Suolo e Salute

Mese: Settembre 2025

LA DIETA MEDITERRANEA FA BENE, SE È BIOLOGICA FA ANCORA MEGLIO

LA DIETA MEDITERRANEA FA BENE, SE È BIOLOGICA FA ANCORA MEGLIO

La dieta mediterranea è salutare. Se è biologica, è ancora meglio. Presentati i risultati della ricerca IMOD dell’Università di Roma Tor Vergata

AssoBio, FederBio e Consorzio il Biologico sostengono lo studio IMOD (Italian Mediterranean Organic Diet) dell’Università di Tor Vergata che confronta il valore delle due diete (mediterranea e biologica), misurando la sicurezza alimentare (con l’analisi sul livello di esposizione a sostanze nocive come fitofarmaci e metalli pesanti anche nella composizione corporea e nella riduzione dello stress ossidativo) per accertare se una dieta mediterranea biologica abbia o meno maggiori benefici sulla salute umana.
L’obiettivo centrale del progetto di ricerca è determinare l’influenza della qualità di un’alimentazione biologica rispetto a una convenzionale sul microbiota intestinale.
Questo perché c’è consenso scientifico sul fatto che la varietà e la qualità dei microrganismi che abitano nel nostro apparato digerente ha un impatto sulla salute, non solo influenzando la nostra resistenza agli agenti patogeni, ma addirittura regolando le funzioni cognitive.
Oggetto sella ricerca sono 15 soggetti su cui è stata raccolta una grande mole di dati anche attraverso tecnologie avanzate, come il sequenziamento del DNA per lo studio del microbiota intestinale e l’analisi di biomarcatori dello stress ossidativo; per l’ampiezza dei dati raccolti e analizzati lo studio è tra i più completi a livello internazionale.

I risultati di dettaglio saranno presentati in un incontro pubblico che si terrà a Roma il 16 settembre alle 10.00, presso la Libreria “Spazio Sette” (via dei Barbieri 7).
Informazioni sullo studio: https://www.ilbiodentrodinoi.it/

50 ANNI DI PROVE SU IMPATTO AMBIENTALE E RESE DEL BIOLOGICO

50 ANNI DI PROVE SU IMPATTO AMBIENTALE E RESE DEL BIOLOGICO

Dallo studio, condotto da FiBl e Agroscope, si evince chiaramente la sostenibilità e la produttività dell’agricoltura biologica. Alla base della ricerca ci sono oltre 150 pubblicazioni scientifiche che hanno analizzato la resa, la fertilità del suolo e l’impatto climatico

Con il sostegno economico dell’Ufficio federale elvetico dell’agricoltura UFAG l’istituto di ricerca FiBl e

Agroscope conducono dal 1978 esperimento a lungo termine DOK che confronta coltivazioni biologiche, biodinamiche e convenzionali su 96 parcelle sperimentali omogenee su cui studiano le conseguenze in termini di resa, qualità del suolo e impatto climatico dei metodi di coltivazione.

L’esperimento continua a dare risposte, ma anche a proporre nuovi quesiti nell’ambito della ricerca agraria e ambientale che sono state oggetto di quasi 150 pubblicazioni scientifiche e tesi di dottorato.

 

I due sistemi biologici sono confrontati con due sistemi convenzionali (il primo con fertilizzazione organica e il secondo con concimazione minerale); tutti seguono con la stessa rotazione di sette anni (ormai si sono raggiunti i sei cicli), che comprende trifoglio.

Nei sistemi biologici è risultato un minor utilizzo di fitofarmaci (-92%) e di azoto minerale (-75%); l’efficienza nell’uso dell’azoto, che tiene conto anche della fissazione biologica è stata superiore all’85% per tutti i sistemi.

Per quanto riguarda le rese, nonostante la drastica riduzione degli input, quelle dei sistemi biologici hanno raggiunto l’85% di quelle dei sistemi convenzionali, dimostrando a livello di campo un minor impatto sul clima e una maggiore biodiversità in situ, in parallelo a un terreno fertile per lo sviluppo di una produzione agricola sostenibile anche futura.

 

Nella rivista scientifica «Scientific Reports» è stato recentemente pubblicato un articolo in cui i ricercatori di Agroscope, FiBL e Politecnico Federale di Zurigo si concentrano sui nutrienti e sulla selezione delle colture.

Nelle parcelle a coltivazione biologica sono stati trovati livelli di humus più alti del 16% e un’attività degli organismi del suolo superiore fino all’83%, con un effetto positivo sulla struttura che aiuta a immagazzinare acqua e ridurre le perdite da erosione.

In tutti i sistemi, il letame si è dimostrato fondamentale per la buona fertilità del suolo; se applicato in quantità sufficiente, preferibilmente sotto forma di compost, il contenuto dell’humus rimane stabile o aumenta. Al contrario, quando il fertilizzante è composto esclusivamente da concimi minerali sintetici, il contenuto di humus diminuisce.

Sull’altro piatto della bilancia, i livelli di fosforo diminuiscono più sensibilmente nei suoli biologici rispetto a quelli convenzionali, a causa della riduzione della fertilizzazione; per evitare carenze a lungo termine è necessario integrarlo, in particolate per colture come cereali e patate.

Secondo Jochen Mayer, responsabile dello studio, per recuperare elementi fondamentali come fosforo e azoto va valutato il riciclo di rifiuti alimentari o acque reflue.

I ricercatori ritengono che il futuro dell’agricoltura biologica dipende in larga misura proprio dalla chiusura dei cicli dei nutrienti tra le aziende agricole e dai progressi nella selezione vegetale.

Lo studio raccomanda di adottare strategie di diversificazione colturale, come le colture miste, intercalari, o a strisce, preferibilmente con specie pluriennali.

 

L’articolo “Organic cropping systems balance environmental impacts and agricultural production” si può scaricare gratuitamente qui: https://www.nature.com/articles/s41598-024-76776-1

 

 

IL BIOLOGICO E’ IL MODO MIGLIORE PER EVITARE RESIDUI DI FITOFARMACI

IL BIOLOGICO E’ IL MODO MIGLIORE PER EVITARE RESIDUI DI FITOFARMACI

Uno studio dell’Università di Tolosa conferma: consumare alimenti biologici è il modo più efficace per ridurre l’esposizione ai fitofarmaci

La rivista scientifica Cahiers de Nutrition et de Diététique pubblica l’articolo “Pesticides dans l’alimentation : comment limiter l’exposition des consommateurs” curato dai ricercatori del Research Centre in Food Toxicology dell’Università di Tolosa.

L’abstract non lascia molto spazio a dubbi: “I fitofarmaci utilizzati nell’agricoltura convenzionale sono presenti nella frutta e nella verdura in dosi non tossiche, ma in miscela. La loro distribuzione nella frutta e nella verdura dipende dalla loro struttura chimica, dalla loro solubilità in acqua o nei lipidi, dalla loro azione (sistemica o da contatto) e dal tipo di pianta. Anche i prodotti a base di frutta trasformata contengono fitofarmaci, in particolare le bevande analcoliche a base di succo di frutta. I fitofarmaci sono composti biologicamente attivi che possono agire su bersagli diversi da quelli per cui sono stati progettati. Studi epidemiologici mostrano una forte presunzione di un legame tra l’esposizione professionale ai pesticidi e lo sviluppo di diverse patologie. Nei consumatori, un profilo di esposizione a determinati fitofarmaci è correlato al rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Inoltre, studi preclinici hanno dimostrato che l’esposizione alimentare a cocktail di fitofarmaci, ciascuno presente in dosi non tossiche, induce lo sviluppo di disturbi metabolici. È quindi essenziale ridurre l’esposizione ai fitofarmaci. Diverse tecniche, come la sbucciatura, l’immersione in acqua pulita o acidificata e le alte temperature, possono ridurre i livelli di fitofarmaci nella frutta e nella verdura. Ma il modo più affidabile per ridurre l’esposizione dei consumatori ai fitofarmaci rimane il consumo di alimenti coltivati con metodi biologici”.

Il testo in francese, con riassunto in inglese, si può scaricare gratuitamente qui: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0007996024001354)

 

SVIZZERA, IL MERCATO DEL BIOLOGICO È STABILE

SVIZZERA, IL MERCATO DEL BIOLOGICO È STABILE

Il mercato del bio in Svizzera è sostanzialmente stabile: 4,1 miliardi di franchi. L’agricoltura biologica rappresenta il 18,2 % della superficie agricola totale

BioSuisse ha presentato i dati sul consumo di prodotti biologici in Svizzera. Nonostante un contesto difficile, il settore ha generato un fatturato di 4,15 miliardi di franchi (4,44 miliardi di euro) in aumento dell’1,8% rispetto al 2023.

I consumi domestici da soli hanno generato un fatturato di 3,10 miliardi di franchi (3,32 miliardi di euro).

L’andamento non è omogeneo tra i diversi canali di vendita: lo specializzato ha registrato un calo, che ne ha ridotto la quota sul totale delle vendite al 5,7% (nel 2022 era del 6,7%), i discount – i cui marchi propri biologici stanno diventando sempre più popolari- hanno aumentato leggermente il fatturato dello 0,1%, raggiungendo una quota del 6,1%.   In super e ipermercati si è registrato un incremento del +0,9%.

Le due principali catene di vendita al dettaglio, Coop e Migros, si confermano di gran lunga leader: da soli coprono circa il 75% del mercato biologico svizzero.

La quota dei prodotti biologici sul totale delle vendite si conferma al 12,3%.

Nel 2024 la categoria di prodotti biologici con il fatturato più elevato è stata quello cereali e prodotti da forno, seguita dagli ortaggi, e dal lattiero caseario; al quarto posto, in linea con la tendenza globale, quella dei sostituti del latte (in primis bevande, ma in crescita anche i sostituti del formaggio).

Come nell’ultima indagine condotta nel 2022, nel 2024 il prezzo è rimasto il principale ostacolo all’acquisto e ha addirittura acquisito maggiore importanza. Altri criteri di scelta, come l’imballaggio, il gusto o la produzione nazionale hanno invece perso importanza.

I motivi per l’acquisto sono invece rimasti gli stessi tra il 2022 e il 2024. Tra i motivi personali, al primo posto il desiderio di evitare l’uso di pesticidi, un’alimentazione sana e la minor presenza di additivi.

Anche sul versante della produzione agricola i dati sono rimasti sostanzialmente invariati, con un leggero calo a 7.896 nel numero di aziende agricole, ma con la percentuale SAU stabile al 18,2%.

 

Fonte: https://www.bio-suisse.ch/it/la-nostra-associazione/ritratto/bio-in-cifre.html

ORGANIC MARKET CONFERENCE 2025: IL BIOLOGICO SOTTO LA LENTE DI INGRANDIMENTO

ORGANIC MARKET CONFERENCE 2025: IL BIOLOGICO SOTTO LA LENTE DI INGRANDIMENTO

Un evento dedicato all’analisi di mercato, alle aspettative dei consumatori e alla produzione

Il 24 e 25 settembre a Bruxelles si terrà l’Organic Market Conference (OMC) 2025.

Organizzato da AöL e.V. e OPTA Europe, l’evento si concentrerà su alcuni punti centrali per lo sviluppo del settore, per scoprire nuovi canali di vendita, avviare collaborazioni e sviluppare una comprensione più approfondita del mercato biologico europeo.

Come si stanno sviluppando i mercati del biologico nei singoli paesi europei?

Quali aziende li stanno plasmando?

Quali sono le caratteristiche e le attese dei consumatori e come sono organizzate le strutture della produzione?

Su questi aspetti si farà luce insieme a ospiti del mondo della politica e dell’economia.

Previsti anche approfondimenti su mercati come Polonia, Francia, Spagna e Paesi Bassi.

La conferenza si terrà presso il Comitato economico e sociale europeo, proprio nel cuore politico dell’UE.

Il 24 settembre si inizierà con un cocktail di benvenuto e una serata presso L42, un locale alla moda nel quartiere europeo di Bruxelles, dove ci sarà l’opportunità di incontrare e fare networking in modo informale con imprese e rappresentanti delle istituzioni europee.

 

AöL e OPTA coprono tutti i costi della conferenza e del catering, a carico dei partecipanti solo i costi di viaggio e soggiorno.

Per informazioni dettagliate sul programma  http://www.aoel.org/omc-25, per la registrazione gratuita: https://www.aoel.org/registration-omc-2025/