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La diffusione dei virus potrebbe essere collegata alla crisi climatica?

Tredici anni fa, nel rapporto “World Health Report 2007”, pubblicato dall’Oms, fu lanciato il primo allarme riguardo il diffondersi di malattie infettive: l’aumento delle temperature, la deforestazione e il commercio di specie selvatiche aumenteranno il rischio di virus.

Il riscaldamento globale ha accelerato la migrazione delle specie in nuove aree del pianeta. Questo ha fatto sì che insetti, uccelli e mammiferi spostandosi si sono portati dietro virus e batteri, favorendo la diffusione di patogeni in nuovi territori.

Del resto come ha di recente ricordato in un’intervista Giuseppe Miserotti, medico dell’Associazione Medici per l’Ambiente (Isde), i picchi delle ultime epidemie, come per esempio la Sars e l’influenza aviaria nel 2003 e quella suina nel 2009, si siano verificati in corrispondenza di picchi di temperature.

Nel mondo scientifico non si parla solo di surriscaldamento globale, fra i principali responsabili nella trasmissione di malattie infettive c’è anche la variazione nella frequenza e intensità delle precipitazioni, poiché la pioggia determina una diversa distribuzione degli insetti.

Questo avviene perché le temperature più elevate accorciano il ciclo di sviluppo degli insetti, ma ne allungano il periodo riproduttivo favorendo l’aumento della durata del periodo favorevole alla trasmissione di virus e batteri.

Oggi si parla anche di “spillover”, in altre parole il “salto di specie”: un fenomeno in base al quale un batterio o un virus riesce a passare da una specie animale a un’altra, arrivando anche fino all’uomo.  Questo, secondo gli scienziati, è ciò che è successo con il Covid-19.

La distruzione di habitat e di biodiversità provocata dall’uomo rompe gli equilibri ecologici in grado di contrastare i microrganismi responsabili di alcune malattie e crea condizioni favorevoli alla loro diffusione. In aggiunta, la realizzazione di habitat artificiali o di ambienti poveri di natura e con un’alta densità umana può ulteriormente facilitare la diffusione di patogeni. Le periferie degradate e senza verde di tante metropoli tropicali, ad esempio, sono la culla perfetta per malattie pericolose e per la trasmissione di zoonosi, mentre la diffusione in paesi tropicali di sistemi d’irrigazione, canalizzazioni e dighe permette la riproduzione di vettori come alcune specie di zanzare. Ed è così che gli spillover sono più probabili: queste attività alterano gli ecosistemi naturali aumentando la possibilità che i patogeni animali incontrino l’uomo.

Fonte: https://www.cambialaterra.it/2020/03/la-crisi-climatica-moltiplica-la-minaccia-dei-virus/

Serena Leonetti:
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