OGM, FederBio chiede l’intervento di Stato e Regioni

Con l’approvazione da parte del Senato, lo scorso 22 maggio, della mozione per l’adozione della clausola di salvaguardia per il divieto delle coltivazioni OGM in Italia e il rafforzamento dei controlli, è stato dato un primo segnale significativo rispetto agli orientamenti del settore agricolo e agroalimentare italiano. Tuttavia, a oltre un mese da quella data, torna inaspettatamente alla ribalta la questione della semina di OGM (come nel recente caso friulano), né sembra che ulteriori input siano seguiti dopo il via libera del Senato. Una situazione vista con crescente preoccupazione da tutto il mondo del biologico, a cominciare da FederBio, che per voce del suo Presidente, Paolo Carnemolla, non fa mancare il proprio commento circa l’attuale situazione italiana: “Quello che è accaduto negli ultimi 10 anni in Italia sulla vicenda OGM ha dell’incredibile, a voler pensare bene. Il combinato disposto di conflitti di competenze fra Stato e Regioni e la solita distanza abissale fra i fatti concreti e le dichiarazioni della politica e di un certo mondo agricolo anti OGM solo nelle piazze ha infatti consentito a alcuni agricoltori di seminare OGM in pubblico ma anche in incognito, come dichiarato sui siti di note e assai agitate associazioni pro OGM come il Movimento Libertario. Mentre i tre Ministeri competenti pensano al da farsi e le Regioni tacciono nella grande maggioranza le quasi cinquantamila imprese biologiche italiane e il loro milione di ettari coltivati sono a rischio contaminazione OGM. Per questo FederBio ha inviato al Ministero delle Politiche Agricole e alle Regioni una nota con la quale chiede vengano identificati e resi pubblici i terreni dove sono già stati seminati gli OGM al fine di allertate il sistema di controllo e certificazione e mettere in condizione gli agricoltori biologici di attivare le azioni necessarie alla tutela dei loro terreni e produzioni. La Federazione unitaria del biologico e biodinamico italiano è pronta anche a attivare una vertenza legale collettiva qualora lo Stato e le Regioni non si attivino per quanto di loro competenza, oltre a assistere gli agricoltori biologici che dovessero subire contaminazioni.”

Fonte: FederBio

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