Nuove tutele per l’olio extravergine d’oliva

E’ stata approvato subito prima della pausa natalizia il disegno di legge sulla tracciabilità dell’olio extravergine d’oliva, sul filo di lana prima dello scioglimento delle Camere. La legge prevede una serie di indicazioni circa visibilità, leggibilità e distinguibilità delle etichette e dell’origine degli oli, al fine di ridurre il più possibile le indicazioni volutamente ambigue o fuorvianti che possono disorientare il consumatore. Sono poi espressamente vietati riferimenti geografici non corrispondenti alle effettive zone di produzione o omissioni riguardo la provenienza delle olive. Stretta anche sull’uso dei marchi di impresa, che a loro volta non possono essere ingannevoli.
La legge inoltre contempla una serie di criteri cui gli assaggiatori dovranno attenersi nella verifica delle qualità organolettiche degli oli d’oliva vergini: scelta e utilizzo degli utensili, criteri di selezione dei campioni etc.
Per quanto riguarda conservazione e consumo nei pubblici esercizi, vengono fissati dei criteri a tutela della corretta conservazione del prodotto e delle sue proprietà (non sarà più possibile conservare un olio dopo i 18 mesi dall’imbottigliamento né consumare l’olio in contenitori privi di chiusura). In aggiunta, viene stabilita una serie di criteri ulteriori di tutela riguardo il mercato degli oli e le importazioni, limitando ad una all’anno le vendite sottocosto e introducendo pene più severe nel caso di contraffazione o adulterazione dei prodotti.
“La qualità dell’olio italiano da oggi in poi sarà tutelata da una legge che garantisce provenienza e marchi del nostro oro giallo”, ha dichiarato Paolo Russo, presidente della commissione Agricoltura che ha definitivamente licenziato la legge in questione. “Il messaggio che il Parlamento ha voluto lanciare – ha continuato Russo– è chiaro ed univoco. I prodotti che fanno della qualità italiana una bandiera rappresentano un contesto che va ben oltre quello meramente produttivo. Sono l’emblema di territori e paesaggi, di tradizioni culturali ed agroalimentari che si tramandano da generazioni e che sono nel dna del nostro Belpaese”.
Fonte: AIOL

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