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Poison Papers, i documenti dei veleni che accusano Monsanto e altre società

Poison Papers: i documenti dei veleni.

Li hanno chiamati i Poison Papers: una raccolta di 20mila documenti raccolti quasi interamente da Carol Van Straum, 76enne americana, scrittrice e ambientalista. Cosa contengono? “Note riservate, lettere interne, verbali di riunioni e studi scientifici che mostrano le avanzate conoscenze che i grandi gruppi della chimica mondiale[…] avevano a disposizione”, riassume L’Espresso.

Van Straum aveva sinora catalogato e archiviato i documenti in formato cartaceo, per un totale di quasi 3 tonnellate di carta. Il Bioscience Resource Project, organizzazione non-profit che ha come obiettivo la divulgazione di informazioni scientifiche sulla sicurezza alimentare e il benessere del pianeta, ha deciso di digitalizzare i documenti raccolti. Realizzando così uno dei più grandi archivi sull’argomento.

All’interno viene dimostrato come “sia le aziende che gli enti di vigilanza conoscessero la straordinaria tossicità di molti prodotti chimici prodotti”,scrivono dal Bioscience Resource Project in una nota. Una conoscenza nota molto prima che la loro pericolosità venisse resa pubblica. Aziende ed enti, però, avrebbero “lavorato insieme per celare tali informazioni al pubblico e alla stampa”.

Citate, tra le altre, Monsanto e DuPont, Union Carbide e Dow. Aziende che avrebbero avuto a disposizione “già negli anni ’70 [documenti] sulla tossicità di erbicidi, pesticidi e composti chimici”.

La vicenda dei documenti sui veleni e di Carol Van Straum inizia nel 1974, in Oregon. E arriva fino in Italia, a Brescia, dove sono stati scoperti 300 ettari di terreno contaminati, coinvolgendo 25mila abitanti.

Carol Van Straum e i documenti sui veleni: tutto ebbe inizio con un pesticida

Il sito d’informazione The Intercept ha raccontato la storia di Carol, sottolineando alcune rivelazioni contenute nelle 100mila pagine sui veleni raccolte nei Poison Papers.

Carol comincia a raccogliere documenti nel 1974. Insieme alla sua famiglia, in quell’anno si trasferisce nella foresta di Siuslaw, in Oregon. Vuole vivere una vita semplice, immersa nella natura. Subito dopo, però, scopre che la Forestale locale utilizza sulle piante un erbicida chiamato 2,4,5-T.

Il prodotto era stato precedentemente utilizzato in Vietnam dall’esercito americano. Uso sospeso quasi subito, perché era stato reso noto un collegamento con casi di cancro, aborti e altri problemi molto gravi a persone, animali e all’ambiente.

Ma la Forestale continua a usare il componente in USA dal 1972 al 1977. 20mila libbre (circa 9mila chili) vengono spruzzate dalla Forestale nei dintorni della casa dei Van Strum in quegli anni. E i bambini di Carol soffrono di epistassi, diarrea con tracce di sangue, mal di testa. Molte donne della zonasono colpite da aborti spontanei.

Infuriata, Carol e una vicina querelano la Forestale per l’utilizzo dell’erbicida. Ottenendo un bando temporaneo nel 1977 e il divieto totale 6 anni dopo.

Ma nei documenti sui veleni raccolti dalla donna c’è molto di più. Tra le aziende citate, la Monsanto. Alcuni documenti, tratti dall’Industrial Bio-Test Laboratories, sono per esempio diventati molto importanti in un caso che riguarda il Roundup. John Sanders e Frank Tanner, due agricoltori californiani, hanno contratto il Linfoma Non Hodgkin, sostengono, dopo aver utilizzato l’erbicida. Secondo loro, i componenti presenti al suo interno sarebbero responsabili della malattia.

Carol Van Strum ha raccoltoin 40 anni una documentazione fittissima su questi argomenti. Sia per sé, che per amici, conoscenti o perfetti sconosciuti che le chiedevano un aiuto. Una battaglia contro i veleni che l’ha accompagnata fino a oggi.

Monsanto e i veleni di Brescia

Tra le carte, emerge anche un collegamento con l’Italia. Nel caso, che riguarda un’azienda di Brescia, pare che Monsanto si sia dimostrata maggiormente sensibile nei confronti della salute delle popolazioni locali. Peccato che l’impresa italiana non sia stata altrettanto accorta.

Si parla di Pcb, policlorobifenibili. Brevettati nei primi anni ’30 da Monsanto,sono stati utilizzati, fino agli anni ’80 come isolanti nei trasformatori.Tali composti sono stati vietati per la prima volta nel 1972, in Giappone. L’azienda Caffaro di Brescia ha prodotto sin dagli anni ‘30 tali sostanze, su brevetto Monsanto.

Secondo quanto riporta l’Espresso, che cita i Poison Papers, già nel 1970 la Monsanto avvertiva la società bresciana, della pericolosità dei composti.

Secondo alcuni documenti, infatti, in 3 incontri riservati a Francoforte e Bruxelles la Monsanto ha informato la Caffaro e altre due società produttrici, una francese e la tedesca Bayer, dell’estrema pericolosità dei Pcb.In effetti già nel 1969 veniva pubblicato il Monsanto Pollution Abatement Plan, in cui la multinazionale discuteva la necessità di mettere al bando i composti.

Eppure, Caffaro ha continuato a produrre il “Fenclor” (denominazione commerciale del Pcb) fino al 1984, per 15 anni. Oggi il Ministero dell’Ambiente stima il danno ambientale prodotto in almeno 1,5 miliardi di euro. I 10 chilogrammi di Pcb che ogni giorno sarebbero fuoriusciti dalla fabbrica, avrebbero contaminato 300 ettari di terreno. 25mila gli abitanti coinvolti. Nella popolazione bresciana più esposta, sono stati individuati livelli di Pcb nel sangue tra i più elevati al mondo. L’Istituto Superiore di Sanità ha inoltre riscontrato, nel 2014, un aumento dell’incidenza di tumori collegati alla sostanza. Un esempio su tutti, i tumori della mammella: +25% per le donne del luogo.

INFO:

https://www.poisonpapers.org/

http://www.prwatch.org/news/2017/07/13269/poison-papers-expose-collusion-industry-regulators-hazardous-pesticides-chemicals

https://theintercept.com/2017/07/26/chemical-industry-herbicide-poison-papers/

https://theintercept.com/2016/05/17/new-evidence-about-the-dangers-of-monsantos-roundup/

http://espresso.repubblica.it/inchieste/2017/08/17/news/pcb-i-veleni-prodotti-in-italia-nonostante-gli-allarmi-sulla-loro-pericolosita-1.308097

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