Suolo e Salute

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Annuario ISPRA sui dati ambientali 2019: il biologico risulta la punta di diamante dell’agricoltura.

Annuario ISPRA sui dati ambientali 2019: il biologico risulta la punta di diamante dell’agricoltura.

L’Ispra ha presentato l’Annuario dei dati ambientali 2019, nel quale raccoglie lo stato di salute del nostro territorio.

I dati raccolti e confrontati con i trend europei elaborati dall’Agenzia europea dell’ambiente, presentano un’Italia con una buona posizione in Europa per l’economia circolare e registrando un calo dei gas serra. Il nostro Paese supera, inoltre, l’obiettivo 2020 fissato dall’UE per le energie rinnovabili con il 18,3%.

La situazione per fauna e flora, invece, non registra dati positivi:

  • Solo il 48% dei fiumi e il 20% dei laghi italiani sono in buono stato;
  • Le temperature crescono più che in altre parti del mondo, solo nel 2018, l’Italia ha registrato un +1,71° contro un +0,98° nel mondo.

Nell’annuario si parla anche di agricoltura, in particolar modo dell’agricoltura biologica, indicata come uno dei principali strumenti per l’integrazione della biodiversità nel settore dell’agricoltura, che ha generato anche importanti benefici a livello sociale ed economico grazie alla capacità di produrre beni e servizi territoriali e nicchie di mercato che hanno aiutato le imprese a espandere il loro business e aumentare il reddito nel rispetto dei sistemi ecologici e dell’ambiente.  Nel rapporto, infatti, vengono evidenziati i nuovi indirizzi che hanno incentivato lo sviluppo dell’agricoltura biologica, l’agro-ecologia e altre forme diversificate di conduzione dei sistemi agricoli (racchiusi nell’espressione diversified farming systems) che hanno avuto un ruolo positivo per la riduzione dell’inquinamento e del degrado ambientale e soprattutto per la conservazione e il ripristino della biodiversità e della capacità dei sistemi agricoli di fornire beni e servizi, da quello turistico-ricreativo e storico-culturale a quello di regolazione del clima e del miglioramento della qualità dell’aria locale e di mitigazione dei cambiamenti climatici in atto. In tale contesto l’agricoltura biologica viene indicata come uno dei principali strumenti per l’integrazione della biodiversità nel settore dell’agricoltura, supportata da una larga evidenza scientifica sui suoi benefici rispetto a quella convenzionale sulla biodiversità, a livello genetico, di specie e di paesaggio, oltre che su altre componenti ambientali. Dell’agricoltura biologica, nel rispetto dei suoi principi originari, viene poi riconosciuto il fatto di aver ha generato una serie di importanti benefici in termini di equità sociale ed economica, grazie alla capacità di produrre beni e servizi territoriali e nicchie di mercato che hanno aiutato le imprese a espandere il loro business e aumentare il reddito nel rispetto dei sistemi ecologici e dell’ambiente.  Un’intera sezione del Rapporto è dunque dedicata al biologico, con dati ripresi da ISTAT e SINAB/Mipaaf.

Puoi consultare l’Annuario completo QUI

Fonte: http://www.sinab.it/bionovita/ispra-pubblicato-l%E2%80%99annuario-dei-dati-ambientali-evidenziato-il-ruolo-dell%E2%80%99agricoltura

Agricoltura biologica: benefici ed opportunità per l’agroalimentare italiano

Agricoltura biologica: benefici ed opportunità per l’agroalimentare italiano

L’agricoltura biologica europea e italiana si sta avviando alla terza riforma legislativa in poco meno di trent’anni di regolamentazione comunitaria. Mentre annualmente si perdono milioni di ettari a causa di pratiche agricole insostenibili, è dimostrato che l’agricoltura biologica: aumenta la fertilità del suolo e, di conseguenza, la produttività nel medio e lungo periodo; migliora la struttura del suolo e la capacità di trattenere e filtrare l’acqua, con una riduzione della necessità d’irrigazione e dell’impatto di siccità e alluvioni; riduce l’inquinamento delle falde acquifere; riduce l’erosione causata da vento, dall’acqua e dallo sfruttamento eccessivo dei pascoli e aumenta la capacità del suolo di sequestrare carbonio e contribuisce in questo modo a mitigare l’effetto serra, a sostenere l’adattamento al cambiamento climatico e a ridurne gli effetti. Questo significa che una conversione globale al metodo bio trasformerebbe l’agricoltura da principale fattore di cambiamento climatico ad attività a impatto climatico mitigato, rendendola così un’efficiente strategia di adattamento. Molti dei benefici dell’agricoltura biologica dipendono dalla creazione di un equilibrio ecologico tra il suolo, le piante e gli animali, che si traduce in una maggiore qualità dei prodotti che ne derivano.

“Ecco perché banalizzare le scelte dei Governi e della Commissione Ue sul Green Deal, – dichiara Maria Grazia Mammuccini, presidente di Federbio – di cui la strategia “Farm to Fork” uno dei pilastri, appare francamente incomprensibile, in particolare quando si tratta di agricoltura biologica, unica forma di agricoltura sostenibile normata e certificata dall’Ue fin dal 1991, e quando si tratta di lavorare per una riduzione della chimica di sintesi, rispetto alla quale il punto di vista dei cittadini europei è ormai netto. L’Italia deve sostenere questa strategia e rivendicare un ruolo da protagonista, poiché, rispetto alla media attuale di superficie coltivata a biologico in Ue, siamo già al doppio, con Regioni del Sud o interi territori del Paese che sono ben oltre l’obiettivo del 25% dettato dalla Commissione. Proprio perché gli incentivi andranno anzitutto alla produzione e alle filiere, l’Italia, che è un Paese fortemente produttore, potrà beneficiare più di altri di queste risorse per la transizione verso il biologico della propria agricoltura, sulla cui crisi di prospettive e reddito leggiamo tutti i giorni sui media”.

“Dobbiamo tenere saldi i principi e i valori che fanno percepire anche ai cittadini come un’agricoltura moderna riesca a conciliare sostenibilità ambientale e sociale con sostenibilità economica”, termina Maria Grazia Mammuccini.

Fonte: https://www.huffingtonpost.it/entry/cosa-e-bio-per-litalia-grandi-benefici-nella-transizione-al-biologico_it_5ee0e97fc5b6eea8fab64310

Nuovo bando per rilanciare l’agricoltura bio in Calabria

Nuovo bando per rilanciare l’agricoltura bio in Calabria

Per far ripartire il comparto del biologico, la Regione Calabria ha promosso il nuovo bando “Pagamento per il mantenimento di metodi e pratiche biologiche”, e messo a disposizione 20 milioni di euro per tre anni.

“Con il Dipartimento Agricoltura – dice l’assessore Gianluca Gallo – abbiamo lavorato sodo per reperire risorse non utilizzate o non ancora giuridicamente vincolate, per assicurare agli agricoltori calabresi l’aiuto indispensabile per il mantenimento del metodo biologico, preservando altresì i benefici ambientali apportati al territorio dall’agricoltura biologica, uno dei fiori all’occhiello della Calabria. Abbiamo compiuto uno sforzo notevole per raddoppiare l’importo delle somme da investire e non escludiamo di poterne impegnare altre, ricavabili da economie o rimodulazioni del Psr, anche perché sono in corso interlocuzioni con la DG Agri per arrivare a un’ulteriore modifica del programma, che possa contemplare le maggiori esigenze finanziarie del nuovo bando sulla misura 11. La Calabria crede fortemente nel biologico e vuole continuare a investire sulle pratiche e sulle produzioni bio che, secondo i propositi dello stesso Presidente Santelli, dovranno essere uno dei punti di forza per la promozione dell’agroalimentare e dell’accoglienza turistica calabrese”.

“È di cruciale importanza garantire un sostegno all’agricoltura biologica nell’attuale fase di crisi socio-economica generata dalla pandemia”, commenta l’assessore all’Agricoltura Gallo.

Fonte: https://www.ruminantia.it/calabria-la-regione-rilancia-lagricoltura-biologica-con-un-nuovo-bando/

Marche: un biodistretto per valorizzare le risorse naturali, la cultura locale e l’economia della Vallesina

Marche: un biodistretto per valorizzare le risorse naturali, la cultura locale e l’economia della Vallesina

Nasce a Jesi il progetto di istituire un biodistretto in Vallesina. Il primo passo sarà la costituzione di un ente “aggregatore” che, insieme ad AIAB Marche, dovrà arrivare all’obiettivo. Molti gli obiettivi elencati, tra i quali anche quello di voler favorire lo sviluppo delle produzioni biologiche del territorio e delle relative filiere collegate, diffondere e sostenere il consumo dei prodotti biologici locali nelle mense istituzionali e nelle ristorazioni commerciali, promuovere la riconversione di produzione da convenzionale a biologica e favorire lo sviluppo di una proposta turistica legata alla naturalità del territorio e alla genuinità delle produzioni agricole locali.

“Il nuovo biodistretto vuole mettere in rete le risorse naturali, culturali, produttive della Vallesina e valorizzarle attraverso politiche locali orientate alla tutela dell’ambiente, delle tradizioni e dei prodotti locali per consentire agli agricoltori e allevatori che operano già secondo le regole dell’agricoltura e dell’allevamento biologici di poter contare su maggiori opportunità di valorizzazione e sviluppo del prodotto”, dichiara il Comune di Jesi.

“Le imprese del settore agroalimentare, della produzione di mezzi tecnici agricoli e di servizi in agricoltura, aderendo direttamente all’iniziativa, beneficerebbero della concentrazione locale di aziende biologiche sia per la fornitura di mezzi tecnici che per la produzione di materia prima per la trasformazione alimentare – spiega la Giunta -. Le imprese del settore gastronomico potrebbero farsi portavoce dell’offerta del territorio proponendo menù bio-locali-stagionali e visite alle realtà agricole agro zootecniche loro fornitrici. Gli Enti di sperimentazione, ricerca e formazione potrebbero implementare attività sperimentali e formative utili al consolidamento/miglioramento delle attività dei singoli attori del Biodistretto”.

Fonte: https://www.centropagina.it/attualita/biodistretto-valorizzazione-prodotti-biologici-vallesina/

https://www.ilrestodelcarlino.it/ancona/cronaca/un-bio-distretto-per-salvaguardare-l-ambiente-1.5177838

Preservare la biodiversità è fondamentale per la nostra salute.

Preservare la biodiversità è fondamentale per la nostra salute.

Da un recente rapporto pubblicato dalla FAO, su oltre 6.000 specie di piante coltivate per fini alimentari, sono meno di 200 quelle che contribuiscono in maniera decisiva alla produzione agricola mondiale.

Questo ha fatto sì che la nostra dieta alimentare si sia appiattita su pochi prodotti vegetali. Di fatto ci siamo dimenticati della presenza di molte altre molte che potrebbero soddisfare non solo il fabbisogno ma anche rinforzare il nostro sistema immunitario. Tra le varie specie dimenticate, anche se con una timida rivalutazione degli ulti con alti valori nutritivi, abbiamo:

  • L’amaranto, simile al grano saraceno, è ricco di proteine, vitamine e minerali essenziali. È una pianta che ha sia un alto valore nutritivo ma che può essere usata anche come medicinale.
  • L’arracacha, una radice che si coltiva principalmente nella regione delle Ande, ed è ricca di calcio, vitamine, ferro, proteine e sali minerali. Aiuta a rinforzare il sistema immunitario e possiede proprietà antiossidanti.
  • La Chaya, pianta originaria della penisola dello Yucatan, è ricca di proteine, vitamina A e B, calcio, fosforo e molti minerali ed enzimi. Può aiutare a combattere diabete, insonnia e colesterolo alto.
  • Il fagiolo verde, una pianta molto utilizzata nelle diete in Asia, è ricco di proteine facilmente digeribili e contiene molto ferro.

Abbiamo anche la gubinge o prugna di billygoat dell’Australia, il Chayote, una pianta simile alla zucca che contiene vitamina C e acido folico, il Dulse, l’alga rossa con un alto contenuto proteico e di iodio, ferro e vitamine, e il Northern Wild Rice, il riso selvatico che cresce nella regione dei lagni in nordamerica e in Canada, ricco di vitamine, minerali, antiossidanti e fibre.

Questa perdita di biodiversità, non solo compromette l’ambiente ma preclude opportunità per aumentare la disponibilità alimentare a vantaggio della nostra salute.

Fonte: https://www.cambialaterra.it/2020/05/la-biodiversita-fa-bene-anche-alla-salute/

Secondo l’Istat, l’Italia è sempre più sostenibile

Secondo l’Istat, l’Italia è sempre più sostenibile

L’Istat ha pubblicato il rapporto “DGS 2020 – Informazioni statistiche per l’Agenda 2030”: l’Italia diventa sempre più sostenibile.

Dai dati pubblicati, è stato registrato un trend positivo secondo il quale gli italiani sono più sensibili alle problematiche legate al surriscaldamento globale (66,7%), all’energia pulita, ai consumi sostenibili e alla lotta alle disuguaglianze, con il superamento della fame (71,4%).

Tra i vari obiettivi raggiunti, sono segnalati l’abbassamento di 9 punti percentuali, rispetto al 2017, dell’uso di fitofarmaci e l’arresto delle emissioni di ammoniaca dai reflui zootecnici. Anche le acque sono più pulite. Ma sono ancora tanti gli obiettivi da raggiungere, come riuscire a ripulire il Mediterraneo dalle microplastiche e “ripopolarlo” o la perdita di molti terreni trasformati a superfici asfaltate o cementificate, o la perdita di biodiversità e molte specie d’insetti a rischio estinzione.

Nonostante questi trend negativi, la superficie agricola utilizzata coltivata in biologico è in crescita, arrivata quasi a 2 milioni di ettari, così anche la superficie forestale italiana è cresciuta nelle varie Regioni. Il rapporto segnala situazioni positive soprattutto nel Nord Italia, in particolare nelle province autonome di Bolzano e Trento. Nel Sud-Italia i dati non sono positivi.

Fonte: https://www.corriere.it/pianeta2020/20_giugno_02/rapporto-istat-l-italia-diventa-piu-sostenibile-ma-attenzione-divario-nord-sud-b2f98844-a4a5-11ea-8ef6-a417ca68eeb2.shtml