Due alternative naturali all’uso di antibiotici negli allevamenti: le scoperte dell’UniFi

Di recente, i Paesi dell’ONU hanno firmato una dichiarazione comune in cui si affronta il problema dell’aumento della resistenza batterica agli antibiotici. Il fenomeno sarebbe in crescita a causa della lentezza nello sviluppo di nuovi antibiotici, ma anche perché vengono spesso adoperati in maniera eccessiva o senza completare un ciclo completo di cura. In questo modo, i batteri colpiti “imparano” come resistervi e diventano più forti, minacciando la salute di tutti.

Tra le pratiche più pericolose che aumentano la resistenza batterica, ci sarebbe anche la somministrazione regolare di dosi di antibiotici a bovini, suini e polli negli allevamenti di tipo intensivo. Una pratica vietata in UE, ma ancora molto comune in Paesi come Cina e Stati Uniti. Si stima che l’80% della produzione di antibiotici statunitense sia destinata agli animali d’allevamento.

Da queste considerazioni, nasce l’esigenza di individuare metodi alternativi e naturali all’utilizzo di prodotti farmaceutici nell’ambito della zootecnia.

suini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un settore di cui si occupa da tempo il professor Mauro Antongiovanni del Dipartimento di Nutrizione animale dell’Università di Firenze. Sono ormai 15 anni che all’interno dell’Ateneo toscano vengono sviluppate ricerche e innovazioni nell’ambito degli antibiotici naturali: i risultati sono stati presentati nel corso di un convegno all’Accademia dei Georgofili, il 6 ottobre scorso.

Secondo il professore, è innanzitutto “necessario eliminare completamente gli antibiotici dai mangimi zootecnici”. Gli ostacoli sono però numerosi dal momento che “le condizioni ambientali degli allevamenti intensivi necessitano di misure preventive”. Non mancano, poi, “le resistenze delle industrie farmaceutiche che minimizzano il problema di utilizzo, che talvolta sconfina in un vero e proprio abuso”.

Antogiovanni ha poi presentato i risultati conseguiti nell’utilizzo di due rimedi presenti in natura, i tannini e l’acido butirrico, sostanze con proprietà battericide o batteriostatiche.

L’acido butirrico è un acido grasso a catena corta, “prodotto naturalmente dalla fermentazione della fibra nell’apparato digerente e nell’intestino dei monogastrici. Si trova anche nel latte ed è una difesa che la natura ha previsto anche per i neonati”.

I tannini invece, sono “presenti nel vino e in molti vegetali come i carciofi, o nel legno, nelle castagne, nelle ghiande e in diversi tipi di frutti. Funzionano come battericidi e batteriostatici, bloccando la riproduzione dei microrganismi.

Questi elementi naturali, secondo Antogiovanni, non presentano effetti collaterali. Abbiamo verificato, inoltre, che hanno effetti benefici sul metabolismo, riducendo la volatilità delle deiezioni e la presenza di azoto, con conseguenze sulla qualità dell’aria”.

FONTI:

http://www.internazionale.it/opinione/gwynne-dyer/2016/10/03/antibiotici-resistenza

http://www.un.org/pga/71/wp-content/uploads/sites/40/2016/09/DGACM_GAEAD_ESCAB-AMR-Draft-Political-Declaration-1616108E.pdf

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/zootecnia/2016/10/11/antibiotico-resistenza-un-alternativa-e-possibile/50364

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