Lavoro nei campi: il biologico tutela i lavoratori

Un chilo di pomodori da passata viene pagato 8 centesimi in agricoltura convenzionale, mentre nel biologico si arriva a pagare anche 33 centesimi.

Dalle stime del “Rapporto agromafie e caporalato” è emerso che il business del lavoro irregolare e del caporalato in agricoltura vale 4,8 miliari di euro, e le aziende che si rivolgono al “caporale” sono molte.

In agricoltura convenzionale, si apre così uno scenario nel quale vediamo un lavoratore sfruttato e sottopagato. La maggior parte dei lavoratori non ha un regolare contratto di lavoro, non sono così tutelati e non hanno nessun diritto garantito dai contratti e dalla legge. Passa dalle 10 alle 12 ore nei campi, prendendo circa 20/30€ al giorno.

L’agricoltura biologica offre invece maggiori garanzie: da più occupazione, viene riconosciuto il lavoro svolto nei campi e paga meglio il prodotto all’origine.

L’agroecologia è un modello produttivo che ha bisogno di una maggiore manodopera, poiché la coltivazione biologica richiede più attenzione: occorre, quindi un lavoro attento di persone non sfruttate, che ricevono un salario migliore oltre a lavorare in condizioni di maggior tutela per la salute perché non sottoposti ai rischi legati all’uso di pesticidi.

 

Fonte: https://www.cambialaterra.it/2019/04/lavoratori-sfruttati-nei-campi-il-biologico-marcia-in-direzione-opposta/

 

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