltura biologica
  • Intervento 11.2.1 – Pagamenti per il mantenimento dell’agricoltura biologica

Sulla medesima superficie è consentita la combinazione degli impegni della misura 11 “agricoltura biologica” con i seguenti interventi della Misura 10 “pagamenti agro-climatico-ambientali”:

  1. 10.1.2 – miglioramento pascoli e prati pascoli;
  2. 10.1.3 conservazione del suolo (limitatamente alle operazioni I-semina su sodo e III –inerbimento delle colture arboree specializzate).

Possono presentare la domanda tutti gli imprenditori agricoli singoli o associati che conducono superfici ricadenti sul territorio regionale. Tutti i requisiti necessari per accedere al regime di aiuti (vedi Avviso), devono essere posseduti alla data del 15 maggio 2018 e mantenuti per l’intero periodo d’impegno (5 anni).

Le domande devono essere presentate entro il termine del 15/05/2018 (salvo proroghe concesse da AGEA che si intendono sin d’ora accettate). Le domande possono essere presentate con un ritardo di 25 giorni di calendario successivi rispetto al termine previsto del 15/05/2018, in tal caso l’importo dell’aiuto sarà decurtato dell’1% per ogni giorno lavorativo di ritardo.

Per tutte le ulteriori specifiche (requisiti di accessi all’agevolazione, spese ammissibili, importi, modalità di presentazione delle domande) vi rimandiamo alla consultazione dell’Avviso pubblico.

Fonte: http://www.abruzzosviluppo.it/2018/05/02/agricoltura-biologica-pubblicato-bando-regionale-2018/

Per la Xilella costretti ad utilizzare pesticidi vietati in agricoltura biologica. Api a rischio

Per la Xilella costretti ad utilizzare pesticidi vietati in agricoltura biologica. Api a rischio

Scatta da questo maggio l’obbligo per trattare la Xylella, che coinvolgerà tutti i terreni delle zone infette, quindi praticamente tutto il Salento.

Gli agricoltori, anche quelli biologici, sono obbligati a usare pesticidi pericolosi per le api. 2 trattamenti in primavera-estate, 2 in autunno, per un totale di 4 irrogazioni di pesticidi.

Non sono servite a nulla le proteste degli agricoltori biologici, ma anche di altri agricoltori che si vedono costretti, per contrastare l’insetto che porta il batterio dalle piante infette a quelle sane, a usare i neonicotinoidi, prodotti aggressivi e molto nocivi per le api, come la scienza e la stessa autorità per la sicurezza alimentare (Efsa) ha confermato.

Non è valso nemmeno lo storico voto del Parlamento europeo che ha vietato per sempre dall’Europa l’utilizzo in campo aperto di tre di queste sostanze, l’imidacloprid e il clothianidin della Bayer e il tiamethoxam della Syngenta.

L’acetamiprid, della stessa famiglia, non è stato vietato, e quindi non solo si può usare, ma si deve usare in modo intensivo nel Salento.

Abbiamo intervistato Vincenzo Vizioli, Presidente dell’Associazione Italiana Agricoltura Biologica.

“È stato chiesto alla Regione di dare indicazioni in merito, perché ci sono molte questioni in ballo – ci spiega– […] Non hanno risposto alle richieste di nessuno”.

Il Presidente ci informa poi dell’esistenza di diversi tavoli tecnici nelle zone colpite, che sono state convocate per affrontare la situazione. E nessuna indicazione da parte delle autorità locali? “No, nessuna proroga, nessuna risposta, tanto che oggi l’AIAB Puglia ha chiesto esplicitamente alla Regione di dire a chi aveva già comprato i principi attivi di non trattare. Comunque se ormai li hanno comprati, è dura”.

“Non si può stare in questo stato di incertezza, in cui ci sono anche enti locali che hanno convocato incontri per opporsi al decreto – tuona Vizioli – La situazione è molto confusa e serve un intervento da parte della Regione”.

AIAB continua a chiedere di poter usare i prodotti ammessi in agricoltura biologica, attualmente vietati in quanto considerati non efficaci, ma ci sono anche agricoltori non biologici che si oppongono al decreto. E la Regione, per ora, tace.

Dei ricorsi sembrano essere sulla griglia di partenza. Non ancora inoltrati proprio in attesa di risposte precise dal parte delle autorità locali. “Diverse realtà si stanno muovendo, e quindi si farà, se necessario, un ricorso collettivo”. Tra l’altro, pur essendo il biologico in prima linea in questa battaglia, anche realtà non biologiche si stanno attivando contro il decreto, conferma Vizioli.

L’acetamiprid non è stato vietato, perché la sua tossicità risulta più bassa degli altri tre neonicotinoidi ora messi al bando. Ma per gli ecosistemi potrebbe non cambiare nulla. “Alta o bassa, le api sono particolarmente sensibili a tossicità anche molto basse”.

Ricordiamo inoltre che se gli agricoltori biologici useranno queste sostanze, perderanno le certificazioni e perderebbero tutto il mercato faticosamente creato negli anni.

Per il momento non resta che sperare in una risposta rassicurante da parte della Regione, ed eventualmente in un ricorso collettivo. Per ora comunque, l’obbligo è in atto.

Fonte: https://www.greenme.it/approfondire/opinioni/27518-xylella-obbligo-pesticdi-ricorso-tar

Simposio Internazionale di Agricoltura Biologica

Simposio Internazionale di Agricoltura Biologica

Il prossimo 31 maggio dalle 9.30 nell’aula C03 a Milano in via Luigi Mangiagalli n.25

Il “Simposio internazionale di agricoltura biologica: una prospettiva di ricerca (Organist)” si terrà a Milano, ore 9.30 nell’aula C03 a Milano in via Luigi Mangiagalli n.25, giovedì31 maggio 2018.

Nonostante la crescente domanda di prodotti biologici, la percentuale di superficie coltivata con questo tipo di agricoltura è ancora bassa in Unione europea.

Il settore biologico, che vede nelle pratiche di gestione prive di agrofarmaci di sintesi e fertilizzanti come requisito necessario a soddisfare le linee guida, pone sfide specifiche ai coltivatori. Il seminario Organist intende affrontare, attraverso una prospettiva scientifica, alcuni punti chiave dell’agricoltura biologica, in particolare si parlerà delle varietà resistenti a malattie e parassiti. (La lingua ufficiale dell’evento sarà l’inglese).

Si parlerà del quadro normativodell’agricoltura biologica, del biocontrollo di parassiti e patogeni delle piante, dei nuovi strumenti di miglioramento genetico e si potrà conoscere il punto di vista delle parti interessate.

La partecipazione all’evento è gratuita ma, dati i posti limitati, è necessaria l’iscrizione a questo link

Fonte: https://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2018/04/24/simposio-internazionale-di-agricoltura-biologica/58450

 

XXXV Convegno Internazionale dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica

XXXV Convegno Internazionale dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica

Si svolgerà a Milano il 16 e 17 novembre il prossimo convegno dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica sul tema “Proposte innovative e ricerca per il futuro dell’agricoltura”.

Ed è partito l’invito a presentare relazioni per l’evento, il cui quadro generale parte dalla constatazione che l’agricoltura è l’ambito di cura dell’ambiente, della salute e della nutrizione. L’abbandono di interi territori, gli inquinamenti ambientali, la salute umana, l’accesso al cibo, i cambiamenti climatici, consiglierebbero di investire in ricerca per un’agricoltura ecologica, biologica e biodinamica.

Da questo importante compito dipenderà, anche sul piano economico, il futuro dello sviluppo. Occorre un’alleanza tra modo rurale, università, enti di ricerca e società civile per concorrere alla costruzione del nuovo modello, in chiave agro ecologica. Per questo agricoltori, esperti, scienziati, operatori economici, della cultura e del diritto, istituzioni della ricerca da diversi paesi convergeranno, per formulare proposte concrete e innovative. La domanda crescente di alimenti biologici, la necessità di trovare nuove strade che consentano di proteggere la salute dell’ambiente e dell’uomo ci impongono di dare risposte anche attraverso percorsi formativi.

Le giornate del convegno saranno l’occasione per avviare un progetto di collaborazione internazionale, ma anche per apprendere e condividere conoscenze e competenze. Si terranno gruppi di lavoro specialistici dedicati a ricerca e nuove applicazioni in agricoltura biodinamica.

La ricerca agricola, volta alla valorizzazione del territorio, guidata da una tecnica etica e sociale, sarà il filo conduttore del convegno attraverso contributi scientifici, sessioni specialistiche, dimostrazioni pratiche innovative, interventi programmatici di una rete di organizzazioni e di istituzioni unite per il bene comune.

 Le principali questioni agronomiche affrontate nel convegno saranno:

  • L’elaborazione di nuovi modelli gestionali di approccio sistemico globale delle aziende agricole, in relazione virtuosa coi contesti ambientali, sociali, con la sovranità alimentare, la biodiversità, oggi in grave pericolo
  • Le nuove sementi efficaci per i cambiamenti climatici e le esigenze alimentari del futuro del Pianeta
  • Le metodiche e i macchinari per la gestione e risanamento dei suoli e per il controllo ecologico delle infestanti alternative ai diserbanti di sintesi
  • I mezzi tecnici per la prevenzione e il risanamento ecologico delle patologie vegetali e animali per l’abbattimento dell’uso dei pesticidi
  • Il reperimento e la gestione su ampia scala dei concimi organici per l’umificazione dei suoli
  • Il contrasto all’erosione, alla desertificazione, all’inquinamento dei suoli e allo spreco dell’acqua e dell’energia in agricoltura e durante la post produzione agricola
  • La sana conduzione degli allevamenti, la loro giusta proporzione col suolo, la relazione con le rotazioni e gli equilibri ambientali, il benessere animale e le esigenze nutrizionali del Pianeta
  • L’analisi economica, la valorizzazione dei prodotti agricoli nell’economia generale e nei mercati, le filiere, le relazioni con la trasformazione, la distribuzione, la legalità e il giusto prezzo
  • La programmazione dei lavori, degli investimenti e la gestione sostenibile appropriati per le aziende ecologiche

Il convegno intende creare una convergenza di impegni sulla ricerca e la gestione agricola e vuole inoltre sensibilizzare i decisori politici e l’economia sull’importanza di sostenere questo processo.

Fonte: http://www.sinab.it/bionovita/milano-il-xxxv-convegno-internazionale-dell’associazione-l’agricoltura-biodinamica

Il Bio al centro della strategia francese, vantaggi anche per l’Italia

Il Bio al centro della strategia francese, vantaggi anche per l’Italia

Taglio dei costi della logistica (innanzitutto a livello nazionale), innovazione e, vero must 2018, riorganizzazione dei modelli produttivi e distributivi nazionali senza dimenticare però che una quota importante di prodotto, specie Bio, continua ad arrivare dall’estero.

Queste le linee guidaalla base della nuova strategia francese per il settore ortofrutticolo che sono emerse nel corso della prima giornata del Medfel, la fiera ortofrutticola che si tiene ormai da dieci anni nel capoluogo occitano di Perpignan.

Si tratta di progetti ambiziosi per i quali il comparto francese chiede sempre più a gran voce il supporto del governo (mai avuto fin’ora per il settore primario che rappresenta una piccola percentuale del Pil nazionale) e – più timidamente – del sistema distributivo francese che siede insieme a tutti gli altri attori nel tavolo interprofessionale più antico e consolidato d’Europa.

Progetti che puntano in alto l’asticella degli standard Bio proprio in tempi in cui l’Europa, per contro e non senza aspre polemiche, l’ha livellata al ribasso con l’ultimo regolamento in materia.

Nuovi risvolti di mercato che forse, dati gli alti trend di consumo francese di prodotti certificati, apre nuove opportunità per gli attori italiani per soddisfare tutta la domanda interna.

Oggi circa il 70% dei francesi è un acquirente di prodotti biologici almeno una volta a mese – ha spiegato Bruno De Moura Fernandes (nella foto), economista del centro di ricerca Coface – esattamente il doppio rispetto al 2003. Di questi, la metà li consuma quotidianamente o settimanalmente”.

I dati rivelano un segmento di mercato in forte crescita specie negli ultimi cinque anni anche in funzione del differenziale di prezzo su ortofrutta convenzionale che, dal 2009 al 2017, si è praticamente eroso passando dal +30% del 2009 al +5% del 2017.

La tendenza messa in luce dai dati Coface, evidenzia un costante incremento delle superfici coltivate a Bio. Dal 2001 al 2017 si è passati da poco più di 200 ettari a oltre 1.200 (+500%) con circa altri seicento in conversione che porteranno da qui a due anni un totale di 2mila ettari certificati.

La contro partita sarebbe l’aumento dell’esposizione al rischio di fitopatologie e, a tal proposito, Dominique Senecal di Biocoop, sottolinea l’importanza dell’innovazione anche in funzione di “prevenire l’insorgere delle malattie e intervenire adeguatamente”.

“Oltre a nuovi modelli produttivi – continua Senecal – servono nuovi schemi distributivi nazionali per consentire l’approvvigionamento dei retailer alle esigenze di questa tipologia di prodotti. Il discorso vale soprattutto per i supermercati che stanno facendo i conti con l’espansione di altri canali di vendita come, ad esempio, i discount stranieri, come quelli tedeschi, che stanno attaccando al cuore il sistema distributivo francese. Occorre lavorare sulla redditività dei produttori senza intaccare il potere di acquisto delle famiglie, in questo senso si può dire che l’industria Bio dipende dai finanziamenti statali e, in genere pubblici, ma vanno coinvolti anche gli attori della distribuzione per studiare nuovi schemi”.

In questo senso tra le novità premiate quest’anno nella sezione Fel’Innov, che promuove l’innovazione del settore, ce n’è anche una legata alla distribuzione e riguarda la piattaforma di 5AM market (www.5am-market.com) lanciata ufficialmente nel corso di quest’edizione del Medfel, che raggruppa tutti gli attori della filiera con progetti comunicativi e vetrine su misura, al fine di semplificare il loro approccio quotidiano al mercato. Offre sia servizi gratuiti come il catalogo e la pagina web dell’azienda, che a pagamento (a prezzi modici) come consulenza e servizi di comunicazione altamente professionali.

Si tratta di obiettivi che richiedono un maggiore sforzo sui controlli, alla luce della diversa velocità europea e della sempre più elevata presenza nei mercati comunitari dei Paesi del nord Africa, come il Marocco e la Tunisia, ad esempio, presenti anche in fiera, che, pur lavorando con flussi importanti di Frutta e verdura verso il nord del Mediterraneo, devono ancora fare molto per innovare le loro filiere.

A tal proposito, ha chiarito Dominique Senecal “i nostri fornitori stranieri di prodotti Bio ai quali ci rivolgiamo per completare la nostra offerta, dovranno soddisfare comunque i nostri standard che controlliamo con scrupolosità”.

 

Fonte: http://www.corriereortofrutticolo.it/2018/04/26/la-francia-punta-sul-bio-opportunita-anche-litalia/

 

Le nuove regole dell’Ue sul biologico. Gli italiani votano contro. A favore soltanto i Verdi.

Le nuove regole dell’Ue sul biologico. Gli italiani votano contro. A favore soltanto i Verdi.

Federbio conferma il giudizio negativo. Associazione biodinamica: gli italiani potranno mangiare prodotto bio contaminato

 Con 466 voti in favore, 124 voti contrari e 50 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato ieri la nuova regolamentazione Ue sulla produzione e l’etichettatura dei prodotti biologici, già concordata nei negoziati fra Parlamento e ministri europei.

Secondo il relatore, il verde tedesco Martin Häusling , «“Il voto parlamentare darà più certezza e chiarezza sia ai produttori agricoli dell’Ue sia ai consumatori. Le nuove norme miglioreranno la qualità dei cibi biologici nell’Unione, ma serviranno anche a rispondere ai bisogni di un mercato in rapida espansione», dichiarazioni che non hanno convinto gli europarlamentari italiani che hanno votato tutti contro.

Il presidente di Federbio, Paolo Carnemolla, spiega che «Il Parlamento ha ratificato il testo su cui s’era raggiunto l’accordo di massima tra le tre istituzioni nel novembre scorso. Nonostante un giudizio che nel complesso confermiamo negativo, già allora avevamo riconosciuto lo sforzo compiuto dalle diverse parti in causa per migliorare il testo iniziale della Commissione. Sono state tenute in considerazione alcune delle richieste dei produttori biologici, tra queste la possibilità della certificazione di gruppo per le piccole aziende agricole riunite in cooperative e organizzazioni locali, strumenti per garantire un quadro di controllo e di garanzie anche sui prodotti importati dai Paesi extra europei. Lo sviluppo del settore biologico deve ora diventare una priorità delle politiche europee e nazionali, a partire dalle programmazioni regionali dei Piani di sviluppo rurale agli acquisti verdi della pubblica amministrazione».

In una nota l’Europarlamento riassume i punti salienti; «Controlli rigidie basati sul rischio di contaminazione lungo tutta la catena di approvvigionamento. Grazie all’insistenza del Parlamento, i controlli saranno effettuati in sede per tutti gli operatori, annualmente di regola o ogni due anni se nessuna irregolarità è stata riscontrata nel corso di tre anni. Tutti i prodotti importati da paesi extra Ue dovranno rispettare gli standard dell’Ue.Le attuali norme in materia di “equivalenza”, che impongono ai Paesi terzi di conformarsi a norme simili ma non identiche, saranno eliminate entro cinque anni dall’entrata in vigore».

La nuova regolamentazione punta anche ad aumentare la produzione biologica nell’Unione europea e in particolare «l’offerta di semi biologici per soddisfare i bisogni degli agricoltori:le deroghe che permettono l’utilizzo di semi convenzionali nella produzione biologica saranno eliminati entro il 2035. Aziende agricole miste per incoraggiare la produzione:le aziende agricole che producono sia prodotti convenzionali che biologici continuano a essere autorizzate, a condizione che le due attività agricole siano chiaramente ed efficacemente separate. Certificazioni più facili per i piccoli coltivatori:le certificazioni di gruppo permetterebbero ai piccoli coltivatori che si convertono al biologico di risparmiare soldi e tempo».

Secondo Paolo De Castro (PD), ex ministro dell’agricoltura italiano e vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, «L’esito dei negoziati per dare nuove regole alla produzione biologica in Europa rappresenta un’occasione persa. Per noi, tuttavia, la sfida di replicare o avvicinare il più possibile il sistema europeo al modello biologico di alta qualità e sostenibilità italiano resta aperta. Il punto cruciale negativo è aver eliminato completamente le soglie per i residui di fitofarmaci. Che differenza c’è con l’agricoltura convenzionale?»

De Castro ha chiesto di «Seguire la legislazione più stringente in vigore in Italia al fine di garantire una concorrenza leale per i produttori e gli operatori del settore, di prevenire le frodi e migliorare la fiducia dei consumatori. L’accordo finale rappresenta un compromesso al ribasso. La palla è ora nel campo della prossima Commissione europea che ha la possibilità di proporre standard di produzione più elevati prima dell’entrata in applicazione del nuovo regolamento Ue nel 2021. Ricordo che l’Italia e’ prima tra i 28 Paesi in termini di produzione biologica e seconda per superficie coltivata: 1,8 milioni di ettari contro  2 milioni in Spagna. La produzione biologica è destinata a crescere».

Invece, per i Verdi/Ale europei, «Questa nuova regolamentazione è una buona notizia sia per gli agricoltori biologici che per i consumatori. Le regole attuali sono totalmente obsolete, proprio come lo sono le numerose derogazioni risalenti agli anni ’90. Il settore biologico, in effetti, si è sviluppato fortemente solo dopo, e ha conosciuto un’espansione assolutamente notevole. Questa nuova legislazione, semplificando le regole vigenti, permetterà di sostenere meglio la crescita continua di questo settore. Abbiamo provveduto affinché tutte le importazioni di prodotti biologici abbiano l’obbligo di conformarsi alle norme alimentari vigenti in Ue. Gli agricoltori europei non saranno quindi discriminati rispetto ai loro concorrenti internazionali, e ciò rafforzerà la fiducia dei consumatori riguardo la qualità dei prodotti.  Le nuove regole permetteranno anche di mettere sul mercato varietà di semi tradizionali, oltre che di stimolare le attività di allevamento biologico e incoraggiare gli agricoltori a lavorare con le proprie sementi, piuttosto che essere dipendenti dalle varietà industriali. Si tratta di cambiamenti rivoluzionari nelle regole di commercializzazione delle sementi. Ciò permetterà che emerga una nuova offerta di semi, più adatti ai bisogni ed ai vincoli specifici dell’agricoltura biologica, il tutto garantendo una maggiore conservazione della biodiversità, dalla quale i cittadini europei beneficeranno direttamente. La Commissione europea è stata inoltre incaricata di studiare le misure che permetterebbero di evitare che le aziende biologiche subiscano la contaminazione dai pesticidi. Attendiamo dunque i risultati di questa inchiesta, ed attendiamo delle misure forti al fine di proteggere i consumatori e ricompensare gli agricoltori».

Invece, il via libera del Parlamento Europeo lascia molto perplesso il presidente dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica, Carlo Triarico, che ha sottolineato che la normativa approvata «permette teoricamente la vendita di prodotto biologico contaminato involontariamente da sostanze non ammesse, cosa che l’Italia ha sempre vietato e continuerà a vietare. In sostanza, le nuove norme permetterebbero importazioni di prodotti bio teoricamente meno controllati di quelli nazionali, danneggiando così sia i consumatori che i produttori italiani. L’agricoltura biodinamica, riconosciuta dal regolamento UE, continuerà ad applicare il regolamento europeo fedelmente, ma introducendo tutte le restrizioni necessarie a farne un caso esemplare di agro-ecologia e tenere alta la bandiera della qualità assieme a tutto il settore biologico»

L’Associazione per l’agricoltura biodinamica chiede «ora una campagna di comunicazione e una ferma posizione italiana, perché i regolamenti attuativi che seguiranno sostengano gli agricoltori dell’agricoltura biologica e biodinamica, sempre esente da sostanze non ammesse, affermando la sua qualità nel made in Italy». Triarico aggiunge: «Poiché le condizioni di importazione dei prodotti bio da Paesi terzi dovranno sottostare alle stesse condizioni, a questo punto si apre la questione ancora più grave della possibilità di importazione di prodotti extra Ue parimenti contaminati involontariamente. Visti i bassi standard di alcuni Paesi, i cittadini italiani potranno mangiare prodotto bio contaminato in concorrenza col prodotto italiano, che invece dovrà avere zero residui».

Il presidente dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica conclude: «L’agricoltura biologica e biodinamica vedono  sempre al centro gli agricoltori, ma bisogna vigilare perché questi restino centrali, rispetto ad altri interessi che, è evidente da questo nuovo regolamento, tendono a diventare egemonici».

Fonte: http://www.greenreport.it/news/agricoltura/prodotti-biologici-le-nuove-regole-ue-gli-italiani-votano-verdi-favore/