De Castro ai Georgofili parla dell’agricoltura italiana

Il Presidente Comagri Paolo De Castro ha tenuto nella giornata di lunedì scorso 17 gennaio una lettura presso l’Accademia dei Georgofili sul tema “Dopo la riforma della PAC, l’agricoltura sarà al centro della ripresa?”
Secondo De Castro, stiamo vivendo un “un momento cruciale”, per il sistema agroindustriale italiano, “stretto tra una crisi economica interna e un contesto internazionale in forte sviluppo, sia per quanto riguarda la pressione competitiva delle imprese concorrenti che per la forte crescita dei consumi alimentari delle popolazioni straniere”.
Ma con un valore pari a circa 120 miliardi di euro, che costituisce circa l’8,7% dell’intero PIL nazionale, la filiera alimentare è, sostiene De Castro, “un vero e proprio asset per l’Italia”. Purtroppo, per il presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Europeo, “ all’interno della filiera, l’anello più debole è rappresentato dall’agricoltura”.
All’origine del problema, sostiene De Castro diversi fattori, principalmente di ordine strutturale: “la forte polverizzazione che contraddistingue l’agricoltura italiana, associata ad una scarsa concentrazione ed organizzazione produttiva e commerciale, riducono il potere contrattuale degli agricoltori all’interno della filiera e nei confronti dei diretti interlocutori (industria e distribuzione). Un confronto con i competitor europei permette di capire quale sia la reale distanza tra il tessuto produttivo agricolo italiano e quello di Francia, Germania, Regno Unito e Spagna. il valore medio della produzione italiana (26.000 euro) è, infatti, poco più della metà del valore spagnolo (40.000 euro) e sensibilmente inferiore a quello di Regno Unito, Francia e Germania. gli effetti di questi punti di debolezza della nostra agricoltura sono facilmente riscontrabili nell’andamento del reddito delle imprese agricole”, ha sottolineato De Castro.
Uno dei pardossi è che, anche in anni di prezzi alimentari in crescita, “”l’Italia presenta un trend decrescente del reddito agricolo”. Discorso analogo, pur con qualche distinguo, quello che De Castro applica anche alla realtà delle imprese alimentari italiane, “sottodimensionate rispetto alle aziende europee, sia in termini di valore della produzione che di numero di occupati per impresa”, cosa che secondo De Castro costituisce “un limite evidente nella capacità di internazionalizzazione dell’industria alimentare italiana. Si pensi infatti che, pur a fronte di una crescita nelle esportazioni di quasi il 70% in dieci anni (nel 2012 il valore dell’export alimentare italiano si è avvicinato ai 32 miliardi di euro), la propensione all’export della nostra industria alimentare è inferiore a quella dei nostri principali competitor europei”.
In conclusione, un riferimento all’approvazione definitiva della nuova PAC, che pone il sistema agirolo europeo a sette anni di programmazione (fino al 2020) “con nuove risorse e nuovi strumenti per affrontare le numerose e molteplici sfide che attendono le imprese e che derivano da uno scenario mondiale radicalmente cambiato e in continua evoluzione”. Secondo il Presidente dell’Accademia dei Georgofili Franco Scaramuzzi, intervenuto al termine della lettura di De Castro, “l’Italia dovrà utilizzare gli aiuti soprattutto per riorganizzare la propria agricoltura in modo da sfruttarne tutte le sue potenzialità e soprattutto per ridistribuire equamente i redditi all’interno della filiera”.
Fonte: Agrapress

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