Suolo e Salute

Anno: 2017

Alimenti biologici in Italia, Firab: “Un giro d’affari da 5 miliardi di euro”

Nuova conferma sull’ottimo stato di salute dei prodotti a marchio bio in Italia.

Secondo le ultime stime Firab (Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Bidoinamica), il mercato degli alimenti biologici vale oggi quasi 5 miliardi di euro in Italia.

A ‘vincere’ è soprattutto il canale della grande distribuzione, che cresce a doppia cifra. Molto bene anche l’export. Ecco tutti i dati.

Alimenti biologici: li consuma l’83% delle famiglie

Firab si è avvalsa dei dati Nielsen, Nomisma e delle elaborazioni Assobio per scattare la fotografia del settore. Secondo la Fondazione, il valore complessivo delle vendite dei prodotti bio su tutti i canali è oggi di 4,9 miliardi di euro.

Vince soprattutto la Gdo. Le vendite qui hanno superato gli 1,27 miliardi di euro nel marzo 2017, con una crescita esponenziale: +19,7% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Di conseguenza, aumenta anche l’offerta: è al +30% il numero di referenze medie nei supermercati, nell’ultimo anno.

Nei negozi specializzati, le vendite sono arrivate a quasi 900 milioni. Le vendite dirette e online sono state pari a 402 milioni. Nella ristorazione sono a circa 377 milioni. Ma il vero boom è con l’export: 1,8 miliardi di euro è il valore dei prodotti esportati. Nell’intero comparto agroalimentare, la presenza di maggiori vendite per 419 milioni di euro è dovuta per il 40% ai prodotti biologici, che portano in dote 166 milioni.

Sono oltre 20 milioni le famiglie italiane che hanno portato in tavola alimenti biologici almeno una volta negli ultimi 12 mesi. Erano il 74% un anno fa. Sono 5,2 milioni, invece, le famiglie che consumano regolarmente (almeno una volta alla settimana) alimenti biologici. Perché si scelgono i prodotti a marchio bio? Perché sono più sicuri per la salute, secondo il 27% dei consumatori. Perché più rispettosi per l’ambiente: lo pensa il 20%. O perché sono ritenuti più controllati (14%) o più buoni (13%).

Si tratta di segnali molto forti, vista anche la crisi che ancora attanaglia il settore agroalimentare ‘tradizionale’ in Italia:

«La crescita del bio è in assoluta controtendenza rispetto allo scenario generale in cui versa il settore food & beverage, le cui vendite nel 2016 in Italia sono state ferme a un +0,1% rispetto al 2015», scrivono da Firab.

Vizioli (AIAB): “Basta parlare di mercato di nicchia”

A commentare i risultati del report Firab, Vincenzo Vizioli presidente AIAB. Che sottolinea come ormai il settore degli alimenti biologici sia diventato mainstream:

«Semmai ci fosse ancora qualche dubbio questi dati lo dissolvono definitivamente. Certo è che non si può più parlare di mercato di nicchia.Sono i consumatori che sono stati capaci di determinare lo sviluppo del biologico andando dove la politica non vuole saperne di andare. Qualcuno continua ancora a pensarli come l’ultimo anello della catena ma non si accorge che sono parte integrante del sistema come peraltro ha intuito AIAB da sempre associandoli a produttori e tecnici come parte di un intero progetto e di una visione nuova sulla produzione agroalimentare. Per questo è sempre più urgente rivedere tutto il sistema e intervenire sulla Politica agricola comunitaria».

Vizioli sostiene inoltre che le famiglie dovrebbero essere accompagnate nella scelta di prodotti bio, organizzando “menù equilibrati per ammortizzare prezzi che, anche se ultimamente si sono di molto abbassati considerato l’aumento della domanda, ancora sono troppo alti per una larga fascia di consumatori”.

FONTI:

http://www.firab.it/site/biologico-un-giro-daffari-complessivo-di-quasi-5-miliardi-l83-delle-famiglie-italiane-lo-ha-portato-in-tavola/

http://www.adnkronos.com/sostenibilita/tendenze/2017/07/13/biologico-giro-affari-complessivo-quasi-miliardi_mlxc1yTGfKzrBc1zr6VVJO.html?refresh_ce

 

Agrumeti caratteristici: pronti 3 milioni di euro dal Mipaaf

Il Ministero delle politiche agricole rende noto, attraverso un comunicato, dell’approvazione di una legge alla Camera che promuove interventi di ripristino, recupero e salvaguardia degli agrumeti caratteristici.

Previsto un fondo di 3 milioni di euro per l’implementazione della norma. Vediamo tutti i dettagli.

Agrumeti caratteristici: le caratteristiche

Cosa si intende per agrumeto caratteristico? Per il Mipaaf, si tratta di aree che “hanno particolare pregio varietale paesaggistico, storico e ambientale”. Gli agrumeti interessati sono inoltre localizzati “in aree vocate alla coltivazione di specie agrumicole dove le caratteristiche climatiche e ambientali siano capaci di conferire al prodotto specifiche caratteristiche”.

In particolare, leggiamo nella comunicazione della XIII Commissione Agricoltura, “le zone interessate dagli interventi svolgono un importante presidio del territorio in zone territoriali a rischio di spopolamento e di dissesto idrogeologico”.

La maggior parte delle aree interessate riguarda le arance, che coprono quasi il 60% degli agrumeti. Seguono le clementine al 19% e i limoni al 17.

Nello specifico, le varietà di arance più diffuse in Italia (dati Ismea), sono:

  • Tarocco Comune: 42,5% delle superfici totali
  • Navelina: 18,2%
  • Tarocco Gallo: 10,4%
  • Moro: 9,3%
  • Sanguinello: 5,1%
  • Tarocco nocellare: 4,5%
  • Washington Navel: 2,6%

Agrumeti caratteristici: l’intervento della Camera

La legge, approvata definitivamente dalla Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, nasce dall’unificazione dei testi di varie norme presentate negli scorsi mesi (C. 55 Cirielli, C. 341 Catanoso, C. 440 Mongiello, C. 741 Oliverio, C. 761 Russo, C. 1125 Caon e C. 1399 Catanoso). Approvata all’unanimità, la proposta ha trovato il favore di tutte le forze politiche in campo.

Nello specifico, il decreto istituisce un Fondo per la salvaguardia degli agrumeti caratteristici. La dotazione del Fondo, per il 2017, è di 3 milioni di euro.  L’assegnazione dei contributi darà priorità alle tecniche di allevamento tradizionale e all’agricoltura integrata e biologica. Gli interventi ammessi, inoltre, devono essere rispettosi del paesaggio e puntare al mantenimento delle identità locali.

Per l’implementazione effettiva del provvedimento, devono ora intervenire il Mipaaf, le Regioni e i Comuni interessati.

Il Ministero, in particolare, deve individuare “i territori nei quali sono ubicati gli agrumeti caratteristici e [definire] i criteri e le tipologie degli interventi ammessi ai contributi”. I contributi potranno essere richiesti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali e saranno destinati alla copertura parziale degli investimenti necessari per il ripristino delle coltivazioni.

Sono però le Regioni, sentiti i Comuni competenti per territorio e i consorzi di tutela delle produzioni agrumicole, a dover assegnare i fondi. In particolare, gli enti regionali definiscono modalità e tempi per la presentazione delle domande e l’assegnazione dei contributi. Provvedono infine alla formazione della graduatoria e all’erogazione degli aiuti.

Alle Regioni sono anche demandate le necessarie misure di controllo e le eventuali sanzioni comminate.

Agrumeti caratteristici: Sud protagonista

Buona parte degli agrumeti interessati dal provvedimento sono ubicati nel Meridione. Principalmente, “nella riviera ionica della Sicilia, nella riviera ionica e tirrenica della Calabria, nella penisola sorrentina, nella costiera amalfitana e nelle isole del Golfo di Napoli, nel Gargano”. L’unica area dislocata nel centro-nord è quella intorno al lago di Garda.

D’altronde sono 3 regioni del Sud quelle con la più alta quota di produzione di agrumi. La Sicilia, con più di 85mila ettari investiti. La Calabria, con 37mila. La Puglia con 10mila. Insieme, i 3 territori rappresentano più del 90% del totale delle aree coltivate ad agrumi.

Un aspetto, questo, sottolineato anche da Pietro Molinaro, presidente regionale di Coldiretti Calabria, che plaude al provvedimento:

«Questo– commenta –èun ottimo esempio di riconoscimento dell’agricoltura sostenibile e di salvaguardia della distintività delle nostre ricchezze naturali poiché riconosce agli agrumicoltori un ruolo fondamentale nella tutela ambientale e paesaggistica soprattutto in alcune aree ad alto rischio di dissesto idrogeologico».

Il Ministro Martina: “Italia Paese a vocazione agrumicola”

Anche il Ministro Martina esprime soddisfazione per l’approvazione definitiva della legge:

«L’approvazione di questo provvedimento– hacommentato –èmolto importante per questo settore perché consentirà di sostenere e salvaguardare i territori a particolare vocazione agrumicola del nostro Paese che negli ultimi anni hanno dovuto attraversare una fase complicata. Riconoscere l’importanza di queste aree significa compiere un importante passo in avanti per lo sviluppo sostenibile».

FONTI:

https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11483

http://www.camera.it/leg17/465?tema=salvaguardia_degli_agrumeti_caratteristici#m

http://www.italiafruit.net/dettaglionews/40369/mercati-e-imprese/agrumeti-caratteristici-coldiretti-calabria-legge-ok

Appuntamento dal 4 al 15 agosto con Festambiente: tutti gli eventi

Si terrà a Rispescia, in provincia di Grosseto, dal 4 al 15 agosto, la 29esima edizione di Festambiente, l’appuntamento internazionale organizzato da Legambiente.

Quest’anno, il tema principale dell’evento sarà l’economia civile.

Ben dodici giorni durante i quali i visitatori potranno partecipare a dibattiti, conferenze, ma anche concerti, mostre, aree espositive. Previsti spazi per bambini, aree adibite alla ristorazione bio e tradizionale e spazi benessere.

Festambiente la kermesse aperta a tutti

Festambiente conta ogni anno circa 60 mila visitatori. Si tratta di un evento aperto a tutti, senza differenze di età, dove ognuno può trovare lo spazio adatto ai suoi gusti e necessità.

In quei giorni, la sede di Rispescia di Legambiente diventa una vera e propria cittadella ecologica. Quartieri tematici sono distribuiti su un’area di tre ettari. Qui, vengono affrontate tematiche ambientali a 360 gradi.

Per i bambini

La Città dei bambini è l’area dedicata ai più piccoli. Qui, tantissime attività svolte in luoghi sicuri permettono anche ai bambini di avvicinarsi e comprendere le tematiche ambientali. Gli under 14 possono partecipare inoltre al Festival ScienzAmbiente, finalizzato a conoscere meglio il funzionamento del nostro ecosistema. Prevista anche una tavola con menù biologici selezionati e di qualità.

Per giovani e adulti

Sono tante le occasioni messe a disposizione da Festambiente per giovani e adulti. A partire dai workshop, dai dibattiti e dalle conferenze, fino ad arrivare ai vari eventi culturali della sera. Come gli spettacoli teatrali ai Tramonti dell’Uliveto, le mostre e le presentazioni di libri. Ogni giorno alle 21:00 sono previste poi le proiezioni dei corti che partecipano al Clorofilla Film Festival. Tutte le attività sono accompagnate da buona musica: il palco di Festambiente, infatti, ospiterà alcuni tra gli artisti più importanti del panorama nazionale e internazionale.

Le modalità di acquisto dei biglietti sono varie:

  • Sul circuito Boxoffice e presso le ricevitorie autorizzate dove è possibile acquistare solo i biglietti, con diritti di prevendita;
  • Biglietti e abbonamenti possono essere acquistati anche con bonifico. Il pagamento deve avvenire almeno 3 giorni prima della data a cui si è interessati;
  • Con PayPal si possono acquistare soltanto gli abbonamenti

FONTI:

http://www.feder.bio/agenda.php?nid=1189

http://www.festambiente.it/

Psr, in Veneto e Basilicata nuovi bandi per erogazioni complessive da 8,8 milioni

Novità da nord a sud Italia sul fronte dei bandi pubblici per l’erogazione di fondi nell’ambito del Psr, il Piano di sviluppo regionale.

Veneto e Basilicata hanno pubblicato nei giorni scorsi due bandi relativi alle Misure 6 e 16 del Psr, riguardo i territori agricoli. Nel primo caso la copertura della misura riguarda specificamente le attività produttive extra-agricole, nel secondo i gruppi operativi del PEI (Partenariato Europeo per l’Innovazione).

La dotazione complessiva dei due bandi è di 8,8 milioni di euro. Ecco cosa prevedono nel dettaglio.

Bandi Psr: il Veneto punta sulla vitalizzazione economica del territorio rurale

Il bando emesso dalla Giunta regionale del Veneto con deliberazione 989/2017, ha messo in campo 6 milioni di euro totali per l’attuazione dell’intervento 6.4.2 “Creazione e sviluppo di attività extra-agricole nelle aree rurali”.

L’obiettivo è di creare “nuova occupazione” e “vitalizzazione economica e sociale del territorio rurale, anche attraverso la nascita e lo sviluppo di attività extra-agricole sia produttive che di servizio”.

Sono 3 le tipologie di attività extra-agricole in territorio rurale che possono ambire a rientrare nell’intervento:

  • Attività artigianali, in particolare quelle che riguardano la specializzazione regionale intelligente (smart specialisation);
  • Attività turistiche, che siano in grado di “accrescere la capacità dei territori di proporre un’offerta turistica aggregata e integrata”;
  • Servizi: attività indirizzate all’aumento delle “capacità del territorio di fornire servizi sociali alla popolazione rurale”.

Possono partecipare al bando due tipologie di soggetti richiedenti: microimprese e piccole imprese; persone fisiche.

Al momento di presentare la domanda, i soggetti devono rispettare i seguenti requisiti:

  1. Non devono esercitare attività agricola;
  2. Devono essere iscritti all’Anagrafe del Settore Primario;
  3. Devono rispettare le condizioni del regolamento UE 1407/2013 che stabilisce il “massimale degli aiuti concedibili nell’arco di tre esercizi finanziari e del cumulo degli aiuti concessi a norma di altri regolamenti soggetti al de minimis”;

Per le microimprese e le piccole imprese vanno inoltre aggiunti i seguenti obblighi:

  1. Presenza dei requisiti previsti dalla raccomandazione 2003/261/CE;
  2. Possesso della partita IVA con un codice ATECO relativo a uno dei settori previsti dal bando;
  3. Iscrizione all’albo delle imprese artigiane (se presentano domanda per attività correlate).

Per le persone fisiche, infine, va rispettato il criterio g), che prevede la non titolarità di una partita IVA.

Come accennato, la dotazione complessiva del bando è di 6 milioni di euro: la spesa ammissibile per ogni domanda non può essere inferiore agli 8mila euro nelle zone montane e a 15mila per le altre zone. L’importo massimo è invece di 200mila euro.

Sono ammesse spese per: investimenti strutturali, impianti, attrezzature, hardware e software (previsti al paragrafo 3.1) e spese generali.

Per partecipare al bando c’è tempo fino al 30 settembre 2017.

Maggiori informazioni, al link ufficiale: http://www.regione.veneto.it/web/agricoltura-e-foreste/bandi-dgr-989

Bandi Psr: la Basilicata finanzia gruppi operativi PEI per produttività e sostenibilità

Il bando messo in atto dalla Basilicata riguarda invece la Sottomisura 16.1, recante “Sostegno per la costituzione e gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura”.

Il PEI è il Partenariato Europeo per l’Innovazione “Produttività e sostenibilità dell’agricoltura”. Il suo obiettivo è di promuovere “l’innovazione (tecnologica, organizzativa o sociale) nel settore agricolo, forestale e dei territori rurali”. Le azioni del PEI sono realizzate concretamente dai GO, Gruppi Operativi, formati dagli “attori operanti a diversi livelli istituzionali, geografici e settoriali”.

La dotazione finanziaria complessiva della misura è di 2,8 milioni di euro. A ogni progetto ammesso sarà invece assegnato un finanziamento massimo di 260mila euro. Fanno eccezione i Progetti del comparto “Forestale”, che possono arrivare fino a 200mila euro.

I beneficiari sono, come accennato, i Gruppi di cooperazione e nello specifico il referente designato dai soggetti che aderiscono al GO. I soggetti costituenti il Gruppo devono essere almeno sei, di cui uno appartenente al mondo della ricerca. Gli altri cinque devono provenire invece dal mondo imprenditoriale agricolo e/o forestale e avere sede operativa in Basilicata.

Per partecipare, sono previsti alcuni requisiti da soddisfare al momento del rilascio della domanda di sostegno sul portale SIAN:

  1. Il GO si impegna a costituirsi in ATS, ATI, rete d’impresa con sede legale in Basilicata entro 30 giorni dall’approvazione del Progetto; nell’atto costituivo occorre specificare che lo scopo sociale è di creare un GO del PEI-AGRI;
  2. Il GO deve inoltre presentare:
    • Una proposta di Progetto riguardante una delle tematiche presenti nel Paragrafo 8 del bando (“Tematiche ammissibili per le iniziative progettuali”), da presentare tramite l’applicativo web disponibile su http://progettigo.basilicatapsr.it
    • L’Accordo di Cooperazione, redatto secondo il Paragrafo 14 (“Accordo di Cooperazione per i Gruppi Operativi”)
    • Un Regolamento Interno redatto secondo lo schema del Paragrafo 15 (“Il Regolamento Interno del GO”)
  3. Tutti i partner del GO devono essere “soggetti affidabili”.

 

È possibile presentare richiesta di finanziamento entro il 31 luglio 2017. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito ufficiale del bando: http://europa.basilicata.it/feasr/bando-misura-16-1-sostegno-per-la-costituzione-e-gestione-dei-gruppi-operativi-pei/

FONTI:

http://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/17147

http://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/16809

Fondo latte, Mipaaf: “25 milioni di euro per gli allevatori”

Il Mipaaf, il ministero per le politiche agricole alimentari, ha reso noto attraverso una nota stampa che il budget di 25 milioni di euro stanziato per il cosiddetto Fondo Latte, sarà destinato agli allevatori che hanno presentato le 5667 domande tramite Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare).

La misura prevedeva per gli allevatori un contributo sugli importi degli interessi passivi pagati sui mutui legati alla loro attività. Un contributo che è arrivato, secondo il ministero, attraverso una forte semplificazione della procedura per la nuova annualità.

Si tratta di una novità essenziale che taglia la burocrazia e va incontro alle esigenze delle aziende, anche del settore suinicolo”, scrivono dal Mipaaf.

Fondo latte: le agevolazioni del Mipaaf

I contributi del ministero potevano essere richiesti dalle imprese di allevatori con riguardo a determinati finanziamenti bancari. Imprese che prevedessero la produzione di latte bovino e che risultassero in regola con i pagamenti dei prelievi sulle eccedenze di produzione lattiera.

I finanziamenti coperti dalla misura, potevano avere una o più finalità: investimenti finanziati con prestiti a medio e lungo termine a valere sul Fondo Credito;consolidamento di passività a breve della stessa banca;consolidamento di passività a breve di banche diverse rispetto alla banca finanziatrice; pagamento dei debiti commerciali a breve.

Previsto il caso in cui, infine, il contributo fosse stato concesso al fine di coprire gli interessi passivi. In questo caso, la concessione era stata subordinata alla presentazione di un’attestazione da parte della banca erogatrice del mutuo. Un documento, cioè, che riportasse estremi del finanziamento e il dettaglio degli importi per interessi corrisposti nel biennio 2015-2016. Con riferimento a quest’ultima possibilità, il contributo era stato concesso anche ad aziende del comparto suinicolo.

Mipaaf, la soddisfazione del ministro Martina

Il titolare del Mipaaf Maurizio Martina ha espresso soddisfazione sull’erogazione dei fondi. Soprattutto perché questi sono stati utilizzati per intero:

«Siamo molto soddisfatti per l’utilizzo al 100% dei fondi che abbiamo stanziato per contribuire a tutelare il reddito degli allevatori davanti a una fase di crisi come quella dello scorso anno. Le semplificazioni introdotte nell’accesso al Fondo latte hanno consentito a oltre 5600 aziende di accedere ai 25 milioni di euro messi a disposizione. Uno strumento che fa parte della nostra strategia a favore della zootecnia con interventi coordinati come il taglio delle tasse, l’aumento delle compensazioni IVA, la sperimentazione dell’origine in etichetta per i prodotti lattiero caseari. I segnali positivi sul fronte del prezzo del latte ci dicono che la strada intrapresa è giusta, ma dobbiamo proseguire ancora per rilanciare un settore cruciale per l’economia di tanti nostri territori».

FONTE:

https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11465

Ortofrutta, ritiri di mercato per surplus produttivi: il Mipaaf diffonde i nuovi massimali

Il Ministero delle Politiche agricole ha emanato la circolare numero 3.800 relativa ai ritiri di prodotti ortofrutticoli dal mercato.

Nella comunicazione, sono stati elencati i nuovi importi dei massimali per i prodotti ortofrutticoli ritirati dal mercato, non raccolti o raccolti anticipatamente. La circolare è stata emessa in seguito all’approvazionedel regolamento delegato 2017/891, che ha aggiornato gli importi di tali massimali.

Per ritiri dal mercato, mancata raccolta e raccolta in verde, leggiamo nella comunicazione, sono state stilate due tabelle distinte:

  1. Tabella a) con i “Prodotti elencati nell’allegato IV del regolamento” delegato citato
  2. Tabella b) per i “Prodotti non elencati nell’allegato IV del regolamento”

Ritiri di prodotti ortofrutticoli: 22 tipologie

Complessivamente, le due tabelle elencano 22 tipologie di prodotti ortofrutticoli che possono essere ritirati dal mercato, non raccolti o raccolti anticipatamente, in seguito a crisi di mercato conclamate. Crisi provocate da surplus produttivi.

Sono due i criteri, definiti dall’articolo 45 del regolamento delegato, secondo cui sono stati stabiliti i massimali per i ritiri:

  • Per i prodotti per cui sono disponibili gli storici dei prezzi secondo quanto rilevato giornalmente da ISMEA, sono state adottate le percentuali del 40 e del 30% della media nazionale dei prezzi per gli anni dal 2012 al 2016;
  • Per i prodotti per cui non sono disponibili le rilevazioni quotidiane ISMEA sono state invece adottate le percentuali di 40 e 30%, secondo le analisi settimanali dell’Istituto per gli anni dal 2012 al 2016, “aumentate del 35% (del 25% per il solo Kaki), al fine di compensare parzialmente il divario dei valori dovuti al diverso stadio di rilevazione”. Rientrano in questa seconda categoria i ritiri di broccoli, carciofi, fagiolini, finocchi, indivie ricce e scarole, spinaci e kaki.

Nel caso di prodotti ortofrutticoli non riportati nella tabella b) della circolare, l’importo dei massimali potrà essere stabilito dalle Regioni, seguendo gli stessi criteri adottati dalla circolare Mipaaf.

Tabella a) – Prodotti elencati nell’allegato IV del regolamento sui massimali per i ritiri di prodotti ortofrutticoli

PRODOTTO A

Massimale di sostegno per i ritiri dal mercato (€/100 Kg)

B

Sostegno per la mancata raccolta e la raccolta verde (€/ha)

Distribuzione gratuita Altre destinazioni Rese qli/ha

(media 2012/16)

Importo/ha (resa media per sostegno “altre destinazioni”) Massimale dell’aiuto (90% – art. 48 par. 4)
Cavolfiori 21,05 15,79 253,16 3.997,33 3.597,60
Pomodori in pieno campo

01/06 – 31/10

7,25 7,25 305,50 2.214,88 1.993,39
Pomodori in serra

01/06 – 31/10

7,25 7,25 725,31 5.258,52 4.732,66
Pomodori in serra

01/11 – 31/06

33,96 25,48 725,31 18.480,96 16.632,87
Mele 24,16 18,11
Uva da Tavola 53,52 40,14
Albicocche 64,18 48,14
Nettarine 37,82 28,37
Pesche 37,32 27,99
Pere 33,96 25,47
Melanzane in pieno campo 31,20 23,41 275,80 6.456,42 5.810,78
Melanzane in serra 31,20 23,41 521,21 12.201,53 10.981,38
Meloni in pieno campo 48,10 36,07 237,57 8.569,11 7.712,20
Meloni in serra 48,10 36,07 335,18 12.089,81 10.880,83
Angurie 9,76 7,31 434,69 3.177,61 2.859,85
Arance 21,00 21,00
Mandarini 25,82 19,50
Clementine 32,38 24,28
Mandarini Satsuma 25,56 19,50
Limoni 29,98 22,48

 

Tabella b) – Prodotti non elencati nell’allegato IV del regolamento sui massimali per i ritiri di prodotti ortofrutticoli

PRODOTTO A

Massimale di sostegno per i ritiri dal mercato (€/100 Kg)

B

Sostegno per la mancata raccolta e la raccolta verde (€/ha)

Distribuzione gratuita Altre destinazioni Rese qli/ha

(media 2012/16)

Importo/ha (resa media per sostegno “altre destinazioni”) Massimale dell’aiuto (90% – art. 48 par. 4)
Broccoli 11,64 8,73 253,16 2.210,05 1.989,05
Carciofi 56,60 42,45
Carote 23,16 17,37 466,64 8.105,50 7.294,95
Cetrioli in pieno campo 21,28 15,96 172,57 2.754,24 2.478,82
Cetrioli in serra 21,28 15,96 619,42 9.885,89 8.897,30
Cipolla 15,20 11,40 333,39 3.800,63 3.420,56
Ciliegie 168,57 126,43
Fagiolini 65,17 48,87
Finocchi 17,29 12,97 268,21 3.478,74 3.130,87
Fragole in pieno campo 99,14 74,36 179,12 13.319,09 11.987,18
Fragole in serra 99,14 74,36 338,76 25.190,04 22.671,04
Indivie ricce e scarole in pieno campo 15,63 11,72 233,33 2.734,67 2.461,21
Lattuga in pieno campo 26,17 19,63 222,32 4.364,16 3.927,74
Lattuga in serra 26,17 19,63 349,93 6.869,03 6.182,13
Kaki 24,92 18,69
Kiwi 42,34 31,76
Peperoni in pieno campo 31,63 23,72 218,52 5.188,31 4.664,98
Peperoni in serra 31,63 23,72 417,71 9.908,20 8.917,38
Spinaci 35,93 26,95 140,08 3.775,05 3.397,54
Susine 36,24 27,18
Zucchine in pieno campo 35,62 26,71 247,47 6.610,04 5.949,03
Zucchine in serra 35,62 26,71 470,16 12.558,07 11.302,26

 

FONTI:

https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11473

http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/40302/in-primo-piano/ecco-i-nuovi-sostegni-per-i-ritiri-di-mercato