Suolo e Salute

Autore: admin

Pubblicata la nuova edizione de “L’agricoltura biologica Serbia a colpo d’occhio”

Lo studio, appena pubblicato, contiene una serie di informazioni circa lo sviluppo del settore nel paese dell’ex Jugoslavia, approfondendo il contesto storico di sviluppo del biologico serbo, le sfide future e le opportunità. I primi passi per lo sviluppo della produzione biologica in Serbia risalgono al 1990, quando l’ONG Terra ha creato una rete di promozione dei produttori, agricoltori, consulenti e personale accademico coinvolti a vario titolo nella produzione di alimenti biologici. Venti anni più tardi, e approfittando del sostegno di molte istituzioni nazionali e internazionali, ministeri e organizzazioni tecniche, il settore biologico in Serbia ha raggiunto un livello di tutto rispetto: ad oggi, numerose associazioni promuovono il settore biologico;  al tempo stesso le istituzioni governative e i ministeri, a cominciare dal Ministero dell’agricoltura, delle foreste e delle risorse idriche, si occupano di monitorare e sviluppare il settore.

Ad oggi in Servia circa 20 tra atenei, facoltà ed enti di ricerca sostengono l’agricoltura biologica e stanno lavorando alla messa a punto dei migliori sistemi di coltivazione biologica, mentre il mercato del bio è regolamentato dalla presenza di sette diversi organismi di controllo e certificazione, che assicurano che le normative nazionali e internazionali che disciplinano la certificazione biologica siano rispettate. Malgrado i passi avanti degli ultimi anni, molto resta ancora da fare, soprattutto per far si che il sistema del biologico serbo sia in grado di integrarsi al meglio con la politica agricola comunitaria. Ad oggi il biologico serbo coinvolge oltre 11.000 ettari di terreni agricoli, coltivati per lo più a frutteti, con una crescita costante dei cereali e semi oleosi. La maggior parte di questi prodotti sono esportati, soprattutto verso l’UE, mentre sviluppo del mercato interno resta ostacolato dal permanere di un insufficiente potere d’acquisto dei consumatori. Lo studio di settore è pubblicato dalla National Association Serbia Organica, con il supporto della Deutsche Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit (GIZ) GmbH e del programma di sviluppo ACCESS.

  Il rapporto completo può essere scaricato a questo indirizzo (File: Organic Agriculture in Serbia At a Glance 2013, 2.1 MB)

Fonte: Organic World

 

Fonte: Greenreport

Biocidi: nuove disposizioni dalla Commissione Europea

Con pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale europea del 22 maggio u.s., la Commissione Europea ha ammesso il Clorfenapir tra i principi attivi che possono essere utilizzati nei biocidi, ampliando in questo modo l’elenco presentenell’allegato I della direttiva 98/8/ce relativo appunto all’immissione sul mercato  dei biocidi. Secondo le direttive della Commissione, gli Stati membri entro il 30 aprile del 2014 saranno tenuti ad adottare e pubblicare tutte le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla nuova direttiva. Le disposizioni invece avranno validità a partire dal maggio 2015, dando così modo agli Stati membri e alle diverse parti interessate di attrezzarsi in vista dell’entrata in vigore della nuova direttiva.

Il Clorfenapir potrà quindi essere utilizzato come preservante del legno, a condizione che i singoli Stati procedano ad una più approfondita valutazione degli eventuali rischi per la popolazione e l’ambiente. Prima dell’autorizzazione dei prodotti, pertanto, ogni paese sarà tenuto ad adottate eventuali specifiche misure o a imporre condizioni d’uso tali da contenere i rischi entro limiti considerati tollerabili. In altre parole, i prodotti dovranno essere utilizzati con adeguati dispositivi di protezione individuale e il loro uso sarà autorizzato solo per uso professionale o industriale, a meno che non venga dimostrato, all’atto dell’autorizzazione di uno specifico prodotto, che i rischi possono essere ridotti a un livello accettabile con altri mezzi. Per quanto riguarda l’applicazione industriale o professionale, l’Ue prevede invece che essa sia effettuata esclusivamente in un’area isolata o su sostegni rigidi impermeabili dotati di sistemi di contenimento. Al termine del trattamento, inoltre, il lego dovrà essere conservato su sostegni rigidi impermeabili alcon lo scopo di evitare lo scolo diretto di residui nell’ambiente. Inoltre gli eventuali scoli di prodotti contenenti Clorfenapir dovranno essere raccolti ai fini del loro riutilizzo o smaltimento. La stessa Commissione invece ha ritenuto troppo elevati i rischi per l’ambiente nel caso di trattamenti con Clorfenapir su materiali per uso esterno: per questo motivo essi non saranno autorizzati a meno che non vengano prodotti dati che dimostrino la piena soddisfazione dei requisiti previsti dalla direttiva del 1998, eventualmente applicando specifiche misure di mitigazione del rischio.

L’Ue inoltre ha deciso che le disposizioni relative al C lorfenapir vengano applicate simultaneamente in tutti gli Stati membri, per garantire analogo trattamento rispetto ai biocidi del tipo di prodotto 8 contenenti il principio attivo carbonato di didecildimetilammonio e, più in generale, per garantire un funzionamento ottimale del mercato dei biocidi.

Fonte: Greenreport

Coldiretti presenta a Bruxelles un dossier sui cibi low cost

Il 30 maggio presso l’Hotel Metropole di Bruxelles la Coldiretti presenterà il proprio dossier “I rischi dei cibi low”, in cui vengono esaminate le caratteristiche nutrizionali e di salubrità di questa tipologia di alimenti, che Coldiretti definisce “prodotti alimentari a basso costo dai quali l’Europa ci deve difendere”. L’incontro si inserisce nell’ambito del Forum Internazionale “Più Europa, più politica agricola”, promosso con lo scopo di “valorizzare l’agricoltura europea per garantire la sicurezza ambientale e alimentare dei cittadini, in vista della riforma della politica agricola comune (PAC)”. Al forum interverranno rappresentanti delle istituzioni nazionali e comunitarie e delle principali organizzazioni agricole europee, tra cui la francese Fnsea, la tedesca Dbv, l’irlandese Ifa e l’inglese Nfu. Un tema di grande attualità, se si pensa che le statistiche riportano un taglio di oltre il 60% (62,3%, per l’esattezza) nell’acquisto delle famiglie italiane, che sempre più spesso orientano i propri acquisti verso prodotti “ offerti spesso a prezzi troppo bassi per essere sinceri”, come denuncia Coldiretti. La Confederazione in una nota ribadisce che “l’obiettivo del dossier ‘I rischi del cibo low cost’ e’ quello far conoscere quali sono i trucchi che consentono di produrre cibo a prezzi stracciati ma soprattutto quali rischi si corrono e come difendersi nell’acquisto delle diverse tipologie di alimenti che finiscono nel piatto”.

Fonte: Agrapress



 

Fonte: Agrapress

Progetto Bioqualia: il commento di FederBio

All’indomani della conclusione del progetto “Bioqualia – la qualita’ nutrizionale ed organolettica delle produzioni biologiche”, FederBio in una nota torna sugli esiti della ricerca. Il lavoro, realizzato dal Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura ex Inran e finanziato dal mipaaf, aveva evidenziato la qualità superiore dei prodotti biologici rispetto a quelli convenzionali, in particolare per quanto riguarda vitamine, antiossidanti, e sostanze salutari, di cui i prodotti coltivati secondo il metodo dell’agricoltura biologica risultano più ricchi.

Secondo le parole di Paolo Carnemolla, Presidente FederBio, “i prodotti bio, coltivati senza l’uso di diserbanti e altre sostanze chimiche, non hanno solo il vantaggio di essere ‘senza chimica’, ma sono qualitativamente superiori rispetto ai prodotti convenzionali”, “Pertanto – prosegue Carnemolla – “ i prodotti biologici, non contenendo residui di sostanze chimiche, garantiscono benessere all’uomo e all’ambiente”, sottolineando che “ i terreni gestiti con il metodo biologico presentano inoltre una “maggiore capacita’ di trattenere acqua, con conseguente miglior rendimento in condizioni climatiche di scarsita’ di precipitazioni”. Ulteriori dettagli sul progetto Bioqualia nell’articolo consultabile a questo link.

http://www.suoloesalute.it/?p=2184

Fonte: Agrapress

Il Biologico? Uno studio ne conferma la qualità superiore

Oltre ad essere coltivati senza l’uso di sostanze chimiche di sintesi, i prodotti biologici sono qualitativamente superiori rispetto ai prodotti convenzionali. Questa è la conclusione più significativa del progetto “Bioqualia – La qualità nutrizionale ed organolettica delle produzioni biologiche”, realizzato dal Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura ex Inran (Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione) e finanziato dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. I ricercatori hanno analizzato tutte le ricerche sul tema realizzate nel periodo 2005-2011, in cui venivano confrontati i valori nutrizionali di prodotti biologici rispetto ad analoghi convenzionali. Il risultato di questa “ricerca tra le ricerche” è molto chiaro: i prodotti biologici sono più ricchi in vitamine, antiossidanti, e sostanze salutari. Nella frutta biologica è maggiore la presenza di vitamina C e nei frutti a bacca vi è un contenuto superiore in composti fenolici. Gli ortaggi bio invece mostrano una tendenziale concentrazione maggiore di carotenoidi. Anche il latte e i suoi derivati biologici dimostrano una ricchezza superiore di acidi grassi polinsaturi e acido linoleico coniugato, sostanze di comprovata azione preventiva verso numerose patologie.

Gli esiti del progetto sono stati accolti con grande soddisfazione dal Presidente FederBio Paolo Carnelolla, secondo il quale i dati “ dimostrano che il biologico è meglio anche in termini nutrizionali, confermando la bontà della scelta di un numero in continua crescita di consumatori che acquistano prodotti bio”. I prodotti bio, inoltre, non contengono residui di sostanze chimiche, garantendo quindi benessere all’uomo e all’ambiente. Ricordo che in Francia sulla base del decreto 665/2012, il morbo di Parkinson è stato inserito tra le patologie professionali agricole, sulla base di alcune ricerche che hanno messo in evidenza come l’effetto di alcuni pesticidi concorrano all’incremento di rischio di insorgenza di questa patologia.  Aggiungo anche i recentissimi i risultati dello studio «Enviromental Impact of different agricultural management practices: conventional versus organic agriculture», apparso sulla rivista «Critical reviews in plant sciences», realizzato dai ricercatori guidati dal professor Maurizio Paoletti del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova in collaborazione con l’Università di Cornell, Usa. La ricerca dimostra che i terreni gestiti con il metodo bio presentano una maggiore biodiversità sia vegetale che faunistica rispetto ai sistemi convenzionali. Ma anche una maggiore capacità di trattenere acqua, con conseguente miglior rendimento in condizioni climatiche di scarsità di precipitazioni e una maggior capacità di sequestrare CO2, aspetti di fondamentale importanza nell’attuale fase di riscaldamento globale e cambiamenti climatici”.

Fonte: FederBio

Presentata a Tuttofood la nuova “Guida ai migliori oli extravergini di oliva bio del mondo 2013”

Una vera e propria “bibbia” degli oli biologici. E’ questa in sostanza la nuova “Guida ai migliori oli extravergini di oliva biologici del mondo 2013”, pubblicazione edita dal Premio Biol e presentata in anteprima al Tuttofood di Milano, in occasione delle premiazioni del Biol che come ogni anno si è tenuto nel corso del mese di marzo ad Andria e che ha visto nell’ultima edizione ben 350 oli provenienti da tutto il mondo partecipare alla fase finale del concorso, nel corso della quale i vincitori sono stati selezionati dalle giurie territoriali e della giuria internazionale del premio (10 panel per un totale di oltre 100 esperti assaggiatori).

La giuda è patrocinata dal Ministero delle Politiche agricole, dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione, dalla Città di Andria, da Ifoam, da AgriBio Mediterraneo e da CiBi e, oltre a riportare tutti gli oli premiati nel corso dell’ultima edizione, si apre con un prezioso capitolo introduttivo che illustra come riconoscere l’olio e prosegue con ben 174 schede descrittive dedicate ai migliori oli vergini bio dell’anno, suddivisi per aree geografiche e descritti tramite schede di approfondimento.

Tra le informazioni disponibili, il tipo di cultivar, il profilo aromatico con il peso delle componenti fruttato-amaro-piccante, i risultati dell’analisi sensoriale, le immagini del prodotto e i riferimenti delle aziende produttrici.

E’ possibile richiedere la guida inviando una mail all’indirizzo info@premiobiol.it.

Fonte: Greenplanet