Suolo e Salute

Mese: Settembre 2025

AGRICOLTURA RIGENERATIVA E RISCHIO GREENWASHING

AGRICOLTURA RIGENERATIVA E RISCHIO GREENWASHING

Rigenerativa: vera sostenibilità o soltanto uno slogan accattivante?



Negli ultimi tempi si parla molto di “agricoltura rigenerativa”, che qualcuno propone come frontiera più avanzata della sostenibilità.

Molti, da Nestlè a Cargill, da Bayer a Corteva, da Barilla a Illy propongono la “loro” agricoltura rigenerativa, ciascuna però diversa dalle altre, cucita su misura alle proprie esigenze e impostazioni, con non poca confusione anche tra i consumatori.

Con l’abituale lucidità ne parla nell’editoriale di Terra e Vita n. 17/2025 Paolo Bàrberi, professore di Agronomia presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dove coordina il Gruppo di Ricerca in Agroecologia e ha coordinato il Dottorato Internazionale in Agrobiodiversità.

Esperto esterno per la FAO, la Commissione Europea, EFSA, Masaf e MinAMB, Bàrberi è co-fondatore e vice-presidente di Agroecology Europe e membro del Consiglio Direttivo di AIDA, Associazione Italiana di Agroecologia: al mondo è tra le persone più titolate a fare il punto sulle pratiche agricole sostenibili.

Partendo proprio dalla constatazione che “Non esiste al momento una definizione universalmente accettata di agricoltura rigenerativa, nella scienza e nella pratica, né esiste una normativa di riferimento”, Bàrberi mette in guardia sul rischio di scrivere regole per l’agricoltura rigenerativa che strizzino l’occhio al marketing più che alla vera sostenibilità.

Leggi qui l’editoriale: https://terraevita.edagricole.it/agricoltura-conservativa/lagricoltura-rigenerativa-eviti-il-rischio-greenwashing/

PARTIRÀ LA TRACCIABILITÀ DEI PRODOTTI BIOLOGICI

PARTIRÀ LA TRACCIABILITÀ DEI PRODOTTI BIOLOGICI

Il ministero prevede una nuova infrastruttura digitale pubblica pensata per garantire la tracciabilità dei prodotti biologici (ma ci vorrà tempo)

 

Il 22 agosto è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto del 24 luglio 2025 con cui il ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste istituisce ufficialmente “BioTrac”, una nuova piattaforma digitale che avrà lo scopo di garantire la tracciabilità della provenienza e della qualità dei prodotti biologici che sarà gestita è gestita dal ministero attraverso il Sistema informativo biologico (SIB).

 

In realtà questa piattaforma è tutt’altro che una novità: la sua attivazione è stata prevista in numerosi provvedimenti (per esempio il decreto legislativo 6 ottobre 2023, n. 148, ma anche il più stagionato decreto legislativo 23 febbraio 2018, n. 20).

Quando sarà a regime (al momento è solo prevista e non è indicato un termine per l’attivazione, non è disponibile nemmeno una demo), direttamente o tramite delegati (per esempio liberi professionisti o CAA) l’operatore che vende prodotti biologici dovrà caricare informazioni relative al prodotto ceduto, alla sua quantità e i riferimenti al documento di vendita.

Parte delle informazioni sarà accessibile solo alle autorità e agli organismi di controllo, mentre una parte (non ancora definita) sulla provenienza, la tracciabilità e la qualità dei prodotti biologici sarà resa disponibile anche ai consumatori, sempre che gli operatori esprimano il proprio consenso.

Non preoccupatevi: nella prima fase di test (di cui non sono stabiliti né inizio né fine) dovranno alimentare la piattaforma soltanto gli operatori aderenti ai distretti biologici che intendano farlo.

In sostanza, il decreto pubblicato in agosto esprime solo l’intenzione del futuro avvio di “BioTrac”, che per il momento è solo un’idea.

Suolo e Salute segnalerà al ministero la necessità di rendere automatica l’alimentazione della banca dati, evitando ogni ulteriore adempimento burocratico a carico degli operatori. È del tutto fattibile: basta che “BioTrac” prelevi in automatico le informazioni già presenti nelle fattura elettronica, senza che l’operatore sia costretto a caricare due volte gli stessi dati su due piattaforme pubbliche distinte.

 

Potete comunque leggere il decreto qui: https://sinab.it/wp-content/uploads/2025/08/GU-Infrastruttura-6-10.pdf.

USA, DANONE COMPRA IL BABY FOOD BIOLOGICO

USA, DANONE COMPRA IL BABY FOOD BIOLOGICO

Il colosso multinazionale ha acquistato un’azienda biologica giunta al successo partendo dalla cucina di casa

Danone ha acquisito la maggioranza di Kate Farms, azienda statunitense che produce prodotti biologici nutrizionali a base vegetale. La storia dell’azienda è curiosa: la neonata Kate Laver non tollerava le formule standard per la nutrizione enterale; i genitori Michelle e Richard, colpiti sfavorevolmente dagli ingredienti della formula alternativa proposta dal medico – acqua, zucchero, sciroppo di glucosio da mais e proteine del latte – con l’aiuto di uno chef vegano (e più di 70 tentativi col frullatore di casa), hanno sviluppato una formula migliore plant based e biologica che ha rimesso in sesto la bambina.

La voce si è diffusa e presto quella che era nata come soluzione fatta in casa a un problema famigliare è diventata l’alimento quotidiano di oltre mezzo milione di persone negli Stati Uniti: i frullati e le formule a base vegetale di Kate Farms, da tempo ormai sviluppati con uno staff medico, sono utilizzati in oltre 1.450 ospedali e trovano la fiducia di pediatri, operatori sanitari e famiglie, con l’azienda che investe in ricerca clinica per il continuo miglioramento dello standard della nutrizione medica per chiunque abbia esigenze di salute, specialmente per chi non trova giovamento dalle opzioni tradizionali.

Il fatto è interessante per più motivi. Da un lato un colosso mondiale come Danone vede opportunità e investe nel biologico, affiancando quello di Kate Farms a suoi marchi famosi come Nutricia, Real Food Blends e Functional Formularies per completare l’offerta di soluzioni nutrizionali a supporto di diverse esigenze di salute.

Dall’altro mostra come un’idea azzeccata che parte da esigenze reali, anche con pochi capitali di partenza, possa trasformarsi in un business che diventa appetibile anche a colossi globali dell’alimentare (il fatturato di Kate Farms è stimato superiore a 75 milioni di dollari).

Come già accaduto per altre acquisizioni, l’ex presidente e direttore generale Brett Matthews è stato confermato negli incarichi, a garanzia della continuità dello spirito che ha portato Kate Farms al successo.

Trovate qui ulteriori dettagli: https://www.danone.com/newsroom/press-releases/kate-farms-acquisition.html

ROCK ‘R ROLL BIO

ROCK ‘R ROLL BIO

Due agricoltori biologici alternano alla zappa chitarra e batteria

Il gruppo musicale francese “The inspector Cluzo” (il nome è ispirato all’ispettore Clouseau, protagonista del ciclo di film della Pantera Rosa e interpretato da Peter Sellers) è composto da Laurent “Malcolm” Lacrouts alla chitarra e voce e Mathieu “Phil” Jourdain alla batteria, è giunto al decimo album in studio e ha tanto di pagina wikipedia dedicata (https://en.wikipedia.org/wiki/The_Inspector_Cluzo).

L’aspetto curioso è che Laurent e Mathieu sono due agricoltori biologici che conducono un’azienda di una quindicina di ettari in Guascogna che svolge anche l’attività di fattoria didattica e di divulgazione sull’agroecologia.

L’impostazione del duo spazia dal blues-rock all’heavy metal (ma senza bassista).

Non si tratta di un gruppo amatoriale (sono stati chiamati ad aprire un concerto di Neil Young e hanno partecipato come guest star a una tournee in USA e Canada dei Clutch).

In estate hanno presentato un video (Thoreau) girato nella loro azienda e ispirato alla filosofia del naturalista statunitense D.H. Thoreau, autore di Walden, che i due agricoltori e musicisti seguono ogni giorno, sia nel lavoro in agricolo che in quello musicale.

Lo si può ascoltare, così come altri brani, su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=wygCtD8uang&list=RDwygCtD8uang&start_radio=1

RAME. PROROGA AL GIUGNO 2029

RAME. PROROGA AL GIUGNO 2029

Il ministero della Salute prolunga l’autorizzazione all’uso dei composti di rame, ancora fondamentali in agricoltura

Il regolamento (UE) 1981/2018 aveva rinnovato l’approvazione dei composti di rame (che sono comunque candidati alla sostituzione) fino al 31 dicembre 2025.

Considerando che serve più tempo per la valutazione da parte della Commissione, dell’EFSA del ministero della Salute, il recente regolamento UE n.1489/2025 ha prorogato l’approvazione di 42 mesi (la nuova scadenza è il 30 giugno 2029).

Ricordiamo che in agricoltura biologica il regolamento UE n.848/2018 prevede un’applicazione totale non superiore a 28 kg di rame per ettaro nell’arco di 7 anni, ma adottando il principio di flessibilità (fermo restando il totale di 28 kg ha, negli anni in cui è maggiore la pressione delle malattie fungine piò essere superata la quantità teorica di 4 kg/anno).

L’auspicio è che entro la scadenza del rinnovo dell’approvazione sia conclusa la fase di sperimentazione e di autorizzazione in agricoltura generale delle alternative attualmente allo studio (argille, funghi antagonisti, chitosano, amminoacidi di origine vegetale…).

 

Leggi di più: https://sinab.it/bionovita/ministero-della-salute-prorogata-dallue-lautorizzazione-alluso-del-rame-il-suo-utilizzo-nel-biologico/

IL VATICANO SPOSA IL BIOLOGICO

IL VATICANO SPOSA IL BIOLOGICO

Papa Leone XIV ha inaugurato il Borgo Laudato Si’ a Castel Gandolfo, un centro educativo dedicato all’ecologia integrale, all’economia circolare e alla sostenibilità ambientale. Il biologico è protagonista del progetto

 

Dando seguito alla visione ecologica e all’impegno ambientale promosso da Papa Francesco, venerdì scorso Papa Leone XIV ha inaugurato ufficialmente il Borgo Laudato Si’, che sarà il primo centro vaticano di educazione all’ecologia integrale, all’economia circolare e generativa, alla sostenibilità ambientale.

Il progetto educativo avrà sede sui 55 ettari della residenza papale di Castel Gandolfo, prevede corsi di formazione per adulti, programmi ambientali per bambini, la produzione di olio (di “altissima qualità”, dice il comunicato del Vaticano), di un vino “piacevole”, di miele, formaggio, oli essenziali e tisane.

Dopo aver percorso i giardini, i vigneti e l’oliveto, Leone XIV ha guidato una liturgia insieme al personale che, dal 2022, lavora per mettere in pratica i principi dell’ecologia integrale.

Il fulcro del progetto è una grande serra dalla forma curva, simile al colonnato di Piazza San Pietro, posizionata davanti a un edificio che ospita dieci stanze e la sala da pranzo.

Quando sarà operativo, il centro offrirà ai visitatori la possibilità di partecipare a visite didattiche pomeridiane dedicate all’agricoltura biologica, ma anche a corsi settimanali incentrati sull’agricoltura rigenerativa.

L’interesse vaticano nei confronti della sostenibilità non si esaurisce a Castel Gandolfo: nell’agosto scorso è stato firmato un accordo con l’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede che prevede la conversione in un grande parco solare di un’area di 430 ettari a nord di Roma. L’obiettivo è produrre energia sufficiente a coprire interamente il fabbisogno della Città del Vaticano e farne il primo Stato al mondo a emissioni zero.

 

La nota ufficiale del Vaticano rassicura: l’intesa prevede il mantenimento dell’attuale attività agricola e la massima limitazione dell’impatto ambientale sulla zona.

Le iniziative traggono origine dall’enciclica di Francesco del 2015 “Laudato sii’”, che ha descritto la protezione del pianeta come una questione morale urgente e fondamentale, intrinsecamente connessa alle tematiche della dignità umana e della giustizia, in particolare per i più deboli.

Per approfondimenti: https://it.euronews.com/green/2025/09/03/vaticano-ecco-il-centro-voluto-da-papa-francesco-che-produrra-vino-olio-e-formaggi-biologi