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NASCONO I BIODISTRETTI DELL’EMILIA ROMAGNA

NASCONO I BIODISTRETTI DELL’EMILIA ROMAGNA

Operativa la nuova legge regionale, la prima in Italia. L’assessore Mammi: «Premiato l’impegno delle aziende che si mettono in rete»

Nascono i bio-distretti dell’Emilia-Romagna: è operativa la nuova legge regionale – tra le prime in vigore in Italia – pensata per sostenere la cultura del biologico e stabilire un modello di sviluppo sostenibile in aree geografiche definite. La nuova normativa, osserva in una nota l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi «individua e disciplina il distretto del biologico, un’area geografica specifica dove almeno il 20% della superficie agricola viene coltivata utilizzando metodi bio».

7.330 imprese bio

«In questo contesto – aggiunge – viene premiato il lavoro di più aziende che si mettono in rete, creando un circolo virtuoso che promuove un intero territorio attraverso la collaborazione e l’adozione di pratiche agricole responsabili». Il settore del biologico conta, in Emilia-Romagna, 7.330 imprese che portano la regione al quinto posto a livello nazionale per numero di aziende che producono, trasformano o commercializzano prodotti biologici.

I vincoli numerici

Per costituire un distretto, gli imprenditori agricoli devono essere almeno 30, per 400 ettari di superficie bio, oppure operare su una superficie agricola utilizzabile biologica pari ad almeno il 20% della superficie bio totale del distretto. Il territorio minimo è di cinque comuni contigui in Emilia-Romagna. La contiguità dei comuni del distretto deve essere garantita anche nel caso in cui il numero dei comuni sia superiore a cinque. Il territorio del distretto deve comprendere attività agricole biologiche con una peculiare e distinta identità territoriale, storica e paesaggistica.

Il webinar di Greenplanet

Nei giorni scorsi il portale specializzato https://greenplanet.net/bio-distretti-saranno-utili-al-biologico-dal-webinar-di-greenplanet-un-unanime-si/ha organizzato uno specifico webinar di approfondimento sul tema dei biodistretti con esperti del calibro di Fabrizio Piva, Lucio Cavazzoni del Distretto biologico Appennino Bolognese, Sara Tomassini del Distretto bio Terre Marchigiane, Andrea Rigoni del Distretto bio Altopiano di Asiago. È emersa tutta l’utilità di un dispositivo che fa crescere la sostenibilità costituendo una forma di difesa nei confronti della competitività basata sul prezzo.

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