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STANDARD DI SOSTENIBILITÀ IN CRESCITA IN TUTTO IL MONDO

STANDARD DI SOSTENIBILITÀ IN CRESCITA IN TUTTO IL MONDO

La settima edizione del rapporto sullo stato dei mercati sostenibili a cura di Fibl testimonia la dinamicità degli standard di sostenibilità e il loro decisivo impatto sul commercio globale

Esce la settima edizione sullo stato dei mercati sostenibili relativa al 2023 (clicca per scaricare il rapporto). Un studio realizzato dal Fibl(l’istituto di ricerca svizzero sul bio) in collaborazione con l’International Trade Center (ITC) l’Istituto internazionale per lo sviluppo sostenibile (IISD). Il rapporto si concentra su otto prodotti: banane, cacao, caffè, cotone, palma da olio, soia, canna da zucchero, tè e silvicoltura.

La sfida di una produzione certificata

Il rapporto fa luce sui progressi e sulle sfide affrontate dalle principali organizzazioni di definizione degli standard nella promozione della sostenibilità e aiuta a modellare le decisioni dei politici, dei produttori e delle imprese che lavorano per affrontare le sfide sistemiche del lavoro e dell’ambiente attraverso una produzione sostenibile certificata.

L’impegno delle aziende

«Mentre i Governi e gli Organismi internazionali – afferma Pamela Coke-Hamilton, direttore esecutivo di ITC – intensificano gli sforzi per affrontare il cambiamento climatico, le aziende che abbracciano gli standard di sostenibilità possono dimostrare un impegno aziendale responsabile per posizionarsi come pionieri nell’affrontare tematiche in forte evoluzione».

Gli standard che mirano direttamente all’adozione generale all’interno di un settore specifico guidano in gran parte la crescita e l’adozione da parte del mercato. Laddove sono stati sviluppati standard per un singolo prodotto, di solito questi hanno infatti un’applicazione più ampia. Questo è stato il caso del cotone (Better Cotton e Cotton made in Africa), della palma da olio (Tavola rotonda sull’olio di palma sostenibile) e della soia (Tavola rotonda sulla soia e zucchero di canna responsabili).

 

Nel complesso, la maggior parte delle materie prime ha registrato una crescita nel periodo 2020-2021, mentre banane, cacao e caffè certificati hanno perso terreno. Tuttavia, il caffè e il cacao certificati rappresentano la quota maggiore del terreno agricolo totale, con oltre il 20% della superficie certificata per caffè e cacao.

Il primato del biologico

Il biologico è stato di gran lunga lo standard di sostenibilità più dominante in termini di superficie e varietà di prodotto, coprendo oltre 76 milioni di ettari o l’1,6% dei terreni agricoli in tutto il mondo. La Rainforest Alliance ha certificato più di 5 milioni di ettari nel 2021 dopo una crescita di quasi il 26% nel periodo 2020-2021, mentre Better Cotton, Round Table on Sustainable Palm Oil e GlobalG.AP hanno certificato più di 4 milioni di ettari. La maggior parte degli standard coperti dal rapporto continuano a mostrare una crescita dell’area totale certificata.

APPALTI ALIMENTARI PUBBLICI DI SOSTENIBILITÀ, L’APPELLO DELLE ASSOCIAZIONI GREEN ALLA COMMISSIONE

APPALTI ALIMENTARI PUBBLICI DI SOSTENIBILITÀ, L’APPELLO DELLE ASSOCIAZIONI GREEN ALLA COMMISSIONE

Ifoam e altre 16 associazioni green europee condividono un’azione comune per chiedendo alla Commissione di sviluppare in pieno le opportunità della strategia Farm to Fork attraverso appalti alimentari pubblici sostenibili

Un’esortazione a rendere più efficace la strategia Farm to Fork affinché lasci in eredità ai posteri un sistema agroalimentare Ue più sostenibile. È contenuta nella lettera inviata il 16 gennaio al presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, firmata da 17 associazioni bio e ambientaliste del Vecchio Continente.

Gli obiettivi

L’obiettivo è quello di considerare l’approvvigionamento alimentare sostenibile (SFP) come lo strumento politico preferito per realizzare a basso costo gli impegni del Green deal. Il documento indica quattro standard minimi strategici da sviluppare e adattare a livello nazionale.

Uno strumento contro l’insicurezza alimentare

«Innumerevoli studi -si legge nel documento – e buone pratiche in tutta Europa mostrano l’enorme potenziale del SFP come meccanismo efficace per promuovere diete sane, combattere la malnutrizione, combattere l’insicurezza alimentare, favorire la domanda di prodotti equi e biologici, sostenere i piccoli agricoltori e affrontare il cambiamento climatico, pur mantenendo costi stabili». «L’approvvigionamento alimentare pubblico sostenibile è un obiettivo a portata di mano».

Clicca per scaricare la lettera

LO SVILUPPO DI UNA FILIERA VIVAISTICA VITICOLA DI QUALITÀ

LO SVILUPPO DI UNA FILIERA VIVAISTICA VITICOLA DI QUALITÀ

I risultati del progetto di ricerca VitisBio, sostenuta dalla Regione Friuli Venezia Giulia, sono stati divulgati in occasione di un recente webinar organizzato dalla rivista mensile VVQ

Puntare, nel comparto viticolo, allo sviluppo di una filiera vivaistica sostenibile e biologica. È l’obiettivo del progetto di ricerca VitisBio, sostenuto dalla misura 16 del Psr 2014-2020 della Regione Friuli – Venezia Giulia. I risultati finali del progetto sono stati divulgati in occasione di un recente webinar organizzato dalla rivista VVQ, Vigne, Vini & Qualità e si sono rivelati utili non solo per il bio, ma per l’intero settore vitivinicolo italiano.

La gestione delle malattie del legno

Oggi infatti i viticoltori sono alle prese con la diffusione di malattie del legno, batteriosi, fitoplasmosi, nuove virosi. Gli studi effettuati da Laura Mugnai e Sara Falsini dell’Università di Firenze e da Elisa Angelini del Crea Viticoltura ed enologia di Conegliano (Tv) hanno dimostrato che una differente gestione della fase vivaistica, in particolare nella gestione agronomica dei portinnesti e della fase di innesto, può contribuire a contenere l’espansione di queste problematiche sul vigneto Italia.

Oggi la produzione di barbatelle biologiche è molto limitata, visto il sistema di deroghe in vigore, assai permissivo, che consente ancora di utilizzare materiale vivaistico convenzionale per i vigneti certificati bio. Si tratta tuttavia di un comparto economico sicuramente promettente (anche perché le deroghe non durano in eterno).

«Il Progetto VitisBio – ha commentato Cristina Micheloni di Aiab Friuli Venezia Giulia – dimostra che anche nel vivaismo viticolo il bio può assumere il ruolo di “corridore in fuga”, testando e applicando nuove tecniche sostenibili che poi vengono rincorse e adottate anche nel comparto convenzionale».+

Deroghe troppo permissive

La vite bio continua infatti ad essere in forte crescita «nonostante il clima, il mercato e le difficoltà fitosanitarie». Nel 2022 ha superato 135mila ettari, pari al 20% della Sau vitata nazionale.

«La possibilità di superare alcuni limiti normativi che oggi frenano il vivaismo bio viticolo, chiudendo il ciclo che va dalla barbatella alla bottiglia, può consentire di raggiungere di slancio gli obiettivi di sostenibilità della Farm to Fork».

TRATTORI IN PIAZZA IN MEZZA EUROPA

TRATTORI IN PIAZZA IN MEZZA EUROPA

Le mobilitazioni agricole in Germania seguono quanto successo già in Olanda, Francia e Polonia e innescano una contrapposizione che può fare solo male all’impegno europeo per una produzione agricola più sostenibile e biologica. Il previsto dialogo con l’agricoltura annunciato dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen parta quanto prima

Una settimana di blocchi stradali in tutta la Germania. Centomila agricoltori sono scesi in strada da lunedì 9 gennaio, alla guida di decine di migliaia di trattori, bloccando accessi a svincoli autostradali, porti e traghetti, per manifestare contro la cancellazione delle agevolazioni fiscali decise dal Governo federale della “coalizione semaforo” socialdemocratici-verdi-liberali per far fronte all’improvvisa crisi di bilancio.

Snodo delicato per la politica agricola

Una mobilitazione, quella decisa dalle associazioni agricole tedesche, che segue la precedente partecipata manifestazione di Berlino del 18 dicembre e che ha raggiunto il suo risultato visto che l’Esecutivo guidato da Olaf Sholz si è affrettato a rispristinare i sussidi sul gasolio agricolo e a dilazionare in dieci anni l’aumento delle imposte sulle macchine agricole. Siamo infatti in un periodo estremamente delicato per la politica agricola europea, con due guerre alle porte, le elezioni Ue ormai imminenti e le spinte revisioniste sulla svolta sostenibile del Green deal.

La scintilla olandese

L’agricoltura europea è sotto pressione e il caso tedesco segue quanto accaduto già in Olanda, Francia e Polonia.

La scintilla della protesta agricola si è infatti accesa all’inizio dell’anno scorso nei Paesi Bassi, con la mobilitazione degli allevatori contro le misure draconiane decise per limitare gli allevamenti intensivi. La discesa in campo di Frans Timmermans, padre del Green deal europeo (lasciato così a Bruxelles al suo destino), non ha frenato l’ascesa del Movimento Civico-Contadino (in olandese BoerBurgerBeweging, BBB), che ha clamorosamente conquistato la maggioranza relativa, arrivando al 20%, nelle elezioni senatoriali dello scorso maggio (solo sei mesi prima, nelle elezioni legislative, non superava il 5%).

Le agitazioni francesi

A novembre anche la Francia è stata condizionata dalle azioni dimostrative degli agricoltori che hanno bloccato le strade contro le politiche agricole nazionali ed europee “che camminano sulla loro testa” (on marche sur la tête). Nel mirino dei paysanne era anche qui la fine dell’esenzione fiscale sul diesel dei trattori, ma anche l’aumento delle tasse sui prodotti fitosanitari e sull’irrigazione e il potenziale impatto degli accordi di libero scambio dell’UE.

I blocchi polacchi

In Polonia gli agricoltori hanno invece ripristinato il blocco della frontiera con l’Ucraina, protestando contro quella che dicono sia un’ondata di prodotti ucraini a buon mercato, esercitando pressioni sul nuovo governo guidato dall’ex Commissario Ue Donald Tusk, che non è riuscito ad evitare la contestazione nonostante l’appoggio alla sua coalizione del Partito agrario popolare polacco.

La protesta ha spinto il nuovo esecutivo di Varsavia ad accettare le richieste degli agricoltori, ma la situazione rimane calda in attesa delle decisioni europee sulle agevolazioni a Kiev nel commercio di cereali, zucchero e oleaginose.

Uno radicalizzazione deleteria

In Germania invece Cem Özdemir, ministro dell’agricoltura del partito dei verdi, denuncia le infiltrazioni dell’estrema destra tra le fila dei manifestanti e teme che il movimento degli agricoltori possa essere strumentalizzato per radicalizzare il confronto tra conservatori e progressisti, in particolare sulle politiche di sostenibilità.

Secondo Christiane Lambert, presidente di Copa (la centrale europea delle associazioni agricole del vecchio continente) «in Germania le tasse sul carburante sono state solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso».

«Per anni – ha spiegato  – gli agricoltori europei si sono sentiti poco considerati e ora sono sotto pressione a causa di una transizione verde a ritmi accelerati».

Lambert punta il dito in particolare contro il “metodo Timmermans”, impuntando all’ex vicepresidente della Commissione europea la colpa di aver imposto «obiettivi irraggiungibili in un contesto economico difficile a causa delle guerre, dell’inflazione e dell’aumento delle importazioni».

Farm to Fork e strategia biodiversity a rischio

Un clima infuocato che condiziona l’azione della Commissione europea in un momento chiave per la messa in opera dei principali strumenti di attuazione delle strategie Farm to Fork e Biodiversity, dal ripristino della natura alla tutela della biodiversità e del benessere animale. Ma anche per i sostegni previsti dal piano d’azione Ue per il biologico, chiamato a raggiungere il 25% della superficie agraria Ue entro il 2030,

L’avvio del previsto “dialogo con l’agricoltura” annunciato dalla presidente Ursula Von der Leyen (leggi cosa scriveva Suolo e Salute in settembre) è quanto mai urgente.

6,7 MILIONI DI EURO PER LO SVILUPPO DEL BIOLOGICO ITALIANO

6,7 MILIONI DI EURO PER LO SVILUPPO DEL BIOLOGICO ITALIANO

Il sottosegretatio Luigi D’Eramo firma il decreto di ripartizione del Fondo per il biologico. I sostegni vanno a: ricerca, innovazione, piano d’azione e promozione del brand sul bio made in Italy

Sei milioni e settecentomila euro per sostenere le sfide dell’agricoltura biologica italiana. Lo scorso 29 dicembre il sottosegretario al ministero dell’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo, ha infatti firmato il decreto di ripartizione del “Fondo per lo sviluppo della produzione biologica”. Il Fondo, istituito a partire dalla legge finanziaria per il 2020 è stato integrato dal decreto-legge del 25 maggio 2021, n. 73 (secondo intervento anticrisi covid).

La ripartizione

Le risorse per il 2024 ammontano appunto a 6,7 milioni di euro e saranno destinate a finanziare:

  • programmi di ricerca e di innovazione;
  • Piano d’azione nazionale per la produzione e i prodotti bio;
  • Piano delle sementi biologiche;
  • realizzazione del marchio biologico italiano.

Bio comparto chiave

«Attraverso la ripartizione delle risorse a disposizione – afferma il sottosegretario in un take dell’agenzia Ansa – sarà possibile sostenere e incentivare la ricerca e l’innovazione fondamentali per affrontare le sfide dei prossimi anni e per migliorare la competitività di un settore chiave come il biologico».

«Di fatto – aggiunge -si sostiene con concretezza la crescita della filiera destinando fondi al Piano d’azione nazionale e al piano delle sementi bio, così come al marchio biologico italiano, che sarà un’ulteriore importante certificazione della grande qualità e sicurezza dei nostri prodotti».

I VANTAGGI SOCIALI DELL’AGRICOLTURA BIOLOGICA

I VANTAGGI SOCIALI DELL’AGRICOLTURA BIOLOGICA

Consumi energetici e perdite di nitrati nelle acque sotterranee dimezzati. Un terzo di specie viventi in più nei campi bio e 10% in più di carbonio nel suolo: sono i vantaggi sociali offerti dall’agricoltura biologica rispetto alla produzione convenzionale calcolati dal centro di ricerca Fibl in un suo recente rapporto. E il prezzo non è necessariamente maggiore rispetto agli alimenti convenzionali

L’Unione europea punta sul bio non solo per la sostenibilità ambientale ma anche per i numerosi benefici sociali. Quali vantaggi offre dunque l’agricoltura biologica rispetto alla produzione convenzionale su questo fronte? Per trovare la risposta Fibl, il centro di ricerche svizzero specializzato in sostenibilità, ha analizzato in maniera scientifica l’impatto delle interazioni tra diverse pratiche di gestione (lavorazione conservativa, uso di fertilizzanti compost, coltivazione di legumi) e gli ecosistemi locali.

Risposte per consumatori e decisori politici

«I consumatori – viene spiegato in una nota – vogliono sapere se acquistando un prodotto biologico contribuiscono o meno alla tutela dell’ambiente». «E i decisori politici si chiedono se gli obiettivi della politica agroambientale possano essere raggiunti in modo efficiente promuovendo l’agricoltura biologica o se un’altra misura non sarebbe più adatta a questo scopo». Il rapporto recentemente pubblicato dal Fibl riassume in modo conciso i risultati scientifici sui temi “protezione del clima”, “protezione delle acque”, “biodiversità”, “energia”, “salute” e “accessibilità economica”. Per utilizzare i risultati scientifici con il massimo valore informativo possibile, nella selezione della letteratura è stata posta particolare attenzione ai risultati delle meta-analisi scientifiche.

Sette vantaggi

I principali vantaggi individuati sono sette e a ciascuno di essi è dedicato un diverso capitolo:

  • l’agricoltura biologica è sinonimo di rendimenti sostenibili;
  • il bio porta vantaggi per la protezione del clima;
  • la gestione dell’acqua migliora con il biologico;
  • aumenta del 30% l’agrobiodiversità;
  • l’agricoltura biologica fa risparmiare energia
  • gli alimenti bio hanno numerosi benefici nutrizionali;
  • il bio non è necessariamente più costoso.