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Un reattore ad alghe per ridurre la CO2

Forse arriverà dalle alghe una soluzione efficace per contrastare i cambiamenti climatici. Questo almeno quanto intende verificare il progetto europeo Algadisk, finanziato dalla Commissione europea attraverso il Settimo programma quadro (7° PQ) nell’ambito dello schema “Ricerca a beneficio delle associazioni di Piccole e medie imprese” gestito dall’Agenzia esecutiva per la ricerca (Rea). Tre associazioni, quattro piccole e medie imprese e quattro enti di ricerca di Belgio, Gran Bretagna, Olanda, Slovenia, Spagna, Turchia e Ungheria collaboreranno per ottenere il meglio dalle alghe, ovverosia produzione di biocarburante da un lato e cattura industriale della CO2 dall’altro.Questi microrganismi fotosintetici sono infatti in grado di trasformare l’anidride carbonica in lipidi ricchi di carbonio (a cui mancano solo una o due fasi per diventare biodiesel), con un’efficienza superiore di molto quella delle colture oleaginose e senza perdita di terreni coltivabili. Non è la prima volta che si studiano le alghe come utile strumento di riduzione dei gas climalteranti, ma fino ad ora non è stata trovata la formula adatta, economicamente sostenibile. Sia per problemi di bassa produttività, che di installazione, che di estensione delle aree da destinare agli impianti che, in ultimo, di cuonsumo idrico e specializzazione elevata del personale. A differenza dei sistemi precedenti, basati sull’uso di alghe planctoniche poste in “bireattori” verticali o su vere e proprie “fattorie di alghe” che sfruttano grandi bacini d’acqua, Algadisk usa, come suggerisce il nome, un reattore simile ad un disco rotante e la tecnologia del biofilm. Con il risultato di rendere più efficiente la cattura della CO2 e diminuire sensibilmente l’utilizzo di acqua. L’obiettivo è quello di arrivare a definire un sistema in grado di offrire installazioni anche su piccola scala e che occupi pochissimo spazio, per soddisfare le necessità delle Pmi. Se tutto andrà a buon fine, il reattore Alagadisk sarà pronto, testato e verificato, già entro l’estate del 2014.

Fonte: Greenreport

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