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OGM nel cibo: il TACD chiede trasparenza sulle nuove tecniche di ingegneria genetica

Il TACD, Trans Atlantic Consumer Dialogue, ha pubblicato una risoluzione sulle nuove tecniche di ingegneria genetica utilizzate, soprattutto nel settore dell’alimentazione, e sul diritto alla trasparenza di cui sono destinatari tutti i consumatori.

Il TACD è un network che ricomprende 77 associazioni dei consumatori presenti negli Stati Uniti e nell’Unione Europea. Secondo l’ente, i consumatori hanno diritto di sapere “quando vengono utilizzate nuove tecniche di ingegneria genetica“, soprattutto quando si tratta di cibo. Eppure, sostengono, “le aziende stanno facendo attività di lobbying per escludere i prodotti alimentari dalla regolamentazione“.

La preoccupazione delle associazioni è nata nel momento in cui “un certo numero di nuove tecniche di ingegneria genetica sono state sviluppate“. Queste ultime non erano in uso mentre venivano emanate diverse normative sugli organismi geneticamente modificati (OGM).

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I rischi apportati alla salute umana, al benessere animale e all’ambiente“, si legge nella risoluzione, “dovrebbe essere stabilito prima che i prodotti derivanti da queste nuove tecniche siano commercializzati o immessi nell’ambiente. I prodotti devono anche essere etichettati in accordo con i diritti dei consumatori a conoscere e scegliere ciò che stanno comprando, incluso ciò che mangiano“.

La risoluzione approvata include una serie di raccomandazioni alle autorità degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, per la creazione di una cornice normativa che garantisca adeguata protezione ai consumatori dei propri Paesi.

In particolare, il TACD richiede ai governi di:

  • Includere nella categorie di OGM i prodotti derivanti dalle nuove tecniche di ingegneria genetica;
  • Imporre controlli obbligatori di tali prodotti prima dell’immissione sul mercato, per valutare i rischi sulla salute umana delle nuove tecniche, quando applicate alla produzione di alimenti;
  • Sviluppare sistemi adeguati per valutarne la sostenibilità ambientale, sia prima che dopo l’immissione sul mercato;
  • Tener conto del benessere degli animali alterati utilizzando le nuove tecniche di ingegneria genetica, prima dell’approvazione;
  • Adottare regole obbligatorie per l’etichettatura di tutti gli alimenti realizzati attraverso le nuove tecniche di ingegneria genetica;
  • Adottare e far applicare regole severe sulla responsabilità delle aziende e per l’imposizione di assicurazioni obbligatorie alle aziende che vogliano rilasciare nell’ambiente degli organismi alterati attraverso nuove tecniche di ingegneria genetica;
  • Instaurare e preservare sistemi di distribuzione per assicurare che le scorte alimentari non geneticamente modificate restino disponibili.

Steve Suppan, co-presidente del Comitato per le Politiche dell’Alimentazione del TACD ha dichiarato:

La nostra risoluzione e le successive appendici tecniche forniscono una serie di raccomandazioni e una cornice normativa per la regolazione dei prodotti da nuove tecniche di ingegneria genetica. I membri del TACD si oppongono strenuamente alla pressione effettuata dagli Stati Uniti sulla Commissione Europea per emulare le procedure statunitensi sulla deregolamentazione di tali prodotti e promuoverne in tal modo il commercio. Gli Stati Uniti dovrebbero infatti imparare la lezione dell’attuale debacle dei raccolti OGM e ascoltare le richieste dei consumatori di regolare ed etichettare tali prodotti. L’Unione Europea dovrebbe applicare le leggi già esistenti in materia su tutti i prodotti cosiddetti NPBT (New plant breeding techniques) e nella modificazione genetica“.

FONTI:

http://tacd.org/new-policy-resolution-on-consumer-concerns-about-new-genetic-engineering-techniques/

http://tacd.org/wp-content/uploads/2016/09/TACD-Resolution-new-genetic-engineering-techniques_with-appendix_7-September.pdf

http://tacd.org/wp-content/uploads/2016/09/TACD-Resolution-new-genetic-engineering-techniques_with-appendix_7-September.pdf

IFOAM: “Per ingegneria genetica si applichi la legislazione OGM”

IFOAM UE, la Federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica, ha pubblicato un documento in cui ribadisce la propria posizione sulle nuove tecniche di ingegneria genetica. Nel suo comunicato, la Federazione evidenzia le preoccupazioni in merito al parere giuridico che la Commissione Europea sarà chiamata a esprimere entro marzo 2016.

Selezione varietale inversa, innesti, cisgenesi e intragenesi, agroinfiltrazione, sono queste alcune delle nuove tecniche di miglioramento genetico vegetale al centro dell’analisi giuridica da parte dell’Esecutivo comunitario.

A marzo, l’UE dovrà valutare se queste colture rientrano o meno nell’ambito di applicazione della direttiva 2001/18/CE sull’emissione deliberata nell’ambiente di OGM e della direttiva 2009/41/CE sull’impiego confinato di microrganismi geneticamente modificati.

Secondo IFOAM, non vi sono motivi giuridici o tecnici che consentano di aggirare la legislazione sugli OGM, portando a escludere per queste nuove tecniche di ingegneria genetica la valutazione del rischio e altri requisiti di legge che attualmente disciplinano gli OGM.

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Christopher Stopes, presidente IFOAM UE, avverte: “Le nuove tecniche comportano gli stessi potenziali rischi potenziali degli OGM attualmente sul mercato e non dovrebbero essere utilizzate nell’agricoltura biologica, né rilasciate nell’ambiente, tanto meno essere esentate dalla valutazione del rischio e dalla tracciabilità“.

Secondo il vicepresidente Thomas Fertl, ogni tentativo di esentare queste tecniche di ingegneria genetica dalla valutazione dei rischi, dalla tracciabilità e dall’etichettatura potrebbe creare caos nel mercato alimentare, in quello dei mangimi e delle sementi.

Secondo IFOAM il settore della coltivazione delle piante ha sì bisogno di innovazione e nuovi approcci agronomici, ma non di tecniche di ingegneria genetica che possono portare a effetti collaterali imprevedibili, e i cui benefici potrebbero andare solo alle aziende che li commercializzano.

Queste nuove tecniche di selezione vegetale, di cui si parla nel documento di sintesi pubblicato da IFOAM, interferiscono a livello sub-cellulare e genomico. Pertanto, secondo la Federazione, potrebbero non essere compatibili con i principi dell’agricoltura biologica e non devono essere utilizzate in tale settore. In conclusione, per IFOAM, la deregolamentazione delle nuove tecniche di produzione potrebbe minacciare la libertà di scelta degli allevatori, degli agricoltori e dei consumatori.

La Commissione Europea dovrà rendere note le sue conclusioni entro fine marzo e stabilire se alcune di queste nuove tecniche di selezione vegetale potranno essere introdotte in questa legislazione. L’interpretazione giuridica sarà poi sottoposta al vaglio dei diversi Stati membri, ai rappresentati del Parlamento europeo e alle parti interessate.

L’ultima parola sulla normativa UE, comunque, spetterà alla Corte di Giustizia Europea.

Fonti:

http://www.ifoam-eu.org/en/news/2016/01/14/press-release-organic-sector-urges-commission-classify-new-genetic-engineering

http://www.ifoam-eu.org/sites/default/files/ifoameu_policy_npbts_position_final_20151210.pdf

http://www.greenews.info/rubriche/lunione-europea-davanti-alla-sfida-degli-ogm-2-0-20160118/