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AGRICOLTURA BIOLOGICA, UN’ANALISI SULL’EVOLUZIONE DEL SETTORE

AGRICOLTURA BIOLOGICA, UN’ANALISI SULL’EVOLUZIONE DEL SETTORE

L’evoluzione del settore biologico ha una storia fatta di piccole accelerazioni e grandi fasi di consolidamento.Tra le fasi di accelerazione ricordiamo quella del 2012, annualità di ripresa e crescita dopo un lungo periodo di stagnazione.

Il biologico vive in questo periodo un processo di strutturazione: produttori e trasformatori aumentano, diffondendosi nel Paese in maniera quasi omogenea.

Fino al 2019 il settore registra una crescita in tutti i Paesi membri, fatta eccezione per la Polonia, unico stato a riscontrare una contrazione della SAU.

A giocare in questi anni un ruolo determinante nell’incremento del settore, le politiche nazionali ed europee: da quelle legate a una programmazione ad ampio raggio, come la PAC, per arrivare a quelle di politica regionale.

Le risorse investite sono state dedicate ai diversi e più articolati aspetti: dalla ricerca, alla promozione dei prodotti, fino alla diffusione di governance basate su una visione territoriale condivisa, come nel caso dei bio-distretti.

Nel periodo 2014-20 (così raggruppato per annualità di programmazione), i dati strutturali del biologico hanno registrato una crescita del 70% della SAU e del 62% del numero di operatori coinvolti all’interno del comparto. È rilevante osservare come gli incrementi maggiori, siano seguiti all’uscita di bandi regionali dei PSR per poi proseguire la crescita con picchi di intensità minore, ma costante. Prati pascoli e foraggere, rimangono le categorie più rappresentate, con percentuali che si aggirano tra il 28 e il 20%.

Per quanto riguarda il mercato interno: il consumo di prodotti bio in Italia, ammonta a 3,5 miliardi di euro.

Nel 2021 è stata registrata una crescita di circa il 3% rispetto al 2020, anno fuori dall’ordinario per via della Pandemia da Covid-19, ma per nulla penalizzante per i numeri del comparto. Tuttavia, se paragonato ai mercati di Francia e Germania, il consumo italiano, ha ancora una percentuale di incidenza minima del 4%.

Al fine di rendere accessibile questo tipo di produzione a tutte le fasce della popolazione, nel 2017 è stato istituito un fondo da parte del Mipaaf per potenziare qualità e sicurezza alimentare nelle scuole materne e primarie.

Le risorse, ripartite tra i Comuni assegnatari, ammontavano a una media 8 milioni di euro tra il 2018 e il 2020. Mentre le mense scolastiche con pasti bio, nell’anno 2017, risultavano 1.311.

Un altro provvedimento legato agli strumenti previsti dallo Sviluppo Rurale, il cui intervento ha riportato risultati piuttosto evidenti (nel periodo di programmazione 2014-20) è la Misura 11. Il sostegno elargito, ammontava a 2 milioni di euro, metà del quale è stato investito nelle regioni Sicilia, Calabria e Puglia e destinato al pagamento per il mantenimento della superficie biologica certificata. 

Un altro provvedimento vantaggioso legato invece alla programmazione in corso, è la Misura 3 (seguita dalle successive 3.1 e 3.2). Questa ha contribuito alle spese di certificazione delle aziende e alla promozione dei prodotti certificati. L’intervento ha riscontrato particolare successo nella produzione vinicola, diffusa anche a livello internazionale.

La Misura 16, dedicata alla dimensione della Cooperazione, è stata importante nella promozione di azioni congiunte riguardanti il clima e l’ambiente. Ha inoltre stimolato quegli operatori biologici, dal profilo innovativo, che hanno deciso di aprirsi a modelli partecipativi multi-attoriali, nella condivisione di conoscenze e soluzioni, anche con chi viene tradizionalmente definito competitor.

In linea con questa visione, nel 2009 sono nati i bio-distretti: primo tra i quali, il distretto biologico del Cilento. Il modello ha funzionato a tal punto, che nei dodici anni successivi sono nate altre 50 unità, compresi i distretti biologici ancora in fase di costituzione.La Commissione europea ha ribadito la necessità di promozione della diffusione dei bio-distretti, anche nel Piano d’Azione per l’agricoltura biologica e nelle raccomandazioni per il Piano strategico della PAC in Italia.

A livello nazionale, il riconoscimento giuridico dei bio-distretti è arrivato con la Legge 205/2017, che introduce i Distretti del Cibo. Attraverso la legislazione, il bio-distretto acquisisce lo status di soggetto politico, guadagnando la possibilità di partecipare ai processi decisionali relativi alle politiche del territorio.

È grazie alle politiche di settore fino a qui nominate, che il comparto biologico ha potuto avvicinarsi ad una buona strutturazione, tanto preziosa da rappresentare un modello vincente verso la transizione ecologica.

Una fiducia crescente verso questi modelli sostenibili del sistema agroalimentare, ha investito la percezione comune; percezione che ha trovato consolidamento con l’avvento del Covid e delle attuali tragedie ambientali.

Il percorso del Green Deal è stato una delle risposte fondate su questa tipologia di modello.

Tuttavia aspetti importanti inerenti il tema, sono ancora da affrontare: come la definizione delle misure di sviluppo rurale; l’individuazione di filiere produttive che necessitano di particolare attenzione, come la zootecnia biologica; forme di sostegno che agiscano sul fronte della domanda interna.

 

Fonte: Pianetapsr

GREEN ECONOMY, UNA QUESTIONE DI VOLONTÀ POLITICA CHE PUÒ FARE LA DIFFERENZA

GREEN ECONOMY, UNA QUESTIONE DI VOLONTÀ POLITICA CHE PUÒ FARE LA DIFFERENZA

È uscito pochi giorni fa il sesto rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), l’organismo delle Nazioni Unite responsabile delle valutazioni relative al fenomeno del cambiamento climatico.

Il documento mette in evidenza la rapidità con cui si stanno verificando alcuni cambiamenti irreversibili, primo fra tutti il surriscaldamento delle temperature medie – ora ad 1,1 °C -; che raggiungerà in 20 anni gli 1,5 °C, provocando lo scioglimento dei ghiacci e l’innalzamento dei mari.

Lo studio sottolinea così, l’urgenza di altrettanta rapidità nell’apportare riduzioni immediate e su larga scala, delle emissioni di gas serra.

Indietro non si torna, dichiara Filippo Giorgi, climatologo del Ipcc. Lo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia non potrà essere fermato, ma possiamo intervenire su fronti ancora più preoccupanti.

È strettamente necessario smettere di bruciare combustibili fossili, come carbone, petrolio e gas, poiché vi è il rischio di un evento che non si è mai verificato negli ultimi dieci periodi interglaciali, da prima della comparsa dell’uomo sul pianeta Terra: un surriscaldamento di 3-4 °C.

Le conseguenze? Poco prevedibili secondo il climatologo. Zone come il Mediterraneo andrebbero incontro a desertificazione, le correnti oceaniche rallenterebbero enormemente, salterebbero in sostanza tutti gli equilibri geopolitici attuali.

Gli eventi climatici estremi, rispetto agli anni ’80, sono già triplicati, aggiunge, a una velocità senza precedente alcuno. Con questi presupposti sarà come adattarsi a vivere in un altro Pianeta.

La soluzione secondo il rapporto, consiste in un’accelerazione della transizione verso la Green Economy. E’ una questione in parte culturale e in parte di volontà politica.

I Paesi emergenti vanno aiutati verso uno sviluppo differente da quello europeo e degli Stati Uniti d’America, poiché hanno il problema della povertà energetica, che dovrà comunque essere indirizzata verso una risorsa diversa da quella dei combustibili fossili.

Dobbiamo sfruttare l’eolico, il fotovoltaico, le batterie per l’accumulo, i motori elettrici. Dai trasporti, al riscaldamento, alla produzione industriale: tutto urge di essere convertito a elettrico.

Dal punto di vista culturale invece, gli strumenti di cui noi individui disponiamo per determinare un cambiamento, sono il voto e le scelte di acquisto.

Attraverso le scelte alimentari, abbiamo già cominciato a modificare le nostre abitudini, ma dobbiamo continuiamo a diminuire il consumo di carne, a virare verso il riciclo e l’economia circolare, a sprecare meno in generale.

Acquistiamo infine energia da fonti rinnovabili. Solo attraverso questo insieme di azioni, sottolinea Giorgi, creeremo una possibilità per fare la differenza.

L’agricoltura biologica è un ottimo alleato del clima. Prendendo ad esempio la concimazione delle colture: esiste una connessione diretta tra le emissioni di protossido d’azoto e la quantità di fertilizzante azotato applicato ai terreni agricoli. Il protossido di azoto è un gas serra particolarmente stabile in atmosfera ed ha impatto ambientale fortissimo. Chi pratica l’agricoltura biologica non fa uso di questo tipo di fertilizzanti sintetici.

Il contributo dell’agricoltura biologica non è solo riferito al non uso dei fertilizzanti di sintesi e pesticidi, ma risiede nella tecnica adottata che in molti casi permette di immagazzinare il carbonio nel suolo. Queste sono alcune delle operazioni che permettono il ritorno del carbonio nel terreno:

– Lavorazione minima
– Restituzione dei residui colturali al suolo
– Uso di colture di copertura
– Rotazioni delle colture
– Maggiore integrazione dei legumi per il fissaggio dell’azoto

Otteniamo così un aumento della produttività e meno dispendio di carbonio nell’atmosfera.

 

Fonte: Corriere della Sera

LEGGE NAZIONALE SUL BIO, IL PUNTO DI VISTA DEL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE PER L’AGRICOLTURA BIODINAMICA

LEGGE NAZIONALE SUL BIO, IL PUNTO DI VISTA DEL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE PER L’AGRICOLTURA BIODINAMICA

Se la legge nazionale sul biologico non è ancora stata ufficialmente approvata, non è certo per mancanza di consenso, afferma Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, membro permanente del Tavolo ministeriale sul biologico e biodinamico e vicepresidente di FederBio.

Le cause risiedono nella mentalità e nell’atteggiamento di alcune frange dell’accademia presenti in Senato, che remano controcorrente a nuove possibili visioni, afferma.

Attraverso tecniche tese a prolungare i tempi, gli oppositori continuano ad applicare modifiche, posticipando continuamente la soluzione finale della legge. Il risultato è la sospensione della normativa e un palleggio di questa, da una camera all’altra.

Nel caso specifico dell’agricoltura biodinamica: i media hanno influito fortemente nel favorire una percezione della biodinamica introdotta all’ultimo e “calata dal cielo” all’interno della legge. La verità è che l’Unione europea ne ha regolamentato l’inserimento, rendendola parte del metodo biologico, già dal 1991, sottolinea Triarico; non c’è dunque nessuna novità.

Nonostante il Parlamento abbia fatto con questa legge un lavoro molto accurato, – al vaglio per un anno e mezzo alla Commissione Agricoltura del Senato, al fine di risultare esauriente attraverso ricerche e pareri di esperti -; i media hanno dato spazio ad una campagna falsa contro il metodo biodinamico, che ha lasciato trapelare una visione del Parlamento superficiale e inaffidabile.

Come biodinamici, abbiamo realizzato la prima review giuridica sullo stato della biodinamica in Italia e in Europa, aggiunge l’esperto. Un documento composto da dati giuridici, tecnici e scientifici e sostenuto da approfondimenti perseguiti grazie alla collaborazione con prestigiosi istituti universitari italiani.

Tornando però alla tanto attesa approvazione della legge nazionale, il vero ausilio che questa apporterebbe, consiste in un’organizzazione di carattere sistemico del comparto, diversa da quella attuale. Una normativa che possa mettere a sistema fondi per la ricerca, per la formazione e l’istituzione di un marchio italiano del biologico, che valorizzi i prodotti sul mercato internazionale.

Per quanto concerne l’agricoltura biodinamica, la normativa nazionale formalizzerebbe la collaborazione con le istituzioni e aggiungerebbe la possibilità di individuare un rappresentante, all’interno della Commissione del Ministero dell’Agricoltura, che faccia le veci per il movimento.

L’attacco al metodo biodinamico, tacciato di stregoneria, è stato certamente feroce. Tuttavia ciò non toglie, come questa pratica, sia stata ispirazione e origine, di quello che oggi conosciamo come metodo biologico, aggiunge Triarico.

È stato motore perché ha in sé una portata rivoluzionaria, sostenuta dalla serietà del lavoro degli agricoltori biodinamici, nell’operare in modo rigoroso e in pieno rispetto dell’equilibrio ambientale.

La biodinamica si prefigge quindi la missione, già condivisa nella collaborazione attiva con le altre parti dell’agricoltura, di formare e fornire strumenti adeguati per agricoltori e cittadini liberi, capaci di discernere e concepire nuovi paradigmi agroalimentari. Verso una trasformazione dell’intero sistema, una vera e propria transizione ecologica.

Fonte: Terra e Vita

SUOLO E SALUTE INPUTS: maggiori garanzie sui mezzi tecnici impiegati in agricoltura biologica

SUOLO E SALUTE INPUTS: maggiori garanzie sui mezzi tecnici impiegati in agricoltura biologica

Si è tenuto mercoledì 23 giugno il webinar intitolato: “Mezzi tecnici in agricoltura biologica, quali garanzie?”, organizzato da Suolo e Salute in collaborazione con Edagricole, Arvan e il Gruppo Tecniche Nuove.

 

L’appuntamento è stato occasione per presentare Suolo e Salute Inputs, nuovo standard di certificazione volontaria per i mezzi tecnici consentiti in agricoltura biologica, elaborato grazie all’esperienza sul campo del primo ente di controllo e certificazione del biologico in Italia. Suolo e Salute, infatti, certifica: 21.000 aziende (il 26% del totale nazionale) e oltre 650.000 ettari (oltre il 30%) di superficie bio.

 

Suolo e Salute Inputs nasce con l’obiettivo di mettere ordine in un settore,

quello dei mezzi tecnici, oggi penalizzato da una certa confusione e da una diffusa

incertezza da parte degli operatori – commenta Alessandro D’Elia, Direttore Generale di Suolo e Salute. Lanciamo un servizio che può rilevarsi utile sia per i fabbricanti, per qualificare ulteriormente la loro offerta, che per le aziende agricole e i tecnici consulenti. Conoscere quali prodotti possono essere utilizzati permette di ridurre i provvedimenti a carico delle aziende, per utilizzi di prodotti non conformi o a causa di contaminazioni con sostanze non ammesse (ad es.: fosfiti)”.

 

Il webinar ha raccolto l’intervento di esperti e professionisti del settore, che hanno fatto luce sul quadro normativo contestuale all’argomento, chiarendo le procedure della proposta e esplicitandone ragioni e vantaggi.

 

Per scoprire di più, consulta l’articolo di approfondimento al link seguente: terra e vita

SUOLO E SALUTE AL SANA 2021

SUOLO E SALUTE AL SANA 2021

Al via giovedì, 9 settembre, la principale fiera del biologico italiano, la 33esima edizione di SANA.

 

Aprirà la manifestazione l’appuntamento con Rivoluzione Bio, due giornate di lavori con esperti e protagonisti del biologico, per una “fotografia” attuale dello stato di salute della filiera bio.

 

Da settore di nicchia a nodo strategico di una politica di sviluppo sostenibile e innovativa; il biologico coniuga la salvaguardia delle risorse naturali con la crescita socio-economica delle aree rurali.

 

L’evento di SANA, è riuscito ad accreditarsi nel tempo, come vetrina nazionale e internazionale di principale riferimento, in un mercato in continua trasformazione.

 

Alessandro D’Elia, direttore generale di Suolo e Salute, afferma: “Il biologico italiano, punta di diamante dell’agroalimentare di qualità del nostro Paese, deve molto a SANA e ai tanti attori che, nel tempo, hanno fortemente creduto in questo paradigma di sviluppo agricolo. Tra questi, in primo piano, vi è Suolo e Salute che trae origini dall’Associazione, fondata a Torino nel 1969, pioniera nella promozione del metodo dell’agricoltura biologica. Oggi, l’attuale organismo di controllo e certificazione, con la passione di sempre e i suoi oltre cinquant’anni di storia, certificando il 26% delle aziende bio italiane, continua a dare il suo fattivo contributo per aumentare la credibilità del settore che di fatto rappresenta la via maestra per mantenere la fiducia dei consumatori e ampliare ancora di più i margini di crescita”.

 

Primo organismo di controllo e certificazione del biologico in Italia, con circa 21.000 aziende (il 26% del totale nazionale) e oltre 650.000 ettari (oltre il 30%) di superficie bio certificata, Suolo e Salute non poteva cerco mancare alla 33esima edizione di SANA, di nuovo live, all’interno del Quartiere fieristico di Bologna.

Lo staff di Suolo e Salute sarà lieto di incontrarvi dal 9 al 12 settembre, presso i propri spazi espositivi presenti al padiglione 37 spazio B22-C21

 

VI ASPETTIAMO!

 

Per informazioni: www.suoloesalute.it

 

Fonte: Sana

FOOD SYSTEMS SUMMIT – DIALOGHI PER UN CAMBIAMENTO DEI SISTEMI ALIMENTARI DEL MONDO

FOOD SYSTEMS SUMMIT – DIALOGHI PER UN CAMBIAMENTO DEI SISTEMI ALIMENTARI DEL MONDO

È stato convocato per l’autunno: il Food Sistems Summit 2021, da parte del segretario generale delle Nazioni Unite.

Il Vertice, appena preceduto da un appuntamento preparatorio tenutosi alla fine di luglio, rientra come parte del Decennio di azione delle Nazioni Unite, per la realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati per il 2030.

L’incontro intende avviare azioni rivoluzionarie, utili a trasformare le modalità di produzione degli alimenti.

Rappresentanti di rilievo del mondo scientifico, business men, politici, medici e accademici saranno coinvolti a partecipare, assieme ad agricoltori, organizzazioni giovanili, popolazioni indigene, gruppi di consumatori e attivisti ambientali; con lo scopo di aprire un dialogo e costruire un discorso pragmatico, che sia l’avvio di una nuova direzione per i sistemi alimentari del mondo.

Il Summit sarà delineato da 5 linee d’azione, le Action Tracks, che offriranno ai collegi elettorali uno spazio per apprendere, condividere e promuovere nuove iniziative, ampliare partnership e mobilitare le giuste leve di cambiamento.

Tra i preparativi funzionali al Vertice, vi è la costituzione di 3 differenti gruppi di Dialoghi: i Dialoghi al vertice degli Stati membri (ONU), organizzati dai governi nazionali; i Dialoghi al vertice indipendenti, organizzati da individui singoli e organizzazioni indipendenti da quelle nazionali; i Dialoghi del vertice globale.

Strumento fondamentale sarà inoltre, il Champions Network, una rete di campioni dei sistemi alimentari multi-attore. Il CN, servirà a mobilitare una vasta gamma di persone provenienti da differenti parti del mondo, leader di istituzioni e reti che promuovono la trasformazione dei sistemi alimentari e la leadership del pensiero che lo sostiene. Si ingegneranno nel generare idee e discussioni sostanziali, intraprendere azioni di cambiamento sul tema del Summit.

IFOAM è parte dei Dialoghi dal 2018, si è così, impegnata formalmente a tutela della voce del movimento biologico all’interno dell’evento; affinché trovi spazio d’ascolto.

Con l’ausilio dell’Asian Farmers Organization e della Biovision Foundation, ha elaborato due documenti, come spunto di argomentazione per il Summit. Aspirano ad essere soluzioni rivoluzionarie per aumentare la produzione rispettosa della natura.

Le proposte sono intitolate: Agroecologia Game-Change e soluzione sistemica e Allineare le politiche alla produzione favorevole alla natura (i testi sono disponibili in lingua inglese sul sito di IFOAM).

Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito del Food Systems Summit.

 

Fonte: IFOAM