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Il biologico nel mondo: in crescita superfici e aziende specializzate

Una fotografia dell’agricoltura sostenibile dell’intero pianeta. È stata appena pubblicata l’edizione 2017 del quaderno “La Bio dans le monde”, il biologico nel mondo. Il testo è stato redatto attraverso l’elaborazione di dati di FIBL e dell’Ue, e realizzato da Agence Nio, l’Osservatorio francese dell’agricoltura biologica.

Scopriamo i dati più interessanti.

Il biologico nel mondo: la panoramica mondiale presente nel documento

I dati presenti nel rapporto sono elaborati in riferimento al 2015. In quell’anno, la superficie mondiale coltivata seguendo tecniche sostenibili era stimata a circa 51 milioni di ettari. Un dato che porta a più 18,1 punti percentuale rispetto al 2014. Si tratta dell’1,1% del territorio agricolo totale presente nei 179 Paesi presi in esame.

Sempre in riferimento al 2015, le aziende biologiche certificate si attestavano a più di 2,4 milioni. Una crescita del 7% rispetto all’anno precedente. Il valore del mercato del bio nel mondo era infine stimato a 80,2 miliardi di euro.

Dati in crescita per il biologico globale

In 15 anni (dal 2000 al 2015) il biologico nel mondo è cresciuto a una velocità sempre maggiore. Anche in Asia e in Africa, aree dove lo sviluppo del settore è partito proprio agli inizi del nuovo millennio.

Dopo una crescita modesta di quasi 59.600 ettari tra il 2013 e il 2014 (+ 0,1%), l’areacoltivata seguendo i dettami del bio è aumentata di oltre 7,8 milioni di ettari tra il 2014 e il 2015 (+ 18,1%). Una crescita che ha interessato quasi tutti i continenti: le superfici coltivate hanno visto una diminuzione solo in America Latina (-86.639 ha).

Nel 2015, quasi il 76% delle superfici bio presenti nel Mediterraneo risultavano distribuite tra Spagna, Italia e Francia. La crescita maggiore si è avuta in Spagna. È la Polonia invece a essersi interessatada un maggior declino di territori (77.000 ha in meno).

Il posto dell’agricoltura biologica nel totale della superficie agricola utilizzata dei diversi paesi di quell’anno ha raggiunto la sua quota più alta in Italia con il 12%, seguita dalla Slovenia (9,0%) e dalla Grecia (8,4%).

Le coltivazioni che vanno più forte in Italia

Globalmente, nel 2015 sono stati stimati quasi 3,9 milioni di ettari coltivati a cereali biologici. I dati sono comunque sottostimati perché i valori presenti sulla superficie indiana non sono noti e quelli della zona russa sono parziali.

Il riso è una delle principali coltivazioni indiane. In Europa la produzione biologica si concentra principalmente in Italia (12.425 ha nel 2015).

Dal rapporto, emerge che il Bel Paese si è difeso bene anche nella coltivazione di uliveti biologici. Nella fotografia scattata dal documento, e ferma al 2015, il 79% degli uliveti biologici si trovava in Europa e il 19% in Africa(soprattutto in Nord Africa).

I principali produttori di olive biologiche erano Spagna(197.136 ettari), Italia (179.886 ettari) e Tunisia (127.250 ettari). Degli uliveti presenti in Italia, il 15,7% era coltivato secondo i principi dell’agricoltura biologica.

Nello stesso anno, circa 50 paesi avevano un vigneto biologico. I primi tre Paesiproduttori di uve biologiche erano la Spagna, l’Italia e la Francia (un totale del 79% dei vigneti biologiciMondiale).

È possibile scaricare la pubblicazione completa di “La Bio dans le monde – Il Biologico nel mondo” a questo link: http://www.agencebio.org/sites/default/files/upload/documents/4_Chiffres/BrochureCC/carnet_monde_2017.pdf

FONTI:

http://www.sinab.it/bionovita/bio-nel-mondo-edizione-2017

http://www.agencebio.org/sites/default/files/upload/documents/4_Chiffres/BrochureCC/carnet_monde_2017.pdf

L’Agricoltura Biologica spopola in Emilia Romagna: boom a Ferrara

Il settore dell’agricoltura biologica sta vivendo un periodo di fioritura importante in tutta Italia, in modo particolare in Regioni come Calabria, Puglia e Sicilia, dove grazie allo strumento dei Psr e ai fondi europei, sono presenti le maggiori superfici agricole investite nel biologico (dati 2014).

Uno sviluppo importante nel settore ha investito, però, anche il centro-nord. È il caso dell’Emilia Romagna che, secondo l’ultimo rapporto sul biologico presentato dal Centro Studi di Confagricoltura, ha visto una variazione del +9,9% tra il 2013 e il 2014, passando dagli 80.924 ettari originari agli 88.899 dell’ultima rilevazione. In particolare, a stupire è la performance della provincia di Ferrara, con i suoi 12mila ettari di terreno coltivati con metodi green. Un sistema che sta riscontrando molto successo, soprattutto sul fronte delle esportazioni: “Il settore biologico sta dimostrando grande vivacità oltre ad essere proiettato verso i mercati esteri” ha spiegato di recente Pier Carlo Scaramagli, presidente di Confagricoltura Ferrara. Scaramagli tenta anche di spronare le istituzioni per un impegno maggiore nel settore:“Oltre a consolidare l’aggregazione dell’offerta dei produttori, è necessario aumentare la ricerca: il biologico, infatti, potrebbe rappresentare un investimento tecnologico per il futuro oltre ad una concreta possibilità soprattutto del seminativo e della frutticoltura”. Servono, quindi, maggiori investimenti nel campo dell’innovazione: il piano strategico nazionale per l’agricoltura biologica, appena approvato, va in questa giusta direzione.

biologico boom

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

D’altronde è ormai assodato che se l’intero comparto agricolo vuole crescere a livello nazionale, deve seguire le orme delle aziende più green. Le imprese che hanno scelto, in Italia, l’agricoltura biologica hanno superato le 55mila, facendo marcare un +6% ogni anno a partire dal 2011. La coltivazione sostenibile rappresenta più del 10% dell’intera superficie agricola nazionale (circa un milione e mezzo di ettari).

L’agricoltura biologica nostrana ha una vocazione soprattutto per l’export: secondo i dati Confagricoltura, oltre il 74% delle imprese italiane del settore è presente sui mercati internazionali da più di 5 anni, con sbocchi soprattutto nel Nord Europa (Germania e Francia su tutte). Il primo Paese extraeuropeo per importazione del Made in Italy sono gli Stati Uniti. Tra i prodotti privilegiati dai mercati esteri ci sono frutta e verdura (20%) e i sostituti del latte (16%) come le bevande vegetali e la soia.

FONTI:

http://lanuovaferrara.gelocal.it/ferrara/cronaca/2016/07/24/news/agricoltura-biologica-in-marcia-1.13867217?refresh_ce

http://www.confagricoltura.it/ita/press-room_anno-2016/giugno-2/convegno-confagricoltura-biologico-comparto-in-crescita-sul-mercato-interno-ed-internazionale-pero-le-regioni-devono-crederci.php

https://argav.files.wordpress.com/2016/06/agricoltura_biologica_italiana.pdf