Suolo e Salute

Category: Sviluppo Sostenibile

Sostenere l’agricoltura biologica per contrastare la fame nel mondo

Fame nel mondo: è l’agricoltura biologica l’unica strada da percorrere per nutrire il pianeta. Questo, in sintesi, il messaggio dell’ultimo rapporto realizzato dall’istituto di ricerca FiBL e da IFOAM.

Il rapporto, intitolato “The World of Organic Agriculture: Statistics and Emerging Trends”, è stato presentato in occasione di Biofach, Salone leader mondiale degli alimenti biologici, conclusosi domenica a Norimberga.

Secondo il documento, sono l’Asia, l’Africa e l’America Latina le aree che ospitano il maggior numero di produttori biologici di tutto il mondo. Ben tre quarti degli operatori di settore risiede in queste zone.

In testa l’India, con le sue 585.200 unità, seguita dall’Etiopia, a quota 203.602 e dal Messico, 200.039.

Dati che, come afferma FederBio in un comunicato stampa, non solo scardinano la vecchia convinzione che l’agricoltura biologica sia un tipo di coltivazione elitaria, ma evidenziano allo stesso tempo come il bio sia uno strumento concreto per migliorare la qualità di vita degli agricoltori.

Agricoltura biologica per contrastare la fame nel mondo

Secondo Federbio, l’agricoltura biologica è la chiave di volta per garantire lo sviluppo della sicurezza alimentare, combattere la fame nel mondo, e mettere a disposizione delle popolazioni più povere cibo sano e sostenibile.

Il rapporto, aggiornato al 2015, evidenzia come il settore sia in crescita sotto tutti i fronti: quello economico, con un fatturato di 75 miliardi di euro, per superficie, con un più 14,7% di terre coltivate a biologico rispetto all’anno precedente, e per numero di produttori, con un più 7,2%.

I numeri dell’Africa

Il biologico segna numeri importanti anche in Africa. Qui, nel 2015, la produzione sostenibile di avocado, frutta tropicale e cacao ha registrato una forte crescita. Merito anche degli incentivi e della pianificazione strategica del settore, supportata dall’African Union.

I numeri dell’Asia

Allo stesso modo, anche il continente asiatico ha registrato un’importante crescita del mercato interno biologico. È la Cina a fare da traino, sia in termini di dimensioni di mercato, con un fatturato di 4,7 miliardi di euro, che di superficie agricola, con 1,6 milioni di ettari coltivati.

I numeri dell’America Latina

L’America Latina è la terza area al mondo per estensione di territori coltivati ad agricoltura biologica. L’Oceania si aggiudica il primo posto, seguita dall’Europa. La forza dell’America Latina sono le amministrazioni locali, che si sono rimboccate le maniche per agevolare i produttori locali, nonostante la riduzione dei supporti governativi all’agricoltura biologica.

Perché il biologico può combattere la fame nel mondo

Il ruolo del biologico nella lotta alla fame nel mondo è spiegato bene nell’intervento di Paolo Carnemolla, presidente FerBio:

«L’agricoltura biologica gioca un ruolo fondamentale nei Paesi in via di sviluppo, soprattutto in aree caratterizzate da scarsità di risorse e dove piccole unità familiari sono legate a una gestione tradizionale della terra. È stato dimostrato come in queste zone l’agricoltura biologica sia più efficiente. Non solo per i costi più bassi determinati dal reimpiego delle sementi e dalla rinuncia a fertilizzanti chimici e pesticidi, ma anche per rese uguali e superiori all’agricoltura convenzionale nel lungo periodo. Rese che sono conseguenza del ripristino della sostanza organica nel terreno, in grado anche di diminuire l’impatto della siccità e di contrastare la desertificazione».

 

FONTI:

https://www.greenbiz.it/biologico/15490-agricoltura-biologica-fame-mondo

http://www.feder.bio/comunicati-stampa.php?nid=1124

Psr, progetto “Leader” approvato in Trentino. 18 mln per l’agricoltura

La Giunta della Provincia autonoma del Trentino ha stanziato circa 18 milioni di euro per progetti di sviluppo rurale ideati e condivisi a livello locale. Gli obiettivi sono di rivitalizzare il territorio attraverso lo sviluppo sostenibile delle zone rurali, creare occupazione e migliorare le condizioni di vita in queste aree. La Misura ha inoltre lo scopo di rafforzare il legame esistente tra agricoltura di montagna e ambiente e tra turismo e sviluppo delle aree rurali.

Lo stanziamento rientra nella Misura 19 – Sostegno allo sviluppo locale Leader. La proposta è stata presentata da Michele Dallapiccola, assessore all’agricoltura, foreste, turismo e promozione, caccia e pesca, e approvata dalla Giunta provinciale.

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La misura 19 è stata ulteriormente suddivisa in quattro Sottomisure:

  • Sottomisura 19.1 – Sostegno preparatorio
  • Sottomisura 19.2 – Sostegno all’esecuzione degli interventi nell’ambito della strategia di sviluppo locale di tipo partecipativo
  • Sottomisura 19.3 – Preparazione e realizzazione delle attività di cooperazione del gruppo di azione locale (GAL)
  • Sottomisura 19.4 – Sostegno per i costi di gestione e animazione

In data 9 settembre, l’ente ha anche approvato le graduatorie delle strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo relative alla due macroaree in cui è suddiviso il Trentino.

La Macroarea 1 comprende la Comunità di Primiero, la Comunità Valsugana e Tesino, la Comunità Alta Valsugana e Bersntol e la Comunità Altipiani Cimbri. Nella Macroarea 2 rientrano invece la Comunità della Valle dei Laghi, la Comunità Rotaliana-Konigsberg e la Comunità Valle di Cembra.

Con questo provvedimento – commenta l’assessore Dallapiccola – approviamo le richieste pervenute dalle due macroaree precedentemente definite, rispetto alle quali sono stati selezionati i GAL, i gruppi di azione locale, organismi misti pubblico-privati, designati a raccogliere i progetti presentati sul territorio. Il progetto Leader rappresenta una grande opportunità quale iniziativa di sviluppo locale di tipo partecipativo, capace di mettere in campo un processo integrato, concepito per coinvolgere e dotare di risorse e poteri adeguati le comunità locali, affinché possano sostenere lo sviluppo del proprio territorio“.

FONTI:

http://www.psr.provincia.tn.it/Sviluppo-Rurale-2014-2020/Misure/M19-Sostegno-allo-sviluppo-locale-LEADER-SLTP-sviluppo-locale-di-tipo-partecipativo

https://www.ufficiostampa.provincia.tn.it/Comunicati/Progetto-Leader-via-libera-alle-graduatorie-delle-strategie-di-sviluppo-locale

Impianti a energia rinnovabile: 11 milioni alle aziende in Emilia Romagna

La Regione Emilia-Romagna ha aperto, in data 29 agosto, un bando per “favorire l’approvvigionamento e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, sottoprodotti, materiali di scarto, residui e altre materie grezze non alimentari ai fini della bioeconomia”. Le risorse stanziate sono pari a più di 11 milioni di euro (11.157.975,20 €) e potranno beneficiarne imprenditori agricoli, sia singoli che associati. È possibile presentare le domande di sostegno dal 29 agosto 2016 all’8 novembre 2016.

L’operazione passa sotto la dicitura ufficiale di “6.4.02 Diversificazione attività agricole con impianti per la produzione di energia da fonti alternative” e prevede, tra le spese ammissibili:

  • costruzione, ristrutturazione e miglioramento di beni immobili strettamente necessari ad ospitare gli impianti oggetto di finanziamento;
  • opere murarie, edili e di scavo per la realizzazione delle reti di distribuzione;
  • acquisto di nuovi impianti, macchinari, attrezzature e forniture per la produzione di energia fino a copertura del valore di mercato del bene, e nei limiti di quanto strettamente necessario alla realizzazione dell’intervento secondo le migliori tecniche di progettazione in materia;
  • spese generali collegate ai punti precedenti nel limite massimo del 10% della spesa ammissibile (tale voce comprende anche le spese tecniche e professionali);
  • acquisto di attrezzature informatiche e relativo software inerenti o necessari all’attività di produzione, trasporto, vendita di energia e/o calore oggetto di sostegno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sarà possibile finanziare impianti di piccole dimensioni (potenza massima 3 Mwt), tali da produrre energia in quantità superiore ai consumi aziendali. Nel bando rientrano: centrali termiche a cippato o pellet; impianti per la produzione di biogas, a energia solare, eolica o idrica; piccole reti per la distribuzione e lo stoccaggio dell’energia.

“Siamo di fronte a un’interessante opportunità di diversificazione e integrazione del reddito aziendale in una fase in cui spesso gli agricoltori si trovano penalizzati da prezzi troppo bassi alla produzione”, dichiara l’assessore regionale all’Agricoltura Simona Caselli. Allo stesso tempo si tratta di un provvedimento che va nella direzione di un’agricoltura sempre più amica dell’ambiente. Ricordo che per alimentare questi impianti non potranno essere utilizzate colture agricole dedicate, ma solo scarti e sotto prodotti, forniti dall’azienda stessa o da aziende limitrofe”, entro una distanza massima di 70 km.

Il sostegno verrà erogato sotto forma di contributo in conto capitale, fino a un massimo del 50% della spesa ammissibile. Il contributo minimo richiedibile è pari al 20% delle spese. A parità di requisiti, in fase di compilazione delle graduatorie, saranno previsti punteggi aggiuntivi per aziende agricole di montagna  e agricoltori che hanno beneficiato di un contributo per l’avvio di una nuova attività nei 5 anni precedenti.

Per presentare la domanda di sostegno è necessario farsi accreditare dalla piattaforma del SIAG – Sistema Informativo Agricolo di AGREA, con procedura Agrea, e compilare la specifica modulistica online.

FONTI:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/bio-energie-rinnovabili/2016/08/29/emilia-romagna-11-milioni-per-la-produzione-di-energia-verde/49933

http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/psr-2014-2020/bandi/bandi-2016/produzione-energia-tipo-di-operazione-6-4-02

http://agrea.regione.emilia-romagna.it/servizi/come-presento-la-domanda/accesso-a-sop-per-utente-internet

http://agrea.regione.emilia-romagna.it/servizi/accesso-agli-applicativi-1/sistema-operativo-pratiche-sop

G20: agricoltura sostenibile essenziale per lo sviluppo economico globale

G20Innovazione, sviluppo sostenibile, lotta al cambiamento climatico sono alcuni dei temi principali dibattuti durante il G20 dell’Agricoltura che si è appena concluso in Cina.

All’incontro hanno partecipato tra gli altri il commissario europeo Phil Hogan e il viceministro Andrea Olivero che ha rappresentato il nostro Paese.

Secondo Olivero, il G20 è stata “un’ottima occasione per discutere sulle concrete strategie per realizzare gli obiettivi dell’Agenda 2030 e della COP21 per un’agricoltura che sia, insieme, più produttiva e più sostenibile”.

Obiettivo prioritario, ha sottolineato Olivero, è rendere gli agricoltori sempre più protagonisti di questo processo di cambiamento, aumentando la loro capacità di difendersi dalla volatilità dei prezzi e di adattarsi ai cambiamenti climatici.

Il ruolo cruciale dell’agricoltura nell’affrontare le principali sfide agroalimentari del nostro tempo è stato evidenziato anche dal commissario europeo: “Oggi, oltre ad assicurare la sicurezza alimentare per i nostri cittadini gli agricoltori devono assumere un ruolo attivo nella lotta al cambiamento climatico e nella gestione di risorse preziose come il suolo e l’acqua. L’attuale presidenza cinese del G20 riconosce queste sfide e ha giustamente dato un ruolo centrale allo sviluppo agricolo sostenibile e all’innovazione”.

Durante l’incontro è stata ribadita la necessità di rispettare gli accordi stabiliti a Parigi nell’ambito della COP21: mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C, attraverso la riduzione delle emissioni e lo stoccaggio del carbonio. Ed è proprio in quest’ultimo punto che agricoltura e silvicoltura possono fare la differenza.

Il G20 ha rappresentato anche un’ottima occasione per rafforzare i rapporti fra l’Unione europea e la Cina. “L’export agroalimentare dell’Ue è in una fase di prosperità – ha dichiarato il commissario Hogan – con una crescita del 33% su base annua, che ha portato a raggiungere il valore di 10,3 miliardi di euro all’anno. I consumatori cinesi richiedono sempre più qualità e tracciabilità dal produttore al consumatore e i produttori europei stanno fornendo in tale domanda”.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2016/06/06/g20-le-responsabilita-dellrsquoagricoltura/49059

http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/istituzioni/2016/06/03/g20-olivero-impegno-italia-su-agricoltura-piu-sostenibile_b18f3312-1241-421d-82b7-4cb1aa7dd3a5.html

 

Cimice asiatica: a rischio i peri italiani. Situazione attuale e soluzioni per contenere l’invasione

La cimice esotica, Halyomorpha halys, invade il territorio bolognese. Dopo la prima comparsa del fitofago registrata nel 2012 nel modenese, arrivano le prime segnalazioni di una presenza anche nelle zone in provincia di Bologna e in particolare a Crevalcore, Sant’Agata e altri luoghi al confine con Modena.

Nell’arco di tre anni, dopo la sua prima comparsa in Italia, sembra che l’Halyomorpha halys sia riuscita a diffondersi nel reggiano, nel bolognese, in Lombardia, nel basso Veneto e in Piemonte.

Innocua per gli uomini e gli animali, la cimice esotica rischia di causare ingentissimi danni alle colture da frutto. Secondo alcuni studi, sembra che questa specie alloctona possa essere arrivata in Italia attraverso veicoli merci, provenienti dall’area cinese, forse per il trasporto delle piastrelle per l’edilizia.

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La cimice asiatica è una specie nuova per i nostri ambienti, in rapida diffusione sul territorio, che si nutre di piante, in particolare di alberi da frutto (soprattutto pere, pesche e mele).

In questo momento, i principali danni riguarderebbero gli alberi di pero, dove gli insetti adulti e i giovani pungono i frutti causando deformazioni e marcescenze che ne impediscono la commercializzazione. In alcune varietà (William, Santa Maria), i danni hanno superato il 50% della produzione. Più contenuto invece l’attacco all’Abate Fetel, melo e kaki.

Come dichiara Massimo Bariselli, tecnico del Servizio fitosanitario della Regione Emilia Romagna, ad Agronotizie: “La cimice asiatica è un organismo esotico che, nel nuovo ambiente, non ha limitatori naturali. Le popolazioni tendono quindi a crescere in modo esponenziale, non trovando ostacoli. Inoltre la specie è caratterizzata da una estrema polifagia: infatti è in grado di danneggiare oltre settanta specie vegetali sia di interesse agrario che ornamentale. L’estrema mobilità degli adulti, che sono buoni volatori e si spostano di frequente da una pianta all’altra, rende ancora più difficile sia il monitoraggio che la difesa“.

I danni, spiega Bariselli, potrebbero interessare anche alcune colture ortive, peperone e pomodoro in primis.

La regione Emilia Romagna ha attivato un monitoraggio diffuso che ha coinvolto tecnici e cittadini, finalizzato a delimitare l’area del fitofago.

Come spiega il tecnico del Servizio fitosanitario emiliano, bisognerà lavorare duramente nel periodo invernale per definire delle strategie di controllo sostenibile che vadano oltre la fase tampone iniziale e consentano di ridurre la pericolosità delle specie verso le principali colture frutticole della Regione.

A tal proposito, dovranno essere valutate tutte le possibili tecniche alternative e complementari che consentiranno di controllare la cimice asiatica, visto che l’esperienza ha dimostrato come questa specie non possa essere contenuta solo con la difesa chimica. Si parla dunque di “attract and kill” e colture trappola, reti anti-insetto e lotta biologica. In particolare, per favorire quest’ultima soluzione, si sta lavorando anche per superare i vincoli normativi che impediscono a priori l’introduzione di Trissolcus japonicus, un parassitoide oofago proveniente dalle zone di origine della cimice, che funge da limitatore naturale.

Fonti:

http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2015/10/08/bologna-scatta-allarme-per-invasione-della-cimice-asiatica_Q1wsQOkJZdOwx65uQXAr4M.html?refresh_ce

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/vivaismo-e-sementi/2015/11/05/cimice-asiatica-e-esotico-il-nuovo-nemico-del-pero/46136

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2015/10/08/news/nella_bassa_bolognese_scatta_l_allarme_cimice_asiatica-124611484/

 

Il 25 novembre a Reggio Emilia per parlare di suinicoltura sostenibile e opportunità economiche

Il prossimo 25 novembre, a Reggio Emilia, presso la Sala convegni del Tecnopolo, si terrà un incontro dal titolo “Opportunità economiche per una suinicoltura innovativa e sostenibile”.

Il convegno è organizzato dal Crpa, Centro ricerche produzioni animali. Si parlerà di allevamenti suinicoli, sostenibilità ambientale ed economica e opportunità di mercato. L’inizio dei lavori è previsto per le ore dieci.

In particolare, saranno evidenziati alcuni punti cardine legati al passaggio da un tipo di allevamento suinicolo convenzionale a scelte innovative, sostenibili e alternative. Il dibattito sarà incentrato sulle verifiche da effettuare all’interno degli allevamenti e inerenti al benessere e alla salute degli animali; l’impegno della manodopera e i quantitativi di lettiera da utilizzare; l’emissione di odori e gas; la produzione di biogas; le risposte produttive a fertilizzazioni con digestato e gli effetti su rilascio di azoto.

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Si parlerà anche della sostenibilità economica della suinicoltura innovativa, tendendo conto sia dei costi d’investimento, che di quelli di gestione.

Saranno presenti, per parlare delle varie tematiche dell’incontro, alcuni esponenti del Crpa emiliano, Roberta Chiarini, della Direzione generale Agricoltura dell’Emilia Romagna e Carlo Grignani, del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari, dell’Università di Torino.

In occasione del convegno, realizzato nell’ambito del progetto Crpa “Suini su paglia e biogas” e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, saranno presentati i risultati finali ottenuti dalle varie attività previste e le opportunità del nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020 per gli allevamenti suinicoli. L’inclusione di un focus sui bandi del nuovo Psr è centrale per comprendere l’importanza che questi strumenti hanno nello sviluppo del mercato e nella diffusione di un tipo di suinicoltura innovativa e a basso impatto ambientale.

La partecipazione al convegno è gratuita previa registrazione. La procedura di registrazione, da effettuare  sul sito ufficiale del Cpra attraverso la compilazione di un apposito modulo, sarà attiva fino alle ore 12:00 del 24/11/2015.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/zootecnia/2015/11/09/opportunita-economiche-per-una-suinicoltura-innovativa-e-sostenibile/46226

http://www.crpa.it/nqcontent.cfm?a_id=13498&tt=crpa_www&sp=crpa